Meta-riflessione
3. I doni della morte rappresentano inoltre l’elemento extradiegetico che ricongiunge la
3.3. Le forme di magiche più comuni e diffuse nella saga, nonché quelle residual
In quest’ultima parte, dedicata all’analisi testuale delle forme di magia presenti in Harry Potter, si affronteranno tutte quelle manifestazioni del soprannaturale che affollano il primo e l’ultimo capitolo della saga, ma che non hanno ancora trovato una descrizione approfondita nelle precedenti pagine. Si cercherà quindi di classificare tali forme di magia (ove sia possibile) sempre mediante l’utilizzo della griglia per le categorie magiche descritta nel secondo capitolo. Tuttavia, e a differenza di quanto svolto nel precedentemente, si prenderanno in considerazione le sole forme di magia considerate
comuni e diffuse, come gli incantesimi, le pozioni e gli altri oggetti magici. La ragione per la quale
può avere un senso procedere in tal senso, ovvero per macro-blocchi d’informazione, risiede nella logica espressa nel secondo capitolo, quindi nell’idea che a prescindere dalle differenze che caratterizzano ogni tipologia di magia, vi possa comunque essere una sorta di struttura comune capace di ridurre e riunire, come un comun denominatore, la molteplicità creativa offerta dalla prosa narrativa; ed in tal senso, può aver senso presupporre che forme magiche simili, per importanza o distribuzione nel testo, possano esprimere una struttura similare. Sempre ammesso che tutto ciò sia effettivamente vero, perché di fatto ci si sta pur sempre addentrando in un campo, quello delle ipotesi, dal quale potrebbe emergere delle forme magiche che non rientrano in nessuna delle categorie
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descritte, oppure che non utilizzino le leggi del modello causale soprannaturale sviluppato nei precedenti capitoli; e che, proprio per questo, meritino un’attenzione una riflessione adeguata.
La prima categoria con la quale il lettore della saga famigliarizza è quella degli incantesimi, il quali vengono lanciati da qualunque artefatto che ricordi, anche vagamente, una bacchetta (così come suggerito da Ollivander e dimostrato dall’ombrello di Hagrid). E visto che in precedenza è già stato spiegato il fatto che le emozioni possano fungere da vettore magico, nonché il funzionamento della bacchetta, in questa parte può aver ora senso focalizzarsi su gli altri aspetti dell’incantesimo: come, ad esempio, la continuità fisica tra il mago e lo strumento magico impiegato per lanciare una magia, ben esemplificata da Hagrid e il suo ombrello.
“Hagrid pulled out the pink umbrella again, tapped it twice on the side of the boat, and they sped off toward land.” (Rowling 1997, 72)
Come si può evincere da questo passaggio, il contatto rappresenta il veicolo fondamentale per canalizzare i pensieri del mago, e dalla propria mente, verso un effetto desiderato: parrebbe quindi necessaria la presenza della similarità tra ciò che il mago desidera e quello che effettivamente la bacchetta rende possibile (ovvero quel wishful thinking descritto a inizio capitolo). Ed effettivamente tale similarità ricompare anche nell’assonanza dei suoni tra le parole magiche scelte per lanciare un determinato incantesimo (Groves 2017, 21). In altre occasioni, invece, a creare un legame tra le magie e le leggi causali dell’elemento magico è la similarità espressa dalla radice latina della parola dell’incantesimo stesso; il cui significato rimanda direttamente all’effetto di quest’ultimo. Ed un esempio di questo stratagemma può essere la comparsa della magia wingardium leviosa (Weny 2010, 62).
