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2.2 The French Lieutenant’s Woman: tra ambiente naturale e spazio cittadino

2.2.1 L’Undercliff

Una delle ambientazioni naturali più ricorrenti e famose dell’intero romanzo è senza dubbio il territorio boschivo di Lyme Regis che si affaccia direttamente sul mare: l’Undercliff. Per Sarah questo luogo edenico, così come per Eustacia Vye l’Egdon Heath in The Return of the Native di Thomas Hardy, non è qualcosa di particolarmente significativo: entrambe non sono del posto e non lo frequentano per ammirare le bellezze naturali, ma lo usano come luogo di ritiro, un posto da sfruttare a piacimento e poi semplicemente abbandonare (Sarah per scelta, Eustacia dopo la morte).

88 J. FOWLES, The Tree, cit., p. 37. 89 J. FOWLES, The Tree, cit., p. 68.

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Per capire bene quello che è ed era il paesaggio del tempo però, bisogna tenere conto della sua evoluzione e dei suoi cambiamenti nel corso degli anni. Al giorno d’oggi e nella versione cinematografica di The French Lieutenant’s Woman, l’Undecliff ci appare come un luogo rigoglioso, boschivo e recluso: lo spsazio adatto allo svolgimento degli incontri clandestini dei due amanti. Ma, nel 1867, il periodo in cui la storia è realmente ambientata, la vegetazione era diversa e il paesaggio non ne era così uniformemente ricoperto. Per questo motivo, vale la pena analizare alcuni tratti fondamentali del luogo per una più completa articolazione delle diverse letture ecocritiche possibili.

Per prima cosa, il termine Undercliff è molto ambiguo. Il territorio che troviamo descritto all’interno del romanzo, infatti, si trova in realtà al di sopra della scogliera che incontra direttamente il mare – la stessa che Charles percorre quando risale Pinhay Bay e incontra Sarah addormentata sull’altipiano – non al di sotto. Collocate nella parte inferiore, invece, si trovano altre insenature formate da diverso materiale geologico. Quest’ultime sono più comunemente denominabili Undecliff, poiché posizionate esattamente “al di sotto” del plateau Devon-Dorset. Questo territorio ci viene oggi presetato come la parte boschiva e selvaggia delle National Natural Reserve. All’epoca di Fowles, però, soltanto una parte di esse era completamente allo stato brado, mentre più della metà veniva utilizzata per piantagioni e pascoli. Inoltre, la riserva include oggi molti altri territori, quali Withechapel Rocks, Pinhay Cliffs, Ware Cliff e, più in basso, il terreno che nel romanzo assume la denominazione di Ware Common.90 Quest’ultimo, luogo cardine dello svolgimento della maggior parte delle scene del romanzo, era in passato, per assurdo, la parte meno selvaggia dell’intero territorio. Bisogna ricordare, però, che alcune testimonianze del diciannovesimo secolo, quelle del geologo W. D. Conybeare e del surveyor William Dawson, ci dimostrano che, a parte la variazione vegetale, questi territori formano un continuum geologico:

90 L. A. BADWEN, K. PADIAN AND H. S. TORRENS, nel saggio “The Undecliff of John Fowles’s The French

Lieutenant’s Woman: A Note on Geology and Geography, in JAMES R. AUBREY ed., John Fowles and Nature: Fourteen Perspectives on Landscape, Op. Cit, p. 143, affermano che: “Ten years before the time in which the novel is actually set, much of the land on Ware Fields east of Underhill Farm was enclosed […] and it was cultivated as well as used for grazing in the area west of Underhill. […] Today however, the whole area appears as one thick wood, and any distinction between the old Undercliff and the former Ware Common has been further blurred by the designation of both area sas the Undercliff National Nature Reserve”.

