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4 2 L’incertezza della conoscenza: personaggio, narratore e lettore L’incertezza conoscitiva che serpeggia a più livelli nella Liberata è

garantita anche dalla tecnica narrativa che Tasso utilizza, scegliendo un tipo di narrazione per gli eventi che proceda dal «confuso al distinto». L’autore aveva già fatto cenno a tale aspetto, evidentemente non di secondaria importanza, oltre che nelle Lettere e nei Discorsi dell’arte poetica,131 già nelle Considerazioni,

riconoscendo la presenza di questo tipo di esposizione nella struttura dei testi lirici del Pigna:

E questa strada di cominciar dal confuso e pervenire al distinto, è usata quasi perpetuamente da Aristotele e da Virgilio. Aristotele l’usa giudicando che la via del

131 Nella lettera a Scipione Gonzaga, Tasso scrive: «Il lasciar l’auditor sospetto, procedendo dal confuso al distinto, dall’universale a’ particolari, è arte perpetua di Virgilio; e questa è una delle cagioni che fa piacer tanto Eliodoro, et è molte volte usata (male o bene, non so) in questo libro» (LP X 8 80). Nei DAP invece il concetto viene sintetizzato utilizzando il termine di «espettazione», fondamentale per garantire il diletto del lettore.

Daniela Marredda, Il problema del male nella «Gerusalemme Liberata» di Torquato Tasso, Tesi di Dottorato in Scienze dei Sistemi Culturali, Università degli Studi di Sassari.

nostro apprendere fosse da le cose più note a le meno. Virgilio proponendoci le cose in confuso, in parte ce le dichiara, in parte no. E questo è un artificio per allettare l’auditore a voler sapere più oltre: e per renderlo sempre avido di nuova lezione: il che non farebbe, se le cose a prima vista chiare e manifeste ci appresentasse; perchè il lettore, contento di questa intera notizia, più oltre peraventura non si curarebbe di leggere.

(Cons. 85)

Il poeta preferisce di gran lunga lo stile “universaleggiante” di Virgilio, scegliendo per la narrazione del suo poema un’illuminazione graduale della verità dei fatti.132 Abbandonando l’effetto “a sorpresa”, utilizzato, invece,

dall’Ariosto,133 che conquistava il lettore con frequenti colpi di scena, Tasso

sceglie la strada della moderna suspense, un disvelamento graduale che, generando una sorta di attesa, a tratti angosciosa, permette, allo stesso tempo, di dilettare il lettore tenendolo sospeso e avvinto alle evoluzioni della trama narrativa. La differenza principale tra la sorpresa ariostesca e la suspense tassiana risiede, appunto, nella conoscenza: se la prima non prevede nessun tipo di conoscenza, stupisce e s’impone nel suo accadere, la suspense, invece, per compiersi, richiede una conoscenza parziale, incompleta e deficitaria che favorisca in continuazione la ricerca costante e inesausta di una verità che si svela per gradi.134 A tale aspetto va aggiunto che Tasso da narratore

132 È interessante notare come a questa tecnica di tenere il lettore sospeso fa riderimento il Giraldi nella sua dissertazione sulla composizione della tragedia: «si debbono far nascere gli avvenimenti di queste men fiere Tragedie in guisa, che li spettatori tra l’orrore et la compassione stiano sospesi infino al fine, il qual poscia riuscendo allegro gli lasci tutti consolati. Et questo far stare sospeso l’auditore, dee pero essere condutto talmente dal Poeta, che egli non stia sempre nelle tenebre, ma dee l’attione di parte in parte andare sciogliendo la favola di modo, che lo spettatore si veda menare al fine, ma stia dubbioso a che egli debba riuscire» (Discorsi di m. Giouambattista Giraldi

Cinthio nobile ferrarese, ... intorno al comporre de i romanzi, delle comedie, e delle tragedie, e di altre maniere di poesie. Con la tauola delle cose piu notabili in tutti essi discorsi contenute, Venezia, Gabriel Giolito de Ferrari e

fratelli, 1554, 221).

133 Cfr. F.FERRETTI, Narratore notturno…, 341.

134 Per spiegare la differenza tra sorpresa e suspense Ferretti parafrasa dei passi tratti da un’intervista fatta a Alfred Hitchcok contenuti nel volume di F. Truffaut, Il cinema secondo Hitchcok, Milano, Net, 2002. «Se due persone conversano amabilmente intorno a un tavolo sotto cui è collocata una bomba e un terzo osservatore, al contrario dei due personaggi, ne è consapevole, quest’ultimo proverà suspense, fintanto che la bomba non scoppierà o verrà disinnescata. Se invece

Daniela Marredda, Il problema del male nella «Gerusalemme Liberata» di Torquato Tasso, Tesi di Dottorato in Scienze dei Sistemi Culturali, Università degli Studi di Sassari.

aristotelico, si tiene sempre all’esterno dei fatti ma all’interno dei personaggi usando la loro coscienza come punto privilegiato di osservazione, e garantendo, attraverso tale convergenza tra punto di vista del narratore e punto di vista del personaggio, il principio di verosimiglianza testuale. 135 Questa scelta di

osservazione implicita assunta dal narratore, che tuttavia non coincide con un suo intervento autobiografico nel testo, fatta eccezione per le ottave 4 e 5 del primo canto, permette un sottile processo di identificazione tra lettore e personaggio. A questo punto l’incertezza conoscitiva non è più un dramma esclusivo del personaggio ma diventa condizione del lettore, chiamato a guardare la vicenda dall’interno del testo. Il lettore, attraverso la disposizione degli eventi, conosce un po’ più dei personaggi, ma mai abbastanza da poter avere una cognizione chiara e certa sugli avvenimenti. Tale incertezza non esclude pienamente nemmeno il narratore che conosce, come Dio, gli intimi sensi degli uomini, ma come i personaggi, ignora le ragioni ultime della sofferenza universale.136 La crisi che attraversa il rapporto tra ciò che si vede e

ciò che si sa, che così tanto affligge i personaggi, coinvolge inevitabilmente, il narratore e il lettore, in questo modo sempre più partecipi dell’ «aspra tragedia de lo stato umano» (Gl XX 73 6).

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