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l IgurIa Alberto Sturla

3 Dati Ufficial

La figura 1 mostra l’andamento del numero di soggiornanti stranieri in Liguria nel quinquennio 2008–2012. Tuttavia, benché il loro numero sia in continuo aumento, il tasso di incremento è andato via via affievolendosi, passando dal 50% del biennio 2009/2008 all’1,5% del biennio 2012/2011.

Nel 2012 il 55% circa degli extracomunitari ha preso domicilio in Provincia di Geno- va; il capoluogo ligure svolge un ruolo di vero e proprio polo attrattivo, anche in considera- zione del fatto che, nel resto della Liguria, il numero di soggiornanti è diminuito, dal 2008 al 2012, di circa 2 punti percentuali.

Un’analisi dei dati INPS (Tab.1), riferiti al numero di stranieri impiegati a tempo de- terminato e indeterminato, mostra un costante aumento del numero di lavoratori, almeno fino al 2011, ultimo anno per cui è disponibile il dato. In particolar modo, si nota una netta prevalenza di lavoratori stranieri nelle province di Imperia e Savona: significativamente quelle a più spiccata vocazione agricola.

Le province del Ponente Ligure nel 2011 ospitavano il 93% dei lavoratori stranieri assunti a tempo determinato. Anche gli impiegati a tempo indeterminato si concentrano soprattutto nelle province di Imperia e Savona, ma negli anni presi in considerazione nella tabella si nota una forte diminuzione della loro percentuale sul totale regionale, dovuta soprattutto ad una redistribuzione delle loro presenza sul territorio: ad una diminuzione del loro numero a Ponente ha coinciso un aumento nelle province di Genova e La Spezia.

Liguria

Fig.1 - Numero di soggiornanti stranieri - 2008- 2012

Fonte: Ministero dell’Interno.

Tab. 1 - Lavoratori stranieri impiegati a tempo determinato e indeterminato

2007 2008 2009 2010 2011

OTD OTI OTD OTI OTD OTI OTD OTI OTD OTI

Genova 39 48 58 67 65 63 73 66 83 83 Imperia 256 60 343 73 492 79 515 75 541 79 La Spezia 44 22 40 27 50 29 60 26 57 37 Savona 905 140 998 148 1.092 160 1.205 110 1.289 104 Liguria 1.244 270 1.439 315 1.699 331 1.853 277 1.970 303 Fonte: INPS - 2012.

I dati forniti dagli osservatori provinciali del mercato del lavoro mostrano un notevo- le aumento degli avviati al lavoro nel 2012 (+42% rispetto al 2011). La variazione positiva è particolarmente sostenuta nel caso dei lavoratori agricoli, il cui numero è praticamente raddoppiato, e degli avviati al lavoro nel terziario, aumentati del 46% rispetto all’anno pre- cedente.

Bisogna, tuttavia, notare che il numero degli avviati al lavoro per la prima volta è notevolmente inferiore a quello fornito dai centri per l‘impiego in quanto, verosimilmente, ogni lavoratore è titolare di più contratti di lavoro. Secondo un indagine dell’INAIL, infatti, in Liguria solo il 39% dei contratti che riguardano gli extracomunitari ha durata superiore ai 4 mesi, mentre si ha un 7% di rapporti di lavoro della durata di un solo giorno.

Il numero degli iscritti ai Centri per l’impiego, invece, è diminuito del 30%. Si tratta di un effetto secondario della crisi occupazionale, in quanto la scarsa capacità attrattiva dei mercati locali ha sicuramente concorso a ridurre i flussi migratori in entrata.

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L’indagine INEA

4.1 Entità del fenomeno

Nel complesso, il numero di extracomunitari impiegato in agricoltura è diminuito di circa il 10% rispetto al 2011 mentre si è avuta una diminuzione pari al 11% delle giornate complessivamente lavorate. Il fabbisogno di manodopera extracomunitaria è in diminuzio- ne, tuttavia gli extracomunitari rimangono una componente fondamentale dell’agricoltura ligure, soprattutto del settore ortoflorovivaistico, che occupa l’83% dei lavoratori stranieri.

