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2. La ricerca: metodologia e descrizione dell’analisi

2.1. Studio di tre dispositivi di comunicazione educativa mediatizzata in Slow Food

2.1.2. Il fumetto “Storie di pesci”

Il fumetto è un esempio di “letteratura disegnata” che fa parte di un ampio ambito di produzione letteraria di consumo e quindi non pienamente oggetto di reiterata ricerca stilistica, come invece avviene per la letteratura strictu sensu (Alfieri, 1994). Caratteristica di questo genere testuale è una lingua definita “di consumo”, una lingua che viene chiamata “di riuso”, poiché continuamente riproposta in quanto “votata a perenne esempio espressivo” (Ivi, p.161).

Nel panorama italiano, molti studi sul fumetto hanno adottato un approccio semiotico, che si è focalizzato sul rapporto tra immagine e testo, mentre sono poco diffusi i trattati che si occupano della sola componente verbale. In tale realtà, le storie dei fumetti, possono essere tra loro poco comparabili sul piano delle funzioni narrative, per cui il racconto si presenta come una gerarchia di istanze secondo due

assi principali (Barthes, 1986): l’asse dei paradigmi (strutture verticali) e l’asse dei sintagmi (strutture orizzontali).

Il primo dei due assi è il luogo degli episodi, mostrato come una sequenza in cui sono ben individuabili il momento iniziale, l’attività/evento e la fine, ma è anche il luogo degli attanti perché i personaggi sono i protagonisti che agiscono secondo la propria natura. In questo caso, i possibili mondi narrativi appaiono legati alle aspettative a cui sanno dare vita grazie alle loro caratteristiche. Nell’asse dei paradigmi è possibile che la fase intermedia sia costituita da una fase plurima, o perché si succedono diverse funzioni che concorrono allo stesso fine, o perché la funzione è iterata in diversi eventi.

L’asse sintagmatico è invece costituito dalle relazioni d’interdipendenza dei vari episodi in cui si risolvono via via i problemi posti da determinate funzioni. Tra queste, un ruolo particolarmente rilevante viene svolto dalle funzioni che hanno il compito di iniziare a risolvere il racconto secondo il principio omoestatico al quale compete il compito di ristabilire l’equilibrio dinamico della situazione iniziale. A queste funzioni è connesso il finalismo per il quale, entro i limiti imposti dalla necessità di non soffocare il piacere della lettura, la storia deve avere una conclusione buona, necessaria per poter continuare con nuove avventure e per mantenere una certa idea di verosimiglianza con una realtà ordinata, in cui la maggior parte dei lettori si riconosce (Bianchi, Farello, 2007).

In alcuni studi, il fumetto è stato presentato come una risorsa accessibile con immediatezza, che facilita i processi di elaborazione. Per esempio, con riferimento alla memoria, si evidenzia l’importanza dell’elaborazione visiva e verbale e dell’organizzazione schematica per poter immagazzinare, conservare e recuperare l’informazione, e quanto tale disposizione dipenda dalle capacità di servirsi di appropriate strategie di connessione e trasposizione (Cornoldi, 1986; Baddeley, 1986; 1990). Queste azioni sono di pertinenza della memoria semantica (Tulving, 1972, 1985) e non riguardano le esperienze compiute.

Il confronto con e tra i personaggi all’interno del fumetto può anche facilitare l’elaborazione del concetto di sé.

Riflettere sulle peculiarità psicologiche e comportamentali di un qualche eroe ha il vantaggio di oggettivare un tema che può essere analizzato nella sua semplicità. Il fumetto non si rappresenta esclusivamente come una banca di risorse da osservare, ma si può configurare come il luogo di invenzioni che rievocano la necessità di rompere gli schemi e di riaggregare la conoscenza in organizzazioni nuove e più flessibili (Bianchi, Farello, 2007). Per Campion (2012), l’arte di comprendere questo genere di testo consiste nella capacità del lettore di integrare gli elementi semantici, articolati in un livello prassico, nell’ambito di un livello gerarchicamente più elevato che permette di donare senso agli elementi semantici integrandoli a questa struttura. In questo senso, la comprensione del testo è generalmente modellata sia come processo di costruzione di una rappresentazione coerente al discorso sia come processo di costruzione di un modello relativo alla situazione evocata.

A tal proposito, la diffusione del fumetto “Storie di pesci” (Fish tale) acquista un significato più ampio inserendosi in un progetto nazionale di “Educazione al Gusto” promosso da Slow Food per le scuole di ogni ordine e grado.