“You’re saying it wrong,” Harry heard Hermione snap. “It’s Wing-gar-dium Levi-o-sa, make the ‘gar’ nice and long.” […] Hermione had sunk to the floor in fright; Ron pulled out his own wand — not knowing what he was going to do he heard himself cry the first spell that came into his: “Wingardium Leviosa!” (Rowling 1997,
In questa magia sono infatti presenti sia la parola inglese wing, che significa ala, sia la sua congiunzione ai due termini latini arduus e levis, il cui significato è rispettivamente alto e leggero (Weny 2010, 62). Esiste quindi un collegamento, in questo caso di natura semantica, che agisce per mezzo della somiglianza tra il nome dell’incantesimo, la sua radice etimologica e l’effetto che il mago intende generare. Tale logica sì manifesta anche altrove, ad esempio, nel caso delle serrature impossibili da aprire, dove il termine aloha – il cui significato è arrivederci – si unisce al latino mora – che significa ostacolo – dando così vita a un incantesimo capace di scassinare qualunque serratura; oppure quando si usa una magia come accio, anch’essa presa in prestito dal latino e che significa
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“Oh, move over,” Hermione snarled. She grabbed Harry’s wand, tapped the lock, and whispered, “Alohomora!” The lock clicked and the door swung open — they piled through it, shut it quickly, and pressed their ears against it, listening” (Rowling 1997, 116)
‘Alohomora.’ There was a click, and the door swung open.” (Rowling 2008, 154)
“You know – accio. And – they zoomed out of Dumbledore’s study window right into the girls’ dormitory.’ (Rowling 2008, 88)
“Harry seized the wand lying beside his camp bed, pointed it at the cluttered desk where he had left his glasses and said, ‘Accio glasses!’ Although they were only around a foot away, there was something immensely satisfying about seeing them zoom towards him, at least until they poked him in the eye.” (Rowling 2008, 96)
“He wrenched the telescope out of the door, leaving a hole behind, pulled the magical eyeball out of it and placed it in his pocket. Then he turned to face the room again, raised his wand and murmured, ‘Accio locket” (rowling 2008, 207) “Had some unknown magic drawn Hermione to this spot, or was the doe, which he had taken to be a Patronus, some kind of guardian of the pool? ‘Accio sword.’ It did not stir.” (Rowling 2008, 299)
Quest’analisi morfologica della magia, condotto all’interno dell’intera saga di Harry Potter, ha condotto Weny a identificare tre differenti macro-tipologie di magie collegate all’uso della bacchetta e ben 14 differenti funzioni: ovvero, chiamare a sé, creare, attaccare, distruggere, cambiare di status, aprire/rivelare, controllare, proteggere, chiudere, mostrare una direzione, pulire, chiudere, riparare/guarire, fermare o rilasciare (Weny 2010, 130). Degli 80 incantesimi presenti nell’intera saga, inoltre, ben 21 sono esattamente la riproduzione fedele di parole latine, mentre le altre sono derivate da suffissi, composizioni, o modifiche ed eliminazioni di parole prese da altre lingue; come ad esempio dal francese o dal greco (Weny 2010, 131). Andando più nello specifico, è poi possibile osservare l’analisi di Weny circa gli incantesimi presenti nel primo e nell’ultimo capitolo della saga di Harry Potter.
• Aguamenti: rappresenta la combinazione del termine latino aqua e mentio, e infatti l’effetto della magia così generata è quello di permette di far uscire dell’acqua, oppure di riempire qualcosa (Weny, 2010, 45)
‘Aguamenti!’ screamed Hermione, and a jet of water streamed from her wand, engulfing a spluttering and choking Mundungus.” (Rowling 2008, 182-183)
• Cave inimicum: è una magia di protezione, che unisce due parole latine, caveo – che significa essere in guardia – e inimicum, ovvero ostile (Weny 2010, 65).
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‘Cave inimicum,’ Hermione finished with a skyward flourish. ‘That’s as much as I can do. At the very least,
we should know they’re coming, I can’t guarantee it will keep out Vol—’ (Rowling 2008, 225)
• Confringo: è una parola latina e significa letteralmente rompere in pezzi o distruggere, esattamente come l’effetti della magia nella saga (Weny 2010, 33)
‘Confringo!’ and her spell flew around the room, exploding the wardrobe mirror and ricocheting back at them, bouncing from floor to ceiling; Harry felt the heat of it sear the back of his hand.” (Rowling 2008, 279).
• Confundus: è anch’essa un prestito dal latino e significa confondere o creare disordine (Weny 2010, 34).
“No doubt a Confundus Charm has been placed upon Dawlish.” (Rowling 2008, 11)
• Diffindo: è una parola latina e significa dividere, fendere o aprire (Weny 2010, 49).
Diffindo.’It cracked with a sound like a bullet in the silence: the surface of the pool broke and chunks of dark ice rocked on the ruffled water. (Rowling 2008, 301)
• Deprimo: è una magia che serve a creare dei fori, delle aperture, è infatti ha lo stesso significato dell’omonima parola latina, che significa per l’appunto deprimere (Weny 2010, 67).
