• Non ci sono risultati.

f rIulI V enezIa g IulIa Gabriele Zanuttig

1

Agricoltura, agroindustria e agriturismo

Secondo i primi dati provvisori dell’ISTAT, nel 2012 la produzione lorda dell’a- gricoltura in Friuli Venezia Giulia è aumentata del 6,7%, attestandosi su 1.016 mi- lioni di euro, mentre pesca e silvicoltura hanno mostrato una diminuzione rispetti- vamente del 7,4% e 2.2% (Tab. 1). Se si analizzano i dati delle coltivazioni agricole, si registrano segni positivi per i cereali (3,3%), le coltivazioni industriali (91,1%), i legumi secchi (7,7%) e i prodotti vitivinicoli (15,2%). Il mais si conferma la coltu- ra più diffusa in regione e ha mostrato una modesta contrazione della produzione raccolta.

Nel 2012 il problema delle aflatossine in Friuli-Venezia Giulia è stato monito- rato, controllato e, in parte, superato. I prezzi di mercato del mais, pertanto, sono stati comunque elevati e hanno contribuito a sostenere il valore della produzione lorda. La ripartizione percentuale delle produzioni agricole vegetali, in termini di fatturato, sottolinea la prevalenza del comparto cerealicolo (costituito da grano- turco ibrido, frumento tenero e duro, orzo) con il 43,9%, seguito dal settore della vitivinicoltura (21,4%) e dalle colture industriali (10%). Le coltivazioni arboree (pe- sche, mele, pere, actinidia) costituiscono il 9,2% della produzione. L’orticoltura con il 5,6% occupa una posizione marginale tra le produzioni vegetali, tuttavia, a livello regionale, riveste una certa importanza. Il comparto zootecnico con 383 milioni di euro concorre per il 36% al valore della produzione e, nel complesso, mostra un aumento del fatturato del 4,4%, trainato dal comparto della carne 5,7%. Si registra- no incrementi consistenti per le produzioni di uova (31%), mentre il settore lattiero rimane praticamente invariato (0,2%). Secondo i dati ISTAT, nel 2011 le aziende agricole autorizzate all’esercizio dell’agriturismo, in Friuli-Venezia Giulia, sono 566 (+2,4%), per un totale di 22.764 posti a sedere e di 3.590 posti letto. Analizzando le concessioni per tipologia, 285 sono autorizzate all’alloggio, 429 alla ristorazione, 10 alla degustazione e 230 ad altre attività.

La distribuzione degli agriturismi nelle province vede prima tra tutte Gorizia (360), a seguire Trieste (100), Udine (62) e infine Pordenone (44).

Tab.1 - Produzione e valore aggiunto ai prezzi di base del settore primario valori correnti (migliaia di euro %)

ProdottI 2010 2011 2012 Var % rispetto al 2010

Agricoltura Coltivazioni agricole 372.893 450.871 490.826 8,9 Coltivazioni erbacee 200.901 277.591 304.229 9,6 Cereali 133.234 208.639 215.511 3,3 Legumi secchi 616 837 902 7,7 Patate e ortaggi 21.173 27.968 24.819 -11,3 Coltivazioni industriali 30.380 25.759 49.231 91,1

