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Si presenta qui una serie di fondi archivistici presso i quali sono state individuate lettere di Pietro Mugna indirizzate a vari corrispondenti. Le istituzioni sono elencate in ordine alfabetico, con l’indicazione della collocazione archivistica, il nome del destinatario, il numero delle lettere, il luogo di partenza e la data. Nei casi ove non sia possibile specificare i dati spazio-temporali si ricorre alle sigle s.l. (=senza luogo), s.d. (=senza data). Notizie bio-bibliografiche più dettagliate vengono fornite di volta in volta.

Il materiale fornisce una ulteriore testimonianza circa la partecipazione di Pietro Mugna a una fitta rete di contatti estesi soprattutto in Italia settentrionale, ma anche Oltralpe, in un momento decisivo della storia politica e culturale del Paese, tra guerre per l’indipendenza e primi governi unitari.

BASILEA, Staatsarchiv, Privatarchive n. 207

♦ Pietro Mugna a Jacob Burckhardt, n. 2, da Venezia, 18 maggio 1854 -1 luglio 1855

Queste due lettere, con le altrettante di Burckhardt del 1854 raccolte nel manoscritto E. 75 del Fondo episto- lari della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, formano un piccolo carteggio incentrato sulla traduzione di Pietro Mugna del Manuale di storia dell’arte di Franz Kugler (vedi qui pp. 135-144).

BELLUNO, Biblioteca Civica. ms. 702. 62-68

♦ Pietro Mugna a Francesco Pellegrini, n. 18, da Agordo, Padova, 4 gennaio 1862-18 marzo 1879

Sono raccolte quattordici lettere di Pietro Mugna da Agordo a Francesco Pellegrini a Belluno, riguardanti l’arco temporale 4 gennaio 1862 - 30 giugno 1864. A queste si aggiunge una lettera s.l e s.d., anch’essa spedita da Agordo entro queste date, come si deduce dai contenuti. Inoltre sono presenti tre lettere di Mugna a Pellegrini spedite da Padova a Belluno, datate tra il 26 luglio 1875 e il 18 marzo 1879. Il fascicolo con- tiene altresì le minute di due lettere di Pellegrini a Mugna. Lo completa la lettera di Cesare Cantù del 23 gennaio 1864 con la quale egli ringrazia Pellegrini per le notizie erudite che gli ha fatto pervenire tramite Mugna. Tale lettera, con ogni probabilità, fu fatta recapitare a Pellegrini proprio dall’abate di Trissino, una modalità che è infatti accertata per un biglietto che quest’ultimo cita nella sua lettera del 5 maggio 1864 al sacerdote bellunese: è identificabile con quello s.d e s.l. conservato nel fascicolo.

Su Pellegrini si segnalano i seguenti contributi a carattere più generale: Alpago Novello 1942; Tamis 1991,

pp. 9-15; Conte, Perale 1999, pp. 181-183; Vendramini 2004, pp. 1-6, 18-19; Varanini 2015; Varanini 2019, pp. 457-458; Bartolini, Pistoia 2019, pp. 530-531. Per il contesto e i suoi interessi al momento di

questi contatti con Cantù, e per le sue pubblicazioni coeve, si rinvia in particolare alle osservazioni di Ven-

dramini 2004, pp. 12-14.

Non è precisato quando maturi la conoscenza di Francesco Pellegrini (Falcade 1826-Belluno 1903), sacer- dote bellunese, storico e letterato, professore presso il Seminario di Belluno, dove Pietro Mugna aveva tenuto la cattedra di teologia nel 1838-1839.

In via generale, si può osservare come nel manoscritto ms. 702 la cartella dell’epistolario di Pellegrini assai cospicua ora facilmente consultabile con la sua completa digitalizzazione, si ritrovino molti corrispondenti in rapporti con Pietro Mugna, configurandosi un intreccio di interessi la cui analisi esula dall’assunto del presente regesto. Si tratta, ad esempio, di Cantù (7 lettere, e minuta di Pellegrini, dal 1864 e 1868), di Zanghellini (3 lettere e una minuta di Pellegrini, 1864, 1871), inoltre, nell’ordine in cui sono conservate, di Niccolò Barozzi, Giuseppe Manzoni, Jacopo Bernardi, Tommaso Antonio Catullo, Pietro Marasca, Fedele Lampertico, Giuseppe Valentinelli (5 lettere), Rinaldo Fulin, Tommaso Gar, Angelo Volpe, Alessandro Ful- lini, Leopardo Martinengo da Barco, Antonio Della Lucia, Luigi Pomba. Si mettono in evidenza, a parte, le due lettere di Giovanni Battista Cavalcaselle a Pellegrini del 18 febbraio 1866 da Padova e del 5 febbraio 1883 da Roma.

