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La femminilizzazione dei flussi migrator

La migrazione femminile nel tempo: fattore di cambiamento sociale e nuovo mercato del lavoro

2.1 La femminilizzazione dei flussi migrator

Negli ultimi anni il fenomeno dell’immigrazione è notevolmente mutato sia per le sue caratteristiche che per il suo genere [Favaro, Tognetti Bordogna, 1991].

Si è, infatti, assistito ad una costante e progressiva femminilizzazione dei flussi migratori che ha comportato una trasformazione delle dinamiche che contraddistinguono il progetto migratorio ed il suo significato [Tognetti Bordogna Mara, 2012].

La presenza di donne all’interno dei flussi migratori è sempre in costante aumento a livello nazionale, europeo e internazionale. La componente femminile nei gruppi di migranti è spesso legata a fattori come i ricongiungimenti familiari e la presenza di bambini stranieri nel mondo della scuola.

In Italia le donne immigrate rappresentano circa il 50% degli immigrati, e costituiscono un fenomeno storico abbastanza recente poiché risalente al primo decennio degli anni ’70

-54- [Tognetti,2004]. Tuttavia tanto i mass media quanto gli studiosi si

sono dedicati allo studio di tale fenomeno solo negli ultimi tempi. Nell’immigrazione italiana c’è, quindi, una corposa componente femminile, ed a riguardo è molto interessante rilevare il ruolo che le donne immigrate hanno giocato col passare degli anni divenendo le protagoniste attive del loro percorso di migrazione.

Le migrazioni femminili sono un fenomeno molto significativo che concerne tutte il territorio nazionale e tutte le regioni italiane, inoltre, nei vari decenni tale fenomeno ha assunto forme e caratteristiche sempre diversi [Favaro, Tognetti Bordogna, 1991].

Assai sovente i percorsi e le strategie migratorie che seguono le donne nella loro migrazione variano in relazione alla loro storia individuale che, oltre a dipendere dal luogo di origine, è condizionata dal progetto migratorio che ciascuna donna ha meditato personalmente e/o con i consigli della famiglia, del gruppo culturale di appartenenza; si tratta di progetti ed iter che risentono delle condizioni, della classe, dell’età, etc. della donna interessata [Bonora, 2008]

I diversi modi di arrivo e/o le diverse ragioni che costituiscono l’impulso alla partenza o che la agevolano, quindi, determinano il modo in cui ciascuna donna si pone e si articola nel nuovo milieu, anche se all’interno di contesti culturali comuni. Come visto anche nel capitolo precedente, diverse sono le motivazioni alla base della biografia migratoria della donna: il progetto economico, il progetto di libertà, il progetto di turismo, il progetto di fuga, il sovvertimento delle regole, il ricongiungimento familiare, il progetto culturale, etc. Tutte queste ragioni insieme ai fattori di attrazione e di espulsione influiscono sulla maniera di adattarsi delle donne nel nuovo contesto, nonché sugli iter e le strategie che esse intraprendono nel loro percorso migratorio.

-55- 2.2 Il ricongiungimento familiare

In linea generale, gli studi sui fenomeni migratori si interessano del problema dell’adattamento degli stranieri nel paese di accoglienza, delle modalità con cui essi vengono accolti e dell’integrazione tra autoctoni e immigrati, soffermandosi soprattutto sui soggetti più deboli: i minori e le donne, specialmente queste ultime, infatti, sono spesso, anche nei paesi più sviluppati, ancora economicamente dipendenti dagli uomini [Tognetti Bordogna, 2001]

Purtroppo, il problema della dipendenza economica delle donne, è, ancora molto diffuso nel nostro millennio, a ciò si aggiunga che spesso, specie nei paesi meno sviluppati, le donne sono condizionate o ancora peggio subiscono passivamente le decisioni della propria vita: per esempio, la migrazione per molte donne straniere è decisa da altri, o coartata a causa della situazione in cui vivono nel paese di origine, in cui hanno minori occasioni sociali ed ove spesso fanno esperienza della marginalizzazione sociale e culturale [Favaro, Tordetti Bordogna, 1991]