Fiori e piante da vaso 15.499 14.388 13.766 -4,3

Coltivazioni foraggere 17.770 21.152 18.283 -13,6

Coltivazioni legnose 154.222 152.127 168.314 10,6

Prodotti vitivinicoli 91.456 91.480 105.359 15,2

Altre legnose 47.786 46.455 45.293 -2,5

Allevamenti zootecnici 329.794 366.896 383.005 4,4

Prodotti zootecnici alimentari 329.758 366.857 382.962 4,4

Carni 193.072 214.490 226.672 5,7

Latte 122.652 137.918 137.588 -0,2

Uova 13.132 13.447 17.621 31,0

Miele 903 1.002 1.082 8,0

Produzioni zootecniche non alimentari 36 39 42 8,2

Attività di supporto all’agricoltura 128.685 134.366 142.329 5,9

Produzione di beni e servizi per prodotto 831.372 952.133 1.016.160 6,7

(+) attività secondarie* 38.312 42.705 41.499 -2,8

(-) attività secondarie 5.602 6.732 6.578 -2,3

Produzione di beni e servizi ai prezzi base 864.082 988.105 1.051.081 6,4

Consumi intermedi ai prezzi d’acquisto 534.224 583.843 614.924 5,3

Valore aggiunto ai prezzi base 329.858 404.262 436.157 7,9

Silvicoltura

Produzione di beni e servizi ai prezzi base 9.497 9.039 8.840 -2,2

Consumi intermedi ai prezzi d’acquisto 2.024 1.991 1.834 -7,9

Valore aggiunto ai prezzi base 7.472 7.048 7.005 -0,6

Pesca

Produzione di beni e servizi ai prezzi base 83.623 85.524 79.130 -7,5

Consumi intermedi ai prezzi d’acquisto 32.749 34.819 35.600 2,2

Valore aggiunto ai prezzi base 50.874 50.705 43.530 -14,1

Agricoltura, Silvicoltura Pesca

Produzione di beni e servizi ai prezzi base 957.202 1.082.668 1.139.050 5,2

Consumi intermedi ai prezzi d’acquisto 568.998 620.653 652.358 5,1

Valore aggiunto ai prezzi base 388.204 462.015 486.692 5,3

Fonte: elaborazioni INEA su dati ISTAT (2013).

* Per attività secondaria va intesa sia quella effettuata nell’ambito della branca di attività agricola e quindi non separa- bile, vale a dire agriturismo, trasformazione del latte,frutta e carne, evidenziata con il segno (+), sia quella esercitata da altre branche d’attività economica nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commercia- li), evidenziata con il segno (-).

Friuli Venezia Giulia

2

Norme ed accordi locali

Gli interventi promuovono e attuano iniziative finalizzate all’accoglienza e integra- zione sociale dei cittadini immigrati. Le norme sull’immigrazione predisposte dalla Re- gione Friuli-Venezia Giulia sono contenute nella legge regionale n. 9/2008, che, all’art. 9 comma 22 definisce il “Fondo in materia di immigrazione”, il cui utilizzo può avvenire sulla base di un Programma annuale approvato dalla Giunta Regionale. Obiettivo generale del “Programma immigrazione 2012” della Regione Friuli-Venezia Giulia è la realizzazione delle 14 azioni previste all’interno dei 6 ambiti d’intervento, la cui metodologia è incen- trata sul potenziamento del lavoro di rete, poiché, in un settore complesso come è quello dell’immigrazione, agire in partenariato risulta di fondamentale importanza per integrare interventi di tipo diverso e complementari.

L’ambito 1° “Istruzione e formazione” permane prioritario nella programmazione de- gli interventi, quattro sono le azioni individuate al suo interno:

1.1 - “Bando integrazione scolastica degli allievi stranieri”, 1.2 - “Progetti territo- riali”, 1.3 - “Moduli formativi di lingua italiana ed educazione civica”, 1.4 - “Formazione, supporto e servizi”.

Le prime due azioni sono finalizzate ad effettuare interventi in favore delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie, per sostenere, nei diversi livelli d’istruzione, l’integrazione scolastica degli allievi stranieri. Le altre due azioni (1.3 e 1.4), rivolte agli adulti stranieri, prevedono l’effettuazione di corsi di italiano e di educazione civica su tutto il territorio re- gionale (presso le sedi dei Centri territoriali permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta - CTP) e sono realizzate in stretta collaborazione con il Ministero dell’Interno e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

L’ambito 2° “Casa” è attuato in continuità con gli anni precedenti e consiste nella realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi sociali all’abitare.

Gli ambiti 3° “Socio sanitario” e 4° “Informazione” comprendono le diverse iniziative che riguardano l’accesso ai servizi informativi per stranieri (sportelli informativi, orienta- mento, mediatori culturali, ecc.); il primo è realizzato in accordo con gli enti del servizio sanitario regionale, il secondo mediante l’attuazione dei piani territoriali, predisposti in stretta collaborazione con le Amministrazioni Provinciali, in risposta alle specifiche esi- genze del territorio.

