• Non ci sono risultati.

Ernestina Freeman: The Perfect Lady

4.3 Le figure femminili del romanzo: Ernestina Freeman vs Sarah Woodruff

4.3.1 Ernestina Freeman: The Perfect Lady

Il ruolo di Ernestina all’interno dell’economia del romanzo è sempre stato di minore importanza se paragonato alla figura imponente di Sarah Woodruff. Come afferma la studiosa Narjes Tashakor Golestani:

The majority of critics argue that Tina is a minor character whose role in the novel is the complement of other characters’ roles and a minor forum for the author to proclaim his point of view. But to study the novel from the perspective of performative theory of gender costruction, examining her function in the novel seems crucial, for as a ‘conforming’ character who constitutes her identity by imitating the established gender norms of the era.259

Ernestina è la figlia viziata e coccolata di un ricco commerciante. “She is really pretty and has exactly the right face for her age” [p.26], dice Fowles in uno dei primi capitoli del romanzo e come tutti i bambini dell’alta socità è stata per tutta la vita al centro dell’attenzione dei genitori: “since her birth her slightest cough would bring doctors; since puberty her slightest whim summoned decorators and dressmakers; and always her slightest frown caused her mama and papa secret hours of self- recrimination” [p.29]. Ella è un prodotto del suo tempo e per questo è completamente inglobata dalle abitudini della sua classe sociale, “the selfish and conformist bourgeoise” che “sincerely and habitually despises itself” [p. 255]. Ernestina è, senza dubbio “a victim of her class’s perennial lack of faith in itself” [p.255], e ciò si riflette nell’insicurezza che caratterizza la sua relazione con Charles.

Nonostante sia descritta per la maggior parte della storia come una ragazzina viziata che “had been given no talent except that of knowing how to spend a great deal of money in dressmakers’, milliniers’ and forniture shops” [p. 192], e la sua vita non si basi su nient’altro che la stesura del diario personale e vantare terribili mal di testa, ella è la personificazione della perfetta dama vittoriana. La figura femminile dell’angelo del focolare è, infatti, per la società vittoria, qualcosa di inestimabilmente prezioso. Le

259 N.T. GOLESTANI, “A Study of the Construction of Female Identity: John Fowles’ The French Lieutenant’s Woman”, Ciência e Natura, 2015, p. 326.

131

donne dell’epoca vengono ‘catalogate’ sulla base di quanto si conformassero, o meno, a questo canone e le loro azioni seguono quelle che erano le norme socialmente accettate dalla maggioranza. Come afferma Martha Vicinus: “the perfect lady’s sole function was marriage and procreation (the two needless to say were considered as one)”.260 Nella società dell’epoca, la sessualità e il desiderio femminile vengono subordinati alla funzione sociale e cerimoniale della riproduzione. Solo Dio e la società, rigettando completamente la dimensione individuale della sessualità, sono in grado di giustificare il desiderio e il piacere. Nel periodo vittoriano, infatti, “women were educated to believe that they were morally superior to men in their lack of sexual drive”,261 mentre quelle più giovani si allenano ad essere “loving and emotional, without sexuality”.262 Lo scopo di tutto ciò è quello di rimanere caste e pure fino al matrimonio. Ernestina incarna il sentimento di completa inadeguatezza che caratterizzava la maggior parte delle ragazze dell’epoca. Anche se completamente ignorante in materia sessuale, ella sperimenta occasionali momenti di natura passionale e di desiderio, come quelli descritti da Fowles nel quinto capitolo:

she imagined herself for a truly sinful moment as someone wicked – a dancer, an actress. And then, if you had been watching, you would have seen something very curious. For she suddenly stopped turning and admiring herself in profile; gave an abrupt look up at the ceiling. Her lips moved. And she hastly opened one of her wardarobes and drew on a peignoir. For what had crossed her mind […] was a sexual thought. [p. 29]

Ernestina reagisce sempre con un “I must not”, poiché sa che anche il solo pensiero l’avrebbe condotta al peccato. Dall’altra parte, infatti, Tina è descritta in molte occasioni come casta, riservata e sessualmente ignorante, caratteristiche che ogni fanciulla vittoriana avrebbe dovuto dimostrare in accordo con gli standard dell’epoca. Ad esempio, nel capitolo undicesimo, quando Charles le fa la proposta di matrimonio, Fowles scrive: “he could not go on, for she had turned, her eyes full of tears. Their hands met, and he drew her to him. They did not kiss. They could not. How can you mercilessly imprison all natural sexual instinct for twenty years and then not expect the prisoner to

260 M. VICINUS, “Introduction” to, Suffer and Be Still: Woman in the Victorian Age, 1972,

Bloomington and London, Indiana U., p. x.

261 Ibid., p. xiv. 262 Ibid., p. xi.

132

be racked by sobs when the doors are thrown open” [p.83]. Avendo il contesto patriarcale stabilito queste regole alla base del sistema culturale e sociale in auge a quel tempo, le donne erano diventate le “greatest enforcers of standards of moral behaviour (defined in purely sexual terms)”.263 Tina, obbedendo fedelmente a queste regole inizia a crearsi la propria identità di genere.

