• Non ci sono risultati.

1.4. Educare al cambiamento: lo sviluppo sostenibile nel documento di Rio de Janeiro e le sue implicazioni pedagogiche

1.4.3 La Dichiarazione dei principi sulla gestione delle foreste

Fra i tanti insuccessi dell‟UNCED, sicuramente la mancata firma di una convenzione che regolamentasse l‟uso del patrimonio forestale mondiale è il maggiore. Dovuta questa volta alla tenace opposizione di molti paesi del Sud, che hanno nello sfruttamento dei propri patrimoni forestali un “inesauribile” serbatoio di risorse, la convenzione è fallita ed è stata sostituita da un surrogato dal titolo Dichiarazione

autorevole di principi giuridicamente non vincolante per un consenso globale sulla gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile di ogni tipo di foresta che non

tratteggia null‟altro che un primo consenso globale sulla questione delle foreste. I principi esposti riflettono ancora una volta a grandi linee quelli ritrovati negli altri documenti, quali il principio precauzionale, quello di sovranità, quello di valutazione di impatto, la promozione della ricerca/conoscenza/azione, la ripartizione dei costi e dei benefici, il trasferimento di strume nti e tecnologie o quantomeno la loro accessibilità e infine lo stanziamento di specifiche risorse finanziarie a favore dei detentori della risorsa in questione. Ciò che non è assolutamente condivisibile in questo approccio è il concetto latente di foresta come risorsa da consumare e non come valore in sé. Nella Dichiarazione si può infatti leggere: “gli Stati hanno diritto sovrano di poter sfruttare le proprie risorse secondo le loro politiche ambientali” (Principio 1/a), le foreste servono a soddisfare i bisogni degli uomini, “tali bisogni riguardano i prodotti e i servizi forestali, come il legno e i prodotti legnosi, l‟acqua, i prodotti alimentari, i foraggi, le piante medicinali, il combustibile, i materiali da costruzione, l‟occupazione, gli svaghi…” (Principio 2/b), “…le foreste naturali, che costituiscono anche una fonte di beni e servizi” (Principio 6/e).

Nel testo non c‟è alcuna presa di posizione contro la deforestazione. Per molti paesi probabilmente le proprie risorse forestali sono da considerare come delle risorse commerciali di cui fare un buon uso (e un buon guadagno), come intende fare la Malaysia con il 40-50% del suo restante patrimonio.

42 1.4.4 Agenda 21

Dopo la pubblicazione del Rapporto di Brundtland, che nel 1987 indicò per la prima volta il concetto di sviluppo sostenibile quale modello di sviluppo compatibile con le esigenze di tutela dell‟ambiente e di salvaguardia delle risorse, la Conferenza

di Rio de Janeiro rilancia nel 1992 l‟idea di sostenibilità come concetto integrato,

indicando in particolare la necessità di coniugare nello sviluppo sostenibile le tre dimensioni di Ambiente, Economia e Società.

E‟ nel corso della Conferenza di Rio de Janeiro che è stata approvata l‟Agenda 2145

, il documento programmatico46che sintetizza le azioni specifiche e le strategie che i paesi firmatari si impegnano ad attuare per favorire lo sviluppo sostenibile L‟ Agenda

21 sottolinea che “Lo sviluppo sostenibile si realizzerà solo attraverso una

programmazione mirata e prescrive che per affrontare ogni questione importante sia adottato un processo attento e rigoroso che esamini i diversi aspetti del problema, che prenda decisioni chiare sulle priorità, sui compromessi e sui sacrifici eventualmente necessari, che definisca il sistema dei controlli e degli incentivi, le finalità a lungo termine, i traguardi quantitativi e le scadenze per realizzare quanto è fissato” Nel dibattito internazionale dello sviluppo sostenibile, una crescente attenzione è stata rivolta alla scala locale, ed in particolare alle problematiche dell‟ambiente urbano È alla soluzione dei problemi ambientali nelle grandi conurbazioni urbane che si attribuisce un ruolo strategico nel definire un. modello sostenibile di sviluppo per l‟intero pianeta. Su queste considerazioni si fonda l‟affermazione, contenuta nell‟Agenda 21 sottoscritta a Rio de Janiero, ritenuta fondamentale per l‟avvio di iniziative mirate sulla sostenibilità di tutto il mondo

45Il termine Agenda 21 indica l‟insieme delle strategie e delle azioni da intraprendere nel 21° secolo

per conseguire lo sviluppo sostenibile. Il 21 si riferisce al XXI secolo, quello in cui ormai siamo entrati e la denominazione Agenda indica la necessità che ogni Paese, ogni territorio, ogni comunità locale si desse un calendario, un‟agenda appunto, delle cose prioritarie da fare nel XXI secolo per garantire lo sviluppo sostenibile della propria popolazione e del proprio ambiente, partecipando così democraticamente e attivamente allo sviluppo sostenibile di tutta la popolazione e di tutto l‟ambiente del pianeta.

46

Il documento Agenda 21 è suddiviso in 40 capitoli, ripartiti in quattro sezioni (dimensioni economiche e sociali; conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo; rafforzamento del ruolo delle forze sociali; strumenti di attuazione) e 40 capitoli. Ogni capitolo comprende un‟introduzione che descrive lo stato attuale del tema trattato e gli obiettivi fondame ntali che si intendono raggiungere).

43 “Dal momento che molti dei problemi e delle strategie delineate in Agenda 21 hanno origine dalle attività locali, la partecipazione e la cooperazione delle autorità locali sarà un fattore determinante nel perseguimento degli obiettivi di agenda 21”. 47

Ogni autorità locale dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private ed adottare una propria Agenda 21 locale.48

“Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le autorità locali

dovrebbero apprendere ed acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale le informazione necessarie per formulare le migliori strategie.”49 È impossibile infatti adottare politiche identiche in tutte le realtà locali. Ogni realtà deve quindi trovare da sé la propria migliore vocazione ambientale, dotandosi di strumenti adeguati a risolvere i problemi specifici del proprio contesto.

Un intero capitolo dell‟Agenda 21, il cap. 36,“Promoting Education, Public Awereness,

and Training”, è dedicato all‟educazione ambientale, considerata come strumento

primario per promuovere sistemi di vita e di produzione sostenibili, al fine di garantire un uso delle risorse distribuito equamente tra i popoli e tra le generazioni presenti e future. Il documento dell‟Agenda 21 contiene inoltre riferimenti all‟educazione, alla formazione, alla informazione anche in altri capitoli.27

“L‟educazione a livello scolastico ed extrascolastico è indispensabile per modificare gli atteggiamenti in modo che le persone siano in grado di valutare i problemi di uno sviluppo sostenibile e interessarsi ad esso. Essa è essenziale per formare una coscienza informata nell‟ecologia e nell‟etica come anche nei valori, negli atteggiamenti e nelle competenze necessarie per uno sviluppo sostenibile anche al

47

Agenda 21, Cap.28.1,1992

48

Agenda 21 Locale è il processo di partnership attraverso il quale gli Enti Locali (Comuni,