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In the central point of this district at Whitlands Cliff, this upper range is mantled over by luxuriant screens of ash and elm growing wherever the less precipitious slope of the escapement will allow a root to attach itself, and often where nothing but a veil of ivy could have been expected […]. Between this upper range of cliff and beach, a space intervenes […] from 200 to 300 feet above the sea occupied by a series of broken terraces formed by successive subsidences. These terraces are very generally divided from each other by deep dingles, commonl shrouded with underwood, but occasionally cleared and planted as apple orchards.91

In The Beauties of Lyme Regis di Rowland Brown, queste asserzioni trovano ulteriore conferme:

Before us, we see a number of hills, which after a succession of Landslips, are broken in various directions, into almost every imaginable shape, these enshrine numberless little dells, carpeted by the softest turf, covered with luxuriant copse-wood, and festooned with the blossoms of the wild rose, white clematis and wild convolvulus.92

Tali passi ci aiutano a comprendere come fosse il paesaggio dieci anni prima del periodo in cui la storia del romanzo si svolge. Quasi tutta la terra ad est di Ware Field era utilizzata per il raccolto, mentre l’altra metà era lasciata incolta. È proprio a causa di questa suddivisione che la formazione di un territorio boschivo come quello che troviamo oggi è stata possibile.

Nel capitolo decimo del romanzo, Fowles ci parla della straordinaria geografia del territorio e di come la sua esposizione al sole, favorendo un clima molto più mite di quello dell’Inghilterra cittadina, lo renda ricco di “botanical strangeness” [p. 67]. Per capire il perché della sua posizione reclusa e selvaggia, bisogna però, considerarela testimonianza di uno storico locale, che nel Natale del 1839 descrive così l’esfoliazione di più di quindici tonnellate di terreno ad est di Ware Cliff:

A great distinction must be made between the land in tillage and the

Undecliff. Bindon estate [the site of the Great Landslip] has perhaps

only lost twenty acres of tillage land, and this has become Undercliff and will be of some little value though the fessures render it dangerous to send cattle there as usual. Dowlands farm has only lost five or six

91W.D. CONYBEARE, W. DAWSON, MRS. BUCKLAND, PROF. W. BUCKLAND, A Short History of Lyme,

London, John Murray, 1840, p. 76.

92 H. ROWLAND BROWN, The Beauties of Lyme Regis, Charmouth, the Land-slip and their Vicinities,

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acres of tillage land. Little Bindon estate […] has had twenty acres of top tillage land go down.93

Dopo lo slittamento, i contadini delle fattorie vicine iniziano a valutare il terreno e quando lo considerano abbastanza stabile, procedono, anche se con molte difficoltà, con la coltivazione del grano rimasto nella parte non sommersa dall’erosione. Altre testimonianze si trovano con la pubblicazione sul Pulman’s Weekly News, da parte dello storico di Lyme, Cyril Wanklyn, di una copia della lettera di Dawson a Buckland datata al 20 agosto 1840, nella quale la terra dell’Undercliff viene così descritta:

when severed from the mainland in December 1839, had had a crop of wheat sown on it. This crop in due course grew up and ripened. Certain ladies and gentlemen of Lyme and neighbourhood then thought that this would be a splendid occasion for a festivity and picnic. They wnet forth from Lyme, attired in fantastic costumes, to reap the crop – with the results described by Dawson, in spelling that is not immaculate.94

Risulta facile dedurre che, a quel tempo, il territorio, posto esattamente al centro dell’Undercliff, non era poi così selvaggio come al giorno d’oggi. Questo straordinario scenario venne in seguito denominato Goat Island, poiché non fu mai utilizzato a scopo agrario e per questo viene tutt’oggi considerato un vero e proprio reperto del territorio dell’epoca. La minaccia dell’erosione, però, incombe ancora sulla sua preservazione futura. Fowles ritiene che la zona sia adatta per gli incontri dei due amanti perché, come la stessa Sarah confida a Mrs Poulteney, esso non è altro che un grande bosco e la

privacy non dipende dalla fitta vegetazione, ma dal fatto che “no one frequents it. That

is why I go there – to be alone”.95 Questo luogo, infatti, incarna la rimozione dei perbenisti vittoriani come Mrs Poulteney e per questo, benché visibile da tutti, l’Undercliff rappresenta l’aperto che nessuno vuol vedere. Inoltre, da un punto di vista geologico, il posto risulta favorire la formazione di quei fossili tanto amati da Charles. Nonostante ciò, in questo Eden si può trovare molto più della natura morta rappresentata dai resti vegetali, anzi, essi vengono spesso messi a confronto con la

