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P

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, 10

luGlio

1843

Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78

Pietro Selvatico scrive all’amico Pietro Mugna a proposito di due opere di Franz Kugler delle quali ha sentito parlare attra- verso la stampa (Kugler 1837; Kugler 1842). Prima di ordinarle desidera ragguagli in merito. Di Kugler conosceva già un precedente studio del 1835 (Kugler 1835). Esprime inoltre il desiderio di fare pervenire allo storico dell’arte tedesco una copia del proprio libro: benché consapevole del rischio, incarica l’amico di fargli da tramite. Auf der Heyde (20162, p. 206 e nota

11) ipotizza trattarsi dell’opera Sull’educazione del pittore storico odierno italiano (Selvatico 1842; Selvatico ed. 2007). A

questa altezza cronologica Selvatico aveva pubblicato le opere corrispondenti ai nn. 1-12 della lettera autobiografica a Pietro Mugna pubblicata in questa sezione (cfr. lettera V).

Pietro amico,

Mille grazie della tua gentile premura: per dir vero desideravo anch’io di mandare al bravo Sig. Kugler il mio libro, ma la mi pareva temerità, così la tua cara amicizia saprà giustificar l’ardimento.

Veggo annunziate nei Giornali due opere del Sig. Kugler che forse potrebbero essere una sol cosa, vale a dire un Handbuch der Geschichte der Malerey pubblicato a Berlino nel 1837 in due vol.: il primo de’ quali contiene la storia della pittura italiana, il secondo della tedesca, fiamminga etc. Poi vedo del pari annunziato un Handbuch der Kunstgeschichte stampato a Stuttgart l’anno scorso in un bel volume di ol- tre 900 pagine. Prima di far venire l’uno e l’altro di questi libri, bramerei sapere da te se nel secondo si chiuda (come pare doversi argomentare dal suo titolo) tutto il primo e siansi aggiunte le altre arti, ovvero se l’autore abbia in esso più ristretta la storia della pittura. Io del Sig. Kugler non conosco che il suo pro- fondo e dotto lavoro sulla pittura policroma monumentale dei Greci e pubblicato nel 1835, ma sento poi assai lodato questo manuale della Storia dell’Arte. Tosto che io troverò un’occasione privata per Vienna, ti manderò il mio libro per lui, e intanto ti rinnovo i miei ringraziamenti e le proteste d’amicizia e di stima del tuo

P. Selvatico

Padova 1° luglio 1843

II

Pietro Selvatico a Pietro Mugna

V

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, 26

diceMbre

[1845]

Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78

Pietro Selvatico chiede all’amico Mugna di intercedere presso Pietro Nobile, direttore dell’Accademia delle Belle arti di Vien- na (Auf der Heyde 2013, pp. 100, 109-110, 112, con pubblicazione di uno stralcio di lettera) perché gli comunichi notizie sul curriculum studiorum in architettura presso l’Accademia medesima: se ne avvarrà per preparare uno studio in proposito

(Selvatico 18462). Nel post scriptum si augura che Mugna possa ottenere un incarico a Padova, dove sta per essere bandito

un concorso per la cattedra di Teologia, mentre Tommaso Angelo Gar è in procinto di essere nominato direttore degli Archivi di Venezia per cui lascerebbe libero il posto di bibliotecario dell’Università di Padova. Le lettere di Pietro Nobile indirizzate da Vienna al fratello Antonio residente a Trieste, edite da Pavan (Lettere da Vienna 2002), documentano i successivi contatti diretti fra Selvatico e Nobile dal 1850 al 1853, in particolare si aggiungono le testimonianze dei loro incontri a Venezia e Padova nei mesi di luglio e ottobre 1850, assieme anche a Mugna, e ad Adriano Balbi, consigliere imperiale, statistico e geografo. Se ne offre il compendio e si deve tenere conto del contemporaneo scambio di lettere con Mugna, per il quale si veda il regesto della lettera di Nobile a quest’ultimo del 2 marzo 1853. Per le lettere di Nobile al fratello da Venezia e Padova si veda Lettere da Vienna 2002, vol. II, pp. 749-750, lettera 761, Padova, 4 luglio 1850; pp. 799-800, lettera 806, Venezia, 12

ottobre 1850; pp. 801-802 lettera 822, Venezia, 15 ottobre 1850; p. 802, lettera 820, Venezia, 17 ottobre 1850. Seguono le

menzioni di Selvatico nelle seguenti lettere di Nobile da Vienna: Lettere da Vienna 2002, vol. II: pp. 813, lettera 808, Vienna,