Nelle diciotto lettere indirizzate a Pellegrini, Mugna affronta svariati argomenti, richiede notizie bibliogra-

fiche, commenta opere proprie e altrui di recente pubblicazione e fatti di cronaca

La prima lettera, che data 1 gennaio 1862, contiene la richiesta a Pellegrini, come «al più informato di cose patrie», di avere notizie su Alberto Vimina e fa riferimento alla pubblicazione della «Relazione della Moscovia» a cura di Guglielmo Berchet (Vimina 1861). In calce lo informa di avere ricevuto i manifesti della nuova edizione della Storia Universale di Cantù, che acclude.

Nella successiva, che data 4 gennaio 1862, Mugna commenta diffusamente proprio la pubblicazione, a cura di Berchet, della Relazione della Moscovia del 1657 del bellunese Alberto Vimina (alias Michele Bianchi, Belluno 1603 - Pieve d’Alpago 1667), proposta come inedita quando invece era stata data alle stampe nel 1671 (Vimina 1671). L’interesse particolare per Vimina, in quel momento, è attestato dal fatto che la pub- blicazione a cura di Berchet fu recensita da Fedele Lampertico (Vimina 1861, pp. 114-118). Il testo è tratto da una copia della Biblioteca del Museo Correr, ms. Cicogna 2143. Segue l’edizione della Historia nel 1871 (Vimina 1671). Cfr. Mamczarz 1968, pp. 146; Picchio 1965, pp. 121-132; Caccamo 1986, pp. 233-283. Gli studi di Pellegrini su Vimina sono contenuti anche in due manoscritti: F. Pellegrini, Memorie di Alberto

Vimina, cioè di Michele Bianchi, Belluno, Bibl. Civica, ms. 515, pp. 325-331; ID., Michele Bianchi (Alberto

Vimina), Bibl. Civica di Belluno, ms. 625, pp. 53-56.

In calce alla lettera del 4 gennaio 1862, Mugna promette l’invio della Primavera di Kleist da lui curata (Mugna 18392).

Nella lettera del 22 gennaio 1862 Mugna chiede conferma a Pellegrini che gli sia pervenuta anche perchè vuole corrispondere al desiderio del confratello di possedere le sue opere. Tale lettera, soprattutto, manifesta ancora una volta l’interesse di Mugna a raccogliere notizie accertate sulla vita di Vimina, per conto di «quel- li di Venezia», studiosi non specificati (in una lettera successiva farà il nome di Barozzi) che hanno indivi- duato documenti inediti su di lui. Annuncia l’utilizzo delle notizie in una pubblicazione dal titolo Relazioni

diplomatiche di Venezia con la Russia. Mugna fa cenno a un volume di versioni bibliche con testi suoi, di

Pellegrini e don Alessandro De Menech, alle difficoltà della stampa, per la quale è in trattative con Barbèra a Firenze e con un non specificato editore di Verona. Su argomenti feltrini, non precisati, invita Pellegrini a prendere contatto con Antonio Zanghellini «che è molto addentro alle cose feltrine». Segue la menzione di Valentinelli, quale autore della bibliografia friulana, e prospetta a Pellegrini un’impresa corrispondente per il Bellunese (Valentinelli 1861). Un commento è riservato alle pubblicazioni di padre Luigi Tosti (Tosti

1851; Idem 1859; Idem 1860).

Nella lettera del 31 maggio 1862 Mugna ringrazia Pellegrini per avergli facilitato l’acquisizione delle opere (anche in fascicoli) del canonico Giuseppe Ciani (Ciani 1856; Idem 18622; Ciani 18621, cfr. Fabbiani 1939,

p. 174, n. 1245). Si apprende che le notizie su Vimina raccolte da Pellegrini sono state trasmessa da Mugna

a Barozzi.

