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La natura umana e femminile di Armida è stata recepita e rappresentata anche nelle raffigurazioni pittoriche del tempo, si pensi per esempio al Rinaldo e Armida di Annibale Carracci,

II. 2 «Fallace imago […] di desiato bene»: la dinamica morale dell’errore

II. 4 Armida e il trionfo del bello

79 La natura umana e femminile di Armida è stata recepita e rappresentata anche nelle raffigurazioni pittoriche del tempo, si pensi per esempio al Rinaldo e Armida di Annibale Carracci,

cfr. R.SCRIVANO, Ermeneutica tassiana e pittura, «Italianistica», XXIV (1995), 633-648: 641.

80 Si veda a titolo di esempio: «la bella Armida» (IV 27 1), «a l’apparir della beltà novella» (28 3), «bella peregrina» (28 8), «Argo non ma, non vide Cipro o Delo | d’abito o di beltà forme sì care» (29 1-2), «a lo splendor de la beltà divina» (34 2), «vergine bella» (37 5), «or che non può di bella donna il

pianto» (83 5), «Armida […] | ch’innamorò di sue bellezze il cielo» (84 6-7), «bella sì ch ‘l ciel prima

né poi | altrui non diè maggior bellezza in sorte» (V 61 3-4).

81 Tra le innumerevoli fonti si ricordano almeno Trissino, Bernardo Tasso, Brusantini, Boiardo e Ariosto. Cfr. S.MULTINEDDU, Le fonti della «Gerusalemme liberata»…, 55 ss.; V.VIVALDI,

La Gerusalemme Liberata studiata nelle sue fonti, Trani 1901-1907, I-II: I, 147 ss.; E.DE MALDÈ, Le fonti

Daniela Marredda, Il problema del male nella «Gerusalemme Liberata» di Torquato Tasso, Tesi di Dottorato in Scienze dei Sistemi Culturali, Università degli Studi di Sassari.

padre Bernardo,82 che pur animano i loro poemi con la presenza di belle

donne, oggetto costante di distrazione per i cavalieri distolti dai loro doveri e adempimenti, al Petrarca al Boiardo e all’Ariosto, che maggiormente sostano e indugiano nella contemplazione e nella raffinata descrizione della bellezza muliebre. Allo stesso tempo la sintesi che Tasso realizza crea un personaggio che pur nutrito dei tratti lirici ed estetici di Laura, Angelica, e soprattutto di Alcina e Olimpia, si presenta agli occhi del lettore come assolutamente nuovo. Alla bellezza statica e scultorea delle protagoniste ariostesche, infatti, l’autore della Liberata aggiunge il movimento e il dinamismo seduttivo e conturbante della giovane maga, che la critica83 ha visto così bene esplicitato in quel «crin

disciolto» al vento, di marca petrarchesca, che si contrappone alla «bionda chioma lunga et annodata» (Fur. VII 11 3) della perfida maga ariostesca. Più

che attraverso dettagli lineari Tasso lavora per suggestioni, sfumature filtrate da uno «psicologismo» e da un «sentimentalismo»84 che conferiscono una

nuova profondità ai personaggi del poema. Quella predisposizione così squisitamente boiardesca di tradurre le «cose sensibili in un fantasioso spettacolo naturale», di fare della natura una vera e propria protagonista dell’azione epica,85 trabocca interamente nello scenario tassiano. Il paesaggio

non accoglie appena i personaggi come uno sfondo, non si presta a essere

82 Il Trissino nella descrizione di Ligridonia si limita a mostrarla come «tanto leggiadra e graziosa in vista», o dal «vago aspetto» e dal «parlar suave», senza addentrarsi troppo nei dettagli fascinosi e seducenti con i quali si misureranno invece maggiormente sia il Brusantini nella sua

Angelica innamorata, ma soprattutto il Boiardo e l’Ariosto ai quali Tasso sembra più attentamente

guardare.

83 Sul rapporto tra Alcina e Armida si rinvia, senza pretese di esaustività, oltre il già citato studio di G.GETTO, Nel mondo della «Gerusalemme»…, 159, almeno a: A.DI BENEDETTO, Lo sguardo

di Armida (un’icona della «Gerusalemme liberata»), «Lettere italiane», 1, LIII (gennaio-marzo 2001), 39-48

che richiama a sua volta il fondamentale studio di T.SPOERRI, Renaissance und Barock bei Ariost und

Tasso. Versuch einer Anwendung Wölfflin’scher Kunstbetrachtung, Bern, Haupt, 1922; M. C. CABANI,

L’ariostismo ‘mediato’ della «Gerusalemme liberata», «Stilistica e metrica italiana», 3 (2003), 19-90: 69.

