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Elle di Fadéla Sebti: ‘la femme battante’ tra emancipazione e alienazione

1.1 Panorama della letteratura femminile marocchina

1.1.4 Elle di Fadéla Sebti: ‘la femme battante’ tra emancipazione e alienazione

Dopo un’esperienza significativa come responsabile delle pubbliche relazioni presso l’emittente radiofonica parigina Europe 1, Fadéla Sebti (Fès, 1949) nel 1975 ritorna in Marocco dove intraprende gli studi giuridici e sociali presso la facoltà di giurisprudenza di Casablanca. Dal 1983 inizia la professione di avvocato, dedicandosi parallelamente all’attività di saggista e di scrittrice. A chi le chiede se la scelta di aver intrapreso la carriera nell’ambito del diritto abbia a che fare con l’impegno sociale per la difesa dell’altro, l’autrice risponde:

Je crois qu’il y a une interaction évidente entre ces deux activités, surtout si l’on considère le genre d’écrits que j’ai produit jusqu’à

présent. Avant de publier mon premier roman, Moi, Mireille, lorsque

j’étais Yasmina, j’avais écrit deux ouvrages de droit. Mon désir était

de rendre la recherche de ces textes accessible et de faire profiter de mes investigations tous les juristes qui s’étaient heurtés au même vide que moi. Je souhaitais donc, déjà, rendre l’information accessible à tous. 72

Specializzata in diritto della famiglia, esperta in questioni matrimoniali, soprattutto concernenti i matrimoni misti, Fadéla Sebti ha continuato ad approfondire tali tematiche non solo nella saggistica di ambito giuridico73 ma anche nel campo della finzione letteraria. Il già menzionato Moi, Mireille, lorsque j’étais Yasmina,74 pubblicato dalla casa editrice marocchina Le Fennec nel 1995, è infatti un romanzo sul dramma del ripudio75 vissuto da una giovane donna francese abbandonata dal marito marocchino.

Ci soffermiamo ora sul racconto Elle, pubblicato nell’Anthologie de la nouvelle maghrébine curata da James Gaasch. Il testo ruota attorno alla figura di una donna, designata col solo pronome personale ‘elle’, e a un suo appuntamento libertino con un uomo misterioso. La vicenda è raccontata alla terza persona da un narratore che gioca sull’indugio e sulla sospensione della trama. All’inizio il lettore segue smarrito il

72 J. Gaasch, Anthologie de la nouvelle maghrébine cit., p. 182.

73 Fra i suoi saggi di maggior successo ricordiamo Vivre musulmane au Maroc, Casablanca, Librairie Générale de Droit et de Jurisprudence, 1986.

74 F. Sebti, Moi, Mireille, lorsque j’étais Yasmina cit.

75 Da un punto di vista giuridico il ripudio è la dissoluzione dei vincoli matrimoniali ad opera della sola volontà del marito. Si tratta di un potere discrezionale. A differenza del divorzio giudiziario, limitatamente previsto dalla legge, la cui domanda può essere avanzata anche dalla donna, allo sposo non è richiesto nessun motivo a suffragio della richiesta di ripudio. Fino al 29 settembre 1993 per un marocchino che avesse desiderato ripudiare sua moglie era sufficiente dichiarare le propria volontà davanti a due adul, due notai tradizionali. La presenza della donna non era prevista in tale circostanza, poiché la sua opinione in merito alla questione non era richiesta. Un decreto entrato in vigore il 29 settembre 1993 prevede che il ripudio venga dichiarato davanti alle due parti e solo dopo l’autorizzazione del giudice per gli affari matrimoniali. È compito di quest’ultimo tentare, almeno formalmente, una conciliazione fra le due parti. Cfr. J. Gaasch, Anthologie de la nouvelle maghrébine cit., pp. 185-186.

percorso tortuoso76 che la protagonista compie per raggiungere il luogo dell’incontro, senza riuscire a cogliere i contorni della storia perché la narrazione procede per indizi vaghi e ripetuti rinvii:

