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Fragilità o transizione: studio sugli esecutivi

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4) Fragilità o transizione: studio sugli esecutivi

Assieme alla precedente metafora ad inizio capitolo sul soffitto di vetro, Michelle Ryan e Alex Haslam delineano una nuova interessante espressione: “la scogliera di vetro”. Dal significato molto chiaro, questa afferma che le posizioni di leadership ricoperte da donne, sono spesso fragili e che, specificatamente nel mondo della politica, ad esse spesso vengono affidati seggi con poche possibilità di vittoria (Shabliy, 2020).

“Le leader donna sono una rarità e spesso hanno vita breve” (D’Ascenzo, Premier donne? Sono poche e durano poco, 2018), questo quanto affermato dal “Sole 24 ore” solo due anni fa riportando uno studio del World Economic Forum, secondo il quale, su 146 paesi solo 56 avevano avuto una leader donna al comando di un esecutivo con una seconda discriminante che per la quale la premier fosse stata in carica almeno un anno. Aggiungendo questa variabile, 13 leader non sono rientrate nello studio del Wef (D’Ascenzo, Premier donne? Sono poche e durano poco, 2018).

Questo punto di partenza è fondamentale per andare ad analizzare in questo terzo paragrafo, in modo speculare al precedente, i casi delle leadership più brevi, di durata di pochi anni o addirittura qualche mese. Tale fenomeno può derivare da due diverse tipologie di incarichi: ad interim, quindi, un governo viene affidato ad un nuova persona fino a nuove elezioni, oppure legislature che hanno visto concludere il proprio incarico prima del termine a causa di ragioni esterne, come un voto di sfiducia. Si analizzerà adesso se, le leadership femminili più brevi sono da correlarsi maggiormente a quali delle due tipologie di casi.

Per incominciare questo nuovo paragrafo si è scelto di partire dalla prima e unica primo ministro donna in Portogallo e seconda in tutta la zona europea: Maria De Lourdes Pintasilgo, eletta nel 1979 e caduta nel 1980.

Da giovane intraprese gli studi di ingegneria all’università durante la quale si unirà al Movimento Cattolico Femminile e nonostante la sua passione per la filosofia sceglie una materia prettamente maschile per dimostrare alla società le capacità femminili. Durante la sua carriera politica fu molto attiva riguardo le disuguaglianze di genere. Nel 1979 viene incaricata primo ministro dal presidente portoghese Antonio Ramalho Eanes, come custode del governo con il termine di 3 mesi in ufficio.

Sebbene per un periodo breve, lascerà la sua impronta attraverso una serie di politiche rivolte alla sicurezza sociale, miglioramento della sanità e una più approfondita legislazione sull’educazione e sul lavoro (O'Shaughnessy, Indipendent, “Maria De Lourdes Pintasilgo”, 2004) .

Come seconda premier caratterizzata dalla brevità del suo incarico è stata scelta Radmila Sekerinska, prima ed unica donna ad aver avuto l’incarico di primo ministro donna in Macedonia. Nata il 10 giugno 1972, nel 1995 conclude i suoi studi scientifici universitari, laureandosi in ingegneria elettronica ed ottenendo nel 2007 un master in legge e diplomazia alla Tufts university.

In contemporanea al suo lavoro, Jankovska inizia nel 1997 la sua carriera politica nel consiglio cittadino di Skopje; nel 1998 viene eletta un membro dell’assemblea della Repubblica di Macedonia ed in seguito riesce ad ottenere numerosi incarichi come coordinatore dei deputati del gruppo dei social-democratici dell’unione della Macedonia. Ha fatto anche parte di numerose commissioni parlamentari e nel 2002 viene nominata vice-premier della Repubblica di Macedonia, responsabile per l’integrazione e i rapporti con l’Unione Europea. Nel 2004 per tre settimane divenne primo ministro a seguito delle rassegnazioni di Crvenkovski; il giugno dello stesso anno fu nuovamente investita di tale ruolo, dopo la caduta del governo del successore dell’oramai presidente Crvenkovski, Hari Kostov (Peoplepill, voce “Radmila Sekerinska”).

