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Il regime degli aiuti di Stato e degli aiuti agli Stati nel contesto della crisi economica e finanziaria

4. Le misure adottate a sostegno dell’economia reale

4.1 Il Piano europeo di ripresa economica

Come analizzato in precedenza, in Europa la gravità della crisi si è manifestata inizialmente nel settore creditizio, spingendo la Commissione ad adottare un insieme di misure finalizzate a fornire agli Stati un quadro comune di regole all’interno del quale muoversi per reagire in modo coordinato alla crisi finanziaria.

La crisi, tuttavia, si è pienamente manifestata, a partire dall’autunno del 2008, anche nell’economia reale, determinando una forte contrazione del credito, dei livelli di produzione e di investimenti, nonché dei consumi, portando ad un forte deterioramento della situazione economica generale258.

258 Sugli aiuti di Stato a sostegno dell’economia reale si v., tra gli altri, F.

BESTAGNO, Gli aiuti di Stato in tempo di crisi: il sostegno all’economia reale tra misure nazionali e

piano europeo di ripresa, in Ligustro A. e Sacerdoti G. (a cura di), Problemi e tendenze del diritto internazionale dell’economia, Napoli, Editoriale Scientifica, 2011, pp. 691-709; COMITO V., La globalizzazione, la crisi economica e la costruzione europea, in Cantaro A. (a cura di), Il costituzionalismo asimmetrico dell’Unione, Torino, Giappichelli, 2010, pp. 275-288; N.E. FARANTOURIS, Firms

L’aggravarsi della situazione economica europea ha indotto la Commissione ad intervenire in sostegno anche della produzione, della domanda e degli investimenti, attraverso l’adozione di comunicazioni con le quali sono state individuate condizioni temporanee di ammissibilità di varie misure di aiuto, pur nell’ottica di non pregiudicare l’equilibrio del mercato interno e gli obiettivi comuni dell’Unione nel medio e lungo periodo.

In tale ottica, la Commissione ha adottato, il 26 novembre 2008, il Piano europeo di ripresa economica259, «volto a contenere la crisi, a stimolare

la domanda e ad alimentare la fiducia», al fine di salvare «centinaia di migliaia di posti di lavoro e mantenendo in attività piccole e grandi imprese fintanto che non riprenderà la crescita»260.

Tale piano è stato adottato nella convinzione che interventi nazionali adeguatamente coordinati siano in grado di attenuare l’impatto della recessione a breve termine e di promuovere altresì le riforme strutturali necessarie per aiutare l’Unione a uscire più forte dalla crisi, senza compromettere la sostenibilità finanziaria a lungo termine.

in Difficulty and State Aids: A Compatibility Analysis, in European Competition Law Review, 2009,

pp. 494-504; F. FERRARO, L’evoluzione della politica sugli aiuti di Stato a sostegno dell’accesso al

finanziamento nell’attuale situazione di crisi economica e finanziaria, in Il Diritto dell’Unione europea,

4/2010, pp. 335-356; F. JENNY, La crise économique et financière, la régulation et la concurrence, in

Concurrences, 2/2009, pp. 59-68; E. MOSTACCI, Stati finanziari e mercati sovrani: la crisi economica e gli strumenti per fronteggiarla, in Diritto pubblico comparato ed europeo, 1/2009, pp. 305-325; U.

SOLTÉSZ e C. VON KÖCKRITZ, The “Temporary Framework”: the Commission’s response to the

crises in the real economy, in European Competition Law Review, 2010, pp. 106-115;

259 Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo, COM (2008) 800. 260 Si v. l’introduzione del Presidente José Manuel Durão Barroso alla

Gli obiettivi strategici del piano di ripresa sono i seguenti:

- stimolare rapidamente la domanda e far rinascere la fiducia tra i consumatori;

- ridurre il costo umano della crisi economica e attenuarne le ripercussioni sulle categorie più vulnerabili261;

- accelerare la transizione verso un’economia basata sulla conoscenza, che sia anche più innovativa e a basse emissioni di carbonio, al fine di favorire la promozione delle nuove tecnologie, creare nuovi posti di lavoro “verdi” e aprire nuove opportunità su mercati mondiali in rapida espansione.

Il piano si basa, in particolare, su due elementi principali, tra loro interconnessi.

Il primo elemento è costituito dall’adozione di misure a breve termine, finalizzate a rilanciare la domanda, migliorare l’occupazione e contribuire a far rinascere la fiducia nel sistema economico.

Il secondo elemento è rappresentato dalla messa in atto di investimenti intelligenti, idonei a garantire una maggiore crescita e prosperità a lungo termine.

A tale scopo, nella Comunicazione la Commissione propone che gli Stati membri e l’Ue raggiungano un accordo per un incentivo finanziario del

261 A tale proposito, il Piano propone di prendere provvedimenti per contribuire ad

arginare la perdita di posti di lavoro e aiutare successivamente le persone a rientrare nel mercato del lavoro anziché affrontare un lungo periodo di disoccupazione.

valore di 200 miliardi di euro (1,5% del Pil), al fine di rilanciare la domanda, nel pieno rispetto del patto di stabilità e di crescita.

La Comunicazione individua, inoltre, una serie di iniziative volte ad applicare la disciplina in materia di aiuti di Stato in modo flessibile, al fine di affrontare efficacemente la crisi in atto, pur nel rispetto del principio di libera concorrenza nei mercati. Un esempio è costituito dalla dichiarata intenzione della Commissione di autorizzare in via temporanea gli Stati membri a facilitare l’accesso ai finanziamenti alle imprese mediante garanzie e prestiti sostenuti da misure d’aiuto agli investimenti262.

Qualunque azione di sostegno all’economia reale non può, tuttavia, prescindere da una stabilizzazione del sistema bancario. La Commissione evidenzia in tale sede la sua consapevolezza di tale ineludibile passaggio, affermando che «per arrestare la recessione e promuovere una ripresa celere e sostenibile, occorre anzitutto stabilizzare il sistema bancario». Le banche dovranno, quindi, riassumere «il loro ruolo normale, che consiste nel fornire liquidità e nel sostenere gli investimenti nell’economia reale» e gli Stati membri «dovranno utilizzare il consistente sostegno finanziario fornito al settore bancario per favorire il ritorno alle normali attività di prestito e garantire che i mutuatari beneficino delle diminuzioni dei tassi d’interesse centrali»263.

262 Si v. il par. 2.3.1 della Comunicazione.

4.2 Il quadro di riferimento temporaneo comunitario per le