Cela faisait un mois que sa décision était prise, et trente jours qu’elle la repoussait. De tout son corps. De toute sa raison.[...] Elle avait tranché, froidement, lucidement et, à partir de là, ne s’autoriserait plus aucun recul. Elle irait là-bas, accomplirait ce pour quoi elle venait, sans état d’âme. C’était chose décidée.77

Il tête-à-tête con colui che diventerà l’amante di un solo giorno avviene in un luogo sordido, maleodorante e immerso nell’oscurità, preludio di un’esperienza deludente. Il narratore onnisciente dà voce alle perplessità che assalgono la donna attraverso alcuni interrogativi che insinuano nel lettore il dubbio di un pericolo imminente: “Et s’il la brutalisait? Si elle avait affaire à un déséquilibré?” A poco a poco si delinea il profilo psicologico di una donna alla ricerca di un’emancipazione personale attraverso la sfida, condotta con qualche timore e molta curiosità,78 ai costumi e alle convenienze della società marocchina. Un’ampia digressione analettica fa luce sul rapporto di sottomissione, segnato dalla mancanza di desiderio, che la protagonista ha da anni col marito79 e svela infine che l’uomo con cui sta per avere un’avventura è un collega di lavoro col quale aveva deciso di “poursuivre le jeu au-delà des frontières de

76 “Elle avançait d’un pas ferme et décidé, ses talons résonnant sur le bitume à une cadence militaire. [...] Elle remonta l’avenue Mostapha El Maâni et se dirigea vers Place Mers Sultan. La circulation était confuse à ce carrefour qui déversait ses milliers de voitures poussives vers le cœur saturé de la ville.” F. Sebti, Elle, in J. Gaasch, op. cit., p. 190.

77 Ibid., p. 187.

78 “Elle, pendant ce temps, restait là, assise, jambes serrées observant la scène qui se déroulait sous ses yeux avec curiosité.”, Ibid., p. 189.

79 “Elle l’avait fait tant de fois sans désir, sans autre motif que la crainte d’un mari coléreux dont elle devançait le souhait qu’elle s’y soumettait avec la même insensibilité. Pour s’être prêtée à ce jeu maintes fois, elle avait retrouvé la même passivité. Elle savait maintenant que la chose serait vite faite et ne laisserait aucune séquelle.” Ibid., p. 190.

la bienséance”.80 Giocare a “les femmes légères”81 diventa per la protagonista un modo per sperimentare il ruolo dell’odalisca nell’harem, ridotta a “jolie chose”.82 Ma la sua vita reale, fuori dalle pareti di quella stanza, è ben diversa: direttrice di un’agenzia pubblicitaria di successo, da anni si è conquistata una ragguardevole posizione economica persuasa che quella fosse la strada per la libertà e per l’indipendenza. Il narratore, dalla sua posizione di commentatore extradiegetico, mette invece in discussione tale utopia, lasciando intendere che dietro a tale emancipazione si nasconde la minaccia di una pericolosa alienazione:

Elle avait contribué, comme partie prenante, à cette vaste duperie de pseudo-émancipation de la femme qui n’était en fait rien d’autre qu’une aliénation supplémentaire. Le surcroît de travail de son agence ne l’avait nullement déchargée de ses tâches domestiques. Au contraire, si elle avait failli à l’une de ses obligations d’épouse et de mère, elle aurait été mise à l’index comme être assoiffé d’ambition qui privilégiait sa réussite personnelle au détriment de ses devoirs naturels et biologiques.83

Il racconto si conclude con una repentina presa di coscienza da parte della protagonista, la quale si rende conto che da tale esperienza non trarrà nessun tipo di soddisfazione:84 “Je vais partir, maintenant. C’était une erreur.”85 Il suo tentativo di emancipazione sessuale si conclude in una “aliénation supplémentaire”,86 poiché la parità tra uomo e donna, come si evince dal testo, è una mèta ancora lontana da raggiungere. 80 Ibid. 81 Ibid., p. 191. 82 Ibid. 83 Ibid., p. 192.

84 “Elle n’en retirait aucun plaisir. Juste de l’ennui et le désir que cela se termine vite.” Ibid. 85 Ibid.