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LA SPERIMENTAZIONE IN CLASSE: UN PROGETTO DI ECOGESTIONE RISULTATI E DISCUSSIONE

4.5 Risultati e giudizio finale

I risultati del percorso didattico “Il problema ambientale e i rifiuti” proposto nella Scuola Primaria Ernesto Codiglola di Kr sono stati positivi: si è notata un‟attenta partecipazione alle attività laboratoriali da parte della maggior parte dei bambini. Un gruppo di essi è intervenuto con domande pertinenti e ha cercato di coinvolgere anche i compagni meno attenti attraverso i lavori di gruppo che venivano via via proposti, dove gli alunni più capaci hanno assunto il ruolo di guida e di coordinamento. Il gruppo classe ha dimostrato un atteggiamento di particolare interesse soprattutto verso le attività laboratoriali, tramite le quali è stato utilizzato il metodo scientifico. L'educazione al metodo scientifico, partendo dalla curiosità, dall'osservazione diretta dei fenomeni, attraverso esperienze facilmente comprensibili e realizzabili dallo stesso alunno, ha reso protagonisti attivi tutti i bambini, favorendo e sviluppando in modo graduale la capacità di astrazione e di teorizzazione.

Al fine di valutare l‟efficacia didattica dei percorsi proposti (morfologia ed anatomia della foglia, produzione di ossigeno e zuccheri durante la fotosintesi clorofilliana, struttura di un ecosistema, rifiuti) e di accertare l‟opportunità di organizzare

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180 eventualmente il recupero, è stata somministra la stessa tipologia di questionari sia prima dell‟intervento didattico che alla fine.

La verifica è stata eseguita tramite un test semistrutturato (risposta multipla e risposta aperta) (Allegato 2). Complessivamente i bambini si sono distinti per interesse e assiduità di frequenza, impegno profuso, attiva partecipazione alle diverse esperienze laboratoriali, buon metodo di studio e progressione nell‟apprendimento rispetto alla condizione iniziale, capacità organizzativa, oltre che per avere saputo valorizzare al massimo le proprie capacità. E, infatti, dall‟analisi dei risultati (Allegato 2) del test di verifica è emerso che il bilancio complessivo è stato buono e che gli obiettivi minimi prefissati, per i quali è stato progettato l‟intervento didattico, sono stati raggiunti da tutti. Le prime esperienze proposte hanno riguardato la morfologia e l‟anatomia fogliare attraverso l‟utilizzo dello stereomicroscopio e del microscopio ottico. Gli obiettivi di tali esperienze, cioè descrizione della struttura di una foglia, classificazione delle diverse foglie e descrizione dell‟anatomia, sono stati pienamente raggiunti.

Anche per quanto riguarda le esperienze inerenti la fotosintesi clorofilliana, gli obiettivi prefissati (dimostrare la produzione di ossigeno e zuccheri durante tale processo e scoprire l‟importanza delle piante nella catena alimentare) sono stati conseguiti. Per quanto riguarda le esperienze inerenti i rifiuti gli obiettivi che gli alunni dovevano raggiungere erano quelli di far maturare la consapevolezza della loro responsabilità in qualità di esempio virtuoso per amici e familiari e di far comprendere che piccoli gesti quotidiani possono portare al miglioramento della qualità ambientale. Anche in questo caso, attraverso esperienze facilmente comprensibili e realizzabili dal gruppo classe, sono stati raggiunti gli obiettivi minimi prefissati.

L‟inserimento delle attività di laboratorio ha, quindi, consentito sia di coinvolgere gli alunni in modo più attivo nella “costruzione” della loro stessa formazione sia di evitare che le sole modalità di insegnamento di tipo libresco impediscano loro di percepire l‟aspetto più affascinante dell‟indagine scientifica: il riscontro empirico di ciò che costituisce oggetto di studio. Ecco perché sono state proposte le attività di laboratorio, per permettere agli alunni di mettere mani e occhi su qualcosa di concreto, in modo che la lezione fosse fondata sulla scoperta e l‟esperienza diretta.

181 Che dire, ad esempio, delle facce sorprese dei piccoli alunni nel vedere realizzata la carta riciclata o durante l‟intervista ai nonni per scoprire rifiuti nel passato. O ancora che dire della scoperta che la fotosintesi clorofilliana è la base della vita attraverso due semplici esperimenti per valutare la produzione di ossigeno e la produzione di amido durante tale processo. La curiosità dei bambini nello scoprire la risalita o meno delle sezioni di rucola nelle siringhe poste sotto una sorgente luminosa per valutare la produzione di ossigeno durante la fotosintesi.