La “protezione sociale” è collocata all’ambito 5°, un ambito che si caratterizza per l’importante ruolo di capofila assunto dalla Regione in due fondamentali reti di partenaria- to; la prima, relativa all’azione 5.1 “Programmi in FVG contro la tratta”, attiva già da diversi anni e che nel 2012 aumenta il numero di soggetti pubblici e privati coinvolti; la seconda, connessa all’attuazione dell’azione 5.2 “Richiedenti asilo e rifugiati”, è in fase di avvio e nasce dall’evoluzione dei progetti inerenti le attività di raccordo con il sistema SPRAR (si- stema protezione richiedenti asilo e rifugiati).

L’ambito 6° “indagini, ricerche e sperimentazioni” completa l’insieme delle attività 2012 e, in continuità con le programmazioni precedenti, è contraddistinto dal prevedere interventi di supporto alle azioni di settore, mediante la realizzazione della azioni 6.1 - “Annuario statistico immigrazione”, 6.2 - “Fondi comunitari”, 6.3 - “Indagini e ricerche”.

3

I dati ufficiali

Secondo il Ministero dell’Interno a fine 2012 il numero degli extracomunitari sog- giornanti in Friuli Venezia Giulia, si attestava su 93.243 unità. Il 21,6 % delle presenze è rappresentato da minori di 14 anni. Considerando solo i cittadini con età maggiore di 14 anni (tabella 2) si osservano 73.053 soggiornanti (solo 21 presenze in più rispetto al 2011) con una leggera prevalenza del genere femminile (50,7%). Rispetto alla situazione naziona- le, la Regione assorbe il 2,4% degli extracomunitari soggiornanti in Italia. Le Provincie di Udine e di Pordenone, pressoché in egual misura, registrano la maggior parte delle presen- ze regionali (66%), seguono Trieste e Gorizia con il 20,6 e il 12%. Analizzando le variazioni percentuali rispetto al 2011 si osserva che le presenze a livello regionale sono rimaste invariate (0,03%), mentre a livello provinciale si notano delle modeste variazioni, positive nella provincia di Udine (2%) negative a Pordenone (-2,86%).

Tab. 2 - Extracomunitari soggiornanti - 2012

Femmine Maschi Totale

Extracomunitari con età maggiore di 14 anni - valore assoluto

Gorizia 3.612 5.395 9.007

Pordenone 12.783 10.803 23.586

Trieste 7.437 7.732 15.169

Udine 13.203 12.088 25.291

Friuli Venezia Giulia 37.035 36.018 73.053

variazione % sull’anno precedente

Gorizia 1,47 1,71 1,61

Pordenone -1,99 -3,82 -2,83

Trieste 0,91 -0,41 0,24

Udine 2,11 1,90 2,01

Friuli Venezia Giulia 0,39 -0,34 0,03

Extracomunitari (compresi i minori di 14 anni) - valore assoluto

Friuli Venezia Giulia 46.788 46.455 93.243

Fonte: elaborazione INEA su dati Ministero dell’Interno 2012.

Da segnalare l’inasprimento degli oneri relativi alla richiesta o al rinnovo dei permes- si di soggiorno: dal 30 gennaio, è stata istituita una nuova tassa. Nel dettaglio, gli stranieri devono pagare 80 euro per i permessi di soggiorno di durata superiore a tre mesi e inferiore o pari a un anno; 100 euro per i permessi di soggiorno di durata superiore ad un anno ed inferiore o pari a due; 200 euro per il rilascio del permesso di soggiorno Ce per i soggior- nanti di lungo periodo. La somma, si aggiunge ai 27,50 euro del permesso di soggiorno in formato elettronico e ai 30 del servizio di accettazione delle istanze sottoposte a bollo.