93 G. ROBERTS, The Mighty Landslip of Dowlands and Bindon, 15 dicembre, 1839.

94 Lettera con allegato inviata da Cyril Waklyn all’editore del Pulman’s Weekly News, Lyme Regis,

27 agosto 1929.

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rigogliosa descrizione della natura, ed in particolare dei fiori, che Fowles ci offre in gran quantità in questa parte del romanzo:

The ground about him was studded gold and pale yellow with celandines and primroses and banked by the bridal white of densely blossoming sloe; where jubilantly green-tripped elders shaded the mossy banks of the little brook he had drunk from were clusters of moschatel and woodsorrel, most delicate of English spring flowers. Higher up the slope he saw the white head of anemones, and beyond them deep green drifts of bluebell leaves. [p. 62]

Bisogna ricordare, come afferma lo studioso Malcolm Hillier, che “the great majority of plant itroduction took place in the nineteenth century”.96 È risaputo, infatti, che i vittoriani amassero i fiori e le piante. In un’epoca in cui i sentimenti non potevano essere espressi in modo diretto, il linguaggio dei fiori è utilizzato come codice simbolico di comunicazione. È in questo periodo, infatti, che la floriography e l’introduzione di veri e propri dizionari contenenti il significato figurativo dei fiori iniziano a prendere piede.97 Come nota Vanessa Diffenbaugh:

[…] Every young lady wanted to be well-versed in the meanings of flowers. And though they didn’t spend hours coding secret bouquets, the Victorians did set great store by flowers and used them extensively in everyday life, much more so than today. Bouquet sas love tokens were sent, carnation buttonholes were extremely popular and women wore flowers a great deal – in their hair, on their evenings gowns, or tucked into a bodice. Flower symbolism was important and was applied to all major occasion in life: roses, violets and forget-menots during courtship, orange blossoms at weddings […].98

Nel romanzo, Fowles introduce questo simbolismo in modo molto raffinato, sia utilizzando i significati cari ai vittoriani, sia utilizzando dei riferiferimenti sottili ed originali. Egli utilizza questo mezzo di comunicazione con una sorta di misterioso scambio dialogico con il lettore, utilizzando la flora con lo scopo di far trasparire la vera natura di alcuni personaggi da lui descritti. In quest’ottica sono le figure femminili ad

96 M. HILLIER, The Book of Fresh Flowers: A Complete Guide to Selecting and Arranging, 1988, New

York, Simon and Schuster, p. 45.

97M. KIRKBY, V. DIFFENBAUGH, in A Victorian Flower Dictionary: The Language of Flowers Companion, 2011, US, Ballantine Book, p. 31, sostengono che: “The Victorian era was the great

age of flower garden and of all things horticultural, and so it is not surprising that flower symbolism became particularly elaborate at this thime”.

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essere le più paradigmatiche: Sarah, ad esempio è associata con l’anemone, la viola e la primula, mentre Ernestina alla violetta e al gelsomino.99

Per l’autore, la scienza non è altro che un’estensione naturale della narrativa stessa. Guidato dalle parole del suo mentore David Henry Thoreau, anche Fowles sostiene che “in wilderness is the preservation of the world”. Per salvaguardare la natura – diventando qualcosa di più di semplici collezionisti – dobbiamo comprenderla, anche attraverso la lettura di opere che riescono ad integrare queste nozioni all’interno dell’economia del romanzo. Questo territorio, rappresenta la natura come vera e propria essenza della “poetry of survival”.100 Infine, è interessante valutare l’interpretazione che la critica Suzanne Ross ci offre del luogo. Collegandosi all’affermazione di Fowles in The Tree dove l’Undercliff viene descritto come “a perfect place of self-lberation”,101 la Ross afferma che:

