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John Fowles come pioniere del femminismo

Nella primavera del 1867, anno in cui The French Lieutenant’s Woman è ambientato, John Stuart Mill introdce una petizione a favore del suffragio femminile all’interno del parlamento britannico. Nonostante il fallimento della mozione, John Fowles collega questa data, nel corso del diciassettesimo capitolo, con l’inizio del movimento di emancipazione femminile: “it is the point from which we can date the beginning of feminine emancipation in England”. [p. 115] Anche in molti altri punti, effettivamente, il narratore sembra simpatizzare sia con queste rivoluzioni femministe che con altri movimenti di tipo progressista, soprattutto quelli riguardanti la libertà dell’individuo nella politica, nella scienza e nelle arti. È solo anni dopo, però, con l’avvento di numerose critiche femministe, che il lavoro di Fowles viene posto al centro di letture di questo tipo. Nonostante ciò, possiamo veramente considerare The French Lieutenant’s Woman un romanzo femminista con tanto di eroina emancipata?

Il romanzo ci offre un ironico panorama vittoriano in cui gli uomini sono posti sul gradino più alto, mentre le donne cercano degli espedienti per sopravvivere all’interno di questo rigido sistema patriarcale. La società dell’epoca, infatti, pende verso l’universo maschile degli uomini benestanti, uomini come Charles, Mr Freeman e il Dr Grogan, il quale in una conversazione con Charles sintetizza la mentalità dell’epoca in una sola frase: “You must not think she is like us men, able to reason clearly” [p. 157].

Dall’altra parte, il componimento narratvio esplora gli stili di vita offerti alle donne della socità vittoriana. Le più privilegiate si abbandonano alla ricchezza materiale che solo la protezione di un uomo gli può offrire. In questa categoria troviamo uno dei personaggi principali, Ernestina Freeman, donna altamente desiderabile grazie all’ingente fortuna

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paterna. Altre donne abbienti, come Aunt Tranter, Mrs Poultney e Lady Cotton sfruttano invece, o i soldi della famiglia o quelli del marito deceduto.

La narrazione si amplia però ancora di più, tanto che il testo esplora i bassifondi. Così come sostiene Eileen Warburton:

The book simpathetically surveys the outcasts, the rule-breakers, the ‘variously undone girls and women – unmarried mothers, mistress, a whole population in retreat from the claustrophobic villages and small towns […] this unfortunate army of female wounded in the battle for universal masculine purity’. 213

Fowles, infatti, vuole portare alla luce anche l’altra faccia della medaglia, le donne che non hanno possibilità legate ai soldi di famiglia, quelle che lavorano, anche facendo i mestieri meno nobili: le prostitute. In questa categoria troviamo Sarah, come governante, ma anche le domestiche come Mrs Fairfax e le ancelle Mary e Millie.

Infine, nella chiusa del romanzo troviamo la figura delle New Woman, quella delle “booming new female clerical agencies”, che sopportano il “full brunt of masculine prejudice” diventando “seedbeads of the emancipation movement”. [p. 412] Qualora queste critiche non arrivassero apertamente al lettore è il narratore onniscente che con i suoi commenti ci spinge a mettere in discussione la socità del tempo, guidata soltanto da oppressione e ipocrisia dei costumi morali:”What are we faced with in the nineteenth century? An age where women was sacred; and where you could buy a thirteen-year- old girl for a few pounds”. [p. 268]

Nonostante la propensione del romanzo verso l’emancipazione femminile, i critici discutono incessantemente sulla possibilità o meno di una lettura femminista dell’opera. È opportuno analizzarne alcuni esempi. Il primo e l’unico completamente positivo è quello di Debora Byrd. Per la studiosa, il lavoro di Fowles rappresenta “an almost ideal feminist fictional work”,214 in cui la protagonista, Sarah Woodruff, viene descritta come: “a woman of imagination, intelligence, daring and moral integrity”,215 e

213 E. WARBURTON, “John Fowles, Accidental Feminist: The French Lieutenant’s Woman in 1969” in

J. ACHESON ed., John Fowles, Basingstoke, Palgrave, Macmillan, 2005, p. 105.

214 D. BYRD, “The Evolution and Emancipation of Sarah Woodruff: The French Lieutenant’s Woman

as a Feminist Novel”, International Journal of Women’s Studies, Vol 7, No 4, September-October, 1984, p. 306.

