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La profanation di Dorra Chammam: una prosa poetica

2.1 Panorama della letteratura femminile tunisina

2.1.4 La profanation di Dorra Chammam: una prosa poetica

Dopo un diploma universitario in psicanalisi e una laurea in letteratura francese, Dorra Chammam (Tunisi, 1965) si dedica completamente alla scrittura. Nel 1989 pubblica un lungo poema, Le divan.TPF

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FPT Il linguaggio poetico, fatto di assonanze,

consonanze, calembours e perifrasi ricercate è al centro delle sue riflessioni e contamina tutta la sua produzione sfumando i contorni di una rigida classificazione dei generi. Lirismo e ricercatezza del linguaggio e delle sonorità caratterizzano con uguale intensità La profanation,TPF

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FPT lungo racconto poetico, edito nel 1993, sul quale in

seguito ci soffermeremo.

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Cfr. G. Prince, Dizionario di narratologia cit., p. 70.

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PT

Cfr. W. Iser, L’atto della lettura, una teoria, Bologna, Il Mulino, 1987.

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81

PT

N. Bensaad, Mon cousin est revenu cit, p. 58.

TP 82 PT Ibid., p. 63. TP 83 PT

D. Chammam, Le divan, Tunis, Nef, 1989. 84

Le miroir,TPF 85

FPT

pubblicato nel 1997, appartiene anch’esso a un genere ibrido. Definito nel sottotitolo conte, al suo interno rivela invece la commistione di poesia e prosa in una struttura che si articola sull’immagine binaria dello specchio e del suo riflesso, metafora di ogni dualità. Spirito e corpo, ragione e istinto, vita e morte, luci e ombre delineano un percorso che la poetessa, investita di sciamanici poteri, percorre alla ricerca di se stessa.

La profanation viene definito nella prefazione di Mustapha Fersi un “bref récit […] sortant d’un bain psychédélique”,TPF

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FPT o ancora “roman-récit, prose à hauteur de

poésie.”TPF 87

FPT L’intreccio si sviluppa in ventuno capitoli, denominati champs, sorta di

inquadrature cinematografiche su brevi frammenti di vita che riguardano due figure evanescenti e carnali al contempo: Hafna e Rahfane. L’ispirazione alla mistica del sufismo islamico soggiace alla trama frantumata di questo viaggio intorno all’esperienza della vita e dello spirito.

I due protagonisti si amano, si desiderano, si cercano e si evitano, mantenendosi sempre alle soglie di una vera storia d’amore per errare in meditazioni alla ricerca dell’impossibile. Agli slanci passionali dell’uno verso l’altro fanno seguito altrettante spinte di allontanamento che contribuiscono a creare un movimento spirale a livello ritmico e diegetico:

Je veux le <Rahfane> dominer, je veux l’aimer, je veux, je veux, je veux…TPF

88 FPT

Rahfane, je pars, Rahfane, j’ai peur.TPF 89

FPT

Rahfane a peur, comme depuis toujours, de ses battements de cœur. Il meurt d’amour et la crainte de perdre Hafna, poignante douleur, lui taillade les entrailles.TPF

90 FPT TP 85 PT

D. Chammam, Le miroir, Tunis, L’Or du Temps, 1997.

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86

PT

M. Fersi in D. Chammam, La profantion cit., p. 7.

TP 87 PT Ibid. TP 88 PT

D. Chammam, La Profanation cit., p. 31.

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89

PT

Ibid., p. 37. 90

Hafna, donna misteriosa e seducente dagli occhi grandi “juteux comme une olive mûre”,TPF

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FPT apre il racconto con una serie d’interrogativi, ripetuti come una vera e

propria litania, sugli intenti della sua comunicazione: “qu’ai-je envie de me dire?”TPF 92

FPT

Le è tuttavia impossibile trovare una risposta perché il linguaggio pare ormai inefficace, deformato, putrefatto: “les mots ne sont plus ronds, ne sentent plus bon.”TPF

93 FPT

La donna tornerà nuovamente a porsi dei dubbi sulla sua esistenza e su questioni cruciali come l’amore, seppur lasciando in sospeso ogni risposta:

Vivre pourquoi? Réfléchir pour qui? Exister? Oui, mais pour qui?TPF 94

FPT

Moi, femme, qui suis-je? Où vie vas-tu me mener? Jusqu’à quels bouts iras-tu avec moi?TPF