Durata legislatura: 1 mese, 1 mese.

La successiva leader che verrà analizzata è stata incaricata ben due volte del titolo di premier in Georgia: Nino Burjanadze.

Laureata nel 1981 in legge, ottiene nel 1986 un master a Mosca di legge internazionale. Si avvicina al mondo della politica nel 1995 come membro del parlamento, carica che avrà fino al 2008. Fin da subito viene coinvolta nelle commissioni nazionali, prima quella costituzionale, degli affari legali e delle regole di legge, successivamente nel 1998 ne diverrà la Presidente. Dopo aver ricevuto vari altri incarichi fra cui anche Presidente della commissione degli affari esteri nel 2000, dal novembre 2003 al gennaio 2004 viene incaricata Presidente ad interim della Georgia. Tale evento si

ripeterà successivamente nel novembre 2007 fino al gennaio 2008, diventando la prima ed unica primo ministro donna in Georgia, ben due volte, sebbene ad interim. (Que Wiki, voce “Nino Burjanadze)

D

urata legilsatura: 3 mesi, 2 mesi.

Alenka Bratusek è la prossima leader dello studio, prima donna ed unica ad aver ricevuto l’incarico di primo ministro in Slovenia. Nata nel 1970 si laurea in scienze naturali e tecnologia all’università di Ljubjana e prosegue successivamente ottenendo un master in scienze politiche. Dopo i primi anni in politica la leader viene fortemente criticata da un anonimo per non aver citato alcuni lavori nella sua tesi, successivamente allora, aprendo un indagine, si sembrò quasi arrivare a confermare la veridicità di tale informazione, tuttavia non fu possibile stabilire scientificamente tale circostanza.

Entra in politica nel 2006 con l’elezione a membro del consiglio cittadino di Kranj con la lista LDS (liberal-democratici sloveni). Dopo un primo tentativo fallito di entrare nel parlamento nazionale, Alenka Bratusek cambia alleanza, passando alla lista Hermine Krt, venendo nuovamente eletta nel consiglio cittadino. Nel 2011 riesce ad ottenere un seggio nel parlamento col partito “Positive Slovenia”, nel quale sarà nominata presidentessa della commissione sul controllo budget. Nel 2013 diventa capo del suo partito dopo che il suo precedessore, temporaneamente, diede le sue dimissioni.

Il 27 febbraio 2013 viene incaricata di formare un nuovo governo, ma fin da subito viene colpita da dure affermazioni maschiliste dall’opposizione politica di area di centro destra capitanato da Jansa: "her government lasting no longer than her skirt's length", il suo governo non sarà più lungo della sua gonna (Peoplepill, voce “Alenka Bratusek). Lo scetticismo proveniva anche dall’area giornalistica, che considerava difficile che Alenka Bratusek riuscisse a creare la sua squadra di governo, incalzandola di domande se avesse o meno intenzione di proseguire con le politiche del suo precedessore, Jansa. Nonostante le perplessità, la leader fu in grado di creare il governo, grazie al quale riuscì a costruire la prima Moschea nel paese. Data la situazione economica precaria della Slovenia, la coalizione di Bratusek, chiamò il voto

di fiducia per l’approvazione della legge di bilancio, la quale passò con 50 voti a favore e 31 contro. Il governo durò poco, dopo aver perso la leadership del proprio partito a favore di Zoran Jankovic, si dimise da esso e lasciando anche l’incarico di primo ministro della nazione (Peoplepill, voce “Alenka Bratusek).

Nel 2014 creò il suo stesso partito, chiamato “Alliance of Alenka Bratušek” col quale ottenne alle elezioni solamente 4 seggi. (Novak, “Slovenian interim PM Bratusek forms new party before snap election in July”, Reuters, 2014)

D

urata legislatura : 1 anno 7 mesi.