Nell’America Latina e nell’Europa Orientale, le famiglie d’origine organizzano la partenza della donna prescelta per realizzare un progetto di sviluppo dell’intero gruppo familiare, ad esempio per acquistare una casa, per l’istruzione dei fratelli minori, per intraprendere un’attività autonoma. In queste circostanze l’emigrazione femminile è autorizzata solo a condizione che la donna prescelta invii del denaro al nucleo familiare rimasto nel paese d’origine, facendo sì che tutti i componenti della famiglia beneficino della sua assenza, aumentando il proprio benessere economico, sebbene la donna immigrata viva nel paese di destinazione un vero e proprio abbassamento di status [Macioti, 2000]

Relativamente al ricongiungimento familiare, la donna ha sempre giocato ruolo marginale essendo subordinata alle scelte del marito che era il primo a partire e ad organizzare il percorso migratorio. A partire dagli anni Settanta, però, fin dai primi arrivi

-56- delle donne in Europa, si è registrato un’inversione del tradizionale

fenomeno migratorio che vedeva rivestire il ruolo di attore principale dall’uomo che era in seguito raggiunto dalla moglie per il ricongiungimento: si sono, infatti, succeduti flussi di donne sole, provenienti in genere dai paesi asiatici e latino-americani e di religione cattolica, le quali avevano maturato in prima persona la scelta di emigrare per motivi di lavoro [Naussbaum, 2001]. Si venne a creare, così, anche un ricongiungimento familiare diverso, inverso dove, è la donna a partire per prima e l’uomo, o il resto della famiglia, a raggiungerla successivamente. Spesso, le donne sono più attente alla preparazione dell’arrivo dei familiari: contattano i servizi dell'infanzia, programmano modi di inserimento dei bambini, facendosi spesso aiutare e consigliare dai propri datori di lavoro e/o conoscenti [Bonora, 2011]

Questo tipo di migrazione, che si caratterizza per un radicale mutamento della propria identità di genere rispetto ai ruoli più prettamente maschili o femminili, può provocare frustrazione negli animi dei mariti che si sentono spodestati dal loro ruolo di autorevolezza e prestigio dentro famiglia. In questo modo si mette in crisi quella identità di genere costruita sui presupposti del tradizionale ed ancestrale maschilismo basato sui concetti della responsabilità principale del marito nel lavoro extradomestico e nel mantenimento economico dei propri familiari, della sua autorità primaria quando bisogna assumere decisioni ed organizzare la vita della famiglia, di maggiore conoscenza e abilità con le istituzioni pubbliche e con la società esterna, fuori dalle mura domestiche; si va, quindi, sbiadendo quella una marcata linea di spartizione dei ruoli che vede la donna come custode della vita domestica, devota e subalterna al marito [Ambrosini, Boccagni, 2007].

Spesso il ricongiungimento mette il luce vari aspetti nevralgici che sono connessi al bisogno di una ridefinizione dei ruoli familiari e delle relazioni all’interno del nuovo spazio sociale, di scoprire un paese molto diverso da quello che si era immaginati prima dell’arrivo (in Italia), di tessere, dunque. relazioni non solo

-57- nell’ambito familiare ma anche fuori dalle mura domestiche

attraverso nuove amicizie.

Questa figura femminile nuova e rinfrancata si trova a rivestire un ruolo attivo e determinante fin dall’inizio del percorso, sia quando opera come un precursore, battendo il percorso da seguire, sia nei momenti successivi: è la donna che provvede alle risorse economiche necessarie a mantenere la famiglia rimasta nel paese d’origine, che agisce per il ricongiungimento programmando calcolando i tempi ed i modi nel paese d’arrivo, è, quindi, la donna a guidare il percorso per l’inserimento nella nuova società, dal momento che conosce meglio la lingua e dispone di una maggiore facilità di movimento e socializzazione [Tognetti Bordogna, 2001; Macioti, 2000].

In ogni caso, sia che si percorra un iter tradizionale, in cui è l’uomo il pioniere della partenza sia che si segua il tragitto nuovo e/o diverso, ove è la donna a partire per prima, il ricongiungimento del gruppo familiare provoca delle conseguenze: la coppia dovrà far fronte al problema del restauro di equilibri del tutto nuovi per la convivenza [Tognetti Bordogna 2003]