Nella lettera datata 8 luglio 1862 Mugna invita Pellegrini a farsi promotore a Belluno della raccolta di fondi per la realizzazione del monumento a Torquato Tasso in progetto a Sorrento. Per il Veneto era stato designato a promuovere tale colletta il cugino di Mugna, Jacopo Cabianca, editore di Tasso.

Le due missive del 2 e del 7 gennaio 1964 attestano la collaborazione di Pellegrini e di monsignor Giovanni De Donà con Cesare Cantù. Mugna si fa da tramite per chiedere la correzione delle bozze di stampa. Nella prima lettera non mancano notizie personali, fa riferimento a un attacco di vertigini, che lo hanno costretto a sottoporsi a un salasso. Nella successiva riferisce le difficoltà incontrate in sede editoriale per la stampa del «noto poemetto», da identificarsi con l’opera di Cesare Cantù, Liber Marchiane ruine. Poema storico

del secolo XIV, Stralcio da Miscellanea di Storia Italiana, Reale Deputazione di Storia patria, t. V, 1864.

71 pp. L’esemplare, censito unicamente presso la Biblioteca del Museo Civici di Vicenza - FR 1 5 17(19) - e presso la Biblioteca Civica di Belluno - ST. 2705; ST. 4007 -, porta la dedica a stampa a Michelangelo Castelli, Senatore e allora Direttore generale degli Archivi generali di Torino. L’introduzione in italiano (15 pp.) riguarda il manoscritto presentato come inedito, individuato presso la Biblioteca Lolliana dei Canonici di Udine, e si sofferma altresì su altri libri in essa conservati, tutti catalogati da monsignor De Donà. Segue il testo latino dotato di note in italiano riguardante la Guerra Marchiana: lo scontro di Mastino II della Scala con Venezia a motivo della sua politica espansionista in terraferma, altri scontri nell’arco temporale dal 1329 al 1339, a seguito dei quali, in particolare con l’occupazione di Treviso, si ebbe l’inizio dei domini di terraferma della Repubblica di Venezia.

Nella lettera del 20 aprile 1864 l’abate Mugna incarica il corrispondente a promuovere nel Bellunese la sua opera sul confronto fra la chiesa russa e cattolica (Mugna 1864), tanto più che, grazie all’intervento del conte Andrea Cittadella Vigodarzere, i proventi della vendita sono destinati a sostenere gli asili d’infanzia di Padova. Mugna annuncia che Cantù sta per inviare le copie del «noto poemetto».

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la riforma e se codesto territorio avesse dato mai alcun falso apostolo da aggiungere ai seguaci di Lutero, e che io ponendo mente soltanto a quel primo periodo della origine e diffusione del protestantesimo ed alla predicazione pubblica vi ho sempre risposto che nò, per quanto stesse a mia notizia». Al presente Pellegrini informa Mugna di aver rinvenuto «una scrittura apologetica trascritta di mano del canonico Lucio Doglioni in un Codice ms. di proprietà del Conte Marino Pagani». Pellegrini stabilisce un collegamento con la no- tizia riportata da Cantù (1878, cap. CXLV, p. 481 nota 71; si veda anche Cantù 1866, pp. 161, 168-173). Si tratta dei documenti, anche autografi, di Giulio Maresio, dei Minori Conventuali, condannato a morte a Roma assieme al protonotario apostolico Pietro Carnesecchi nel 1567.Pellegrini offre un ampio ragguaglio sul contenuto dell’inedita documentazione. Su Maresio, i manoscritti bellunesi individuati da Pellegrini e il contributo di quest’ultimo al riguardo basti qui il rinvio alla voce completa di bibliografia di Vittorio Man- delli (Mandelli 2008, pp. 94-96). Pellegrini si offre disponibile a trascrivere per Cantù l’epistola autografa di Maresio. Con riferimento agli interessi di Cantù, egli segnala nei Libri Provisionum Magnifacae Civitatis

Belluni la presenza di oltre quaranta lettere inedite dei Visconti e dei loro ufficiali, da aggiungere a quelle

edite da Verci, o già trasmesse dal canonico Lucio Doglioni a Cantù.

