• Non ci sono risultati.

L’enigma e il linguaggio indiretto

Dagli scritti e le annotazioni di Don Jorge su Góngora si evince come egli con il suo contributo rivendichi una posizione di assoluto vantaggio nella storia della critica di opere quali il Polifemo e le Soledades. Tuttavia le opere dei commentatori del XVII secolo, con le loro pecche e loro virtù, riecheggiano in

Lenguaje y poesía quasi sostenendo don Jorge nel difficile studio dell’enigmatica

poesia gongorina. Non vi è alcun dubbio infatti che durante la sua lunga carriera di poeta e di professore Guillén abbia letto quasi interamente la bibliografia sviluppatasi intorno alla questione. Pur essendo diversi nel metodo e nelle considerazioni finali, tanto i critici più remoti quanto quelli del ‘900, si sono concentrati sugli enigmi del poeta delle Soledades. Il primo aggettivo della lezione guilleniana è infatti proprio enigmático. Miguel A. Olmos confronta in un saggio la presa di posizione di Guillén e quella dei commentatori del XVII secolo rispetto alla poesia razonable di Góngora:

Según Guillén, […] el placer poético proviene de una operación de desciframiento, de la tensión experimentada al perseguir el sentido de una fórmula verbal concreta […]. En la poesía de Góngora, culmen de la poética humanística, […] esta búsqueda es inconcebible fuera del recurso a los materiales literarios heredados. Es esta dependencia de la tradición, insoslayable en el siglo XVII, lo que, según Guillén, exige a Góngora una expresión indirecta, sorprendente, enigmática61.

60 Ibidem, p. 73.

61 OLMOS, Miguel Á., (2009), Jorge Guillén, lector de Góngora, Signa: Revista de la Asociación Española de Semiótica 18, pp. 365-390.

49

La maggior parte delle allusioni gongorine è stata svelata proprio dai commentatori del XVII secolo. La loro ricerca era mossa dalla volontà di trovare l’origine di ogni immagine gongorina nella tradizione classica, nella storia o nella vita stessa dell’autore come per verificarne l’attendibilità. L’atteggiamento di Guillén al riguardo è molto diverso. Il suo approccio novecentesco ai testi dimostra come la verifica erudita di quegli oscuri rimandi non sia più di primo ordine. Poco importa che in don Luis si legga di improbabili navi di faggio o che per lui la Sicilia fosse popolata da tigri.

Los poetas siguen las cosas verosímiles, y no se han de condenar cuando siguieren las inciertas, si en algún modo son verosímiles. […] La minoría culta se inclinaba sobre los poemas gongorinos con vehemente solicitud en pos del objeto enigmático. […] Por éstos o por otros caminos el enigma debía esclarecerse62.

Guillén definisce il linguaggio poetico come la massima e più elaborata evoluzione dell’esposizione indiretta dei concetti. Elaborata invero, poiché la poesia è il frutto di una volontaria complessità nell’utilizzo della lingua. Ora, un maestro indiscusso dell’allusività del linguaggio poetico è don Luis de Góngora. Avendo dimostrato come egli subisca il fascino del mondo attraverso la sua materialità è adesso necessario trattare del modo in cui gli oggetti vengono indirettamente nominati. Nelle opere più complesse come le Soledades, sostiene Guillén, sembra quasi proibito riferirsi a qualcosa utilizzando semplicemente il suo nome comune. L’ambiziosa scelta di un’espressione quanto più indiretta possibile ha generato l’involuzione del periodo e l’uso quasi smodato di ipallagi, iperboli, litoti caratteristici di Góngora. Il procedimento in questione è descritto da Guillén come una compiaciuta sottrazione delle cose alla vista del lettore. In sostituzione dei semplici nomi infatti possono entrare in gioco un mito, un episodio biblico o una trasfigurazione in qualcosa di sontuoso. Un oggetto, mai nominato, viene così profilato da arguti ed oscuri riferimenti culturali. I lettori disposti a godere della difficoltà di tali enigmi riconoscono il fenomeno come

gongorismo. Ma nella critica di Guillén non leggiamo mai questo nome né

tantomeno quello più generico di culteranismo. Don Jorge sembra aver voluto

50

appositamente cassare i due termini. Ed il motivo, crediamo, sta nell’idea di perfezione autonoma e non più umana che il critico ha scorto nell’opera del maestro. L’attribuzione di un “ismo”, tanto più se coniato sul nome dell’autore, avrebbe lasciato sottintendere un’aderenza tra l’uomo e i suoi scritti. Ciò infatti sarebbe andato in contraddizione con lo “scollamento” oggetto/autore predicato da Guillén. A sostegno di questa tesi ricordiamo che il primo dei tre principi poetici di don Jorge, qui già esposti, si riferiva alla poesia come una realtà tutta nuova, scissa dal suo creatore. Dopo il suddetto asserto Guillén inserisce don Luis all’interno di quella tendenza europea di poeti tutti dediti al labor limae. Egli è il miglior esponente di tale gusto, il suo culmine:

Góngora es acabamiento, o sea, perfección, madura, madurísima perfección en este general sentido histórico63.

Tuttavia la perfección raggiunta dagli enigmatici objetos appartiene ad una

realtà scevra dai vani affanni dell’uomo:

[…] nada de júbilos, angustias, inquietudes. Sí el gozo sereno del espíritu […]64.

Quest’ultima osservazione su don Luis sembra un invito a godere delle sensazioni più autentiche dello spirito. Non è proprio questo ciò che la poesia pura di don Jorge cerca di infondere con la sua serena luce?

Per la fruizione della bellezza tutta umanistica del cosmo gongorino Guillén rammenta come sia imprescindibile avere una solida cultura. I versi del poeta barocco si rivolgono volutamente ad un pubblico ristretto; l’enigma seduce solo i pochi lettori in grado di affrontarlo. In definitiva, vediamo che l’enigma come tutti gli altri aspetti più caratteristici di opere come il Polifemo o le incompiute Soledades si risolve nel rigoroso linguaggio in cui si esprimono:

Todo confluye hacia un rigor de lenguaje y de poesía, conseguido mediante la depuración y la intensificación de los medios expresivos ya existentes65.

63 GUILLÉN, Jorge, Lenguaje y poesía, cit, p. 88. 64 GUILLÉN, Jorge, Lenguaje y poesía, cit, p. 86. 65 Ibidem, p. 89.

51

Più di tre secoli dopo l’esperienza artistica di don Luis il professor Guillén, capostipite di una generazione di poeti, ne analizza con rigore il linguaggio riscoprendo i valori della sua stessa poetica.

52