‘Deprimo!’ She had blasted a hole in the sitting-room floor.” (Rowling 2008, 343)
• Descendo: anche in questo caso si tratta di una parola latina e significa scendere (Weny 2010, 67).
‘Descendo,’ muttered Ron, pointing his wand at the low ceiling. A hatch opened right over their heads and a ladder slid down to their feet.” (Rowling 2008, 86)
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• Duro: anche questo incantesimo richiama l’omonimo termine latino e serve a rendere qualcosa particolarmente duro (Weny 2010, 68).
‘Duro!’ cried Hermione, pointing her wand at the tapestry, and there were two loud, sickening crunches as the tapestry turned to stone and the Death Eaters pursuing them crumpled against it.” (Rowling 2008, 517)
• Erecto: è un incantesimo che condivide un rapporto di assonanza, di senso e di suono, con la parola latina erectus (Weny 2010, 69).
“’Erecto!’she added, pointing her wand at the misshapen canvas, which in one fluid motion rose into the air and settled, fully constructed, on to the ground before Harry, out of whose startled hands a tent peg soared, to land with a final thud at the end of a guy rope.” (Rowling 2008, 225)
• Expecto Patronum: è un incantesimo complesso, che evoca un avatar animale diverso per ogni mago. Ed il nome di questa magia deriva la combinazione del latino patronus – che significa protettore, difensore o per l’appunto patrono – e la parola inglese expecto (Weny 2010, 50).
‘For him?’ shouted Snape. ‘Expecto patronum!’ From the tip of his wand burst the silver doe: […] (Rowling 2008, 551)
• Expelliarmus: è uno degli Schiantesimi usati da Potter per eludere e allontanare i Mangiamorte, nonché per disarmare la bacchetta degli avversari; e si tratta della combinazione di due parole latine, expello – che significa espellere – e arma (Weny 2010, 51).
‘Expelliarmus!’ Goyle’s wand flew out of his hand and disappeared into the bulwark of objects beside him; Goyle leapt foolishly on the spot, trying to retrieve it” (Rowling 2008, 507)
• Expulso: è un incantesimo che serve per far esplodere qualcosa e deriva dal latino expulsio (Weny 2010, 69).
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‘Expulso!’ bellowed the Death Eater, and the table behind which Harry was standing blew up: the force of the
explosion slammed him into the wall and he felt his wand leave his hand as the Cloakslipped off him.” (Rowling
2008, 138).
• Engorgio: lo si usa per ingrandire qualcosa e deriva dalla parola inglese engorge che significa proprio rigonfiamento (Weny 2010, 49)
‘Engorgio.’ The spider gave a little shiver, bouncing slightly in the web. Harry tried again. This time the spider
grew slightly larger.” (Rowling 2008, 318)
• Finite incantatem: un incantesimo frutto della combinazione delle due parole latine
incanto e finite (Weny 2010, 70).
‘Try Finite Incantatem,’ said Hermione at once, ‘that should stop the rain if it’s a hex or curse; if it doesn’t, something’s gone wrong with an Atmospheric Charm, which will be more difficult to fix, so as an interim measure try Impervius to protect his belongings –’ (Rowling 2008, 201)
• Geminio: la parola deriva direttamente dal latino gemino e dalla pluralità espressa dal simbolo zodiacale dei gemelli (Weny 2010, 52).
“They have added Gemino and Flagrante Curses!’ ‘Everything you touch will burn and multiply, but the copies are worthless – and if you continue to handle the treasure, you will eventually be crushed to death by the weight of expanding gold!’ (Rowling 2008, 434)
• Glisseo: deriva dal francese glisser e significa scorrere (Weny 2010, 71).
‘Glisseo!’ The stairs beneath their feet flattened into a chute and she, Harry and Ron hurtled down it, unable to control their speed but so fast that the Death Eaters’ Stunning Spells flew far over their heads.” (Rowling 2008, 517)
• Homenum Revelio: per identificare la presenza di una persona e prende in prestito le due parole latine homo e revelo (Weny 2010, 71).
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‘Homenum revelio,’ said the voice at the foot of the stairs. Harry heard Hermione gasp, and he had the odd
sensation that something was swooping low over him, immersing his body in its shadow. (Rowling 2008, 342)
• Impedimenta: consente di creare una sorta di barriera invisibile e deriva dal latino
impedimentum, che significa impedimento oppure ostacolo (Weny 2010, 52).