Zinaida Greceanii della Moldavia è la prossima leader sul palcoscenico nonché la prima donna a ricevere l’incarico di primo ministro nel paese. Nata il 7 febbraio 1956 a Tomsk Oblast, i suoi genitori nel 1951 vennero deportati con l’accusa di essere testimoni di Geova; tragicamente, il fratello morì durante la deportazione. Nel 1968, venne battezzata come ortodossa, scelta compiuta dalla parte materna della famiglia. Dalla metà degli anni ‘90, Greceanii fu il capo dipartimento del ministero delle finanze, nel 2002 grazie alla carica ricevuta dal presidente Vladimir Vonin, diventò ministro delle finanze, carica che durò più di 3 anni. A seguito delle rassegnazioni dell’ex primo ministro Vasile Tarlev, il presidente Vonin nominò nel 2008 Zinaida Greceanii primo ministro della Moldavia. I punti principali del suo mandato furono i seguenti: un apertura al dialogo coi media che permise lo sviluppo di una società più moderna e civile, assieme ad un grande impegno verso l’emanazione di leggi sull’equità di genere. Poco dopo, nel 2009, si dimise, affermando di non essere in grado di gestire contemporaneamente la carica di primo ministro e di membro del parlamento.

Di questa leader si può ricordare la ben nota affermazione del 2005 riguardo le manifestazioni di piazza con la quale incitava, qualora ci fosse l’esigenza, la polizia ad usare ogni mezzo necessario per sedare la protesta, anche le armi. Anni dopo, la stessa Greceanii ha continuato a confermato la giustezza di tale affermazione.

(Que wiki, voce Zinaida Greceanii) Durata legislatura: 1 anno 7 mesi.

Si è voluto nuovamente inserire Beata Szydlo all’interno di questo paragrafo poiché, sebbene la sua legislatura sia durata all’incarica due anni, è stata l’unica delle primi ministre donna in Polonia ad essere eletta, e non aver quindi portato o governato un esecutivo ad interim. Come già precedentemente sottolineato, la leadership della Szydlo è stata in un primo momento ottima sotto un punto di vista economico, tuttavia a causa delle controversie nate da delle riforme giudiziarie portate avanti dal suo governo, la leader vide cadere il suo governo. La riforma che prevedeva la nomina governativa per la corte suprema della Polonia, causò numerose proteste nelle piazze, coinvolgendo gran parte della popolazione mentre le forze dell’opposizione inneggiarono alla dittatura. (Da Rold, Il sole 24 ore, " La Polonia vara la riforma che limita l'autonomia della magistratura, 2017)

A seguito di questo problema ed altre difficoltà interne al gabinetto del governo, si decise che una figura più cosmopolita ed internazionale, rinvenuta in Mateusz Morawiecki fosse la scelta più adatta nei confronti dell’Unione Europea per la Polonia.

(Forbes, voce "Beata Szydlo") (Wallenfeldt, Britannica, voce Beata Szydlo, 2015) D

urata legislatura: 2 anni 1 mese.

Da sottolineare è anche la presenza fra queste leader della premier norvegese Gro Harlem Bruntland, di cui si è già trattato nel paragrafo; difatti, la prima volta che le fu affidato il governo fu il febbraio 1981 a seguito delle dimissioni causa di problemi di salute del suo predecessore Odvar Nordii; il suo incarico ad interim terminò quindi a seguito di nuove elezioni il 14 ottobre dello stesso anno. (Que wiki, Odvar Nordii) Durata legislatura: 9 mesi.

