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Per comprendere l’evoluzione dei concetti di Helth promotion e Helth education è possibile rifarsi al valore che il termine "Salute" ha acquisito nell’immaginario popolare. “Salute” è un concetto ad alto significato simbolico. Riflette la parola latina salus (salvezza) nell’accezione privilegiata che l’epoca cristiana le ha affidato di salvezza dell’anima: il riferimento a questo termine finisce per coinvolgere la totalità dell’uomo nelle sue realtà fisiche e spirituali.

Nell’accezione di Braibanti (2005), “pensare la salute” significa fornire uno stimolo verso la “salutogenesi” senza intaccare in alcun modo le tensioni costruttive di chi si fa carico di studiare la patogenesi. La vita come evoluzione qualitativa diviene allora un’“ermeneutica sperimentale”, in quanto forma ecologica del rapporto mente-corpo, sostenibilità, cittadinanza attiva, facoltà evolutiva e nello stesso tempo preventiva, co-costruzione di senso sociale.

Il modo in cui la salute è interpretata nel sistema sociale è spiegato in relazione alle differenti peculiarità sia della situazione socio-sanitaria, sia della diversità del mandato sociale attribuito alle varie agenzie (Ivi).

Per tale ragione, la condizione di salute è influenzata dalle modalità con cui interagiscono le strutture corporee, le azioni di ciascuno, il grado di partecipazione e il coinvolgimento nelle situazioni di vita. Tali dimensioni possono essere analizzate sia attraverso un approccio positivo, sia attraverso un approccio negativo. L’approccio positivo si riferisce all’integrità strutturale e funzionale del corpo e delle sue parti, vengono invece definite “menomazioni”, le deviazioni o le perdite significative che accompagnano i problemi nelle funzioni e nelle strutture corporee. A livello delle attività, è possibile considerare come “positive”, l’esecuzione dei compiti o delle azioni da parte della persona e “limitazioni” delle attività, le difficoltà che un individuo può incontrare nello svolgimento delle stesse. Il grado di coinvolgimento nella generica situazione di vita e le sue restrizioni possono infine

spiegare la dimensione della partecipazione senza limitazioni nelle attività. Gli elementi contestuali introducono alla valutazione delle funzionalità, alle caratteristiche del mondo fisico e sociale, agli atteggiamenti (fattori ambientali) e agli attributi della persona, quali il sesso, la provenienza sociale, la formazione culturale, l’esperienza, gli stili di vita che possono avere un’influenza positiva o negativa sulla condizione di salute al livello della partecipazione alla società, dello svolgimento delle attività, del funzionamento del corpo (Braibanti, 2001).

Come viene interpretata l’educazione alla salute? E come la promozione alla salute? Secondo Griffiths (1972), l’educazione alla salute ha inteso colmare il divario tra ciò che è conosciuto relativamente allo stato di migliore salute e ciò che è attualmente praticato. Simonds (1976) ha spiegato l’educazione alla salute come finalizzata a determinare i cambiamenti nelle abitudini alimentari dell’individuo, dei gruppi, e della popolazione, distinti da quei comportamenti che si considerano nocivi e che sono determinanti per il presente e futuro stato di benessere.

Le successive analisi sull’educazione alla salute hanno portato alla luce cambiamenti comportamentali noti. Per Green (1980), l’educazione alla salute è l’insieme delle esperienze di apprendimento finalizzate a facilitare volontariamente l’adattamento dei comportamenti favorevoli allo stato di salute (Green, Kreuter, Deeds and Partidge, 1980). Viceversa, nell’ambito del Role Delineation Project, l’educazione alla salute viene spiegata come il processo di assistenza agli individui, che agisce separatamente o collettivamente, per produrre decisioni informate sulle questioni relative allo stato di benessere personale e degli altri (National Task Force on The Preparation and Practice of Health Educator, 1985).

Successivamente, tale pensiero si è articolato in tre dimensioni: 1) comunità,

2) scuole,

3) luoghi della cura.

Al riguardo, i primi lavori di Kurt Lewin sui processi di gruppo e le sue teorie dello sviluppo del 1930 e del 1940 hanno dato vita a percorsi intellettuali su molte delle attuali pratiche relative all’educazione alla salute.