In una società in cui il matrimonio e la riproduzione sono le uniche funzioni assegnate alle donne, “a normal existence is to be a wife and a mother”.264 I soli sentimenti ammessi erano quindi gli affetti familiari e il desiderio di maternità, considerati innati. Charles condensa questa ideologia in una semplice battuta scambiata con Sarah: “you cannot reject the purpose for which woman was brought into creation” [p. 454]. Al fulcro dell’intero processo mimetico per diventare una perfect lady vittoriana si trova dunque il matrimonio. Le donne non sposate, infatti, vengono viste come “wastage”265 e definite, secondo l’interpretazione di Helene Roberts, “reduntant woman women not fortunate enough to marry, who in place of completing, sweetening and embellishing the existence of others are compelled to lead an independent and incomplete existence on their own”.266 Non riuscire a sposarsi e a mantenere un saldo legame con il proprio marito fino alla morte viene visto come il peggior fallimento di una donna, dimostrando le gravi difficoltà sociali che il vivere al di fuori del paradigma imponeva a quel tempo.

Cresciuta come lo stereotipo dell’angelo del focolare, Ernestina è consapevole dell’importanza del matrimonio e dell’accaparrarsi un marito. La storia con Charles non ha per lei un tornaconto economico ma è un mezzo per la completa e finale integrazione sociale. Al pari delle altre giovani fanciulle, ella è educata ad agire da moglie dolce e remissiva, che si sottomette all’autorità del marito senza mostrare la propria opinione, una moglie obbediente che mette al primo posto i doveri piuttosto che i piaceri. Nel ventiduesimo capitolo, dopo aver scoperto che Charles potrebbe perdere

263 Ibid., p. xiv.

264 S. BEAUVOIR, op. cit., p. 453. 265 S. BEAUVOIR, op. cit., p. 447.

266 H. E. ROBERTS, “Marriage Redundancy or Sin: The Painter’s View of Women in the Victorian

133

l’eredità, Tina lo annota sul suo diario, dimostrando apertamente di aver compreso la trasgressione del suo ruolo:

I cannot sleep. Dearest C. is displeased with me—I was so very upset at the dreadful news from Winsyatt. I wished to cry, I was so very vexed, but I foolishly said many angry, spiteful things— which I ask God to forgive me, remembering I said them out of love for dearest C. and not wickedness. I did weep most terribly when he went away. Let this be a lesson to me to take the beautiful words of the Marriage Service to my conscience, to honor and obey my dearest Charles even when my feelings would drive me to contradict him. Let me earnestly and humbly learn to bend my horrid, spiteful willfulness to his much greater wisdom, let me cherish his judgment and chain myself to his heart, for The sweet of true Repentance is the gate to Holy Bliss. [p.256]

Un altro esempio è quello che troviamo nel capitolo cinquanta, quando Charles informa Ernestina della rottura del fidanzamento. In questa situazione, nonostante l’evidente superiorità sociale ed economica, Tina risponde a Charles nel modo in cui una donna vittoriana avrebbe risposto – sottomettendosi e cercando in ogni modo di far cambiare idea a Charles:

I know to you I have never been anything more than a pretty little ... article of drawing-room furniture. I know I am innocent. I know I am spoiled. I know I am not unusual. I am not a Helen of Troy or a Cleopatra. I know I say things that sometimes grate on your ears, I bore you about domestic arrangements, I hurt you when I make fun of your fossils. Perhaps I am just a child. But under your love and protection ... and your education ... I believed I should become better. I should learn to please you, I should learn to make you love me for what I had become. [pp. 382-383]

Questa citazione è importante poiché fornisce l’esempio cardine dell’interiorizzazione dei presupposti vittoriani in una donna. In altre parole, Tina è stata cresciuta con un complesso di inferiorità che la spinge a ritenere giusta la dominanza e la superiorità assoluta dell’uomo sull’universo femminile e, per questo, si sente in dovere di dimostrare qualcosa a Charles anche quando, in realtà, è tutto il contrario. Narjes Tashakor Golestani commenta così: “the coercive structure of the cultural discourse that forsters such a role, in fact, conceals the performative nature of any gender role and invokes the imposed role as natural and essential”.267

267 N.T. GOLESTANI, op. cit., p. 329.

134

Nonostante la signorina Freeman sappia come svolgere alla perfezione il suo ruolo di donna vittoriana, le norme alle quali ella si rifà non sono per niente originali. Queste regole, infatti, sono costruite sulla base dell’immagine femminile ideale che si è creata attraerso il discorso dei personaggi maschili del romanzo. Sulla base di ciò, il concetto di “true woman”, che molto spesso viene postulato come status immutabile, è in realtà un atto di finzione, una copia della copia. Il campo limitato delle possibilità di performance di genere sembra essere ostacolato più dalle istituzioni culturali che dal sesso stesso, più dalla cultura che dalla biologia.

Documenti correlati