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EVOLUZIONE DEI DIRITTI NELLA SECONDA META’ DEL XX SECOLO A LIVELLO NAZIONALE

L’APERTURA DEL REGNO UNITO

3. EVOLUZIONE DEI DIRITTI NELLA SECONDA META’ DEL XX SECOLO A LIVELLO NAZIONALE

Nel corso del Novecento ci fu una maggiore attenzione nei confronti dei diritti, in particolar modo dei diritti civili e sociali, che videro una enorme espansione nel corso degli anni ‘50, ‘60 e ‘70: furono così emanate leggi che ampliarono i diritti delle donne e delle minoranze etniche, come leggi il cui scopo era quello di combattere le discriminazioni razziali e di orientamento sessuale.

In questo ambito, nello specifico, dobbiamo ricordare che fino ad oltre la metà del ventesimo secolo nel Regno Unito l’omosessualità era un reato penale punibile con il carcere (famoso è il caso di Oscar Wilde) oppure, in alternativa al carcere, con la castrazione chimica (anche in questo caso abbiamo un caso noto, quello di Alan Turing che fu condannato nel 1952 per indecenza). La

situazione cambiò solo nel 1967 quando il parlamento britannico approvò il Sexual Offences Act che depenalizzò l’omosessualità per gli uomini (per le donne non aveva mai costituito reato) che

111 Robin C.A. White and Clare Ovey, Jacobs, White and Ovey: the European Convention on human rights, Oxford,

Oxford university press, 2010, pp 78-79 e 254; Elizabeth Wicks, The evolution of a constitution: eight key moments in British constitutional history, Londra, Hart Publishing, 2006, pp. 124-125

112 Silvia Sonelli, La tutela dei diritti fondamentali nell’ordinamento inglese: lo Human Rights Act 1998 e oltre, Torino, Giappichelli editore, 2010, pp. 4-10; Andrea Caligiuri, Giuseppe Cataldi e Nicola Napoletano (a cura di),

La tutela dei diritti umani in Europa: tra sovranità statale e ordinamenti sovranazionali, CEDAM, 2010, pp. 612-

avessero compiuto 21 anni e l’avessero praticata in privato. La proposta fu presentata da un

parlamentare laburista, Leo Abse, insieme ad un membro della Camera dei Lord, il Conte di Arran, che faceva parte del Partito conservatore, i quali menzionarono nella loro proposta il “The Report of the Committee on Homosexual Offences and Prostitution”, un documento redatto dalla

Commissione Wolfenden nel 1952, che aveva il compito di analizzare la questione dei reati legati alla condizione omosessuale e alla prostituzione;la conclusione consigliata nell’analisi della

commissione era quella della decriminalizzazione dell’omosessualità. La legge non aveva efficacia su tutto il territorio nazionale, ma solamente per l’Inghilterra e il Galles, per quanto riguarda la Scozia si dovette aspettare il 1980 mentre nell’Irlanda del Nord l’omosessualità fu depenalizzata nel 1982.

La norma del 1967 ebbe poi varie modifiche riguardanti soprattutto l’età del consenso: nel 1994 l’età del consenso fu abbassata da 21 a 18 anni, e successivamente con il Sexual Offences (Amendment) Act 2000 l’età del consenso fu definitivamente equiparata a quella prevista per le persone omosessuali, 16 anni.

Questa stagione di espansione nello sviluppo dei diritti durò circa un trentennio, fino all’avvento al governo dei conservatori nel 1979, con Margaret Thatcher, che iniziò un’opera di smantellamento della legislazione sociale, modificando una tendenza, che non era solo del partito Laburista ma che era stata anche del suo stesso partito, ad aumentare la spesa pubblica, che era diventata nel corso degli anni veramente elevata, per pagare la politica assistenzialista perpetrata fin dagli anni ‘50. Il nuovo corso della politica inglese inaugurato dalla Thatcher si rivolse soprattutto a una serie di diritti sociali legati al mondo del lavoro e soprattutto al mondo sindacale circa cento anni dopo le prime norme che permisero la creazione di sindacati ufficiali e l’organizzazione di scioperi113.

Nel corso degli anni ottanta la Thatcher iniziò una campagna di democratizzazione delle organizzazioni sindacali, affermando in particolar modo che i leader di queste organizzazioni dovessero essere più responsabili nei confronti dei loro membri oltre al fatto che le decisioni sulle attività sindacali da intraprendere dovessero essere decise con la partecipazione degli iscritti alle organizzazioni. Queste preoccupazioni furono inserite in due Green Papers, il Trade Union Immunities del 1981 e il Democracy in Trade Unions del 1983 nei quali il governo attaccò le immunità e le prerogative che la legislazione esistente all’epoca concedeva ai sindacati. Innanzitutto dobbiamo ricordare l’Employment Act 1982, con il quale i sindacati divennero responsabili legalmente per gli atti compiuti durante attività sindacali. Nel 1984 fu emanato un nuovo Employment Act, in cui si intensificò l’attacco del Gabinetto Thatcher nei confronti dei sindacati, furono infatti imposte elezioni per l’individuazione delle classi dirigenti e l’obbligo di referendum per decidere le politiche sindacali da mettere in atto.

Nel Green Paper del 1987 furono inoltre individuati i cosiddetti New Rights, in particolar modo viene stabilito il diritto di lavorare nonostante un’attività sindacale in corso, come un picchettaggio o uno sciopero, senza che i lavoratori potessero essere per questo motivo oggetto di problemi o addirittura che possano subire procedimenti disciplinari da parte dei sindacati di appartenenza; lo sciopero iniziò ad essere visto non come un diritto ma piuttosto come un disturbo all’esercizio di un diritto, ovvero il diritto a lavorare.

Ultimo colpo, infine, al ruolo svolto dalle organizzazioni sindacali fu dato con l’Employment Act 1990, che eliminò l’obbligo per i lavoratori di affiliarsi ad una organizzazione sindacale per avere una qualche protezione nei confronti dei datori di lavoro, concedendo tali protezioni a livello legislativo.

Nonostante lo scopo espresso di tutti questi provvedimenti fosse quello di rendere le associazioni dei lavoratori più democratiche, in realtà lo scopo del Gabinetto Thatcher, nella sua ottica neo- liberale, era quello di ridurre il potere che queste associazioni avevano accumulato nel corso degli anni grazie anche all’attività dei governi precedenti e l’influenza politica da questi detenuta114.