Uno dei più recenti modelli utilizzati per spiegare il comportamento alimentare è l’ "Health Belief Model”, nato negli anni ‘50 per illustrare il comportamento correlato allo screening della tubercolosi (Hochbaum, 1958). Secondo questo modello, l’educazione alla salute fa riferimento non solo alle attività didattiche e alle strategie finalizzate al cambiamento dei comportamenti individuali, ma anche agli sforzi organizzativi, alla politica, agli sforzi economici, alle attività ambientali e ai programmi comunitari. Sono due le idee chiave che emergono da questa prospettiva ecologica diretta all’identificazione dei comportamenti salutari al livello personale e ambientale. In primis, il comportamento è acquisito come un fattore costituito da livelli multipli di influenza. In particolare, esistono cinque livelli di influenza per i comportamenti correlati alla salute: fattori individuali o intrapersonali, fattori interpersonali, istituzionali, o organizzativi, fattori comunitari, e fattori legati alla politica (Mcleroy, Bibeau, Steckler e Glanz, 1988). La seconda idea fondamentale riguarda la causazione specifica tra gli individui e il loro ambiente: ciò significa che il comportamento influenza l’ambiente e ne è influenzato (Stokols, 1992; Glanz e Rimer, 1995).

A partire da tali considerazioni, l’educazione alla salute oltrepassa l’idea di prevenzione della malattia fino a divenire promozione dell’ottimo stato di salute e tutela dalle malattie, cura, riabilitazione, degenza. Tale tipologia di educazione riguarda ogni possibile contesto – università, scuole, ospedali, farmacie, organizzazioni comunitarie, health agency, luoghi di lavoro, chiese, etc.

In tal senso, educare alla salute significa anche incoraggiare studenti, insegnanti e lavoratori a riscoprire la gioia del mangiare e capire da dove il cibo proviene, chi lo produce e conoscerne origine e significato.

Nell’accezione di Green e Kreuter (1991), l’Health education riguarda ogni circostanza di educazione alla salute e i relativi supporti organizzativi, economici e ambientali per il comportamento degli individui o dei gruppi che conducono alla salute (ivi).

In questo ambito, s’inserisce il tema dell’Health Media Literacy Education che è un concetto vasto e che racchiude in sé anche la capacità di utilizzare i diversi media per diffondere informazioni sulla salute, come quelle relative all’uso dei farmaci,

quelle sui tassi di sopravvivenza relativi ad una data patologia o, ancora, le indicazioni inerenti l’accesso ai servizi messi a disposizione da un sistema sanitario, i diritti del paziente ecc. (Yates, 1999; Bergsma & Carney 2008): “l’Health promoting media literacy education aiuta ad acquisire e stabilizzare conoscenze riguardo ai media e alla salute, abilità di analisi critica e di espressione, abito mentale alla ricerca ed empowerment individuale, che potenzialmente conducono le persone a prendere decisioni di salute per sé stesse” (Bergsma & Ferris, 2011, p. 3394).

Un’altra definizione è proposta da O’Donnel (1989): l’educazione alla salute è la scienza e l’arte dell’aiutare le persone a cambiare il proprio stile di vita e creare ambienti che garantiscano la pratica del buon vivere. L’Health promotion è un termine di più recente origine che è seguito al concetto di Health education. Esso spiega ogni tipologia di comunicazione della salute strettamente dipendente dalle strutture organizzative, economiche ed ambientali che supportano il comportamento dei soggetti, dei gruppi o delle comunità e che portano allo stato di “salute”.

Braibanti (2001) circoscrive la promozione alla salute ai seguenti ambiti:  interesse verso gli stili di vita;

 interventi sui comportamenti di salute;

 interventi di prevenzione e promozione della salute nella comunità, nei luoghi di lavoro, nelle scuole;

 interventi di consulenza sulle politiche sociali (Ivi, p.34).

Si tratta, secondo lo studioso, di un concetto che opera su diversi fronti, generato da numerosi e variegati “input sociali”.

Tuttavia, è possibile tenere presente come si possa acquisire una maggiore terminologia attraverso una più profonda distinzione tra educazione alla salute e promozione della salute.

Attualmente, negli Stati Uniti i termini educazione alla salute e promozione della salute vengono utilizzati in maniera indifferente. Invero, in altri paesi come l’Australia, l’azione dell’educare alla salute è considerata più efficace della promozione alla salute. Ad ogni modo, anche se l’assunto di “promozione della

salute” enfatizza gli sforzi di condizionamento del contesto sociale verso un comportamento salutare, i due concetti risultano strettamente legati e condividono origini sia storiche sia filosofiche. Sono spesso usati insieme, appaiono in molti casi così simili da non essere distinguibili.

Lo scambio reciproco tra promozione della salute e processi educativi porta inoltre, a un esplicito riconoscimento: la salute non è più un elemento accessorio o secondario, anche se socialmente rilevante, ma è un elemento essenziale per gli stessi processi educativi, un meta-concetto in grado di dare nuova organizzazione e nuova capacità di risposta alle diverse questioni che descrivono la domanda sociale di formazione (Braimanti, 2005).