Secondo quanto riportato dall’INPS, nel 2011 il numero di dipendenti agricoli occu- pati in Friuli-Venezia Giulia ammontava a 11.547 unità. L’84,4% è rappresentato da citta- dini comunitari comprendenti anche i lavoratori italiani, mentre il rimanente 15,6% è rap- presentato dagli extracomunitari. Nella tabella 3 vengono riportati i dipendenti agricoli per tipologia di contratto (Operai a tempo determinato e indeterminato: OTD e OTI), metten- do in evidenza le percentuali degli extracomunitari nell’arco del quinquennio 2007–2011 (nei dati delle tabelle 3 e 4 sono presenti approssimazioni). Dai dati emerge un andamento decrescente e costante dei contratti lavorativi agricoli in generale, specialmente per quelli

Friuli Venezia Giulia

a tempo determinato, mentre per gli extracomunitari si registra un picco di presenze nel 2008, mentre per gli altri anni è rimasto pressoché costante. I contratti a tempo indetermi- nato stipulati dagli extracomunitari nel 2011 sono 271, circa il 75% in più rispetto all’anno precedente, e sono gli unici che abbiano segnalato un incremento sostanziale.

Tab. 3 - Dipendenti agricoli per tipologia di contratto lavorativo

2007 2008 2009 2010 2011 2011/2010 Var

(%)

Operai a Tempo Indeterminato 2.504 2.548 2.507 2.444 2.479 1,4

N° extracomunitari 173 185 165 155 271 74,8

% extracomunitari 6,9 7,3 6,6 6,3 10,9

Operai a Tempo Determinato 11.434 10.927 9.650 9.424 9.228 -2,1

N° extracomunitari 1.558 1.754 1.602 1.569 1.559 -0,6

% extracomunitari 13,6 16,1 16,6 16,6 16,9

Totale 13.723 13.256 12.004 11.738 11.547 -1,6

n° extracomunitari 1.700 1.905 1.744 1.707 1.799 5,4

% extracomunitari 12,4 14,4 14,5 14,5 15,6

Nota: informazioni rese disponibili dall’INPS e riferite ai lavoratori stranieri (comunitari ed extracomunitari) assunti come OTI e OTD. Nei cittadini comunitari sono aggregati anche i lavoratori italiani, non riportati separatamente.

Fonte: elaborazione INEA su dati INPS.

La tabella 4 evidenzia il fenomeno dei lavoratori extracomunitari nel 2011 con varie tipologie di impiego a livello provinciale.

Tab. 4 - Occupati extracomunitari per tipologia di contratto, provincia e sesso-2011

OTI OTD TOT

femmine maschi totale femmine maschi totale femmine maschi totale

Gorizia 3 26 29 70 160 230 72 185 257

Pordenone 11 92 103 287 427 714 298 510 808

Trieste 0 23 23 3 16 19 3 34 37

Udine 15 101 116 161 435 596 176 521 697

Friuli Venezia Giulia 29 242 271 521 1.038 1.559 549 1.250 1.799

Fonte: dati INPS

4

L’indagine INEA

4.1 Entità del fenomeno

Il numero degli stranieri impiegati in agricoltura è 4.375 di cui 2.882 comunitari e 1.493 extracomunitari. Rispetto al 2011 si registra un incremento del 15% con una varia- zione di 239 unità. Considerando la ripartizione a livello provinciale, Pordenone garantisce occupazione per circa il 50% dei lavoratori agricoli stranieri, seguita da Udine con il 28%,

Gorizia con il 20% ed infine Trieste con un numero esiguo. Osservando la distribuzione per genere, persiste un sostanziale equilibrio fra i sessi, anche se prevalgono ancora i lavoratori agricoli maschi (63,7%), e per la maggior parte di giovane età compresa tra i 20 e i 45 anni. Nel 2012 viene quindi confermato un costante ricorso alla manodopera immigrata, nono- stante la crisi economica in corso e nonostante un apparente maggiore disponibilità degli italiani a lavorare nelle campagne.