“L’obiettivo di Fish Tales” dice Gilberto Venturini, “è che i bambini riescano a trasmettere ciò che hanno imparato qui ai loro genitori”1.

Fish Tales chiarisce ai bambini quali sono le peculiarità e le regole della pesca di specie poco conosciute, ma molto presenti nei mari italiani come il sugarello e il cefalo. I pesci vengono analizzati in tutte le loro caratteristiche: visive, olfattive e, infine, di sapore.

All’interno della storia, il percorso educativo è guidato da un pescatore ligure ed è arricchito dalla presenza di pescatori provenienti dalla comunità del cibo dell’Isola di Robinson Crosue (Cile).

Di particolare rilevanza è l’intento di sensibilizzazione sulle tecniche di pesca e sul corretto approccio alla realtà marina.

In particolare, le tipologie di specie discusse sono il tonno, l’acciuga, il merluzzo, oltre allo Zerro, piccolo pesce dimenticato dal mercato, ma assurto a simbolo dei Fish Tales.

1 Tratto da “www.slowfood.it”

Dal punto di vista pragmatico, il fumetto riproduce il genere del “discorso” (Benveniste, 1966) in cui viene sviluppato un processo di émbrayage già dalla prima pagina, con l’incipit:

p.1 “Eccomi qui a pescare, come una volta nel mio mare, ma i mari sono tutti comunicanti, vedete?”

p.2 “La rete alimentare o catena trofica, così come un ecosistema è elastica e riadattabile, ma non indistruttibile né invincibile, ognuno di noi deve prenderne cura”.

In questo caso, vi è un rivolgersi diretto al destinatario. Invece, in diversi punti della narrazione, lì dove vi è esclusivamente la descrizione delle specie animali, si entra nell’ordine di un “recit” (Pozzato, 2001).

p.2 “Tecniche selvagge di pesca, crescita della domanda, inquinamento rischiano di trasformarli in vera rarità!!!”

p. 3 “La rete alimentare catenatrofica, così come un ecosistema, è elastica e riadattabile ma non indistruttibile né invincibile…”

p. 3 “…Pesce grande mangia pesce piccolo! Ecco su cosa si basa la catena alimentare. Come ogni catena è fatta da anelli.”

p.4 “Nome scientifico: Thunnus thynnus thynnus. I miei parenti stretti sono tonnetto striato, Palamita, Alalunga, Bonitto, Sgombro. Apparteniamo alla stessa famiglia, quella degli scombridi. Dove vivo: nell’Atlantico settentrionale fino alle acque del Brasile, nell’Atlantico orientale, nel Mediterraneo e nel Mar Nero.

Lunghezza: posso raggiungere i tre metri per un peso di 700 Kg circa. Posso vivere fino a 15 anni. Non mi possono pescare se non sono lungo almeno 70 cm e solo se avete una mia quota di pesca”.

p. 5 “Aguglia Imperiale: Nuoto verticalmente, orizzontalmente ma sempre in gruppo”

p. 7 “Nome scientifico: Engraulis encrasicolus. Dove viviamo: Siamo l’unica specie della famiglia degli Engraulidi che vive nel mediterraneo. Lunghezza: al massimo raggiungiamo i 20 cm ma in genere non superiamo i 12-13 centimetri”.

p.7 “Sono un piccolo pesce pelagico. In inverno, vivo in profondità a 100-200 metri. In estate prediligo la superficie con le reti a circuizione”.

p.8 “L’alice si cattura prevalentemente d’estate, mentre in inverno con le reti da posta si catturano specie poco conosciute ma ad alto valore nutrizionale: zerri, bughe, mennole”.

p.8 “Le reti da posta vengono lasciate in mare in attesa che il pesce rimanga impigliato, possono essere sul fondo o in superficie.”

p.10 “Nome scientifico: Gadus Morhua. Dove vivo: in grandi banchi lungo le coste del Nord America, nella Groenlandia e del Nord Europa in acque che non superano i cinque gradi di temperatura. I miei spostamenti non sono del tutto noti. Prediligo i fondali da 1.560 a 1.000 metri di profondità e le zone dove si incontrano le correnti fredde con quelle più calde. Lunghezza: posso raggiungere i 60 cm e se nessuno mi mangia posso vivere fino a 20 anni”.

p.11 “Appartengo alla famiglia dei gadidi che nel mondo ha molti rappresentanti. Il problema della sovra pesca nei mari del nord ha spinto l’industria ittica a cercare specie simili come i merluzzi del sud africa e della patagonia”2.