Nel settore delle colture ortive ed ornamentali il numero di impiegati è diminuito del 13%. A differenza del 2011, a questa contrazione del numero di occupati ha fatto seguito una diminuzione delle giornate lavorate pro-capite. Non essendoci stata una redistribu- zione del carico lavorativo, si è avuta quindi una effettiva diminuzione delle opportunità lavorative.

Variazioni negative più contenute hanno interessato le colture arboree, anche se con- centrate soprattutto nel settore olivicolo, che ha perso il 10% degli addetti extracomunitari. Anche in questo caso ad una diminuzione degli addetti ha fatto seguito un lieve decre- mento delle ore lavorate, quantificabile in circa il 5% in meno rispetto al 2011 per tutte le categorie di mansione. Il numero di lavoratori della viticoltura è invece rimasto stabile rispetto al 2011.

Nei settori “minori” (zootecnia, pesca e selvicoltura), non si sono registrate variazio- ni di rilievo, sia in termini di addetti che di ore lavorate.

Lo stock di lavoratori impiegati nell’agriturismo è ulteriormente diminuito (-5% cir- ca) ma, analogamente a quanto verificatosi nel 2011, il numero di giornate di impiego pro capite è aumentato variando da un incremento del 5% per le operazioni di pulizia stanze, al 2% per tutte le atre attività. Non si sono avute variazioni di rilievo per le mansioni di cucina e di sala.

Liguria

4.2 Le attività svolte

Gli extracomunitari sono per lo più impiegati come braccianti agricoli, che sono in grado di prestare la loro manodopera soprattutto per le operazioni di raccolta o altre mansioni generiche. La diminuzione del numero di braccianti impiegato nelle aziende con- ferma, a livello di comparto, la tendenza ad assumere sempre meno persone, anche tra gli stagionali, come effetto della progressiva riduzione delle sedi di impresa. Significativamen- te, la figura del bracciante agricolo, che fino al 2010 era tra le prime dieci opportunità di impiego per gli extracomunitari, nel 2012 non appare nemmeno in classifica, mentre nel 2005 il 56% dei fabbisogni di manodopera extracomunitaria era destinata a mansioni non specializzate in agricoltura.

Nell’ ortoflorovivaismo questi lavoratori sono impiegati essenzialmente nella raccolta o nella messa in vaso, mentre l’olivicoltura, la viticoltura e la frutticoltura ricorrono alla manodopera extracomunitaria per le fasi di potatura, per la raccolta e per le attività con- nesse alla trasformazione.

Operai con un maggior grado di specializzazione si trovano negli allevamenti e nell’ industria della trasformazione. Le attività agrituristiche invece richiedono operatori di ristorazione (aiuto cucina) e camerieri di sala.

4.3 Le provenienze

Le organizzazioni sindacali rilevano come, in generale, la maggior parte degli impie- gati in agricoltura provenga dalla zona del Maghreb, prima fra tutte il Marocco. L’albenga- nese ospita 2.500 persone immigrate: secondo un indagine del centro studi Medì da que- sto bacino deriva il 70% della manodopera impiegata nell’agricoltura ingauna. Il numero di lavoratori proveniente dall’Est Europeo (Romania ed Albania) è in continuo aumento, in quanto l’agricoltura ha accolto parte dei lavoratori impiegati nei settori che nel corso dell’anno hanno conosciuto una diminuzione degli organici.

4.4 Periodi ed orari di lavoro

Per quanto riguarda i periodi e gli orari di lavoro si rimanda a quanto pubblicato nel Rapporto Immigrati, 2011 (www.inea.it).

4.5 Contratti e retribuzioni

L’analisi dei fabbisogni stimati dai Centri per L’impiego mostra come, nel 2012, il 30% delle richieste dei datori di lavoro per extracomunitari da impiegare in agricoltura è stato riguardo contratti stagionali, mentre le richieste per lavoratori a tempo determinato ammontano al 60%.

Si conferma, quindi, la tendenza, già verificata nel 2011, alla progressiva sostituzione dei contratti di lavoro stagionale con quelli a tempo determinato. Si ha invece un notevole aumento delle richieste per braccianti da assumersi a tempo indeterminato (+40%).