4.2 Le attività svolte

Il settore agricolo del Friuli-Venezia Giulia impiega i lavoratori immigrati nelle fasi cruciali della raccolta delle produzioni viticole e frutticole e nell’attività del vivaismo viti- colo. Si stima che per queste attività a carattere stagionale nel periodo agosto-novembre siano presenti circa 3.000 unità. Tra gli stranieri impiegati nello svolgimento delle attività agricole colturali 1.400 sono collocati nella viticoltura, 1.000 nel settore delle colture arbo- ree, 950 nel settore del florovivaismo, di cui l’80% nel vivaismo viticolo e 210 nell’orticoltu- ra. Una parte dei rumeni e dei polacchi occupati nei barbatellai anticipano l’arrivo di una ventina di giorni per trovare occupazione nella raccolta della frutta in particolar modo di kiwi e mele. Impieghi nelle colture industriali e nella silvicoltura mostrano 420 e 59 unità assunte rispettivamente. Per il comparto zootecnico si registra un significativo numero di lavoratori stranieri (150 unità) di cui il 56% di origine extra UE. La produzione richiede at- tenzione e responsabilità specialmente nell’allevamento delle vacche da latte. Queste man- sioni spesso vengono affidate a persone di origine indiana per la loro attitudine a svolgere determinate operazioni, ma anche ad italiani, poiché le aziende di medie e piccole dimen- sioni tendono a strutturarsi con familiari. Rappresentativa è anche la presenza di immigra- ti nel settore agrituristico (95 unità), occupati nelle operazioni di pulizia delle camere, di servizio ai tavoli, in cucina e in altre funzioni caratterizzanti l’attività agrituristica. Nelle attività di trasformazione dei prodotti agricoli si confermano le presenze di immigrati con circa 200 addetti. Nelle attività di commercializzazione trovano occupazione 50 stranieri nel comparto ortofrutticolo, 15 nelle lattiero caseario ed infine 12 nella vendita delle carni.

4.3 Le provenienze

Gli immigrati che trovano occupazione in agricoltura provengono in larga parte dai paesi dell’Europa Centro-Orientale: rumeni, sloveni, polacchi, albanesi rappresentano, in- fatti, quasi il 60% del totale (Tab. 5). In particolare i rumeni si confermano il gruppo più numeroso con 1.580 unità (36% del totale). Nel complesso il peso dei lavoratori africani è dell’8%, le comunità più rappresentative sono i ghanesi (3,9%), i burkinabè (3%) e i ma- rocchini (1,4 %). Gli sloveni, favoriti dalla vicinanza del confine, sono una presenza con- solidata principalmente nelle province di Udine, Gorizia e Trieste. Nel pordenonese dove è diffusa la frutticoltura e il vivaismo viticolo, la prevalenza di manodopera è di origine romena o polacca.

Friuli Venezia Giulia

Tab. 5 - Classifica dei lavoratori stranieri per paese di provenienza

Paese di provenienza Femmine Maschi Totale %

Romania 504 1.076 1.580 36,1 Slovenia 267 380 647 14,8 Polonia 234 318 552 12,6 Albania 126 143 269 6,1 Ghana 98 71 169 3,9 India 22 126 148 3,4 Burkina Faso 45 88 133 3,0 Filippine 8 67 75 1,7 Bosnia-Erzegovina 37 32 69 1,6 Marocco 13 50 63 1,4 Moldova 15 39 54 1,2 Serbia 20 33 53 1,2

Macedonia, ex Rep. Jugoslavia 19 34 53 1,2

Ucraina 20 31 51 1,2 Slovacchia 19 22 41 0,9 Bangladesh 1 37 38 0,9 Nigeria 10 27 37 0,8 Croazia 17 18 35 0,8 Tunisia 2 27 29 0,7 Egitto 21 21 0,5 Altri 111 147 258 5,9 Totale 1.588 2.787 4.375 100

Fonte: elaborazione INEA su dati Servizio osservatorio mercato del lavoro –Regione Friuli Venezia Giulia (2013).