14 dicembre 1850; pp. 819-820, lettera 827, Vienna, 17 marzo 1851; pp. 860-862, lettera 855, Vienna, 14 marzo 1852;

pp. 864-866, lettera 858, Vienna, 10 aprile 1852; pp. 925-927, lettera 911, Vienna, 7 marzo 1853; pp. 946-947, lettera 925, Vienna, 24 aprile 1853; pp. 963-965 lettera 937, Vienna, 4 giugno 1853; pp. 1005-1008, Szliacs, 26 agosto 1853; pp. 1019-1020 Vienna, 6 ottobre 1853. Nella lettera del 26 agosto 1853 Nobile fa riferimento alla riforma dell’insegna-

mento dell’Accademia di Venezia introdotta da Selvatico e che il conte Thun vuole estendere a quella di Milano, nonostante le perplessità del suo presidente Ambrogio Nava. Nella lettera del 6 ottobre 1853 (Lettere da Vienna 2002, vol. II, p. 1019) Nobile esprime un apprezzamento indiscusso per Selvatico: «io lo stimo assai, e lo credo l’unico scrittore d’arte belle in Italia». Quanto a Tommaso Angelo Gar (Trento, 22 febbraio 1808 - Desenzano del Garda, 27 luglio 1871), citato nella lettera, è stato un letterato italiano (Allegri 1999, pp. 215-216). Nel 1847 divenne bibliotecario nell’Università di Padova ma non si concre- tizzò il passaggio all’Archivio di Venezia. Nel 1848 accettò di essere ambasciatore del governo provvisorio di Daniele Manin presso Parigi e in Toscana. Dopo il ritorno degli Austriaci venne esiliato a Trento. Qui diventò bibliotecario presso il Museo Civico. Nel 1862 ottenne la cittadinanza italiana e divenne rettore del convitto di Porta Nuova a Milano. L’anno successivo fu nominato direttore della biblioteca dell’Università di Napoli.

Per la datazione della lettera risultano utile il timbro postale, che reca la data del 26 dicembre, e l’accenno agli studi sugli insegnamenti architettonici, stampati nel primo semestre del 1846 (Selvatico 18462). Tali elementi concorrono per una data-

zione al 26 dicembre 1845.

Venezia 26[x]bre

Piero Amico,

Scusami se ti secco, ma ho bisogno di un servizio da te: portati, a mio nome anche se vuoi, dal gentile Cons(igliere) Nobili, e pregalo a farti avere al più presto possibile le norme principali con cui è regolato l’insegnamento della scuola di architettura all’Accademia di Vienna: in quel giorno in cui egli ebbe la bontà di espormelo, mostrandomi i lavori degli allievi, io ne feci qualche notizia, ma dubito di essermi dimenticato qualche cosa di importante. Ora dunque mi importerebbe particolarmente sapere quali sono gli studi preparatorii che si esigono dall’allievo quando entra a fare il corso architettonico: poi su quali materie lo si tenga il primo anno ed i successivi del corso. Ho bisogno di questi dati per finire un mio lavoro sui sistemi teorico-pratici dell’insegnamento architettonico, e siccome quello dell’Accademia di- retta dal Consigliere mi parve fra i più assennati e più fruttuosi, così vorrei su quello trattenermi di più, e farlo come base ad alcune mie osservazioni in proposito. Domandagli scusa per me della seccatura che gli provoco e salutamelo distintissimamente presentandogli le proteste della mia stima. Bondì