Le paghe orarie previste variano a seconda dei diversi settori agricoli, del tipo di rapporto lavorativo e del livello di specializzazione, sono comunque comprese tra i 7,30 €/ ora ed i 10,20 €/ora.

Nel 2012 sono continuate le forme di impiego irregolare, soprattutto nell’orticoltura e nella floricoltura. La forma prevalente di irregolarità riguarda il riconoscimento parziale delle giornate lavorative in busta paga. Le forme di impiego irregolare sono più frequenti in zootecnia e negli agriturismi, dove assumono soprattutto l’aspetto del mancato rispetto delle norme di sicurezza e degli orari di lavoro; inoltre, ai dipendenti delle aziende agrituri- stiche è spesso richiesto di dedicarsi ad altre attività che, sebbene non connesse all’agritu- rismo, rientrano comunque in quelle relative alla conduzione dell’azienda agricola.

4.6 Alcuni elementi qualitativi

La maggior parte delle attività svolte dalla manodopera extracomunitaria è ascri- vibile al profilo di “bracciante agricolo”; nel settore floricolo, si conferma una maggiore presenza di figure specializzate. Si tratta di un effetto della difficile congiuntura econo- mica, per cui le aziende impiegano in mansioni “low-skilled” anche persone con livello di competenza superiore a quello necessario per i compiti che gli sono stati affidati. L’analisi dei fabbisogni condotta dai centri per l’impiego, mostra come nel 2012, le aziende abbiano avuto necessità di solo quattro operai florovivaisti specializzati.

E’ stato segnalato un aumento di episodi di sfruttamento e caporalato: una piaga che negli ultimi anni pareva debellata ma che si trova in fase di recrudescenza soprattutto perché la crisi economica ha fatto sì che l’offerta di manodopera non specializzata fosse superiore alla domanda. Si tratta di episodi sporadici ma che assumono una forte connota- zione etnica, in cui reclutatore e lavoratori appartengono cioè al medesimo gruppo etnico. Alcuni sindacalisti fanno notare che a giudicare dal numero delle vertenze tra i lavoratori extracomunitari, rispetto ai lavoratori italiani, questo è molto più basso. A parità di con- dizione, buona parte dei casi di lavoro nero che interessano gli extracomunitari non viene quindi portato alla luce.

4.7 Prospettive per 2013

La programmazione transitoria dei flussi di ingresso per l’anno 2013 dei lavoratori stagionali extracomunitari assegna alla Liguria 395 quote di ingresso, soprattutto concen- trate in Provincia di Savona (75%), dove l’agricoltura traina la richiesta di questo tipo di lavoratori. Si ha quindi un’ulteriore contrazione del fabbisogno.

4.8 Imprenditoria agricola straniera

Secondo quanto riportato dalle Camere di Commercio, in Liguria, al 31 dicembre 2011, si contavano 302 imprese agricole gestite da stranieri, il 2,5% del totale. Sono per lo più situate in Provincia di Imperia (53%) e, verosimilmente, si tratta in buona parte di aziende condotte da francesi.

Considerando l’imprenditoria straniera nel suo complesso (Tab. 2) si nota come le aziende condotte da stranieri siano in costante aumento. Il rapporto tra imprenditori ex-

Liguria

tracomunitari e comunitari si mantiene pressoché costante negli anni (86% contro il 16%), ma, a livello provinciale, la percentuale di lavoratori autonomi è sensibilmente più alta nelle due province del Ponente, dove mediamente la quota di imprenditori comunitari si aggira attorno al 21%,

Il tasso di crescita dello stock di aziende gestite da stranieri è in continuo aumen- to negli anni presi in considerazione: dal 7,3% del biennio 2008/2009 a quasi il 10% nel 2011/2010.”

La maggior parte degli imprenditori stranieri viene dall’ Albania (19,6% sul totale, seguiti dai cittadini Marocchini (17,8%), Rumeni (8,0%) e dell’Ecuador (6,3%); da segnalare la crescita sostenuta della Cina che rappresenta il 5,1% dell’imprenditoria straniera.