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Il regime degli aiuti di Stato e degli aiuti agli Stati nel contesto della crisi economica e finanziaria

1. La crisi economica e finanziaria internazionale: dagli Stati Uniti all’Europa

1.1. L’esplodere della crisi negli Stati Unit

La profonda crisi che sta colpendo negli ultimi anni l’economia europea e mondiale, ormai unanimemente considerata la peggiore recessione dal secondo dopoguerra ad oggi, è esplosa inizialmente negli Stati Uniti, traendo origine dalle difficoltà del settore dei mutui residenziali (i c.d. mutui subprime) e

più in generale da «una regolamentazione assente o sbagliata»182, per poi

propagarsi dopo pochi mesi anche nei Paesi del vecchio continente.

Fin dal 2006, in effetti, negli Stati Uniti si è assistito ad un forte incremento dell’attività di erogazione di prestiti a soggetti con elevato profilo di rischio, che non avrebbero avuto accesso al credito secondo i canoni consueti di prudenza economica: vennero elaborate tipologie di mutuo sempre più complesse, disegnate proprio per attrarre famiglie a basso reddito, e quindi prive di garanzie elevate.

Contestualmente, si è registrato un forte aumento anche nella propensione di banche e altri intermediari a trasferire il rischio legato ai mutui

subprime mediante operazioni di cartolarizzazione183 – attraverso le quali i

crediti vantati dal mutuante sono stati incorporati in prodotti finanziari venduti a soggetti terzi – che, però, pur avendo un evidente scopo di securitization, non consentono all’emittente di sterilizzare completamente la sua esposizione al

182 Cfr. F. GIAVAZZI e A. AMIGHINI, Scoprire la macroeconomia, Bologna, Il

Mulino, 2009, p. 18, edizione originale: O. Blanchard, Macroeconomics, 5th edition, Pearson Education Inc., 2009.

183 Tali operazioni sono realizzate tramite società veicolo (SIV e conduit) che

esibiscono all’attivo gli impieghi a medio e lungo termine ceduti dalle banche e al passivo titoli a breve termine (le cosiddette Asset backed commercial paper – ABCP), garantiti dalle attività bancarie cedute e assistiti da linee di liquidità messe a disposizione dalle banche stesse. Una modalità alternativa di cartolarizzazione prevede l’emissione dei cosiddetti

Collateralised Debt Obligations (CDO) sempre tramite apposite società veicolo (spesso indicate

anch’esse con la sigla CDO); risultano sempre più frequenti, inoltre, le ricartolarizzazioni, ossia le operazioni nelle quali le attività sottostanti sono in prevalenza titoli strutturati. Sul punto, si v. N. LINCIANO, La crisi dei mutui subprime, in Consob – Quaderni di Finanza, Roma, 62/2008, p. 1.

rischio di insolvenza, ma piuttosto di condividere tale rischio con altri investitori184.

Tali operazioni hanno determinato comportamenti collettivi di deresponsabilizzazione negli attori coinvolti, in quanto la possibilità di trasferire il rischio dei finanziamenti erogati ha finito per ridurre gli incentivi degli intermediari bancari a monitorare le capacità di rimborso dei debitori, comportando un sensibile abbassamento degli standard di valutazione della qualità del credito.

Peraltro, la forte opacità185 dei prodotti finanziari connessi ai mutui ha

contribuito notevolmente a ridurre la consapevolezza degli acquirenti in merito alla reale rischiosità di tali titoli, favorendo valutazioni superficiali, se non addirittura comportamenti opportunistici.

In tale contesto, il crescente deterioramento della qualità dei mutui erogati, sempre più soggetti a inadempienze dei mutuatari, unito al forte deprezzamento dei beni immobiliari che avrebbero dovuto garantire la somma mutuata, ha innescato la crisi dei mutui subprime, destinata ad espandersi in breve tempo. Infatti, i crediti cartolarizzati, divenuti inesigibili, erano stati nel frattempo oggetto di molteplici operazioni di ri-cartolarizzazione ed erano stati acquistati da soggetti ormai del tutto all’oscuro delle attività sottostanti al

184 Si v. M. ORIANI, I potenziali benefici dell'asset backed secutitization per le banche, in S.

De Angeli e M. Oriani (a cura di), La securitization dei crediti bancari, Milano, Franco Angeli, 2000, p. 182.

185 Cfr. BANCA DEI REGOLAMENTI INTERNAZIONALI, 77th Annual report,

titolo186. Questo ovviamente a scapito sia della trasparenza dei prodotti, che

della stabilità dei mercati finanziari.

Il contesto di difficoltà appena descritto iniziò a generare un clima di diffidenza nel mercato finanziario, alimentato da una perdita di reputazione dei soggetti coinvolti nella gestione dei mutui subprime, ovvero banche, intermediari, società di rating e autorità di vigilanza. La sfiducia crescente finì per determinare un eccesso di prudenza nella concessione di nuovi crediti alle persone fisiche e agli intermediari finanziari, affiancando al rischio di credito anche un crollo della liquidità, atto a trasmettere la crisi dal sistema finanziario all’economia reale.

La situazione dei mutui subprime e la mancanza di liquidità sui mercati dei prodotti strutturati determinarono una forte crisi delle banche di investimento più esposte su tali strumenti. Al fine di evitare il collasso del sistema finanziario e di limitare le sue ricadute sull’economia reale, il Congresso statunitense pose in essere una serie di iniziative atte a sostenere la stabilità del sistema creditizio, attraverso procedure di ricapitalizzazione e di sterilizzazione degli effetti dei titoli collegati ai mutui subprime.

Particolarmente rilevanti furono le misure contenute nell’Emergency

Economic Stabilization Act, adottato dal Congresso nell’ottobre del 2008, in

seguito ad un periodo particolarmente difficile, caratterizzato dal fallimento di Lehman Brothers e dal salvataggio pubblico di Fannie Mae e di Freddy Mac,

186 Si v. E. MOSTACCI, Stati finanziari e mercati sovrani: la crisi economica e gli strumenti

nonché dell’acquisizione, sempre a fini di salvataggio, della banca d’affari Bear Stearns da parte di JP Morgan, alla quale la Federal Reserve, al fine di favorire l’operazione, aveva messo a disposizione un prestito di circa 29 miliardi di dollari187. Nell’ambito di queste misure, vale la pena ricordare soprattutto

l’attribuzione al Segretario del Tesoro del compito di emanare un programma finalizzato all’acquisto di strumenti finanziari c.d. tossici (Troubled assets), relativi alla crisi dei mutui subprime, contando su uno stanziamento di circa 700 miliardi di dollari.