‘Impedimenta!’ The jinx hit the middle Death Eater in the chest: for a moment the man was absurdly spread- eagled in mid-air as though he had hit an invisible barrier: one of his fellows almost collided with him – (Rowling 2008, 54)
• Lumus: è un incantesimo che permette alla bacchetta di illuminarsi, oppure consente di accendere altri oggetti; e deriva da una parola presa in prestito dal latino, luminosus (Weny 2010, 74).
“Lumos,’ said Harry, and his wand ignited.” (Rowling 2008, 277)
• Locormotor Mortis: è la combinazione di tre parole, ovvero le latine loco, moto e mortus, che nell’insieme svolgono la stessa funzione della magia che le riunisce; quindi bloccare l’avversario (Weny 2010, 55).
Ron and Hermione, meanwhile, had found a place in the stands next to Neville, who couldn’t understand why they looked so grim and worried, or why they had both brought their wands to the match. Little did Harry know that Ron and Hermione had been secretly practicing the Leg-Locker Curse. They’d gotten the idea from Malfoy using it on Neville, and were ready to use it on Snape if he showed any sign of wanting to hurt Harry. “Now, don’t forget, it’s Locomotor Mortis,” Hermione muttered as Ron slipped his wand up his sleeve.” (Rowling 1997, 178).
• Meteolojinx Recanto: quest’incantesimo mischia tre parole, la greca meteorologia, l’inglese jinx e la latina recanto (Weny 2010, 74).
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• Obliviate: questo incantesimo è capace di far perdere la memoria e deriva dal termine latino oblivio (Weny 2010, 56).
‘Obliviate.’ At once, Dolohov’s eyes became unfocused and dreamy” (Rowling 2008, 139)
• Petrificus Totalus: è un incantesimo per pietrificare qualcuno o qualcosa e deriva dal francese pétrifer – che significa tramutare in pietra – e dal latino totus, ovvero totale,
intero, completo (Weny 2010, 57).
“Petrificus Totalus!” she cried, pointing it at Neville. Neville’s arms snapped to his sides. His legs sprang together. His whole body rigid, he swayed where he stood and then fell flat on his face, stiff as a board.” (Rowling 1997, 219) ; ‘Petrificus Totalus!’ screamed Hermione from out of sight, and the Death Eater fell forwards like a statue to land with a crunching thud on the mess of broken china, table and coffee.” (Rowling 2008, 138)
• Piertotum Locomotor: è un incantesimo che serve per rendere animate creature altrimenti immobili. Deriva dal latino pétra, che significa sasso, e locomotion, dal francese, che significa locomozione.
“And now – piertotum locomotor!’ cried Professor McGonagall. And all along the corridor the statues and suits of armour jumped down from their plinths, and from the echoing crashes from the floors above and below, Harry knew that their fellows throughout the castle had done the same.” (Rowling 2008, 484)
• Protego Horribilis: si tratta di una magia per proteggere dall’azione delle Arti Oscure e infatti prende in prestito proprio l’omonima parola latina protego (Weny 2010, 58).
‘... Protego horribilis – the diadem of Ravenclaw?’ squeaked Flitwick. ‘A little extra wisdom never goes amiss, Potter, but I hardly think it would be much use in this situation!’ (Rowling 2008, 483)
• Reparo: viene utilizzato da Hagrid per riparare la moto danneggiata dal potere del fuoco di drago, ed in questo caso deriva dalla parola latina reparo (Weny 2010, 81).
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‘REPARO!’ There was a deafening bang and the sidecar broke away from the bike completely: Harry sped forwards, propelled by the impetus of the bike’s flight, then the sidecar began to lose height – (Rowling 2008, 54)
• Tergeo: è invece un incantesimo che prende il nome dalla parola latina tergeo – pulire – e si usa per tergere qualcosa (Weny 2010, 84).
“Tergeo”. The wand siphoned off most of the grease.” (Rowling 2008, 82-83)
• Relaschio: è un incantesimo che serve per rilasciare qualcuno e deriva dalla parola latina
relaxo (Weny 2010, 80).
‘Relashio!’ said Ron, pointing the wand at the silver hand, but nothing happened; Pettigrew dropped to his knees, and at the same moment, Hermione gave a dreadful scream from overhead. Wormtail’s eyes rolled upwards in his purple face, he gave a last twitch and was still.” (Rowling 2008, 381).
