CAPITOLO 2 LA FORMAZIONE INTERCULTURALE (CCT)
2.4 Gli effetti del CCT sul processo di adattamento cognitivo
In un contesto internazionale l'adattamento cognitivo permette agli individui di adattarsi e di interagire con altre culture straniere. E' un processo importante in quanto permette agli espatriati di sentirsi a proprio agio, di sviluppare contatti sociali e di essere in grado di relazionarsi con altre culture. Per ottenere una più profonda comprensione di questo processo complesso, prendiamo in considerazione il concetto di adattamento cognitivo di Schütz (1944), il quale fornisce un'interpretazione di una situazione tipica in cui un estraneo si trova ad interagire con un modello culturale diverso e con il quale deve interagire ed orientarsi al suo interno. Secondo Schütz l'adattamento cognitivo richiede generalmente due cose: il bisogno degli espatriati di imparare ad esprimersi in un’altra lingua, essere consapevoli di poter effettivamente trasformare le abitudini adeguandole al nuovo contesto; e la capacità di trasferire gli approfondimenti teorici appresi in formazione in azioni concrete. Per comprendere il processo di adattamento cognitivo, bisogna innanzitutto vedere come gli individui si orientano nella propria cultura e di come questa modalità di
“pensare come al solito” è alterata quando interagiscono con persone al di fuori del loro mondo
(Osland, 2000).
Per interagire in modo efficace in un contesto in cui pensare come al solito non può più essere applicato, i membri di un team internazionale devono imparare ad interpretare le altre culture, ad esprimersi nella loro lingua e prendere confidenza con il concetto di “lasciar andare e assume”, in modo tale da raggiungere gli obiettivi aziendali e percepire le altre culture.
Gli espatriati che hanno familiarità con questo approccio sono in grado di lasciare andare i propri presupposti culturali di base e assumere ed accettare i valori di un altra cultura, interiorizzandoli.
Il processo di adattamento cognitivo inizia quando gli espatriati arrivati nel paese ospitante cominciano a cercare degli equivalenti culturali che mancano nel proprio schema culturale e iniziano ad interpretarli. Tuttavia, questo è possibile solo per quei modelli che sono equivalenti alla nuova cultura. Al contrario, per quelli non equivalenti, il nuovo arrivato ha bisogno di sviluppare nuovi concetti e ampliare le proprie mappe mentali (Schütz, 1944).
Per comprendere meglio tale processo di seguito verranno analizzati i programmi di orientamento culturale e di sensibilizzazione culturale, che a loro volta possono influenzare il processo di adattamento.
2.4.1 Programmi di orientamento culturali
I programmi di orientamento culturali mirano a promuovere la conoscenza di altre culture e a ridurre l'incertezza degli espatriati orientandoli verso diverse situazioni che il nuovo contesto culturale comporta (Osland e Bird, 2000). Questi programmi di formazione utilizzano principalmente approcci didattici di apprendimento e aiutano a far comprendere all'espatriato i valori culturali, la percezione che i membri dell'unità locale hanno dei nuovi colleghi e il modo in cui essi devono comportarsi per sopravvivere.
Lo scopo principale dei programmi di orientamento è di far apprezzare e comprendere agli espatriati le diversità culturali e di ridurre l'incertezza e l'ansia nel momento in cui avviene l'interazione con esse (Brandl, e Neyer, 2009). Tuttavia, ci sono dei limiti riguardanti gli approcci culturali di orientamento. In primo luogo, la conoscenza specifica del paese non comporta la conoscenza approfondita delle interazioni interpersonali. La sola conoscenza dei valori culturali non può prevedere i comportamenti umani, e quindi il superamento dell'ansia e dell'incertezza da parte dei nuovi arrivati (Fink, Neyer, e Kölling, 2006).
In secondo luogo, concetti già standardizzati non sono sufficienti a comprendere il nuovo modello culturale. Le linee guida generali, apprese in contesti prevalentemente didattici (Schütz, 1944), tendono a crollare in situazioni concrete, data la complessità e la frammentazione dei modelli culturali (Di Maggio, 1997).
Di conseguenza, può verificarsi una discrepanza tra le linee guida apprese e le esperienze pratiche mettendo l'espatriato in una situazione poco chiara, dove la teoria non corrisponde con l’interazione reale, causando così un impatto negativo che porta ad una clima di sfiducia ed esclusione (Gudykunst, 1998).
2.4.2 Programmi di sensibilizzazione culturale
I programmi di sensibilizzazione culturale mirano a rafforzare le capacità dei membri del team ad adattarsi a situazioni sconosciute, attraverso l'illustrazione dei vari problemi generali che possono crearsi nel processo di adattamento (Gudykunst et al., 1996).
La sensibilizzazione culturale modifica gli atteggiamenti degli espatriati attraverso l'informazione ed incoraggia gli espatriati a percepire le nuove conoscenze come un’opportunità per poter padroneggiare situazioni sconosciute, espandere le proprie capacità e assumere prospettive alternative (Gudykunst, 1998). Il processo di sensibilizzazione aiuta a far fronte a situazioni non familiari che si riscontrano nel momento in cui ci si rapporta con persone di altre culture e aiuta a comprendere che
l'incertezza e la confusione sono sentimenti inevitabili, ma che possono essere superati con un adeguato supporto. A differenza dei programmi di orientamento culturale, la sensibilizzazione culturale riconosce che i modelli culturali sono un insieme di strumenti complessi e incoerenti, che la conoscenza di un’altra cultura avviene nel momento in cui si interagisce con essa e che lo shock culturale è una fase normale nel processo di adattamento (Di Maggio, 1997).
Le differenze tra i due approcci sono riportati nella tabella (2.3) seguente:
Programmi di orientamento culturale Formazione sensibilizzazione culturale Approccio
all'apprendimento
La conoscenza a priori di un’altra cultura migliora il benessere e la sicurezza dei nuovi arrivati.
L'uso di risorse per affrontare situazioni sconosciute, compresa la mancanza di benessere e la sicurezza dei nuovi arrivati.
Contenuti
dell'apprendimento Istituzioni e valori dell'altra cultura. Attitudinale, flessibilità e le capacità di gestire le situazioni sconosciute. Ipotesi sulle altre culture Prevedibile e misurabile attraverso concetti appresi. Non prevedibile, basata sull'incertezza. Riferimento
all'orientamento L'uso di stereotipi. Interazione con gli altri. Trattare con situazioni
impreviste Nessuna regola. Pensiero positivo ed esplorazione Progresso
nell'adattamento
Rovesciamento continuo delle
conoscenze già acquisite sulla base della delusione.
Accumulo continuo di nuove conoscenze attraverso la riflessione delle proprie esperienze in interazione con gli altri. Tabella 2.3 – Differenze tra i programmi di orientamento culturale e la sensibilizzazione
culturale (Brandl e Neyer, 2009)