[Fowles] has not, however, been specific about whose liberation that might be. Why not imagine that it is potentially the site for the liberation of both, Charles and Sarah, or of any other woman and man? In its fullest sense, it would be a liberation from a worldview founded upon dominance and disconnection. This worldview is realized through the maintenance of a dualistic conceptual system, which, in opposing culture to nature and male to female, offers a restrictive understanding of the self, a self characterized by alienation and defined through opposition. By calling the Undercliff “an English Garden of Eden”, Fowles indicates that he envisions it as a primal place, the site of a possible awakening to nature, to its dynamic wholeness, to the fact of human envelopment within it. 102

2.2.2 Charles Smithson

Per il protagonista maschile, l’Undercliff diventa lo sfondo di una vera e propria crescita, interiore ed esteriore. Qui, l’incontro di Charles con la natura può essere interpretato in modo dialettico: sia come rapporto pastorale con la natura, sia come applicazione della fredda e distaccata scienza darwiniana al mondo naturale; con gli

99 Cfr. C. PĂTRAŞCU, “Symbolic Codes of Communication in the Victorian Era: The Language of

Flowers in John Fowles’s The French Lieutenant’s Woman”, in Cultural Intertexts, Year 1, vol 1-2, 2014.

100 H. D. THOREAU, “Walking”, Excursions and Poems, vol 5 in The Writings of Henry David Thoreau,

New York, AMS Press, 1968, pp. 220-224.

101 J. FOWLES, The Tree, cit., p. 192.

102 S. ROSS, “Water out of a Woodland Spring: Sarah Woodruff and Nature in The French

Lieutenant’s Woman” in ed. JAMES R. AUBREY, John Fowles and Nature: Fourteen Perspectives on Landscape, op. cit, p. 192.

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elementi scientifici che hanno la meglio sulla visione naturalistica, almeno in un primo momento. Il canonico svolgimento pastorale, che implica un personaggio in completa armonia con il mondo naturale circostante, viene sin da subito negato, mentre il progressivo avvicinamento alla natura serve al protagonista maschile per sviluppare una nuova forma di conoscenza. Questa conoscenza, però, a differenza della normale vicenda pastorale in cui l’arcadia risveglia vecchi sentimenti da sovrapporre al mondo moderno, fa acquisire a Charles una più profonda comprensione della realtà. Egli entra nel bosco da paleontologo alle prime armi – uno studente di fossili – ma ne esce come biologo – uno studioso della vita a tutto tondo.

Nelle scene ambientate nell’Undercliff, Fowles utilizza elementi jungiani e darwiniani per tracciare la rotta di Charles dalla propria società pre-freudiana, pre- marxista e pre-darwinian, verso il mondo moderno del ventesimo secolo. I suoi cinque incontri con Sarah, infatti, possono essere letti come veri e propri assalti al mondo esperienziale di Charles, che muta ogni volta sempre di più. Nel primo, troviamo una dettagliata descrizione del paesaggio collegata alla primordiale visione vittoriana di Charles, mentre nei tre incontri centrali, gli aspetti jungiani e darwiniani si catalizzano sulla figura di Sarah come anima e vittima di implacabili forze, soprattutto nel momento in cui la donna confida a Charles il suo prezioso segreto. Infine, anche il viaggio finale a Ware common comincia con una descrizione dell’ambiente, ma questa volta la risposta di Charles è completamente diversa. Ora, egli è innamorato di Sarah, ha perso lo zio di Winsyatt e preso la cruciale decisione di non seguire i consigli del Dr Grogan. La sua reazione, quindi, altro non è che la dimostrazione del suo cambiamento di percezione, nonché del suo percorso di crescita interiore ed esteriore.

