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L’edificio solare energeticamente attivo Plus Energy Solar Building

11 Cfr note 2 e

2.1.5 L’edificio solare energeticamente attivo Plus Energy Solar Building

Un edificio solare energeticamente attivo è definibile come un Plus Energy Building che attua sinergicamente una serie di strategie progettuali prevalentemente di tipo solare, passive e attive, per l’ottenimento di un bilancio annuale a credito in termini di fabbisogno energetico complessivo.

hermatura dell’irraggiamento lare.15

e

ell’irraggiamento solare in energia elettrica (fotovoltaico) o termica (solare termico).16

ne tra le esigenze tecnologiche e le forme archi

a tecnologico e la configurazione morfologica dell’elemento che lo supporta. Il livello

l mass

nziali dell’insieme, configurati come elementi decisivi della comp

Le strategie di tipo solare passivo, influenzate come detto dalla localizzazione geografica e dalla scelta dell’orientamento dell’edificio, riguardano il disegno, il dimensionamento e i sistemi di protezione delle superfici vetrate, mediante l’utilizzo di particolari dispositivi architettonici di sfruttamento e sc

so

Le strategie di tipo attivo riguardano l’utilizzo di sistemi impiantistici di conversion d

Questi sistemi possono avere diversi livelli di integrazione con il manufatto architettonico, che influiscono sulla qualità prestazionale e compositiva finale, secondo un’efficienza sinergica predeterminata. Questa sinergia è ottenuta attraverso la corretta e opportuna soluzione dell’intersezio

tettoniche: un sistema tecnologico solare attivo applicato all’involucro, genera delle modificazioni della forma nel momento stesso che esso diventa componente essenziale del manufatto architettonico.

La ricerca del miglior livello qualitativo si attua nella sintesi tra la logica efficientista del sistem

massimo di efficienza di un sistema tecnologico di tipo solare attivo, prevede una ripetersi indifferenziato di posizioni, inclinazioni e orientamenti ottimali, finalizzati a

imo sfruttamento della radiazione solare. Attraverso la sinergia con il progetto architettonico e le sue implicazioni di ordine formale, spaziale e culturale, è possibile raggiungere un punto di equilibrio tra i due sistemi; ciò avviene nella consapevolezza di perdere parte dell’efficienza del sistema tecnologico a favore di una corretta articolazione morfologica e formale.

Un PESB (Plus Energy Solar Building) è perciò un edificio in cui i dispositivi solari passivi e attivi, sono parti esse

osizione dell’involucro; siano essi variabilmente dispositivi di guadagno termico o componenti di produzione energetica. Allo stesso tempo certe forme adottate sono inequivocabilmente riconducibili a una matrice decisionale di impronta solare, poiché derivano da scelte progettuali fortemente indirizzate al raggiungimento di un determinato livello di performance del sistema tecnologico.

15 Cfr. sottocap. 2.2 16 Cfr. sottocap. 2.3

Esempi di edifici energeticamente attivi: (fig. 2.13) Sunlighthouse (Hein-Troy, 2010) e (fig. 2.14) Solar Aktivhaus (G.W. Reinberg, 2009)

mi

ti energetiche assumono

otrebbero in certe fasi non reggere la quantità di energia immessa. È necessario perciò preve

garantito lo stesso livello di irraggiamento delle superfici captanti tra i div

domini la Anche per questo tipo di edifici è essen

(on grid building); come già detto per gli ZEB e sito dell’energia prodotta in esubero (siste

condizionato dalla limitata diffusione dei dis reperibilità sul mercato. Le re

compensatori delle produzioni locali, trasfe altre ove richiesta.

Come già accennato, e soprattutto in cons edifici plus energy, i ritmi attuali di crescita

ziale la possibilità della connessione in rete i PEB allo stato attuale lo stoccaggio in stand alone) da fonte solare, è fortemente

positivi idonei, a basso costo e dalla loro perciò il ruolo fondamentale di rendo l’energia in surplus da certe zone ad

eguenza di una futura diffusione degli elle microproduzioni in gran parte derivant

d i

dal fotovoltaico, pongono un serio problema di dimensionamento e qualità delle reti; esse p

dere un corretto dimensionamento e localizzazione dei siti territoriali di stoccaggio e di interscambio energetico, alle varie scale locale o nazionale, per accumulare l’energia prodotta in esubero e regolare convenientemente e i flussi bidirezionali.

Un altro fattore decisivo, che riguarda l’implementazione degli impianti fotovoltaici nelle conurbazioni urbane sia di nuova costruzione che esistenti, è il tema del “diritto alla captazione”. È necessario prevedere, attraverso specifici apparati normativi, un sistema di regole per cui sia

ersi manufatti architettonici accostati o contrapposti; sia per quanto riguarda il disegno d’impianto urbano di nuovi insediamenti, sia per le superfici captanti già a disposizione negli edifici esistenti.

Un principio similare è riscontrabile nella regolamentazione per la posa di sistemi fotovoltaici nei condomini: l’utilizzo della superficie di copertura, considerata bene comune, deve garantire a tutti gli stessi diritti di captazione. Ciò può avvenire attraverso impianti centralizzati di cui tutti beneficiano, o garantendo a tutti i con

possi

senza contare le diverse interpretazioni in campo sulle

no preve

ergia (emissioni) quasi zero richiede delle valutazioni più comp

i di guadagni

econ se gestori privati. La possibilità di una larga diffusione di questi “sistemi

energetici urbani” dipendono da un livello decisionale più alto di politica energetica omento ancano; essi infatti si limitano alla considerazione dell’edificio singolo.

bilità di predisporre singoli impianti fotovoltaici su una uguale superficie di copertura e orientamento, possibilità peraltro assai complessa soprattutto per grandi condomini.

In ordine generale il target prestazionale del PESB va ben oltre le indicazioni contenute nella direttiva 2010/31/UE, che introduce il concetto di edificio a energia quasi zero. È necessario inoltre considerare che il risultato prestazionale sul lungo periodo di questa tipologia energetica è ad oggi difficilmente prevedibile, non potendo contare su dati storici consolidati da analizzare;

metodologie di calcolo e sul tipo di “misura” prestazionale con cui definire compiutamente questi edifici.

Una possibile soluzione potrebbe essere quella di elevare maggiormente il target prestazionale “atteso” oltre il livello minimo di surplus energetico; esso andrebbe poi eventualmente a compensare risultati inferiori ai dati iniziali di calcolo. Va considerato che questi dati tengono necessariamente conto di valori medi statistici e non posso

dere gli effettivi consumi in regime d’uso degli edifici, che rientrano in una logica di abitudini e consuetudini dell’abitare a volte anche molto differenti tra loro.