Il tutto tuo

P. Selvatico

P.S. Avrai ricevuta l’ultima mia lunghissima, ti bastano quelle notizie o ne vuoi dell’altre? Scrivimelo. Mi dolse vivamente che fosse dato ad altri il posto da te desiderato: ma le occasioni non ti possono mancare, presto deve andare al concorso, per quanto ho sentito, una cattedra di Teologia a Padova, poi si dice che Gar sarà fatto direttore degli Archivi di Venezia, ed allora resta vacante il posto di bibliotecario a cui dovresti concorrere. Sei giovane ed ingegnoso e devi ricordarti la seconda parte del proverbio tedesco Deryage nicht im Unglücke

III

Pietro Selvatico a Pietro Mugna

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, 17

aGosto

1846

Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78

Pietro Selvatico comunica a Pietro Mugna la propria intenzione di raggiungerlo a Vienna, per visitare i luoghi caratteristici della città (Auf der Heyde 2013, p. 107), ma è indeciso sulla data del viaggio, che forse rimanderà alla primavera successiva. Con lui ci sarà Giovanni Battista Pivetta, in quanto Giuseppe Pasetti deve assistere i genitori malati. Qualora decidesse di fare solamente tappa a Graz, gli scriverà perché riservi loro due camere. Esprime poi la curiosità di informarsi, una volta a Vienna, sullo stato dell’Accademia, in quanto deve documentarsi per dimostrare l’effetto negativo di tale istituzione nello stu- dio delle arti, argomento al quale ha già dedicato uno scritto uscito nel primo semestre di quello stesso anno (Selvatico 18462;

161 160

Paoletti, da preferire a Michelangelo Grigoletti (Mazzocca 1989) e Ludovico Lipparini, nell’assegnazione di un posto di pro- fessore di Pittura all’Accademia di Venezia. Secondo, in vista della copertura di un posto di Estetica, lasciato vacante dopo la morte di Antonio Diedo e data l’indecisione del governo austriaco su un eventuale concorso e sulla ripartizione di incarichi fra Francesco Gualdo e Agostino Sagredo (Auf der Heyde 2013, p. 140, con publicazione di parte della lettera). Mugna dovrebbe cercare notizie, attraverso Pietro Nobile, personalità di grande spicco nel dibattito architettonico (Auf der Heyde

2013, p. 100, 109-110) sulle intenzioni di Vienna al riguardo. In quanto, se le circostanze fossero propizie, lo stesso Selvatico

potrebbe partecipare alla selezione, rinunciando alla tanto cara libertà. La carica di Segretario dell’Accademia gli venne poi assegnata dal maresciallo Radetzky (Auf der Heyde 2013, pp. 16-17). Selvatico informa infine l’amico sul miglioramento delle condizioni di salute di Carlotta Cabianca-Mario, cugina di Mugna per parte di madre, grazie ai rimedi omeopatici e sulla mancata soluzione della copertura del posto di bibliotecario a Padova (cfr. in questa sezione la lettera del 26 dicembre 1845). Sulle questioni relative all’intervento del governo di Vienna nella vita artistica, culturale e accademica di Venezia e sui protagonisti di tale periodo si vedano: Mazzocca 1989; Bernabei 20161; Zucconi 20161; Baumgartner 2016; Nezzo 2016.

Per la lettera di Pietro Nobile a Pietro Mugna del 2 marzo 1853 cfr. qui pp. 195-196.

Carlotta Cabianca, la cugina alla quale Mugna destina in testamento un anello in corniola (cfr. qui p. 100), sposa un Mario, forse il personaggio maschile di nome Antonio che compare in una lettera del 2 giugno 1853, indiriz- zata dal più noto patriota Alberto Mario da Lendinara a Iacopo Cabianca, cugino di Mugna (Ventura 1907, p. 86) e fratello della stessa Carlotta. Nella medesima missiva si fa riferimento a una malattia al petto di Carlotta, forse un disturbo che si ripresentava ciclicamente (Ventura 1907, p. 85). Un atto del 3 ottobre 1830 testimonia il conferimento ad Antonio Mario, alunno della Pretura di Lendinara, della qualifica di scrittore presso la pretura di Latisana («Gazzetta privilegiata di Milano», N. 276, 1830, domenica 3 ottobre, p. 1091).