95 FPT

Aimer, c’est quoi? C’est considérer un autre que soi? C’est donner à l’autre même ce que l’on n’a pas.TPF

96 FPT

Nel suo travagliato percorso alla ricerca di risposte e di una perduta purezza, la sua crisi esistenziale tocca punte di elevato misticismo che alla fine sfoceranno, con l’aiuto della prostituta-asceta Kadra, in una riconquistata consapevolezza di sé: “Hafna se sent sortie du labyrinthe, elle se sent Hafna.”TPF

97 FPT

Nel testo si alternano costantemente due voci che si esprimono al presente, una delle quali, fissa, è quella del narratore in terza persona che subentra per annunciare il profilarsi di una nuova scena; l’altra è invece del personaggio sul quale di volta in volta si verifica la restrizione percettiva. Talvolta le due voci si intrecciano in maniera così fitta da risultare l’emanazione di una medesima coscienza che parla di sé da dentro e fuori del proprio corpo:

TP 91 PT Ibid., p. 17. TP 92 PT Ibid., p. 13. TP 93 PT Ibid. TP 94 PT Ibid., p. 58. TP 95 PT Ibid., p. 66. TP 96 PT Ibid., p. 50. 97

- Qu’ai-je gagné à courir de gloire en gloire, de rues en rues, de chambres d’un jour empruntées au temps qui se sclérose ? Rien ! Vraiment rien ?

[...]

Hafna sourit. Elle s’amuse souvent à jouer avec les mots. Histoire de se raconter des histoires... De s’oublier...

- Dis-donc chère, très chère Hafna, se dit-elle, Tu l’aimes cet homme ? Il a quoi au fait ? Hum ! des choses qui te font faire des courbettes... Des choses comment ?

[...]

- Encore ! raconte-toi, reraconte-toi...TPF 98

FPT

Lo stile lirico, talvolta enfatico, della prosa poetica di Dorra Chammam gioca abilmente con le figure di parolaTPF

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FPT della retorica classica per creare un linguaggio

avvolgente e incantatorio. Ricordiamo ad esempio il sapiente uso della paronomasia nella descrizione del folle-saggio Hajir incontrato da Hafna nel suo vagabondare per la città – “Hajir [...] rame dans une mare en quête d’amarres”TPF

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FPT – il cui accostamento

di parole, foneticamente simili, insiste sul campo semantico dell’acqua, di un’acqua stagnante, e contribuisce a rendere più vaghi e fluidi i contorni del personaggio. Ne completa la presentazione una frase in cui l’iterazione di omofoni – “Il sent le soufre, il souffre et sa souffrance…”TPF

101 FPT

– insiste sul campo semantico della sofferenza, su una sorta di dannazione rafforzata anche dall’immagine dello zolfo (le soufre) generalmente associata alla figura dell’angelo decaduto, ovvero il demonio.

Lo stile de La Profanation è caratterizzato anche dal frequente uso di iperboli. Citiamo in proposito il soliloquio in cui Hafna esprime la sua passione per Rahfane: “Il doit être mon précipice, mon abysse, mon oubli.”TPF

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FPT Oppure la definizione di

donna che fornisce la voce narrante – “Ça <une femme> enivre, ça délivre, ça encercle, ça décarcasse, ça prend et reprend, elle vous embrassse, vous enlace et vous

TP 98 PT Ibid., p. 19. TP 99 PT

Cfr. B. Mortara Garavelli, Manuale di retorica, Milano, Bompiani, 2005.

TP

100

PT

D. Chammam, La Profanation cit, p. 42.

TP

101

PT

Ibid. 102

prend”TPF 103

FPT – dove le iperboli sono rafforzate ulteriormente dalla ripresa anaforica del

pronome “ça”.

Il corpo del testo si distribuisce in maniera difforme nelle pagine, piegando la scrittura a una disposizione tipografica che asseconda le focalizzazioni e il ritmo. La scrittrice è infatti solita mettere in evidenza le parti più significative con l’uso del corsivo; si pensi alla frase che appartiene ad una sorta di sussurro fuori campo pronunciato dalla voce narrante: “Aimer, amour, âme, amer, mourra, ramer …”TPF

104 FPT

L’amore sembra dunque ricondurre all’idea di morte; il binomio Eros e Tanatos percorre sottilmente le pagine di questa prosa poetica e ben si evidenzia nell’accorata affermazione di Hafna “Mon mal d’amour n’a pour issue que la mort.”TPF

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