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Capitolo 2 Metodo di ricerca

2.1 L’esperimento

Il test progettato per la realizzazione della ricerca non è un questionario tradizionale ma un vero e proprio esperimento che ha lo scopo di indurre i rispondenti a creare un proprio stato mentale nel caso delle manipolazioni, reperire delle informazioni testuali nel caso degli stimoli ed è sulla base di questi che i soggetti devono rispondere alle domande conseguenti. L’esperimento è lo strumento principe per il controllo delle ipotesi causali. La sperimentazione non è però l’unico approccio attraverso il quale possono essere analizzate le relazioni tra variabili nella ricerca sociale: oltre all’esperimento è presente anche un’analisi della covariazione.

Una prima differenza che si può rilevare tra i due approcci è che l’analisi della covariazione è naturale in quanto analizza le covariazioni che non vengono manipolate dal ricercatore ma così come si presentano nelle situazioni sociali, mentre l’esperimento è artificiale ovvero si realizza in un laboratorio e la variazione della variabile indipendente è prodotta dal ricercatore.

Quindi nel primo caso, il ricercatore si limita ad osservare e ad analizzare come le variazioni di X (causa, variabile indipendente) si accompagnano a quelle di Y (effetto, variabile dipendente) in una situazione naturale, nel secondo caso lo sperimentatore produce (ovvero fa variare e manipola dall’esterno la variabile indipendente) una variazione di X in una situazione controllata (mediante l’assegnazione per sorteggio dei soggetti ai due gruppi, egli tiene sotto controllo tutte le altre variabili e quindi i due gruppi si differenziano solo per la variazione della variabile indipendente) e misura quanto varia Y, tenendo costanti le altre possibili cause.

Pertanto, l’intervento del ricercatore nel caso dell’analisi della covariazione si colloca a valle della raccolta dei dati, nel caso dell’esperimento invece il ricercatore controlla a monte la produzione stessa dei dati che avviene in una situazione da lui costruita.

Tuttavia, gli elementi che caratterizzano l’esperimento e che delineano una differenza tra i due approcci sono la manipolazione della variabile indipendente e il controllo delle terze variabili.

Per rinforzare un’ipotesi di relazione causale tra le due variabili è necessario però disporre di elementi empirici sui tre aspetti:

• covariazione fra variabile indipendente e variabile dipendente, ovvero che al variare di una variabile deve variare anche l’altra;

• direzione causale, cioè al variare della variabile indipendente deve corrispondere una variazione della variabile dipendente e non il contrario;

• controllo delle variabili estranee, si deve escludere che la causa del variare della variabile dipendente non sia la variabile indipendente ma altre variabili ad essa correlata che variano simultaneamente.

L’esperimento può essere definito come “una forma di esperienza su fatti naturali che si realizza a seguito di un deliberato intervento modificativo da parte dell’uomo, e quindi come tale si contrappone alla forma di esperienza che deriva dall’osservazione dei fatti nel loro svolgersi naturale” (Corbetta, 2003, pag. 69-117).

I due elementi che caratterizzano il metodo sperimentale sono:

• assegnazione dei soggetti ai gruppi che può avvenire tramite la randomizzazione ovvero l’assegnazione causale dei soggetti ai gruppi che porta ad avere gruppi equivalenti. Quando questo non è possibile, un criterio alternativo è quello dell’accoppiamento, ovvero formare coppie di soggetti identici sulla base di alcune caratteristiche rilevanti;

• manipolazione della variabile indipendente, ovvero ogni gruppo presenta una differente modalità di variabile. La variazione può essere trai i gruppi (nello stesso tempo) o nel tempo (nello stesso gruppo, ma correndo il rischio che la ripetizione del test influenzi le risposte).

Infine, lo sperimentatore ha la possibilità di misurare i valori della variabile dipendente sia prima di aver introdotto la variabile indipendente (pre-test) sia dopo averla introdotta (post- test). A causa delle limitazioni pratiche, lo sperimentatore non è spesso in grado di esercitare tutte queste forme di controllo. Pertanto, cerca di confrontare una situazione in cui è presente la variabile causale con un’altra in cui non è presente.

Il metodo sperimentale nelle scienze sociali presenta sia vantaggi che svantaggi.

2.1.1 Vantaggi dell’esperimento

I vantaggi del metodo sperimentale sono i seguenti:

• metodologico, ovvero è il metodo di ricerca che meglio consente di affrontare il problema della relazione causale perché riesce ad isolare la causa, consente di ottenere il massimo controllo del setting e quindi il ricercatore può nutrire maggiore fiducia nei suoi risultati, per l’effetto delle terze variabili e perché si svolge in modo longitudinale (l’esperimento fornisce l’opportunità di studiare i cambiamenti temporali, il ricercatore osserva e raccoglie i dati in un certo arco di tempo e li rileva ripetutamente a intervalli prestabiliti);

• natura dei problemi che consente di affrontare, cioè isola fenomeni che nelle condizioni naturali non potrebbero essere studiati.

2.1.2 Svantaggi dell’esperimento

Gli svantaggi dell’esperimento sono invece:

• artificialità dell’ambiente perché avviene in un contesto non naturale e della relazione del soggetto perché esso è osservato e può essere condizionato (effetto sperimentatore: le aspettative dello sperimentatore possono influire sui suoi risultati);

• non rappresentatività, ovvero i risultati spesso non possono essere generalizzati a tutta la popolazione o a segmenti diversi da quello studiato sia perché i campioni sono assai ristretti (non è possibile far variare la variabile indipendente e tenere sotto controllo tutte le altre variabili quando il campione di casi studiati è troppo ampio: questa limitazione provoca una scarsa rappresentatività del campione) e sia perché non seleziona uno spaccato rappresentativo di tutta la popolazione (visto che i gruppi sperimentali non possono aspirare ad essere campioni rappresentativi della popolazione, spesso succede che lo sperimentatore rinuncia a porsi il problema dei criteri di selezione dei soggetti da sottoporre all’esperimento e quindi sceglie rispondenti all’interno dello stesso ambiente sociale).