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“to conclude […] she is little more than an energizer of the plot […] is to view the novel from a masculinist perspective”.216 Inoltre, essa risponde così a coloro che vedono Sarah come un personaggio sottosviluppato: “Fowles provides sufficient information about Sarah’s personality, traits, values, and experiences for one to understan her character and history by the time one has finished reading the novel”.217 Nella sua analisi però, la Byrd esamina il personaggio di Sarah sulla base di pochi dettagli. Non che la sua interpretazione sia campata in aria, ma, sicuramente, essa è guidata dalla sua intenzione di leggere il romanzo in chiave femminista, probabilmente, senza prendere troppo in considerazione tutto l’insieme.218 Bonnie Zare, infatti, riconosce che molte critiche femministe prediligono male text, “not only because of socialization, but because they may contain moments of liberatory potential, moments that strongly appeal to feminists in their fight for equality”.219 In questo ambito, The French Lieutenant’s Woman “provide a good test as to wheater […] feminist reader may empower themselves by discovering overlooked interpretative possibilities”.220

La seconda visione, completamente opposta a quella della Byrd, appartiene a Magali Cormier Michael. Per lei: “the way in which the novel ultimately projects Sarah runs counter the theme of feminism”,221 poiché, il punto di vista di Sarah è completamente assente dall’opera. La donna, infatti, “remains objectified and never becomes a subject in her own right”,222 inoltre, sempre nelle parole di Michael, “everything known about Sarah is mediated through the male perspectives of Charles, the narrator and ultimately Fowles himself”.223 È in questo “triple layering of voices” che

The question arises whether a female character can be free within a work of fiction that denies her a poin of view. The action of Sarah that are reported do suggest that she is a woman who rebels agaist

216 Ibid., p. 307. 217 Ibid., p. 308.

218 In risposta, G. RAABERG, in “Against Reading: Text and/as Other in John Fowles’ The French Lieutenant’s Woman”, in Women’s Studies: An Interdisciplinary Journal, vol 30, no 3, 2001, p. 524,

afferma che: “Byrd neglects to analyze the problematic of Sarah’s role in the novel”.

219 B. ZARE, “Reclaming Masculinist Texts for Feminist Readers: Sarah Woodruff’s The French Lieutenant’s Woman”, in Modern Language Studies, vol 27, no 3-4, 1997, pp. 175-76.

220 Ibid., p. 176.

221 M. C. MICHAEL, “Who is Sarah? A Critique of The French Lieutenant’s Woman Feminism” in Critique, vol 28, no 4, 1987, p. 228.

222 Ibid., p. 228. 223 Ibid., p. 228.

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patriarchal society by casting herself outside that society and thus outside masculine ideology. The problem however is that the Sarah who performs these revolutionary acts has no existence outide the male perspectives that depict her.224

Per l’esperta, non solo i pensieri di Sarah rimangono al di fuori del “realm of the novel”, ma la prospettiva puramente maschile che ci viene offerta dimostra “[Fowles’s] failure to realize Sarah as a character and human being in her own right”.225

Un’altra lettura è offerta da Bruce Woodcock, che descrive la trattazione di Fowles come una sorta di “male mythology”.226 L’autore, infatti, progettando i suoi male

myth su Sarah e descrivendola come “Eve”, “siren”, “temptress”, “Redeemer”, “Virgin

Mary” e così via, spinge Charles a considerarla come “the enigma of his Oedipal quest”.227 A questa critica, lo studioso Terry Lovell risponde così:

“Rather than breaking open male myths, Fowles ultimately reinforces them by giving Sarah no being outside of those very myths or fictions with which she is presented – she is nothing more than a symbol, an ideal, a mythic figure, an Other – and giving readers no overt indications that Sarah’s portait may be a critique of male perspective of women”.228

Fowles non pretende di essere etichettato come femminista, specialmente non all’epoca della pubblicazione del romanzo. Egli è però interessato al crescente sviluppo dei movimenti femministi. Come dimostrano i suoi diari di quel periodo, l’autore è in lite con la moglie circa la ‘women’s liberation’. Il litigio è causato della lettura del libro di Betty Friedan The Feminine Mystique. Elizabeth, conscia della sua appartenenza alla

working-class, ritiene che le donne siano una classe sociale oppressa dalla cultura stessa.

