L’utilizzo delle tecnologie, inizialmente concepito come quasi esclusivamente orientato al business, sta approcciando a nuovi settori d’intervento, col fine di supportare l’uomo anche in ambiti sociali e assistivi. Di fatto si sta vivendo un nodo epocale in cui l’uomo riesce ad istruire la macchina allo scopo di prevedere il comportamento e contribuire al miglioramento della qualità di vita dell’essere umano stesso. Sensori, Web 3.0, semantica e una buona dose di ingegno e competenza possono aiutare a migliorare la qualità della vita, ad iniziare da una più mirata assistenza sanitaria. Oggi viviamo un ossimoro in cui le aspettative di vita in termini di longevità sono direttamente proporzionali ad una crescente e insostenibile spesa pubblica.
Consapevole di questa criticità, la Regione Lazio ha deciso di finanziare un progetto, denominato dHome, che si prefigge l’obiettivo di fornire soluzioni all’avanguardia a servizio della società orientate al miglioramento della qualità della vita.
L’iniziativa si propone infatti una sfida motivante: supportare gli anziani e i soggetti svantaggiati in ambito di Ambient Assisted Living (AAL) e tecnologie assistive. Nello specifico, attraverso le attività di ricerca, sviluppo e prototipazione previste, dHome intende comprendere, tramite il contesto sociale e familiare dei soggetti target, gli aspetti relazionali, funzionali e le problematiche legate a disabilità cognitiva e fisica nella conduzione delle normali attività quotidiane, adottando un modello prospetticamente estendibile a soggetti sani ed autonomi. Un’ aggregazione di aziende con esperienze complementari e multi-competente sta realizzando una soluzione tecnologica intelligente ed integrabile, rivolta al controllo e gestione del daily living, che sia efficace sia per aumentare il livello di indipendenza e serenità in casa di soggetti che, per età o disabilità, non sono autosufficienti, sia per controllare in modo intuitivo e sostenibile le apparecchiature presenti in ambiente domestico o professionale, elevando il comfort abitativo e la sicurezza.
Attualmente, la concezione dell’ambiente abitativo, la sua organizzazione interna, le dotazioni tecnologiche e impiantistiche, i criteri costruttivi con cui è concepito, lo rendono spesso inadeguato a sostenere l’invecchiamento dei suoi abitanti sul piano della rispondenza ai requisiti dell’accessibilità, della permanenza e del good-living. È necessario altresì introdurre maggiore flessibilità nella concezione dell’ambiente abitativo, che dovrà essere continuamente adattato nella sua struttura morfologica e ammodernato nella sua capacità di erogare servizi con nuove tecnologie informatiche, telematiche e domotiche. In questo modo sarà possibile consentire alle fasce deboli di continuare a vivere al proprio domicilio e mantenere al contempo le proprie abitudini di vita, le proprie relazioni sociali, la propria libertà personale, ed evitare così l’isolamento sociale.
Il fenomeno è di fondamentale importanza perché va a modificare sensibilmente i modelli di consumo connessi alle possibilità economiche delle famiglie di anziani e delle persone con ridotta mobilità, nonché ai bisogni sociali e sanitari che accompagnano questa fascia di popolazione. Sebbene non necessariamente la parola anzianità coincida con quella di malattia, di disabilità o di emarginazione sociale, sicuramente l’invecchiamento della popolazione solleva problemi notevoli sul piano dell’assistenza pubblica, in particolare sull’incidenza del supporto istituzionalizzato ai soggetti con malattie croniche. Partendo da questa considerazione, il progetto dHome ha ideato nuovi modelli per i servizi di tele-soccorso e di tele-assistenza a cui le tecnologie della domotica e dell’ambient intelligence possono offrire soluzioni qualitativamente innovative e contribuire così al miglioramento sostanziale della qualità della vita in un quadro di contenimento dei costi. E’ necessario un tipo di intervento articolato che dall’ambito sanitario sconfini in quello sociale, con uno scambio vicendevole che coinvolge diversi attori : servizi sanitari e sociali, interventi di sostegno, home care, etc.
In dHome è prevista una soluzione applicativa ‘integrata’ capace di interfacciarsi con dispositivi domotici, smart sensor, health sensor sfruttando dei protocolli standard di comunicazione, permettendo da un lato, l’acquisizione ed elaborazione runtime dei parametri di sistema, dei dati ambientali e biologici al fine di costruire un modello di benessere personalizzato per l’occupante, dall’altro di monitorare costantemente il comportamento del soggetto, notificando eventi, individuando alterazioni o condizioni di criticità, sia da un punto di vista fisico - cadute, malori, perdita di conoscenza, infarti - che ambientale - eventi criminosi, effrazioni, incendi, terremoti, guasti ad elettrodomestici -.
