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Agenda 21 Locale è il processo di partnership attraverso il quale gli Enti Locali (Comuni, Province, Regioni) e altri enti pubblici (Università, Scuole, Enti gestori di aree protette ) oper ano in

1.5 Educare al cambiamento

Durante lo stesso 1992 si tiene a Toronto il Congresso mondiale sull'educazione e la

comunicazione per l'ambiente e lo sviluppo, con l'obiettivo di sottolineare il ruolo

dell'educazione e della consapevolezza pubblica nel perseguimento della sostenibilità e, in particolare, quello dell'educazione ambientale. Il Congresso, inoltre contribuisce a chiarire il concetto emergente di educazione per lo sviluppo sostenibile, intesa come uno strumento indispensabile per perseguire un futuro di sostenibilità, attraverso l'integrazione delle nozioni di crescita demografica, povertà, degrado ambientale, democrazia, diritti umani, pace, sviluppo e interdipendenza in tutti i processi educativi e lungo tutto l'arco della vita.

56Edgar Morin, Complessità e Metodo Un‟intervista di Fabio Gambaro - a cura di Federico La

51 Nello stesso 1992 le Nazioni Unite istituiscono la Commissione per lo Sviluppo

Sostenibile (CSD), con il principale fine di monitorare l'attuazione di Agenda 21 e

favorire la cooperazione tra i paesi in materia di sviluppo sostenibile.

Durante la quarta sessione di lavoro della CSD, che si svolge a New York a maggio del 1996, il capitolo 36 dell'Agenda 21 è aggiornato e corredato da un programma internazionale sull'educazione, la sensibilizzazione e la formazione per lo sviluppo sostenibile18. Questo programma si pone come un quadro d'azione a livello nazionale e internazionale con il quale l'educazione viene assunta come ambito prioritario di intervento per tutte le conferenze post Rio e con le finalità di incoraggiare l'identificazione e la condivisione di buone pratiche, attivare reti e partenariati a livello internazionale e nazionale, rafforzare le politiche di sensibilizzazione ambientale nelle strategie nazionali e nei piani per lo sviluppo sostenibile.

Dopo cinque anni dalla sua presentazione a Rio de Janeiro, nel 1997, si svolge a New York la XIX Sessione Speciale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per verificare lo stato di attuazione di Agenda 21. In questa occasione vengono riscontrati forti ritardi nei processi di applicazione dei principi approvati alla Conferenza di Rio e viene adottata una Risoluzione che impegna tutti i governi a predisporre proprie strategie nazionali di sviluppo sostenibile entro il 2002.

A dicembre dello stesso 1997 si svolge a Salonicco la Conferenza Internazionale, organizzata dall'UNESCO, "Ambiente e società: educazione e sensibilizzazione per la sostenibilità". Nella dichiarazione conclusiva si riconosce all'educazione ambientale la stessa valenza di pilastro dello sviluppo sostenibile che si attribuisce agli interventi di carattere legislativo, economico e tecnologico. La Conferenza di Salonicco, infatti, indica la necessità di perseguire lo sviluppo sostenibile attraverso tutte le iniziative che aiutino a produrre un radicale e rapido cambiamento dei comportamenti, degli stili di vita, dei consumi e dei modelli di produzione.

Nel 2002 le Nazioni Unite organizzano a Johannesburg il Vertice mondiale sullo

sviluppo sostenibile al quale aderiscono i capi di governo di oltre cento Paesi, per

rilanciare le strategie dell'Agenda 21, ancora solo parzialmente attuate. Il Vertice di Johannesburg si ricollega agli obiettivi della Dichiarazione del Millennio come capisaldi dello sviluppo sostenibile. II. Vertice si conclude con la sottoscrizione di

52 due importanti documenti, la Dichiarazione politica e il Piano di attuazione. E con la presentazione di una lista di iniziative volontarie. Il Piano di attuazione è un documento che punta sull‟educazione lungo tutto l‟arco della vita e punta sull‟educazione formale ed informale per combattere l‟analfabetismo. L‟istruzione è fondamentale per perseguire lo sviluppo sostenibile ed è la chiave del cambiamento. Infine, per sostenere l'uso dell'istruzione nel promuovere lo sviluppo sostenibile, il documento raccomanda all'Assemblea Generale per le Nazioni Unite l'adozione di una decade, a partire dal 2005, sull'educazione per lo sviluppo sostenibile27.

La più grande novità del Vertice è costituita proprio dalle "Iniziative di tipo 2" promosse dal Segretariato Generale delle Nazioni Unite come uno dei principali strumenti per il perseguimento degli obiettivi del Piano di attuazione. Si tratta di

partnership tra Governi e major groups finalizzate a rafforzare la cooperazione nei

paesi in via di sviluppo, ed in cui le priorità non sono oggetto di negoziato, ma sono già definite dal soggetto proponente. Le Iniziative di tipo 2 si caratterizzano, in particolare, per il coinvolgimento delle risorse dei privati nell'attuazione dell'Agenda 21 e degli obiettivi della Dichiarazione del Millennio.

Nell'ambito di queste iniziative, il Ministero dell'Ambiente della Grecia, in collaborazione con UNESCO e UNEP, e il Mediterranean Information Office for

Environment, Culture andSustainable Development (MIO-ECSDE), hanno lanciato

di recente un'iniziativa che riguarda l'educazione per l'ambiente e lo sviluppo sostenibile nei paesi del bacino del Mediterraneo (MEDIES), alla quale il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio italiano ha aderito durante il Forum Internazionale sulle partnership per lo sviluppo sostenibile che si è tenuto a Roma a marzo 2004.

L'iniziativa MEDIES nasce con l'obiettivo di creare e diffondere programmi di educazione ambientale e per la sostenibilità nei paesi del Mediterraneo e di contribuire in tal modo, in maniera concreta, all'attuazione degli obiettivi dell'Agenda 21 e della Dichiarazione del Millennio in particolare su due aree tematiche, quella dell'acqua dolce e quella dei rifiuti. Le azioni previste dal programma di attuazione di questa iniziativa riguardano, oltre che la elaborazione e pubblicazione di materiali didattici sui temi indicati dove grande rilievo è dato alla specificità dei problemi e delle soluzioni individuate a livello locale da ciascun paese che ha aderito la

53 realizzazione di un network di educatori e scuole che lavorano nel campo dell'educazione ambientale e per lo sviluppo sostenibile, attraverso il quale diffondere l'iniziativa e promuovere lo scambio di informazioni e di esperienze. Ciò che emerge dal percorso evolutivo che accomuna l'educazione ambientale e il modello di sviluppo sostenibile è che l'educazione ambientale fornisce il quadro etico di riferimento per orientare le scelte e il cambiamento dei modelli di comportamento necessario a perseguire lo sviluppo sostenibile. Senza la crescita della consapevolezza da parte della cittadinanza, infatti, ogni intervento politico perde efficacia, non trovando nelle comunità la capacità di comprendere, di reagire correttamente e di esprimere la propria partecipazione ai processi politici, sia nella fase decisionale che in quella attuativa.

1.6 Dall'Europa all'Italia: dall’Educazione Ambientale allo sviluppo