Ciò che mi ha particolarmente colpito è stata la vivacità degli alunni, che ha permesso l‟instaurarsi di una comunicazione interattiva e, quindi, di un buon clima di lavoro.

Le aspettative che nutrivo al momento della scelta operativa, il più possibile consona al contesto, non sono state tradite: ho visto maturare negli allievi una serie di competenze ed una crescente partecipazione all‟interscambio di ipotesi e congetture interpretative sui diversi fenomeni proposti. Ad esempio, nell‟attività per verificare la presenza di amido in varie tipologie di cibi (nell‟esperimento i cibi saggiati col Lugol si colorano diversamente in base alla presenza di amido: una colorazione blu indica la presenza di amido, mentre una colorazione brunastra indica assenza di amido) i bambini si scambiavano opinioni sul fatto se nei cibi presentati fosse presente o meno farina, visto che essa era risultata positiva al saggio di Lugol e, quindi, se fosse stata presente nel cibo in esame, sicuramente il cibo stesso si sarebbe colorato di blu.

Questo progetto, a mio avviso, ha certamente messo in evidenza che il bambino può essere considerato un “piccolo scienziato”, a condizione che, sotto la guida dell‟insegnante e dell‟esperta, proceda in modo adeguato alla ricerca della conoscenza dei fatti e tale ricerca è favorita dal suo operare da “protagonista”.

La scuola ed anche l‟ambiente extrascolastico, devono offrire molte occasioni di questo tipo ai bambini per abituarli ad operare seguendo il metodo scientifico. Se l‟educazione ambientale dei bambini è il catalizzatore del cambiamento, la scuola è il luogo ideale per realizzare questo processo. Del resto, come previsto dai Programmi Ministeriali, compito degli educatori è “sensibilizzare l‟alunno ai problemi del rispetto dell‟ambiente naturale, del risparmio energetico, del corretto atteggiamento nei confronti degli esseri viventi”. La scuola, infatti, è il contesto che

182 meglio si presta ad essere laboratorio, ovvero luogo nel quale i bambini possono avviare un confronto con l‟ambiente in cui vivono, attraverso esperienze concrete. La condizione di base per trasformare effettivamente il rifiuto in risorsa risiede nei comportamenti di tutti: cambiare poche ma essenziali e quotidiane abitudini, imparare a considerare i rifiuti come qualcosa di vivo anziché morto, imparare a separare, raccogliere e trasformare. È necessario intervenire quanto prima nello scenario attuale mettendo in discussione le nos tre azioni quotidiane e cambiando le nostre abitudini. Il semplice gesto di separare i rifiuti in casa è un atto di civiltà da cui è possibile trarre benefici e vantaggi.

Mediante i progetti di educazione ambientale l‟alunno viene messo di fronte a problemi reali e spinto ad utilizzare al meglio le sue capacità disciplinari e comportamentali, scolastiche ed extrascolastiche.

In questo progetto si è voluto intensificare la sensibilizzazione ambientale con particolare riferimento al tema dei rifiuti, ridurre drasticamente il quantitativo di rifiuti destinati alle discariche, modificare la percezione del rifiuto: da materiale inutile a risorsa, stimolare il flusso di informazioni verso le famiglie, promuovere il ruolo attivo e la partecipazione del singolo individuo per la tutela dell‟ambiente e delle risorse naturali. Questo perché la gestione dei rifiuti rappresenta oggi uno dei principali problemi della nostra società. I moderni stili di vita e l‟imposizione di modelli di consumo improntati sull‟usa e getta, di fatto, hanno determinato l‟aumento del quantitativo di rifiuti prodotti. Risultato: in molte realtà proprio la gestione dei rifiuti è all‟origine di criticità ambientali e in alcune città lo smaltimento dei rifiuti si è trasformato in una vera e propria emergenza.

Le attività educative volte alla promozione dello sviluppo sostenibile, dunque, richiedono la partecipazione e l‟impegno di tanti soggetti che sono attivi sul territorio e che hanno competenze ed esperienze da condividere.

La scuola ha un ruolo di primaria importanza così come le amministrazioni locali che governano, le imprese che portano sviluppo. Il loro coinvolgimento in un processo di Educazione ambientale è necessario, come anche la conoscenza del territorio nella sua complessità e dinamicità, il rispetto e la conservazione dello stesso, amandolo e preservandolo alle generazioni future.

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