Per Fowles, invece non è così: “I don’t believe all the feminist argument about unfulfilled women. There are just as many unfulfilled men”.229

224 Ibid., p. 229.

225 Ibid., p. 225.

226 B. WOODCOCK, Male Mytologies: John Fowles and Masculinity, Brighton, Harvester, 1984,

p.113.

227 Ibid, p. 113.

228 T. LOVELL, “Feminism and Form in the Literary Adaptation: The French Lieutenant’s Woman” in

JEREMY HAWTHORN ed., Criticism and Critical Theory, London, Edward Arnold, 1984, p. 126.

229 J. FOWLES,Diaries, V. viii, 17 September 1963; original MS and TS, cit. come in E. WARBURTON

ed., John Fowles: A Life in Two Worlds, op. cit, p. 267. I diari di John Fowles sono archiviati con i

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Fowles ama molto le donne, la loro compagnia e le loro attenzioni. Il suo desiderio è guidato, però, da quei genuini male myths che categorizzano la donna come una figura più intuitiva, tollerante ed emotiva rispetto agli uomini. Dopo la morte di Elizabeth, infatti, l’autore si circonda di donne, sposando, dieci anni dopo la morte della moglie, Sarah Smith. Quest’ultima, spesso epiteta Fowles come ‘the pasha’ del suo ‘harem of devoted women’.230 Un membro di questo eclettico gruppo è, nel corso del 1990, l’amica accademica di Fowles, Jan Relf. Relf scrive un breve riassunto nell’introduzione ai Wormholes, nel quale spiega che ciò che può essere definito ‘John’s life myth” ha come tema centrale l’idea del “lost domaine […] something already lost – a mythical Garden od Eden, some golden age of childhood innocence, or, in psychoalalytical terms, the idealised mother of infancy”231 (tematiche trattate più approfonditamente nel saggio della raccolta “Hardy and the Hag”). La presenza predominante all’interno di questo universo parallelo è, secondo la studiosa, “the figure of princesse lointaine, the archetypally unattainable woman”.232 Inoltre, l’autore viene etichettato dalla stessa come “self-confessed nympholept”,233 un termine che si riferisce al suo persistente desiderio di sedurre giovani donne, le quali, in funzione di muse, guidano l’autore verso quell’avanzato stadio erotico che è in grado di ispirarlo nella stesura delle proprie creazioni letterarie. Nonostante la sua fascinaione e il suo amore per l’universio femminile, bisogna ricordare che tutti questi affaires non sono mai consumati, sia a causa della profonda fedeltà nei confronti della moglie, sia per la forza ispiratrice che solo un desiderio inappagato riesce a fornirgli.

Fowles ha bisogno di questa fonte d’ispirazione poiché sente la necessità di perdersi, utilizzando le parole di Eileen Warburton, nel “bliss of writing”.234 La scrittura di romanzi di invenzione, soprattutto negli stadi iniziali, non è vista dall’autore come un esercizio intellettuale, bensì come “an overwhelming seduction of self”.235 Allo stesso modo in cui è solito perdersi nell’universo naturale delle foreste e della campagna

230 Cit. in introduction of ed. J. ACHESON, John Fowles, Basingstoke, Palgrave, Macmillan, 2005,

p. 13.

231 J. RELF, introduction of J. FOWLES, Wormholes: Essays and Occasional Writing, op. cit., p: xix-xx. 232 Ibid., p. xix-xx.

233 Ibid., p. xix-xx.

234 E. WARBURTON, “John Fowles, Accidental Feminist: The French Lieutenant’s Woman in 1969”, cit., p. 107.

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inglese, Fowles, grazie all’ispirazione femminile viene trasportato dal parallelo regno delle immagini e delle parole che, graduatamente e magicamente, lo trasporta all’interno di un mondo fantastico guidato da nuove leggi.

4.2 Rewriting women’s stories: la traduzione di Ourika e

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