La dialettica tra epoca vittoriana e mondo moderno si vede sin da subito nella descrizione della natura durante la prima visita di Charles. Qui, Fowles parte con una prospettiva aerea: “as if from an airplane one lies low enough one can see that the terrain is very abrupt, cut by deep chasms and accentuated by stange bluffs and towers of chalk and flint, which loom over the lush foliage around them like the walls of ruined castles”.103 La descrizione serve per allontanare la visione del lettore dall’immaginario pastorale ed avvicinarlo a quella più consona del mondo moderno. Questo tipo di

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descrizione viene utilizzato da Fowles anche in A Short History of Lyme Regis, quando, per descrivere il territorio di Lyme egli utilizza questa immagine: “a mid-Victorian miniature drawing, and curiously shown from an aerial viewpoint – curious only because necessarily imagined, as what a bird’s eye might see”.104 L’immagine discende subito in particolari ben più minuziosi, aiutandoci a comprendere meglio quale fosse il perché del suo attaccamento per quei luoghi: il suo essere isolato; la sua “botanical strangeness”; il clima tropicale, così lontano dall’usuale clima ventilato inglese; ma ancora il suo essere selvaggio e allo stesso tempo così puro lo rende un perfetto “English garden of Eden”. Diverso però dal giardino edenico immaginato da Milton nel Paradise Lost. Per Fowles, nell’Undercliff si può respirare un senso di libertà primordiale, come testimonia questo scritto in The Tree:

In the wood I know best there is a dell among beeches at the foot of a chalk cliff. Not a person a month goes there now, since it is well away from any path. But three centuries ago it was crowded every Sunday, for it is where the independents came […] to hold their forbidden services. There are freedoms in woods that our ancestors perhaps realized more fully than we do. I used this wood, and even this particular dell, in The French Lieutenant’s Woman, for scenes that it seems to me, in a story of self-liberation, could have no other setting.105

Ancora, nella prima rappresentazione dell’Undercliff possiamo notare alcuni paragoni tra il terrirorio naturale di Lyme e quello catturato nei dipinti dell’arte rinascimentale:

Only one art has ever caught such a scenes – that of the Renaissance; it is the ground that Botticelli’s figure walk on, the air that includes Ronsard’s songs. It does not matter what the cultural revolution’s conscious aims and purposes, its cruelties and failures were; in essence the Renaissance was simply the green end of one of civilization’s hardest winters. It was an end to chains, bounds, frontiers. [p. 68]

Per non parlare della valenza jungiana con la quale viene denotato l’intero ambiente boschivo, da sempre associato all’immaginario comune dell’inconscio e all’archetipo della madre. Già in The Aristos, Fowles descrive il Rinascimento come “an Eve society” nella quale “the woman and the mother, female gods, encourage innovation and experiment, and fresh definitions, aims, modes of feeling”.106 Analogamente, in The

104 J. FOWLES, A Short History of Lyme Regis, Boston, Little, Brown, 1969, p. 27. 105 J. FOWLES, The Tree, cit., pp. 74-75.

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Tree, egli caratterizza la foresta come “protective, maternal even womblike”.107 Ciò ricorda l’immaginario junghiano come delinato , in The Archetypes and the Collective

Unconscious. Jung utilizza, infatti, l’immagine della forseta come uno dei simboli

collegati alla madre. In Symbols and Trasformation, egli si collega inoltre ai miti di origine che hanno dei collegamenti con gli alberi, come ad esempio i “maternal treetrunks” nei culti di Osiride e Adone; ma anche al culto di divinità femminili collegate nuovamente al mondo naturale e le quali hanno favorito secondo Jung il “cult of sacred groves and trees”.108 Nel romanzo, due dettagli significativi confermano l’Undercliff come una sorta di coscienza materna di Charles. Per prima cosa, ironicamente, Charles entra nel bosco per colpa del mare – ancora una volta un simbolo psicanalitico collegato alla madre – che a causa di una mareggiata ha spazzato via la battigia, rendendo impossibile il suo ritorno sul percorso convenzionale e in un certo senso civilizzato.109 Secondariamente, quando Charles si addentra nel viale boschivo si trova davanti ad una strada biforcata in diversi punti finchè non arriva nel luogo in cui per la prima volta aveva incontrato Sarah.

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