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1.8 La Carta dei Principi per l'educazione ambientale orientata allo sviluppo sostenibile e consapevole (FIUGGI 24 Aprile1997)

Il 23 novembre 2000 è stato ratificato in sede di Conferenza Stato Regioni, a Palazzo Chigi, il documento Linee di indirizzo per una nuova programmazione

1.11 L’Educazione ambientale nella scuola dell’Autonomia.

Alla fine degli anni „90, la scuola cambia volto e l‟educazione ambientale si adatta anche a questo cambiamento. L‟istituzione dell‟autonomia scolastica è inserita con la legge costituzionale n. 3 del 2000. I cambiamenti fondamentali dell‟autonomia, sono due: cambia la responsabilità e la podestà professionale delle diverse componenti della scuola, docenti e dirigenti e cambia il rapporto con il territorio ed i suoi attori.

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Bardulla E. , Pedagogia Ambiente Società Sostenibile. Edizione Anicia (1998)

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70 La responsabilità cambia perché spetta alla scuola elaborare un curr icolo, in cui è possibile prevedere modelli organizzativi del tutto nuovi in cui una quota del curricolo stesso è totalmente appannaggio della scuola. La scuola può ora sviluppare un proprio progetto culturale, stilare convenzioni, promuovere reti, avviare percorsi educativi e formativi complementari, poiché è un ente dotato di autonomia funzionale. Tutto questo può essere svolto in assoluta autoreferenzialità o in stretto e organico rapporto con il territorio. Con l‟autonomia e la progettazione, il curricolo è una quota a disposizione della scuola. Essa collabora con esperti, non affida alle classi i progetti di educazione ambientale, ma inizia a porsi il problema complessivo della qualità del territorio in cui si trova ad operare. Si evidenzia una logica di co- progettazione, che richiede a tutti gli attori del territorio di modificare le proprie modalità di azione.70Un altro fattore importante di questo momento, è che parallelamente al decollo dell‟autonomia scolastica, si affermano politiche che chiamano in causa l‟educazione ambientale. È il caso delle Agende 21 locali, del progetto, voluto dal Sottosegretario Valerio Calzolaio, “Città a misura di bambine e

di bambini” e soprattutto dalla legge n 285 che parla di autonomia dei più piccoli e si

occupa della loro partecipazione nella riprogettazione degli ambienti di vita più vicini a loro.71 Per quanto concerne le disposizioni ministeriali relative al tema dell‟educazione ambientale ricordiamo alcune circolari diffuse dal Ministero della Pubblica Istruzione (la Circolare Ministeriale N. 49 Prot. N. 996 del 04/02/1989, la

Circolare Ministeriale N.346 Prot. N. 25717/JR del 13/12/1993 e la Circolare ministeriale N. 149_ Prot. N. 20474_del 17/04/96), l‟Accordo Interministeriale _ Ministero della Pubblica Istruzione-Ministero dell‟Ambiente_ del 06/02/1996 e la Carta dei Principi per l‟educazione ambientale orientata allo sviluppo sostenibile e consapevole redatta a Fiuggi il 24/04/1997.

Il concetto che viene più volte ribadito all‟interno di questi documenti è quello di trasversalità dell‟educazione ambientale, che non va trattata come disciplina a se stante, ma va sviluppata all‟interno delle comuni materie di studio: ... L'educazione

ambientale non deve costituire una disciplina in più ma una attenzione che interessa

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Benvenuti P., I bambini e l‟ambiente. Per una ecologia dell‟educazione, Editore Sonda ( 2009), pag.9

71

M. Bertacci, “ L‟ educazione ambientale nella scuola dell‟Autonomia”, edizioni Capparelli 2000, op. cit. pag. 45.

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tutte le discipline. Se e fino a quando non cambierà questo pensiero attualmente dominante, le materie di studio, tutte o in parte, vengono coinvolte in modo trasversale ed integrato per specifici progetti educativi in campo ambientale Tutte le discipline, e non solo quelle cosiddette scientifiche, debbono fornire il loro contributo di contenuti, metodologie e immaginazione. Si tratta di riconsiderare le diverse discipline, inquadrandole nella vasta problematica ambientale, ognuna secondo il proprio specifico ambito.

Un altro concetto che compare ripetutamente è quello di sviluppo sostenibile, il raggiungimento del quale viene di fatto configurato come l‟obiettivo finale dell‟educazione ambientale: L'umanità si trova oggi di fronte ad una sfida

formidabile: quella di garantire una miglior qualità del vivere agli abitanti del mondo intero,

garantendo al tempo stesso la qualità del suo ambiente di vita. …È la sfida dello sviluppo sostenibile… Viene posto l‟accento sulla necessità di far acquisire agli

studenti un bagaglio di conoscenze tale da produrre comportamenti consapevoli e responsabili verso l‟ambiente, sottolineando la differenza che esiste tra “salvaguardia o protezione della natura” e “corretta gestione dell‟ambiente”.

Questi argomenti, per quanto nobili, sono tuttavia marginali rispetto ad un più appropriato obiettivo metodologico connesso con la comprensione dell‟ambiente, anche perché spesso le indicazioni ministeriali finiscono per scadere a riduttivi progetti che appartengono di fatto al campo dell‟educazione civica, che poco ha a che vedere con la scienza: … è stato approfondito il tema della responsabilità

dell'uomo nella gestione dei rapporti ambientali in cui egli è coinvolto; è stata sperimentata la partecipazione per il cambiamento scoprendo in queste situazioni il legame stretto fra l'educazione ambientale e l'educazione civica per un concetto più ampio di "cittadinanza”. … è stato costituito presso il Ministero dell'Ambiente un "Gruppo interministeriale per il coordinamento delle iniziative di educazione alla conservazione della natura e turismo scolastico nei parchi nazionali e nelle aree protette”.

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ambientale 1994-1996. Programma d'intervento per l'informazione e l'educazione ambientale relativo al triennio 1994-96, la Circolare Ministeriale N. 270 Prot. N. 2475

del 12/11/1999 e la Circolare Ministeriale N. 222 Prot. N. 3791 del 3/10/2000.

Attualmente il tema dell‟educazione ambientale è ampiamente discusso, si parla di un modello “dialogico” di EA come educazione alla sostenibilità. Molti sono gli interrogativi che vengono posti: L‟educazione ambientale in Italia: verso il futuro o

un ritorno al passato ? L‟educazione ambientale, una disciplina scolastica autonoma?

Giugno 2008 – Disegno di legge “Carloni” (PD)

Il disegno di legge prevede l'introduzione di una nuova materia di studio l‟educazione civica-ambientale, nelle scuole dell'obbligo, per 2 ore settimanali. I programmi, le modalità e i tempi dell'insegnamento saranno definiti dalle singole istituzioni scolastiche attraverso l'autonomia

Luglio 2008 – Disegno di legge “Granata et alii” (PdL)

Questa proposta di legge prevede l‟educazione ambientale nelle scuole quale nuova ed autonoma disciplina obbligatoria nelle scuole di ogni

ordine e grado e reintroduce di fatto, con una specificità legata alla tutela paesaggistico - ambientale, l'educazione civica.