Padova 6 marzo 1847 Mio caro Pietro,

Bisogna proprio che io incominci dal buttarmi in ginocchio dinanzi a te, per domandarti perdono dell’e- norme tempo che ho lasciato senza scriverti una riga; ma che vuoi mio caro? Sono così carico di lavoro per questa benedetta storia dell’arti venete che proprio non m’avanza un briciolo d’ora per dir due parole ai miei amici. Sfardellato ch’io mi sia da questo pesante impegno, ti prometto d’essere più galantuomo. Intanto rispondo categoricamente alla tua. In quanto ai fascicoli 6 e 9 dell’Euganeo che ti mancano, la colpa ne fu senza dubbio della Direzione, la quale, tarda a spedire anche per l’Italia, è una vera tartaruga quando si tratta di inviare oltre le Alpi. Ora che sono a Padova (giacché devi sapere che il più del mio tempo lo passo a Venezia) solleciterò perché ti sieno spediti. Le copie della tua lettera son presso di me come pure qualche altro opuscolo mio, aspettando sempre occasione per farti aver l’involto, ma l’occasio- ne con questo inverno diabolico non si presenta mai. Valersi della diligenza sarebbe facile, ma mi pare un farti gettar denaro senza proposito, peraltro, se ti preme, scrivimelo e consegnerò subito il pacco alla diligenza.

Sarà senza dubbio accolto favorevolmente dall’Euganeo l’articolo sul commercio librario che tu prometti; bisognerebbe però sapere prima per quando potrai darlo, poiché sai bene come i giornali abbisognino di conoscere innanzi di quanta materia possano disporre. A proposito d’Euganeo, è scritto da me un articolo anonimo sul vol. XVIII della Storia del Cantù, articolo che qui fu accolto favorevolmente; e ciò mi fa più piacere, fu compatito anche dal Cantù stesso che me ne scrisse gentilissime cose.

Ti ringrazio della iscrizione informatrice intorno al mosaico: è dettata con molta limpidezza. Se mi avan- zerà un briciolino di tempo, non mancherò di farne un articolino pel Pedrocchi, rendendo al Pichler il dovuto onore, ma non te lo prometto perché sono occupato da mane a sera, e, anche le brevi distrazioni mi sviano dal corpo delle idee in cui m’aggiro.

Potresti tu farmi un favore anzi due, ma segretissimamente? Informarti in prima come la sentano questi autori Consiglieri intorno al Prof. di Pittura che deve essere surrogato a Venezia al defonto Politi. Fra i concorrenti è primo in terna Lipparini, secondo il Cav. Paoletti, terzo il Gregoletti. Pare che resterà Lip- parini, ma sarebbe vera ingiustizia, giacché è infinitamente maggiore l’abilità del Paoletti. Aggiungi che egli è ora il miglior frescante che abbiamo, ed è ridicolo, veramente ridicolo, che nella patria de’ grandi frescanti antichi com’è Venezia nessuno insegni la pittura a fresco, né il Lipparini lo potrebbe perché non sa neppure da qual parte si incominci. Se vedi qualcuno de que’ signori influenti su tale nomina, non mancare di cantar le lodi del Paoletti, che canti quelle della giustizia.

cfr. qui p. 111). Una critica all’insegnamento accademico delle discipline artistiche sarà espressa anche molti anni dopo da Giovanni Battista Cavalcaselle in una lettera del 24 dicembre 1878 a Pietro Mugna (cfr. qui lettera LI, p. 297). Gli chiede poi di appurare la disponibilità presso qualche libraio di Bähr 1837-1839, De Wette 1830 e Augusti 1837, di cui indica il prezzo, per poterli visionare prima di un eventuale acquisto.