DHome è un sistema concepito per consentire l’accesso ai servizi sanitari con l’utilizzo di interfacce intuitive e di gestire la propria abitazione e le apparecchiature interagendo con il sistema in vari modi: utilizzando un normale televisore con menù a schermo e/o in sintesi vocale, o tramite dispositivi tattili (es. tablet) dotati di microfono e altoparlante, tramite device con tastiera Braille interfacciate con il sistema, attraverso dispositivi di riconoscimento vocale, fino ai sensori 3D in grado di rilevare movimenti e quindi utili a riconoscere aberrazioni nel comportamento di soggetti con gravi disabilità. La connessione internet dell’impianto domestico integrato da dispositivi specifici permetterà di monitorare a distanza, attraverso un Contact Center lo stato del soggetto, rilevare eventuali parametri fisiologici per un controllo continuo dell’evoluzione dello stato di salute, svolgere attività di assistenza e consulto, fornire consigli e intervenire rapidamente in situazioni di emergenza.
In ambito sanitario l’Home Care avrà un ruolo sempre più rilevante in riferimento anche alle linee guida del Piano Sanitario Nazionale che prevede di “creare una rete integrata di servizi sanitari e sociali per l’assistenza ai malati cronici, agli anziani e ai disabili”.
Il sistema dHome trova immediata evidenza su diversi ambiti con un forte impatto sulla spesa e l’impegno pubblico, quali: deospedalizzazione precoce e riduzione dei ricoveri nelle patologie croniche limitando gli elevati costi di ospedalizzazione; il recupero funzionale e riabilitazione a domicilio per limitazioni motorie e disabilità permanenti o temporanee; i servizi per gli utenti anziani (affetti da limitazioni sensoriali e motorie) con riduzione dei ricoveri in strutture assistenziali dedicate; servizi domiciliari integrati di tele-medicina, tele-diagnosi, tele-monitoraggio, tele- consulto e tele-riabilitazione.
permettendo a soggetti esterni (es. medici, specialisti, assistenti sociali, volontari, parenti, amici) contemporaneamente, di ricevere dati ed eventi dal sistema, differenziati per contesto, conseguendo un aggiornamento intelligente sullo stato corrente del soggetto, allertando al presentarsi di una condizione di pericolo, e trasmettendo dati a supporto (cambio di terapia, dieta, programma di visite, eventuali test che il soggetto può fare a casa in autonomia, ad esempio per valutare il recupero della mobilità a seguito di un traumo o l’efficacia di una terapia farmacologica).
Non di meno, disponendo di informazioni aggiuntive fornite dai soggetti terzi coinvolti (es. record sanitari, anamnesi del paziente, traumi, malattie, terapie in corso e comorbilità, dieta), la soluzione sarà in grado di sfruttare dei sofisticati strumenti di analisi multivariata per individuare degli eventi di interesse sullo stato di salute e benessere del soggetto rapportato alla sua effettiva condizione fisica. Per esempio, potrà informare in modo automatico il medico curante del verificarsi di situazioni da attenzionare: insonnia, caduta, malore, crisi respiratoria, ridotta o scarsa nutrizione, mancata rispondenza a dei test reattivi opportunamente erogati tramite la piattaforma, oppure allertare gli assistenti e volontari o i familiari e gli amici della rete di prossimità, della mancanza di alcuni farmaci necessari per la terapia, oppure avvisare l’occupante che alcuni cibi sono scaduti o sono finiti, informando direttamente i fornitori referenziati per la consegna a domicilio.
I device, attraverso protocolli definiti di comunicazione, partecipano alla rete di sensori ed apparati a servizio dell’occupante, gestendo (attivando/disattivando) e fornendo informazioni al middle- layer sugli aspetti funzionali (apertura serramenti, accensione/spegnimento elettrodomestici, rilevamento carichi energetici), sistemistici (temperatura ambiente, umidità, presenza nei locali) e biologici (frequenza cardiaca, respiratoria, indicazioni sullo stato motorio del soggetto).
I moduli applicativi elaboreranno i dati catturati dalla rete di sensori e saranno concepiti in modo da essere facilmente integrabili, attraverso il supporto di una API (Application Programming Interface).
I moduli applicativi interagiscono con il Data Layer, a cui è demandato il compito di immagazzinare e gestire i dati di tutto il sistema, stabilendo le metodiche più appropriate per il trattamento e la sicurezza delle informazioni presenti. I servizi lato utente, a rappresentare il livello più alto dell’architettura proposta, saranno erogati sia attraverso un portale applicativo per il tramite di una serie di interfacce personalizzate (secondo il profilo del destinatario), che attraverso una console in uso all’occupante. Tali servizi richiameranno le funzioni rese disponibili dai moduli applicativi e da questi ultimi riceveranno i dati richiesti. Nel riflettere sulle potenzialità di dHOME, non ci si può esimere dal pensare ad una soluzione strutturata in una serie di elementi o sottomoduli costitutivi e confrontarne l’aderenza con diversi standard tecnologici aperti e consolidati, da cui attingere per preservare le componenti di integrabilità e flessibilità. Ciò permetterà di meglio apprezzare l’architettura convergente, attraverso cui la rete di sensori, attuatori e dispositivi di controllo sia governabile, per l’utente finale, per mezzo di un unica plancia di controllo, rendendo la console uno strumento familiare, intuitivo, indispensabile per il comando di una moderna soluzione assistiva all’interno di una residenza.
L’intendimento generale sarà quello di valorizzare il Daily Living, supportando il soggetto a meglio trascorrere il proprio quotidiano, ottimizzando contemporaneamente le risorse disponibili ed il comfort, concentrando il controllo di sistemi diversi (es. informatico, elettrico, telefonico, videocitofonico, di climatizzazione, di automazione e di sicurezza) per consentire un adeguato efficientamento energetico, provando al contempo a reinventare il concetto di tablet da semplice
strumento di controllo ad elemento d’arredo irrinunciabile.
Pertanto, un elemento di innovatività su cui in particolare lo studio di marketing e la ricerca di mercato dovranno insistere riguarderà proprio la grande attenzione al design del prodotto e dei pacchetti di servizi erogati, che avrà cura di elementi di estetica e funzionalità, insieme a quelli di fruibilità, praticità, efficienza, affidabilità, robustezza, velocità di installazione e sicurezza. Lo stesso device di controllo potrebbe consentire di consultare internet per reperire informazioni specifiche, news, prelevare ricette secondo le esigenze dell’individuo, aggiornare uno o più moduli funzionali, controllare da remoto l’ambiente in mobilità. Si potrebbe prevedere di predisporre una serie di servizi di info-tainment attraverso i quali gli utenti possano imparare a usare le funzionalità erogate, essere informati di variazioni nella terapia o nella dieta, rispondere a dei test reattivi per valutare il miglioramento/peggioramento delle prestazioni motorie, cognitive, sensoriali) o restare aggiornati accedendo ad un portale informativo previsto per la divulgazione di risultati sperimentali.
Il progetto dHome prevede l’integrazione con un sistema di comunicazione convergente che consenta l’utilizzo di un device con funzione di “terminale telefonico”, per pilotare e verificare lo stato del sistema, e che consenta di realizzare servizi quali la raccolta di rapporti di monitoraggio, controllo e “discovery” automatico dei servizi della rete, mediante i quali controllare lo stato dei dispositivi, acquisire informazioni in tempo reale e rilevare situazioni anomale nel valore o andamento dei parametri, grazie all’analisi effettuata da un sistema di supporto alle decisioni. dHome risulta coerente con programmi nazionali e comunitari, tra cui l’agenda digitale europea la quale, tra gli obiettivi ha anche quello di raddoppiare entro il 2015 il numero di anziani che vivono in maniera autonoma. Un impegno in questo senso, qualificato da investimenti rilevanti, viene in questo momento portato avanti anche attraverso il programma AAL (Ambient Assisted Living) che è mirato, attraverso soluzioni che chiamano spesso in causa la domotica, a ottenere vantaggi per gli europei più anziani. Si vuole innanzi tutto estendere il tempo nella giornata in cui questa fascia di persone possa vivere nel proprio ambiente preferito, ma l’idea è ovviamente anche quella di produrre benefici di tipo funzionale, collegati al fatto che nelle società che stanno progressivamente invecchiando sarà strategico ed economico sostenere il mantenimento della salute, aumentare la sicurezza, evitare l’isolamento, favorire la produttività di questo macro target di individui.