Una fra le leadership femminili più recenti e brevi è sicuramente quella dell’austriaca Brigitte Bierlein. Nata nel 1949 a Vienna da padre dipendente pubblico e madre casalinga, Brigitte Beirlein desidera inizialmente studiare arte o architettura all’università, tuttavia sotto consiglio della madre, intraprenderà gli studi di giurisprudenza, laureandosi nel 1971 a Vienna. Dal 1990 al 2002 occupò il ruolo di avvocato generale del procuratore, nonché membro dell’Associazione internazionale

dei pubblici ministeri dal 2001 al 2003. Lo stesso anno ricoprì il ruolo di vicepresidente della Corte Costituzionale austriaca, mentre nel 2018 divenne la prima donna a divenirne presidente. A seguito dello scandalo di Ibiza, il 30 maggio 2019 il presidente austriaco nominò la Berlein primo ministro col compito di guidare il governo fino alle nuove elezioni, programmate per inizio settembre. (Linkfang, voce “Brigitte Bierlein”)

Note sono state le parole della leader riguardo il suo orientamento, scegliendo infatti di non allearsi con le forze parlamentari presenti ma di rimanere indipendente da esse; come lei stessa ha sottolineato, si descrive come una grande sostenitrice dell’imparzialità, tuttavia il suo orientamento personale è riconducibile alle politiche di centro destra. (Open, “Chi è Brigitte Bierlein, la prima cancelliera donna austriaca, 2019)

(Jarach, Il Foglio, “Brigitte Bierlein, la nuova cancelliera austriaca che mette tutti d’accordo”, 2019)

Durata legislatura: 6 mesi.

Come ultima leadership da citare, sebbene sia già stata analizzata, si deve fare ulteriore riferimento ad Edith Cresson, unica donna primo ministro della Francia fino ad oggi. In precedenza si è già avuto modo di comprendere le motivazioni e le cause dietro alla caduta della premier, tuttavia è necessario rivalutarla all’interno di questo nuovo paragrafo, per analizzare al meglio le leadership europee più brevi. Difatti la sua sarà una delle pochissime legislature a nascere non tramite incarico ad interim, bensì a partire da nuove elezioni. La leadership di Edith Cresson, escludendo le critiche alle sue affermazioni, come si è già visto, conterà numerosissimi attacchi verso la sua diretta persona, anche in sedi pubbliche come sulla televisione nazionale. (Encyclopedia of World Biograph: "Edith Cresson facts", 2010)

Durata legislatura: 10 mesi.

Grazie agli esempi ed analisi fin qui riportati, si è già avuto probabilmente modo di intuire che vi sono stati numerosi casi di legislature femminili brevi, terminate entro pochi anni o addirittura pochi mesi; è da sottolineare la presenza schiacciante di

incarichi di primo ministro affidati a delle leader donna per portare i governi verso nuove elezioni, in sostanza delle legislatura ad interim, che guidi il parlamento, la squadra di governo e il paese verso il futuro impegno elettorale.

Come si è potuto analizzare sono stati quindi solamente due gli incarichi ottenuti tramite elezioni e si tratta del caso francese di Edith Cresson e della Polonia con Beata Szydlo; tutto il resto delle leadership brevi analizzate, sono quindi ad interim e questo dato non è affatto superficiale.

Scegliere infatti in così numerose situazioni una donna come reggente, garante del governo, soprattutto dopo situazioni di crisi come il caso austriaco, deve nascondere un significato, una scelta ben delineata da parte della classe politica. Una probabile risposta a questo quesito la si può trovare rianalizzando le prime leadership femminili al governo di un paese, scegliendo per esempio l’inglese Margaret Thatcher. Nell’allora situazione del Regno Unito si richiedeva un cambiamento nella classe politica, soprattutto in quei partiti con un immagine ormai vecchia ed impopolare. (Blundell, 2008) Potrebbe essere questa una via per comprendere l’alto numero di leadership femminili ad interim?

In sostanza, si vuole trasmettere attraverso la figura femminile una nuova immagine che voglia indicare, non solo un mero cambio di rotta ma che, in particolare, nelle situazioni di legislature ad interim, rappresenti anche una idea di calma e pazienza ricollegata allo stereotipo di una leadership femminile che rispecchia maggiormente le caratteristiche di condivisione, empatia e dialogo (Leadership femminile, Caratteristiche della leadership femminile), necessarie e più importanti sorpratutto in situazioni di pericolose crisi sociali per la nazione.

5) Stati virtuosi? Caratteristiche culturali, politiche e sociali dei paesi con maggiore