84 A.DI BENEDETTO, Lo sguardo di Armida…, 41.

85 G. PETROCCHI, Boiardo e Tasso in I fantasmi di Tancredi, Roma-Caltanisetta, Sciascia Ed., 1972, 109.

Daniela Marredda, Il problema del male nella «Gerusalemme Liberata» di Torquato Tasso, Tesi di Dottorato in Scienze dei Sistemi Culturali, Università degli Studi di Sassari.

secondo termine comparativo delle bellezze femminee, ma si fonde con esse in una relazione assimilativa che porta Armida ad essere «lei stessa natura in forma di paesaggio».86 Fin dalle prime battute, l’ingresso della donna nel

campo crociato, viene paragonato al rilucere di una cometa nel cielo notturno: tutti a «l'apparir de la beltà novella» (IV 28 3) fanno a gara per vederla «sì come là dove cometa o stella | non più vista di giorno, in ciel risplende» (IV 28 5-6). I richiami alle realtà stellari sono seguiti dalla comparazione con le

qualità iridescenti e feconde della luminosità solare:

Cosí, qualor si rasserena il cielo, or da candida nube il sol traspare, or da la nube uscendo i raggi intorno piú chiari spiega e ne raddoppia il giorno.

cui segue il riferimento al colorismo della realtà floreale con cui sapientemente l’autore tratteggia il viso della donna:

Dolce color di rose in quel bel volto fra l’avorio si sparge e si confonde, ma ne la bocca, onde esce aura amorosa, sola rosseggia e semplice la rosa.

Il ricorso cromatico supporta ancora il poeta nella descrizione corporea della donna, dove si manifesta maggiormente l’assimilazione tra termini umani e quelli naturali:

Mostra il bel petto le sue nevi ignude, onde il fuoco d’Amor si nutre e desta.

(Gl IV 29-30 5-8; 31 1-2)

Ma il culmine di questo processo identificativo tra donna e paesaggio si raggiunge e si compie con il dispiegarsi delle seduzioni amorose a danno dei crociati. Ottenuto l’accordo di ricevere l’aiuto di un drappello di dieci cavalieri, pur con il disappunto di Goffredo, e grazie all’audacia di Eustazio che mal maschera la passione amorosa facendo appello al senso dell’onore cavalleresco

86 G. Venturi, Armida come un paesaggio in Torquato Tasso e la cultura estense…, I, 203-217: 203; Cfr. G.GETTO, Nel mondo della «Gerusalemme»…, 163 ss.

Daniela Marredda, Il problema del male nella «Gerusalemme Liberata» di Torquato Tasso, Tesi di Dottorato in Scienze dei Sistemi Culturali, Università degli Studi di Sassari.

di prestare soccorso alle donne indifese, Armida mette in scena tutte le sue abilità seduttive per cercare di catturare un maggior numero di uomini rispetto a quelli concessile:

vèr gli amanti il piè drizza e le parole, e di gioia la fronte adorna e veste; e lampeggiar fa, quasi un doppio sole, il chiaro sguardo e ’l bel riso celeste su le nebbie del duolo oscure e folte, ch’avea lor prima intorno al petto accolte. […]

O pur le luci vergognose e chine tenendo, d’onestà s’orna e colora, sí che viene a celar le fresche brine sotto le rose onde il bel viso infiora, qual ne l’ore piú fresche e matutine del primo nascer suo veggiam l’aurora; e ’l rossor de lo sdegno insieme n’esce con la vergogna, e si confonde e mesce.

(Gl IV 91 3-8; 94)

La descrizione di Armida ben si inscrive all’interno di quella concezione neoplatonica dell’amore e della bellezza così in auge presso gli autori quattro- cinquecenteschi. Come chiarisce Castiglione nel suo Cortegiano, in totale accordo con la posizione plotiniana, il Bello risiede nei sensi superiori della vista e dell’udito87

godasi con gli occhi quel splendore, quella grazia, quelle faville amorose, i risi, i modi e tutti gli altri piacevoli ornamenti della bellezza; medesimamente con l’audito la suavità della voce, il concento delle parole, l’armonia della musica (se musica è la donna amata): e così pascerà di dolcissimo cibo l’anima per la via di questi due sensi, i quali tengon poco del corporeo e son ministri della ragione.88

Non a caso Armida ci viene consegnata dal Tasso in un assoluto miracolo visivo, in quel tripudio di immagini che trasfigurano gli aspetti femminili in

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