Padova 17 agosto 46

Amicone,

Qual peccato di non aver più tempo disponibile, ch’io, non presto, ma subito, volerei a Vienna, per partire tosto tosto con la tua cara compagnia per alla volta del Settentrione! Ma proprio non c’è modo, fino a’ primi di settembre son fitto inchiodato qui, e solo pel cinque o sei m’è possibile partire. Sicché dunque pazien- za, mi godrò il mio buon Piero a Vienna, me lo avrò cicerone per tutte quelle Strasse, Gasse, sta Markt, hof Vorstat ed altre simili armoniche graziosità, e s’egli avvi un po’ di tempo libero ci accompagnerà giù per la Danoja a Presburgo. A tutto questo io spero di certo; pel resto del viaggio son anch’io incerto assai se intraprenderlo, perché la stagione non mi pare propizia, e quasi quasi sarei disposto a rincominciarlo in primavera dopo squagliate le nevi dai monti. Basta. Vedremo! Dubito che ti capiterò costà con un solo compagno di viaggio, il Sig. Pivetta, giacché mi par difficile Pasetti possa venire: suo padre va peggio- rando a vista d’occhio, non è improbabile che una disgrazia capiti da un istante all’altro, e mi parrebbe vera imprudenza ch’egli andasse lontano. Aggiungi che neppure sua madre sta bene. Egli farà però quel che il cielo gli ispira.

Accettato intanto per la Signora Anitra d’Oro. L’esser vicina a te è una gran raccomandazione. Anche a costo mit Ehren zu melden di doversi grattare un pochino, ancora preferibile a tutte. Se potrò precisare il giorno della partenza nostra, ovvero se nel viaggio mi tratterò un giorno a Grätz in modo da poter essere preceduto da una lettera, ti scriverò perché tu voglia aver l’amicizia di fermarci due stanze colà.

Intanto vorrei pregarti d’un favore (son pure il gran seccatore!). Bramerei a Vienna conoscere o il Presi- dente di quell’Accademia o piuttosto chi è più influente sulle faccende artistiche della monarchia, non già perch’io mi abbia fini d’aspirare a qualche posto vaccante di segretario (il cielo me ne scampi) ma solo per veder l’andamento presente dell’arte anche costà e poterne dedur l’avvenire. Potresti tu intanto pro- curarmi mezzo perché io potessi esser presentato a qualcuno di que’ Signori? Ciò mi darebbe opportunità di ben conoscere anche le norme con cui si regola l’Accademia di Vienna e mi gioverebbe alle ricerche ch’io vado facendo intorno ad un’istituzione che purtroppo è il flagello delle nostre arti.

Fammi anche il favore di ricercare presso qualche libraio se trovassi le seguenti opere ch’io vorrei vedere prima d’acquistarle.

Boehr, Symbolik des Mosaichen Cultus, 2 Bände, Heidelberg, 1837-1838 (sic) Wette, Lehrbuch der hebraeisch - jüdischen Archäologie, Ie Band, Leipzig 1830

Augusti, Handbuch der christlichen Archaeologie, 3 Bände, Leipzig 1836-37 Ama il tuo Piero

IV

Pietro Selvatico a Pietro Mugna

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Marzo

1847

Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana, Epistolari, E. 78

In questa missiva (edita in parte da Auf der Heyde 20162, pp. 215-216) Pietro Selvatico si scusa di non avere risposto pri-

ma alla lettera dell’amico, in quanto oberato di lavoro. Si rammarica che Mugna non abbia ancora ricevuto due fascicoli dell’«Euganeo» a causa dei ritardi della Direzione. Spera di fargli avere alcuni opuscoli, ma il tempo è troppo inclemente e affittare una diligenza sarebbe troppo costoso. L’«Euganeo» potrebbe accogliere un saggio di Mugna sul commercio librario, ma alla redazione occorrerebbe conoscerne l’estensione: l’articolo, di cui si conserva anche lo studio preparatorio (cfr. qui p. 111, venne poi pubblicato a breve (Mugna 18475). Selvatico stesso vi ha pubblicato una recensione anonima al volume XVIII

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Amico mio,

Se non ti risposi sin ora e se non riscontrai il ricevimento del N. 30 degli Österreichische Blätter, egli è proprio perché mi mancò sempre il tempo ad una lettera lunga. D’altra parte poi, il bigliettino che ac- compagnava quel giornale accennava ad un’altra tua futura in cui mi avresti richiesto altri schiarimenti. Eccola giunta precisamente oggi, ed oggi ancora rispondo.