Nel manoscritto E. 78 del Fondo epistolari delle Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza si conservano inoltre sei lettere di Francesco Pellegrini indirizzate a Pietro Mugna, con date dal 1864 al 1879 (cfr. qui pp. 117, 119, 122-125).

A queste si aggiunge un autografo del 4 maggio 1864. Pellegrini scrive all’amico, il conte don Alessandro Fullini (1815-1881), il quale è richiesto di riferire a Mugna. Si tratta della distribuzione del volume sulla Chiesa russa (Mugna 1864). Ma si aggiunge anche un commento circostanziato a tale lavoro che esordisce con un compiacimento: «Gli dica altresì che l’ho letta, che mi piacque assaissimo e che piacque pure a quei pochi coi quali ho parlato finora del suo bel libro».

Una riserva riguarda la seconda parte dell’opera che avrebbe voluto più ricca di fatti e di particolari. Nota la mancata citazione del contributo al riguardo di padre Luigi Tosti. È implicito il riferimento al secondo volume di Tosti, Prolegomeni alla storia universale della Chiesa, 2 voll., Barbèra, Firenze 1861. Pellegrini avrebbe voluto citati anche Vimina (Vimina 1671; Idem 1861) e Tullio Dandolo (Dandolo 1853)

La prima lettera di Pellegrini a Mugna conservata in questo fondo è del 1864, 28 luglio. Attraverso gli sco- lari di don Alessandro Fullini Pellegrini restituisce a Mugna alcuni volumi ricevuti in prestito. È l’occasione per un commento positivo sul volume dedicato alla Chiesa russa (Mugna 1864), e di un’aspra recensione negativa per quello di Giovanni da Schio sui Cimbri (Da Schio 1863).

Il 5 marzo 1870 Pellegrini incarica un discepolo, il sacerdote Pietro Da Pra, di consegnare a Mugna una sua opera non specificata. Nell’accompagnatoria esprime il desiderio di possedere il costoso manuale di paleografia e diplomatica di Andrea Gloria. Si tratta del Compendio delle lezioni teorico-pratiche di

paleografia e diplomatica che il cattedratico padovano pubblica nel 1870 (Gloria 1870), in cui utilizza le

riproduzioni litografiche dell’Album ad uso della scuola di paleografia e diplomatica dell’Università di

Padova (Gloria 1857).

In data 22 marzo 1870 Pellegrini ringrazia per l’acquisto del manuale di Gloria. L’opuscolo che aveva invia- to a Mugna è occasione per un commento positivo di quest’ultimo indirizato a una rete di autorevoli studiosi che in tal modo si viene a conoscere: Cantù, Valentinelli, Barozzi, Marson a Vicenza. Pellegrini rende noto che altra copia ha voluto inviare a Tomaso Gar a Venezia.

Il 25 luglio successivo Pellegrini riferisce a Mugna di avere visto l’annuncio dell’uscita del volume sulle Terme di Abano (Mugna 18712). La lettera offre poi precise notizie sulla storia del monastero di Vedana,

fino alla soppressione e ai successivi passaggi di proprietà. In chiusura offre notizie su comuni conoscenti bellunesi, tra i quali monsignor De Donà, inoltre su Barozzi.

Il 19 agosto 1878, con una cartolina postale, Pellegrini cerca di ristabilire i contatti epistolari con Mugna e propone un reciproco scambio di scritti.

Il 27 marzo dell’anno successivo Pellegrini comunica i risultati della ricerca su Giulia Ferri. Con riferimento alla recente visita a Cantù da parte di Mugna, Pellegrini ha modo di esprimere l’alta considerazione nei suoi confronti: «A voi amico ed a me e a molti altri venerato maestro, e uno dei pochi grandi sapienti che ancora ci restino». Aggiunge Pellegrini: «Quanto meglio avreste fatto a portarmi un saluto di un così degno e veramente stimabile uomo, invece di perdere il vostro tempo a lodare quella mia memoria su Agordo la quale non è né buona né cattiva».

(Mugna 1864). Fa sapere che è impegnato in un lavoro di traduzione, e manifesta l’intenzione di recarsi a Padova dove poter incontrare Valentinelli.

La lettera dell’8 maggio 1864 riguarda il volume di Mugna sulla Chiesa russa (Mugna 1864). Pellegrini avrebbe voluto presentasse «una esposizione più larga e particolareggiata». Mugna ribadisce la sua intenzio- ne: «richiamare l’attenzione pubblica sugli errori che si commisero in Russia contro la religione cattolica», e suscitarla anche nei «non preti».