La narrazione permette di conoscere gli avvenimenti così come sono visti e percepiti dal personaggio primario che in questo caso è rappresentato dal pescatore Santiago.

Figura 8. Parti del fumetto “Storie di pesci”. Fonte: www.permangiartimeglio.it

Nell’incipit, si ha la propensione a fare di Santiago e di Zerro i personaggi principali in cui convergono i punti di vista degli altri personaggi.

Tramite la deissi spaziale, si esplicitano le relazioni spaziali e i punti di riferimento nello spazio determinati dall’enunciazione, tipicamente espressa dagli avverbi, dalle locuzioni di luogo (qui, là, laggiù, lassù, lì sotto, giù...) e dai dimostrativi. In “Fish Tale”, gli indicatori deittici permettono di ricavare una suddivisione in sezioni narrative del testo; le particelle deittiche, infatti, riconducono ai momenti più significativi nella narrazione.

I dimostrativi organizzano lo spazio a partire dalla prospettiva dell’enunciatore, componendo un sistema di coordinate che serve a individuare persone, oggetti, eventi a seconda:

- che siano vicini o lontani all’enunciatore e all’interlocutore;

- della maniera in cui sono orientati (davanti, dietro, in basso o in alto...); - che siano distinguibili o invisibili, noti o sconosciuti.

Il destinatario è invitato a stabilire una specie di carta mentale della situazione mobilitando dunque le proprie capacità di comprensione, di mentalizzazione e di produzione verbale.

Le immagini sono in un rapporto di complementarietà con i dialoghi. Secondo la prospettiva di Jaquinot (1977), questo fumetto potrebbe essere una rappresentazione sia del “monde du spécialiste”, quando cioè la diegesi si rompe per entrare nel mondo degli specialisti che in questo caso è quello della realtà marina, sia del “monde de la classe” dove il ruolo del professore viene svolto dal

pescatore. Nella rappresentazione del mondo della classe, vi è un’orientazione più o meno evidente attraverso i commenti e l’organizzazione delle immagini, verso ciò che conviene osservare.

Dall’analisi delle sequenze che compongono il fumetto è possibile distinguere due macro-spazi di riferimento: uno più prossimo alla natura, rappresentato dal mare, e uno risultante da un insieme di operazioni di trasformazione dal tratto più prettamente educativo, rappresentato dal mondo della classe. Al riguardo, come rilevano Bianchi e Farello (2007):

“L’analisi semiotica del testo ha permesso di individuare le strutture di congiunzione e quelle di disgiunzione. Le prime possono giocare con l’idea che tra realtà e finzione non ci sia separazione o distacco, per cui l’introduzione del racconto prevede la presentazione di un ambiente congruente agli schemi del lettore, e in un certo senso la vita comune diventa la storia raccontata soprattutto se rafforzata da riferimenti a fatti ben conosciuti nella vita quotidiana. E’ inoltre possibile considerare il fumetto come ambiente abitato da diversi linguaggi che presiedono all’organizzazione sulla pagina di suggestioni e regole provenienti da specifiche aree espressive quali: l’illustrazione, la pittura e la fotografia, a cui appartengono strategie connesse alla rappresentazione grafica di un di un determinato evento; linguaggi di temporalità e messaggi di immagine e temporalità che integrano le dimensioni spaziale e temporale” (Ivi, p. 19).

L’articolazione delle sequenze ha consentito il passaggio da un mondo all’altro dando risalto alle operazioni intellettuali.

Figura 9. Parti del fumetto “Storie di pesci”. Fonte: www.permangiartimeglio.it

Il ruolo del personaggio centrale, il pescatore, è raffigurato per età ed esperienza di mare, come asimmetrico rispetto a quello dei destinatari, definiti come “ragazzi”. Il pescatore ha la funzione del personaggio verso il quale i ragazzi possono porsi in una situazione di ascolto. Il destinatario è quindi un gruppo, un “voi” che viene più volte interpellato nel racconto. Il personaggio del pescatore mostra ciò che bisogna conoscere e il rapporto con il destinatario è molto basato sull’uguaglianza nonostante ci sia una sostanziale asimmetria della conoscenza. La storia è sviluppata secondo una logica “trasmissiva” più che narrativa e la funzione del linguaggio che è principalmente rilevata è quella della fatìca (Jakobson, 1973). L’identificazione spettatoriale si configura come “empatica” (Michotte, 1953): sia a pagina 3 sia a pagina 6, vi è l’atteggiamento di rivolgersi agli spettatori come “cari ragazzi” anche se il destinatario non ha una connotazione specifica, ma assume il

Il mare è lo spazio più riprodotto nel fumetto, e riveste un ruolo determinante nell’evoluzione delle sequenze che investono il protagonista: costituisce infatti il luogo di partenza e di arrivo del suo percorso narrativo.

Già dalla prima vignetta s’instaura un effetto di solidarietà enunciativa: voce-io e testo scritto sono inizialmente conciliabili, racconto parlato e racconto scritto sembrano coincidere perfettamente.

Per ciò che riguarda la direzione dello sguardo, riprendendo l’analisi sullo sguardo attuata da Carontini (1988), si può notare come il personaggio del pescatore mostri essenzialmente una posizione “de face” di se stesso, più favorevole cioè al contatto intersoggettivo.

“La variabile più rilevante riguarda la direzione dello sguardo poiché quest’orientazione del corpo e dello sguardo è quella più favorevole allo stabilirsi di un contatto. Le differenti orientazioni dello sguardo, del viso e del corpo sono spesso considerate come degli equivalenti visuali di pronomi personali.

La dimostrata asimmetria nel sistema dei pronomi dipendenti dalla natura deittica degli indicatori della prima e della seconda persona (io e

tu), che designano gli attori della comunicazione di fronte alla natura

non intrinsecamente deittica delle forme pronominali della terza persona, caratterizzata da Benveniste come non persona; la distinzione tra storia (o racconto) e discorso, fondata sull’analisi dei tempi verbali, in francese; l’individuazione delle due serie degli avverbi di tempo e di luogo: l’una, deittica, comprende i termini indicanti un punto sull’asse o spaziale o temporale in diretto rapporto con la situazione enunciativa ogni volta unica che li manifesta (qui, oggi, ieri, domani, l’anno scorso, ecc.); l’altra "non deittica" si rifà non più alla situazione di discorso, ma agli oggetti reali, ai tempi e luoghi storici (...), a posizioni oggettive nello spazio e nel tempo” (Picchione, Pietropaolo, 1990, p.88).

Gli indicatori di persona, sono elementi deietici o elementi “indicali” e sono strumenti che permettono l’ancoraggio dell’enunciato alla situazione di

enunciazione. Nel caso del fumetto, l’utilizzo di tutti questi indicatori di persona, definisce l’alto grado di embrayage del discorso nelle pagine:

io (p.5) voi (p. 5, p.6), lui (p.16), te (p.18), noi per due volte (p.19), ti (p.19) Gli atti del linguaggio presenti, sono i seguenti (Austin, 1970):

- Affermazioni:

p. 2 La rete alimentare della catena trofica così come un ecosistema è elastica e riadattabile, ma non indistruttibile, né invincibile. Ognuno di noi deve prendersene cura.

p. 4 La salute di un mare influisce su quella di tutti gli altri. Il problema è che non tutti la rispettano.

p.4 Tecniche selvagge di pesca, crescita della domanda, inquinamento rischiamo di trasformarmi in vera rarità !!!

p.5 Io sono Zeno e sarò con voi in questo viaggio.

p.6 Ed ora a voi, le famose le meravigliose..ma dite vi il vostro nome, parlate una alla volta.

p.6 Ok ok! Siamo acciughe ed alici. p. 6 Nome scientifico….

p.8 Ed ora parliamo di un ottimo amico.

p. 10 Insieme andremo alla scoperta di un nuovo amico… p.11 Ecco la sua carta di identità.

p.16 Ciao, mi chiamo tonno rosso. p.18 Adesso tocca a te! Presentati! - Interrogazioni

p.1 Cari ragazzi, il mio nome è Santiago, siete pronti ad imbarcarvi alla scoperta del mare?

p.3 Eccomi qui a pescare come una volta nel mio mare. Ma i mari sono tutti comunicanti, vedete?

p.5 Cari ragazzi, siete pronti ad imbarcarvi alla scoperta delle acciughe e dei loro amici?

p.6 Migri? Come ti peschiamo? p.11 Ma dove Abiti? Cosa mangi?

p.13 Ciao ragazzi! Insieme andremo alla scoperta di un nuovo amico… - Suggestioni

p.4 Hei! Partiamo di qui. Attenzione. Pesce grande mangia pesce piccolo! Ecco su cosa si basa la catena alimentare. Come ogni catena è fatta di anelli. La risaliamo insieme per capire meglio. Ogni anello è cibo per quello superiore3.