Cominciamo dall’art. degli O.che B.er. Parlando dello Steinbrück lo articolista domanda: «Ma non conosce

il Selvatico la sua Genovefa?». Io in fatto non ho mai veduto quel quadro; né potevo di certo immaginarmi che operato da un tale artista fosse voll tiefer heiliger Naturpoesie. D’altronde mi pare di aver abbastanza lodato lo Steinbrück quando dissi che, nella sua allegoria sui beni e sulle virtù del Cristianesimo, mi parve vi fosse un pensiero fondo e filosofico. Veniamo all’altro appunto che mi fa il giornalista intorno al Bendemann dicendo che egli appartiene ad altra scuola. Dal momento ch’egli stesso confessa ch‹e› seine erste Bildung sich in Düsseldorf erwarb, parmi che stia per me la ragione di noverarlo fra gli allievi di Düsseldorf: in altre parole ho proprio detto che egli s’ebbe colà la prima educazione. Sul resto nulla ho da dire, perché l’art(icolo)o, come ben vedi, è un puro estratto del mio scritto.

Ora vengo alle ricerche che mi fai nella tua 3 corr. Et in primis, eccoti i passi francesi del Fortoul relativi alla pag. 4 delle lettera al Dall’Ongaro ed alla 6 di quella al Ridolfi: «C’est dans ce faubourg d’Au, dont je ne vous ai point encore parlé, et au milieu des pots de bière que les ouvriers y vident, que l’art tudesque s’est réfugié. L’église que M. Ohlmueller construit en cet endroit sous l’invocation de Sainte Marie du Se- cours, n’est pas entièrement achevée; quand j’y suis entré. On était occupé à dissimuler les briques de ses murailles sous l’enduit inévitable», en (Fortoul To I., pag. 204-205). Ecco il secondo passo: «Assurément il est imposible de reproduire plus fidèlement les églises qu’on élevait la Italie au Moyen-Age, non pas les grandes églises, comme celles que bàtissaient Buschetto, Arnolfo di Lapo et Gamodia, en attendant que Brunelleschi et Bramante parusent enfin, mais les petites églises, comme on en trouve dans les villes inférieures, et qui, réunissant dans un aveugle péle-mèle toutes les formes et tous les débris qu’on avait sous la main, composaient néanmoins, grâce au goût naturel du pays, sinon un ouvrage pur, au moins un monument plein de fantasie et de grâce»(Fort. To. I pag. 194-195.

Ora vengo al purtroppo lungo elenco delle mie miserie:

1. Notizie storiche sull’architettura padovana nei tempi di mezzo - con tavole - Venezia 1834.

2. Sulla Cappellina degli Scrovegni e sui freschi di Giotto in essa racchiusi - Padova, Per la Minerva 1836. Un volume in 8° con quattordici tavole.

3. Sulla architettura padovana del sec. XIV - Padova per la Minerva - 1836. Inserita nel vol. 4 dei Saggi dell’Accademia di Padova con tre tav.

4. Il Castello di Montegalda -nella Strenna Veneta 1838.

5. Considerazioni sullo stato presente della Pittura Storica in Italia - Milano pel Pirotta - 1837. 6. Uno sguardo sulle Convenzioni della odierna Pittura storica in Italia - Milano pel Pirotta - 1839. 7. Il Pittore Francesco Squarcione, studii - Padova, pel Sicca 1839 con due Tav.

8. Sopra un Dipinto del Mantegna nella Galleria Scarpa alla Motta di Friuli Padova - 1839