Il 13 maggio 1864 Mugna indica con puntualità gli aspetti editoriali e redazionali riguardo la prefazione in latino e l’edizione dei documenti in latino della pubblicazione di Pellegrini dal titolo Documenti austriaci

relativi alla storia della provincia di Belluno raccolti e illustrati da ecc., destinata agli «Atti dell’Accade-

mia vienense». Sull’opportunità di questa prefazione Mugna si impegna a parlarne con Giuseppe Valentinelli a Padova: «Farò che scriva a Vienna e poi manderò io da qui a lui la cosa perfetta». Inoltre suggerisce a Pellegrini: «Potreste aggiungere nella prefazione che avete in animo di dare quando che sia il codice di- plomatico bellunese più compiuto che si sia dato, e per questo invocate l’assistenza degli studiosi». Inoltre, Mugna fa riferimento a una sua lettera fatta pervenire a Pellegrini tramite Giuseppe Manzoni, contenente quella indirizzatagli da Cantù.

È da considerare in rapporto con tale lettera quella senza data, che riprende l’argomento dei criteri di edizio- ne del contributo di Pellegrini negli «Atti dell’Accademia vienense» di cui è promotore Valentinelli. Mugna è ancor più dettagliato nel suggerire i criteri editoriali. Nella chiusura della lettera accompagna l’invio di un discorso di Cantù. Tra l’altro trasmette agli amici bellunesi il saluto del professor Catullo.

Il 30 giugno 1864 Mugna si dimostra il tramite, ancora una volta, fra Cantù e Pellegrini. Quest’ultimo è richiesto di esprimere il suo parere sul «noto poemetto», di cui ha ricevuto una copia, da riferire a Cantù. Mugna chiede un aggiornamento sulla vicenda della pubblicazione negli «Atti dell’Accademia vienense», per la quale interviene Valentinelli: «Non so se facciate quello che vi suggerì Valentinelli a proposito de’ documenti austriaci già belli e preparati da voi, ma non come vogliono que’ Signori di Vienna».

Il 22 luglio 1873 Mugna chiede da Padova notizie sul recente terremoto che ha colpito la zona di Belluno e comunica l’aggravarsi della sua «nevrosi cerebrale». È interessato alle vicende della soppressione della Certosa di Vedana che presume avvenuta nel 1771 il nome di Erizzo (Nicolò), Procuratore di San Marco, che acquistò il monastero e le pertinenze. Ricorda il passaggio per eredità ai conti Arese (in realtà Araldi) di Cremona.

Il 22 agosto 1878, sempre da Padova, Mugna si fa portavoce del desiderio dell’amico valentissimo professor Bellavite di avere notizie sul «collegio, o collegi de’ Desiderosi nella provincia di Belluno», in particolare «se vi entrasse nella fondazione qualche elemento religioso».

Il 18 marzo 1879 Mugna trasmette da Padova la richiesta di una signora di Milano di accertare la data di nascita (circa 1813) della contessa Amalia Ferri, figlia di Giulia e di Francesco, Prefetto di Belluno sotto il Regno Italico, andata in sposa a Filippo Villani di Milano. La famiglia Ferri risulta di origini padovane. Mugna riferisce del suo soggiorno a Milano e della visita a Cantù. Loda l’articolo di Pellegrini pubblicato dal Club Alpino di Agordo, la memoria letta in occasione dell’adunanza straordinaria dell’ 1 settembre 1878 nella valle di San Lucano sotto il gran faggio secolare presso la chiesa (Pellegrini 1878, pp. 29-44). Mugna, in chiusura, rende noto che a Venezia ha raccolto gli apprezzamenti di Fulin nei confronti di Pellegrini. Il manoscritto ms. 702. 62-68 raccoglie, inoltre, le minute di due lettere di Francesco Pellegrini a Pietro Mugna.

