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EMOZIONI: CONOSCENZA DI SÉ E DEGLI ALTRI

Classe 1°, scuola secondaria di primo grado

Situazione di partenza

Un ragazzo con ASD frequenta la prima media e il passaggio da una scuola all’al-tra non è facile: ci sono insegnanti e compagni nuovi con cui non ha mai interagito e che il ragazzo deve conoscere. Inoltre, in questa età cominciano a verificarsi diversi cambiamenti fisici e psicologici, legati alla preadolescenza.

Difficoltà e punti di forza

• Difficoltà nell’inclusione con i compagni.

• Difficoltà nel comprendere i comportamenti che aiutano o ostacolano l’in-clusione.

• Difficoltà a comprendere le emozioni proprie e degli altri e il proprio ruolo nel gruppo.

• Desiderio di interagire con i compagni.

• Buone capacità cognitive.

Intervento

Con i compagni di classe, in piccoli gruppi, per prendere coscienza della propria unicità e per facilitare l’inclusione.

Tipo di attività

• Lettura di una storia che parla dell’unicità di ciascuno e dell’importanza di stare insieme.

• Identificazione delle proprie qualità, sia in modo individuale sia aiutato dai commenti degli altri.

• Lavoro sulla comprensione di alcune situazioni sociali.

• Comprensione sulle proprie emozioni (quando e perché si provano).

Con i compagni

• Tutti i compagni sono coinvolti nel lavoro: identificano le proprie qualità e anche quelle che riconoscono negli altri e individuano le origini delle proprie emozioni.

Attività Protagonisti e dove

Cosa Come I particolari

Ragazzo, compagni e insegnante in classe

Lettura de “la storia di un pezzettino di puzzle”

In classe viene letta questa storia che parla di un pezzettino di puzzle disper-so, che è alla ricerca della sua identità. Alla fine trova la sua identità quando si riuni-sce con gli altri pezzettini e, insieme, formano il puzzle

Dopo la lettura, l’insegnante guida e media la riflessione in classe

Ogni ragazzo compila una

“carta di identità che chiede di descrivere il proprio aspetto fisico (in generale);

ogni ragazzo individua in una lista di qualità quelle che gli appartengono

Il lavoro proposto è indi-viduale, ma viene fatto comunque all’interno del

Ogni ragazzo è chiamato a scrivere che cosa gli piace del compagno e che cosa fanno insieme. Ogni ragazzo compila poi un foglio in cui si descrive e indica i suoi interessi e le sue qualità ed anche le qualità che apprez-za negli altri

Ogni ragazzo scrive, in un biglietto, che cosa gli piace del compagno e che cosa fanno insieme. I bigliettini vengono messi tutti su un cartellone unico (un

Si propone la descrizione di alcune situazioni sociali reali e si guida il ragazzo nella loro comprensione. Le situa-zioni prevedono la presenza di alcuni ragazzi (i protagoni-sti) e del gruppo

Per aiutare la comprensione si fanno delle domande sui vari elementi che compon-gono le situazioni: sui com-portamenti, sulle emozioni (del singolo e del gruppo), sulle alternative possibili al comportamento del singolo

Ogni ragazzo pensa quando e perché prova una determi-nata emozione e lo scrive sul foglietto dedicato ad essa

Ogni ragazzo svolge la rifles-sione in maniera individuale e poi si confronta con il gruppo

Risultati finali

• Migliore conoscenza di sé e dei compagni.

• Maggior desiderio di conoscere l’altro e minor paura di stare con gli altri.

• Maggiore inclusione con il gruppo dei compagni.

• INCLUSIONE: TRAINING DI ABILITÀ SOCIALI

Il problema dell’interazione con gli altri è veramente centrale nell’autismo e ha re-lazione con le difficoltà comunicative e la ristrettezza di interessi (Cohen e Volkmar, 1997). Per superare le difficoltà nell’ambito delle interazioni è necessario proporre dei training di abilità sociali, dei percorsi di apprendimento nell’ambito delle esperienze di socializzazione finalizzati alla reale inclusione tra i pari. L’inclusione si realizza guidando il bambino nello sviluppo di queste abilità ed egli dimostra di sapersi de-streggiare nelle interazioni e con i compagni, manifestando piacere nelle relazioni e una vera motivazione sociale. Il tempo trascorso in classe, però, non indica di per sé la realizzazione dell’inclusione. Infatti, un bambino può trascorrere molto tempo in classe ma non essere in grado di interagire con i compagni e provare disagio e ansia nella situazione di classe, perché non ha sviluppato adeguate abilità. Le abilità sociali si sviluppano più facilmente in un contesto di coppia e di piccolo gruppo, all’interno di attività strutturate perché il bambino può dedicarsi alle interazioni senza esserne spaventato e senza dover sotto controllo l’intera situazione sociale di classe.

Primo passo per favorire le interazioni sociali è quello di creare un gruppo piccolo di 2-3 persone con cui iniziare una interazione sistematica, stabile ma anche di breve durata, almeno inizialmente. L’obiettivo è quello di far conoscere gli altri, esplicitando quello che viene fatto e strutturando molto bene l’attività. Il tempo insieme deve essere strutturato con delle attività precise da svolgere. Il lavoro sulle abilità sociali deve ba-sarsi assolutamente sul gioco e deve vedere un progressivo incremento delle tipologie di gioco da fare in gruppo, così come del numero di persone con cui svolgerle. Si parte da un iniziale gruppo di soggetti, che poi si può cambiare in modo da allargare il nu-mero di bambini, variando i contesti in cui ci si trova. Inizialmente si userà l’aula più strutturata in cui il bambino passa la maggior parte del suo tempo, poi si può passare in palestra, infine si può giungere al cortile e anche all’aula scolastica. Gli obiettivi ini-ziali che ci si deve porre in queste attività sono di arrivare alla capacità di rispettare il turno e alla reciprocità, ossia a condividere il piacere e il gioco con un altro.

Nei soggetti più grandi (a livello di scuola superiore e già adolescenti) il lavoro sulle abilità sociali deve prevedere anche tutta una serie di attività nei luoghi esterni ai contesti educativi per poter aiutare il ragazzo a sapere come ci si comporta e cosa deve aspettarsi nei luoghi pubblici. Partendo dai suoi desideri e dalle sue motivazioni si devono prevedere una serie di attività di accompagnamento al cinema, al teatro, ai musei, ai bar, in pizzeria, nella sala dei videogiochi per aiutarlo a stare e sviluppare familiarità con luoghi che potrà frequentare e che potranno essere (specie per i sog-getti ad alto funzionamento e con disturbo di Asperger) un modo per impegnare la giornata e soddisfare degli interessi personali.

Di seguito potrete trovare queste esperienze: