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Fase 4: Verifica finale della correttezza dei dati

La quarta ed ultima fase di questo primo processo è relativa alla verifica della correttezza delle procedure realizzate. Secondo quanto definito dalla norme UNI EN ISO 9000:2005. Si definisce attività di Verifica:

Conferma, sostenuta da evidenze oggettive, del soddisfacimento di requisiti specificati

Sulla base della definizione sopra riportata, successivamente alla stesura ed al controllo effettuato dopo la redazione delle procedure stesse, i documenti so- no stati inviati via e-mail a ciascuno dei responsabili delle diverse divisioni ed a ciascun responsabile dei diversi processi analizzati.

La correzione delle procedure è avvenuta sia in maniera telematica che median- te incontro diretto con gli interessati al fine di migliorare le procedure realiz- zate, correggere eventuali errori e/o sfumature passibili di fraintendimento che avrebbero potuto compromettere la validità del documento stesso.

Capitolo 4

Risk Management Analysis

La gestione del rischio (risk management) è il processo mediante il quale si misura o si stima il rischio e successivamente si sviluppano delle strategie per governarlo. Gli obiettivi della gestione del rischio, all’interno dell’azienda sono quelli di ridurre la probabilità e l’impatto dei rischi individuati. Durante la fase di valutazione dei rischi è necessario predisporre tutti i provvedimenti per la salvaguardia della sicurezza e salute dei lavoratori, e principalmente:

• Individuare tutte le fonti di pericolo e valutarne la possibile incidenza sui lavoratori;

• Eliminare alla fonte i fattori di rischio o, quando questo non sia possibile, ridurli;

• Ove il rischio non sia eliminabile, fornire adeguati Dispositivi di Protezione Individuale ai singoli lavoratori esposti;

• Programmare ed attuare i necessari percorsi di informazione e formazione sui rischi;

• Predisporre tutte le attività necessarie per ottemperare alle vigenti nor- mative in termini di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;

La fasi in cui si è articolato il processo sono sono riportate in figura 4.1

• Risk Identification: è il processo di definizione delle modalità di esecuzione dell’attività di Gestione dei Rischi all’interno dell’azienda. L’ Identifica- zione dei Rischi consente di determinare i rischi che possono danneggiare maggiormente l’azienda e di documentarne le caratteristiche.

• Risk Analysis and Assessment: è il processo relativo all’analisi dei proces- si, ovvero l’assegnazione delle priorità ai rischi, ulteriori analisi o azioni tramite la valutazione e la combinazione della probabilità di accadimento del rischio e della sua magnitudo.

Figura 4.1: Attività di Gestione del Rischio

• Risk Treatment: è la fase riguardante il processo di sviluppo delle opzioni e delle azioni per ridurre probabilità e magnitudo del danno eventualmente generato.

• Monitoring & Review: è il processo di implementazione dei piani di risposta ai rischi, di tracciatura dei rischi identificati, di monitoraggio dei rischi residui, di identificazione dei nuovi rischi e di valutazione dell’efficacia dei processi di gestione del rischio in azienda.

Tutte le attività finalizzate alla valutazione dei rischi ed alla redazione del D.V.R., sono svolte adottando criteri e metodi finalizzati all’individuazione di tutti i rischi presenti all’interno dei luoghi di lavoro o ai quali gli stessi lavoratori possono essere esposti durante lo svolgimento delle loro mansioni.

4.1

Risk Identification

La fase di identificazione dei rischi all’interno del processo di valutazione, si compone a sua volta di tre sottofasi:

1. Indagine sul campo negli ambienti di lavoro; 2. Identificazione dei pericoli e delle persone esposte; 3. Raccolta e elaborazione dei dati e informazioni.

L’indagine sul campo risulta un momento indispensabile per la misurazione e ponderazione successiva del rischio; tale fase consiste in una ricognizione e rac- colta organizzata di dati e informazioni sulle fonti di pericolo esistenti, necessarie

per la successiva fase di stima del livello del rischio. Eventuali carenze in questa fase identificativa, possono condurre ad una mancata o parziale identificazione di uno o più fattori di rischio.

Strumenti fondamentali per la fase di indagine sono:

• Sopralluoghi ed analisi delle postazioni di lavoro, degli impianti e delle macchine, dell’organizzazione del lavoro.

• Acquisizione di informazioni attraverso interviste informali con i lavora- tori, cercando di individuare episodi caratterizzanti i cosiddetti “incidenti mancati” o “quasi incidenti” e analisi degli infortuni avvenuti.

Per la seconda fase di identificazione, la metodologia utilizzata è quella della “check list”, costituita da un elenco strutturato di quesiti che coprono buona parte degli elementi di indagini sulle fonti di pericolo e le persone esposte. Le domande che generalmente sono state poste agli intervistati sono:

• Potrebbe inciampare o scivolare su qualcosa?

• C’è qualcosa che potrebbe cadere o causare la caduta di qualcosa? • Potrebbe cadere in qualche modo?

• C’è la possibilità che rimanga impigliato in qualcosa (compreso capelli o vestiti)?

• Ci potrebbe essere un qualsiasi movimento incontrollato?

• E’ stato formato, possiede una qualifica od un’autorizzazione per svolgere questo compito in modo sicuro?

• Deve comunicare i pericoli associati al suo compito a qualcuno?

• Ha il compito di sollevare, spostare oggetti pesanti,ingombranti o taglienti? • Per svolgere questa mansione è necessario assumere una posizione innatu-

rale, scomoda o in uno spazio ristretto e/o confinato?

• Potrebbe essere colpito da qualcosa o entrare in contatto con tutto ciò che può provocare lesioni (ad es. taglienti, abrasivi, superfici calde, liquidi caldi, travi basse, ecc)?

• Potrebbe essere esposto a condizioni pregiudizievoli quali i prodotti chimi- ci, sostanze infettive, calore, esalazioni, rumori polvere, elettricità, fiamme, vapore, espulso particelle o liquidi?

Al termine di questa fase si è proceduto alla elaborazione delle informazioni ricevute. Sulla base dei dati raccolti e dei documenti forniti dall’azienda i rischi individuati sono stati classificati in 23 punti:

Classificazione dei rischi

1. Investimento, urto, trauma (Area di transito)

13. Folgorazione, ustione, incendio, dan- ni all’apparato cardiocircolatorio, teta- nizzazione (Impianti e apparecchiature elettriche)

2. Caduta, caduta dall’altro, caduta di oggetti (Spazi di lavoro)

14. Cadute, traumi, incidenti per insuf- ficiente segnalazione (Cartellonistica)

3. Trauma, folgorazione, ustione, pato- logie varie (Manutenzione)

15. Disturbi cumulativi dovuti ad usu- ra apparato muscolo scheletrico, dolo- ri dorso-lombari, traumi acuti quali fe- rite o fratture in seguito a infortuni (Movimentazione carichi)

4. Caduta, trauma (Scale)

16: Dolori all’apparato musco- lo/scheletrico, diminuzione capa- cità visiva, irritazione agli occhi (Videoterminali)

5. Broncopatie, dolori articolari (Micro- clima termico)

17. Esposizione a rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici (Agenti fisici) 6. Avvelenamento, nevralgie, allergie

(Ventilazione)

18. Possibili lievi irritazioni (coloranti, pigmenti, resine)

7. Cadute, incidenti per insufficien- te illuminazione, difficoltà di esodo (Illuminazione artificiale, naturale, di emergenza)

19.Irritazioni e/o infiammazioni delle vie respiratorie (Inquinamento aereo da prodotti in polvere)

8. Presa, trascinamento, schiacciamen- to, taglio (Macchine)

20. Effetti irritanti e/o nocivi sull’orga- nismo (Tensioattivi)

9. Taglio, folgorazione, schiacciamento (Attrezzi manuali)

21. Azione caustica in caso di contatto diretto (Prodotti corrosivi liquidi (acidi e basi))

10. Investimento, cesoiamento, cadu- ta di oggetti (Impianti, macchine per sollevamento e trasporto)

22. Dermatiti, effetti nocivi sull’orga- nismo (Solventi di varia natura, nitro emulsioni, lacche, etc..)

11. Scoppio, traumi (Impianti a pressio- ne)

23. Effetti nocivi vari in funzione del- la tipologia di prodotto fuoriuscito (Rottura dei recipienti)

12. Caduta di oggetti (Attrezzatura per stoccaggio materiali)

Tabella 4.1: Classificazione dei rischi

Dall’analisi della documentazione aziendale è emerso un grosso limite rap- presentato dall’impossibilità di evidenziare l’interazione della fonte di pericolo con le persone esposte o l’interazione tra i diversi fattori di rischio; per questa ragione si è deciso di elaborare un metodo che potesse andare al di là della va- lutazione dei rischi classificati sulla base delle aree di lavoro. L’idea è quella di effettuare la valutazione dei rischi a partire dai ciascun processo e/o procedura

definito in precedenza, al fine di avere un DVR che possa essere: • Unico per tutta l’azienda;

• immediatamente comprensibile; • ben strutturato;

• connesso alle procedure definite; • ad elevata modificabilità.