Già da questa breve analisi, si può riconoscere come ognuno di questi incantesimi porti con sé la traccia di un legame tra l’etimologia di una parola, o una sua mutazione e combinazione di essa, con altri termini che condividono un rapporto di affinità con l’effetto generato dalla magia stessa. Di fatto, quasi tutti gli incantesimi pronunciati nella saga di Harry Potter, così come dimostra l’analisi morfologica condotta da Weny, utilizzano la legge magica della similarità, la quale si esprime per mezzo della concordanza semantica. Per quanto riguarda lo studio della forma assunta dal soprannaturale, invece, la logica che domina il primo e l’ultimo capitolo della saga è contraddistinta da una forte variabilità. D’altronde, se è vero che nella stragrande maggioranza delle circostanze ad essere chiamata in causa è la categoria dell’Adynaton, ovvero di un effetto controintuitivo, altre volte invece, a manifestarsi è la metamorfosi o l’antropomorfizzazione, come nel caso del Piertotum
Locomotor. Tuttavia, e nonostante le idiosincrasie associate a ogni specifico incantesimo, ciò che
permette a quest’ultimi di funzionare è a tutti gli effetti la legge della similarità, la quale si affida alla semantica per poi diramarsi attraverso l’Adynaton, la metamorfosi, l’antropomorfizzazione, il mentalismo e la telecinesi; mentre restano escluse le forme magiche del paradosso e della coincidenza. Quest’ultime, infatti, troverebbero una loro possibile collocazione solo in quelle manifestazioni del soprannaturale in cui non è coinvolto l’uso di una bacchetta e dov’è invece
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sufficiente l’intenzione del solo mago. Con quest’ultimo che utilizzando la legge del contagio o quella della similarità, riesce a compiere prodigi, pur violando alcune delle regole magiche descritte nei capitoli precedenti. D’altro canto le forme magiche del paradosso e della coincidenza sono di natura
indiretta, e per questo si affidano alla provvidenza, o al fato, quali mezzi d’espressione, mentre gli
incantesimi, anche quelli che dimostrano una più difficile interpretazione, provengono quasi tutti da un pensiero preciso ed esplicitato in modo univoco dal mago stesso. Si prenda ad esempio l’apparizione del cibo durante l’inaugurazione dell’anno scolastico di Hogwarts, quando con uno schiocco di mani Silente fa comparire ogni genere di vivanda.
“Nitwit! Blubber! Oddment! Tweak! “Thank you!” He sat back down. Everybody clapped and cheered. Harry didn’t know whether to laugh or not” (Rowling 1997, 89).
In questo caso la forma magica del paradosso, da sola, non è sufficiente a spiegare una magia per la quale manca un riferimento alle leggi causali del soprannaturale si qui analizzate, così come un rimando alle regole magiche che vengono descritte nella saga; non si può infatti né parlare di partecipazione (fato), né di similarità (che sarebbe da ricercarsi in quello schiocco delle mani e nell’apparire del cibo) e men che meno si può parlare del contagio; tutte leggi che ricompaiono, invece, altrove, come nel caso della trasfigurazione, che risulta essere più semplice quando coinvolge la trasformazione un ago in un oggetto dalla forma simile.
“I do hope they start right away, there’s so much to learn, I’m particularly interested in Transfiguration, you know, turning something into something else, of course, it’s supposed to be very difficult —”; “You’ll be starting small, just matches into needles and that sort of thing — ” (Rowling 1997, 91)
“Transfiguration is some of the most complex and dangerous magic you will learn at Hogwarts, […] After taking a lot of complicated notes, they were each given a match and started trying to turn it into a needle. By the end of the lesson, only Hermione Granger had made any difference to her match” (Rowling 1997, 97)
Un altro dei motivi per il quale la magia dell’apparizione del cibo, compiuta da Silente, risulta incomprensibile, risiede nel fatto che essa sfida le leggi magiche del mondo immaginario creato da Rowling stessa.
‘Your mother can’t produce food out of thin air,’ said Hermione. ‘No one can. Food is the first of the five Principal Exceptions to Gamp’s Law of Elemental Transfigur—’ It’s impossible to make good food out of nothing! You can Summon it if you know where it is, you can transform it, you can increase the quantity if you’ve already got some –’.”