La prima delle due minute senza data (segnatura 702.80), contiene la comunicazione di aver ricevuta la

Primavera di Kleist, dunque è da datarsi al 1862. Dà relazione circa l’avvio della bibliografia dei Bellunesi

che Mugna lo aveva consigliato di redigere e ne offre una prima sintesi: «Ho messo insieme alcuni nomi di scrittori coi titoli della maggior parte dei loro scritti, opuscoli, monografie ecc. cioè finora ne ho raccolto 50 e più di estranei alla provincia, circa 150 di bellunesi con 12 agordini, 15 cadorini, 23 feltrini. Come vedete di feltrini me ne mancano molti, e perciò mi sarebbe necessario un viaggio a Feltre e l’ajuto di qualcuno di colà, degli altri poi pochi più vene possono essere». Ha avuto notizia che Cesare Cantù è Senatore d’Italia, e lo qualifica a Mugna come «amico vostro».

La seconda minuta (segnatura 702.79), relativa a una lettera molto articolata degli inizi del 1864, riguar- da dapprima l’edizione del «noto poemetto», al quale fanno riferimento le lettere di Mugna del 2 gennaio e 7 gennaio 1864. Come sopra riportato, si tratta di un lavoro edito da Cantù con il contributo di Pellegrini e di monsignor Giovanni De Donà. In proposito Pellegrini dà conto delle vicende della gestione delle bozze di stampa; nel contempo non manca di trasmettere a Mugna le sue considerazioni sulle scelte editoriali di Cantù.

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rese certamente possibili dal rapporto di stima e amicizia che legava i due eruditi. Nella lettera da Milano del 16 agosto 1852 (cfr. qui p. 194-195) si trovano osservazioni piuttosto severe alla traduzione del Manuale

di storia dell’arte di Franz Kugler (Kugler, Burckhardt 1852-1854): nonostante le attenuanti insite nella

difficoltà della traduzione dal tedesco, a Mugna vengono imputate inesattezze sul piano semantico e mor- fo-sintattico. Nel 1858 l’abate di Trissino scrisse il trattato Diocesi e provincia di Venezia, incluso nella

Grande illustrazione del Lombardo-Veneto del Cantù (Cantù, Mugna 1858). Nella loro corrispondenza non

mancano cenni alla situazione politica e sociale. In una lettera scritta da Verona il 19 ottobre 1959, l’abate racconta all’amico di avere visitato i luoghi della battaglia di Solferino e San Martino, visita per lui carica di grande suggestione (Milano, Biblioteca Ambrosiana, Fondo Cesare Cantù, R. 37 Inf., inserto 6, pezzo 36; De Servi 2009, pp. 244, 285). Molto particolare fu l’amicizia dei due con Alessandro Rossi, senatore e industriale di Schio, che Cantù conobbe nel 1869 proprio tramite Mugna (Cepparrone 2006, pp. 226, 227,

228, 229, 231, 235). L’abate fornì all’intellettuale briviense suggerimenti per il suo romanzo Il Portafoglio d’un operaio (Cantù 1871), ispirato al modello del Lanificio Rossi: in una lettera del 26 novembre 1869 gli

consiglia di evitare polemiche che possano creargli difficoltà sul piano personale come riflesso della morale allora vigente (Cepparrone 2006, p. 229).

PADOVA, Biblioteca Civica. C.A. 1049.1, c. 1rv

♦Pietro Mugna a Giuseppe Bernardi, n. 1, da Venezia, 12 settembre 1850

In questa lettera Pietro Mugna risponde all’abate Giuseppe Bernardi (Professori 1996, p. 225), insigne filosofo e pedagogista padovano suo corrispondente (cfr. qui pp. 96, 114, 127, 128) il quale gli ha chiesto di consultare la sua raccolta di lettere autografe di diversi letterati. Da parte sua non vi è alcuna difficoltà, ma lo esorta a scegliere con cautela, in quanto alcune sono già state pubblicate. Siccome la raccolta si trova nella casa di Padova, Bernardi dovrà rivolgersi al fratello di Mugna, Giovanni Battista.

PADOVA, Biblioteca Civica. C.A. 1049.2, c. 1rv

♦Pietro Mugna a destinatario ignoto, n. 1, s.l., 1 agosto 1879

La lettera del 1 agosto indirizzata, a un «pregiatissimo amico», reca la data «Di casa 1. Agosto 79» e fa riferimento a un breve rientro a Padova per poi fare ritorno a Saonara in serata. Si rammarica di mandare