4.4 Periodi ed orari di lavoro

Il principale elemento che identifica il lavoro svolto dagli immigrati è la marcata stagionalità. Le attività si distribuiscono durante l’anno seguendo le principali necessità in campo dei processi produttivi colturali. La domanda di lavoro da parte degli imprenditori inizia in tarda primavera con la raccolta delle ortive per proseguire in estate anche con la raccolta della frutta. Tra agosto e ottobre la vendemmia assorbe una buona parte della manodopera impiegata nei comprensori viticoli, specialmente nelle zone collinari dove sia per la ricerca della qualità che per necessità logistiche non è possibile utilizzare le vendem- miatrici meccaniche. Un altro picco di utilizzo della manodopera straniera è osservabile da fine ottobre ai primi di novembre, periodo di raccolta della frutta (mele e kiwi). Nelle azien- de viticole e frutticole, l’impegno si protrae per la potatura secca da novembre a febbraio: l’operazione richiede personale adatto e qualificato, poiché l’operazione va ad incidere sulla quantità e sulla qualità dei prodotti.

Nel pordenonese ed in alcuni comuni limitrofi della provincia di Udine, l’attività vivaistica delle barbatelle e piante marze assorbe una forte manodopera distribuita in più periodi dell’anno. Le fasi lavorative relative alla coltivazione delle barbatelle si dividono in quattro periodi: a novembre-dicembre avviene la “raccolta del legno”, a gennaio-febbraio

la preparazione e l’innesto, a maggio-giugno il trapianto e infine a novembre-dicembre lo sterro delle barbatelle.

Le aziende zootecniche tendono a impiegare personale immigrato in modo conti- nuativo nel corso dell’anno.

Come prescritto dai contratti di lavoro, l’orario è stabilito nella misura di 39 ore set- timanali pari a ore 6:30 giornaliere per un totale di ore lavorative annue pari a 2.028. L’o- rario medio di lavoro in funzione dei comparti produttivi e delle attività è di 6,5-7 ore, con punte massime di 8-10 ore giornaliere. Nel settore zootecnico per gli addetti alla custodia e alla cura degli allevamenti l’orario di lavoro giornaliero può avere carattere discontinuo specialmente nelle aziende con dimensioni medio piccole. Ove le mansioni di stalla non assorbono completamente l’orario, gli addetti prestano la differenza delle ore in altri lavori aziendali.

4.5 Contratti e retribuzioni

Nel 2012 è stato siglato un verbale di accordo per il rinnovo del contratto provinciale di lavoro per gli operai agricoli e florovivaistici della provincia di Udine. Lo stesso contratto viene applicato alle altre province della regione. L’unica variazione rilevata riguarda alcune figure professionali. Le tabelle salariali del nuovo contratto sono entrate in vigore il 1° no- vembre 2012, precedentemente a questa data venivano applicati i contratti provinciali con efficacia dal 1° gennaio 2011. Il contratto prevede per il 2012 una paga base per gli operai a tempo determinato che varia dagli 8,87 euro per gli operai comuni e 9,75 euro per i qualifi- cati, fino ad arrivare agli 11,26 euro l’ora per gli specializzati super. Tale accordo introduce alcune modifiche al precedente contratto provinciale e definisce gli aumenti da applicare alle retribuzioni salariali, prevedendo, in particolare, un aumento del 3%. Per i lavoratori a tempo indeterminato il salario mensile degli operai comuni ammonta a 1.149,93 euro e a 1.264,34 per i qualificati, fino a 1.459,95 euro per uno specializzato super.

Una forma d’irregolarità rilevata è la contrattazione “in grigio” ovvero la dichiarazio- ne di un numero di giornate inferiore a quelle svolte realmente. In questi casi, gli orari di lavoro sono superiori ai limiti contrattuali e una parte del pagamento avviene “fuori busta”. Tale pratica avviene non tanto nei periodi di lavoro più intenso (vendemmia o periodo di raccolta), quanto nei mesi dove il controllo da parte degli organi preposti è basso. Secon- do le informazioni acquisite tramite le interviste a testimoni privilegiati, tale situazione interessa circa il 20-30% dei contratti e il fenomeno appare limitato quasi esclusivamente alle aziende di medio-piccole dimensioni dove la riduzione dei costi amministrativi in- fluenza significativamente il reddito aziendale. Stime prudenziali indicano un rapporto tra giornate dichiarate e giornate effettive pari all’85-90%. Nella maggior parte dei casi tale situazione non viene segnalata dai lavoratori poiché temono di non essere richiamati per un nuovo incarico, e percepiscono come una grande difficoltà un’eventuale rivendicazione del posto di lavoro.

4.6 Alcuni elementi qualitativi

Le informazioni di natura qualitativa rilevate nel corrente anno non evidenziano va- riazioni significative sulla descrizione del fenomeno dell’immigrazione straniera. Il lavoro è la motivazione principale che spinge gli operai agricoli a venire in Friuli Venezia Giulia,

Friuli Venezia Giulia

giungendo in queste zone tramite passaparola di amici o di familiari. I datori di lavoro in- staurano, generalmente, un rapporto di fiducia con i dipendenti e tendono a rivolgersi agli stessi lavoratori nel corso degli anni o a consultarli per la ricerca di nuovo personale. La presenza di connazionali inseriti nel tessuto sociale facilita l’integrazione all’interno del gruppo di immigrati e i rapporti con il datore di lavoro. In questo modo risultano minori anche i problemi di comprensione dovuti alla conoscenza della lingua. La presenza di un certo numero di dipendenti della medesima nazionalità ha favorito, inoltre, la crescita di piccole comunità all’interno di uno specifico settore. Ad esempio, nella zona di Udine una sessantina di lavoratori filippini dipendenti di una società di servizi per la viticoltura, si dimostrano molto attenti e inseriti nella vita sociale. Un altro esempio è riscontrabile nelle cooperative dei prosciuttifici di San Daniele del Friuli dove è presente una comunità gha- nese e senegalese. Si tratta di una trentina di impiegati nella lavorazione della carne di cui la metà assunti a tempo indeterminato.

L’origine dei lavoratori immigrati operanti nel settore agricolo si può raggruppare sulla base di una determinata propensione a svolgere alcune mansioni, grazie all’esperien- za maturata in alcuni settori, come per esempio: rumeni e polacchi per il vivaismo viticolo, sloveni per attività relative alla viticoltura (potature, trattamenti, vendemmia) indiani per il settore zootecnico. Per quanto riguarda l’alloggio solo il 10% si affida al datore di lavoro, mentre il 90 % risiede in affitto nei paesi limitrofi. In particolar modo rumeni, polacchi e ungheresi si fermano solo per i periodi stagionali per poi ritornare nei paesi di origine nelle pause lavorative. Gli sloveni trovano opportunità di lavoro nelle aziende dei comprensori viticoli del Collio, dei Colli orientali e delle aree vicine al confine con la Slovenia. Oltre alle aziende vitivinicole c’è richiesta di cuochi e camerieri nelle aziende agrituristiche. Nella maggior parte dei casi si instaura un buon rapporto tra dipendenti e datore di lavoro. Le aziende strutturate iscrivono i dipendenti ai corsi di formazione previsti dalla normativa sulla sicurezza e sull’utilizzo di macchinari. In regione sono presenti alcune imprese agri- cole di grandi dimensioni che arrivano ad avere fino a 150 lavoratori. Inoltre, nelle aziende agrituristiche e negli spacci aziendali sono presenti lavoratrici che provengono dal settore delle badanti di età compresa tra i 25 – 40 anni con buone capacità e conoscenza della lingua.

4.7 Prospettive per il 2013

Probabilmente la domanda di lavoro si sposterà da settori consolidati, come la zoo- tecnia da latte o da carne, a settori che risultano più emergenti, quali il florovivaismo, la gestione del verde pubblico. Infatti, nell’ultimo anno alcune aziende per diversificare si sono adoperate per la manutenzione del verde e sfalci. Inoltre, gli agriturismi e le aziende di piccole dimensioni per incrementare gli introiti contano su aperture di spacci azien- dali a fiere o banchetti di vendita collocati su arterie turistiche. In tendenza con l’anda-