• Non ci sono risultati.

La Generación letteraria di Bodin

Nel documento Silenzi contigui e lezione di Spagna (pagine 148-156)

Silenzi contigui e lezione di Spagna

V. Sarebbe inopportuno proporre delle conclusioni per un lavo-

2. La Generación letteraria di Bodin

È evidente che tale discorso non può non prendere avvio con un’a- nalisi ravvicinata dell’opera traduttologica di Bodini, poeta-tradut- tore e traduttore-poeta, che oltre a condividere con Macrì una pre- cisa atmosfera generazionale e di scelte di gusto, gli è assai prossimo per la dimensione dell’impegno legata al lavoro culturale, svolto al- l’insegna della «prassi comparatistica della traduzione»31. Come il

critico di Maglie, Bodini non solo è, a metà degli anni Novanta, uno dei principali divulgatori della poesia spagnola presso il pubblico italiano, ma anche il fautore di «un passaggio importante in cui la Spagna entrò in Italia attraverso libri programmati per una pubbli- cazione che per la prima volta si dirigeva ad un pubblico di massa medio e medio alto, affrancandosi da una produzione che in prece- denza era stata profondamente divisa in cultura alta e bassa»32.

29 Giorgio Baroni, La ricezione della letteratura spagnola in alcune riviste italiane della prima metà del Novecento, in La traducción en las relaciones ítalo-españolas: lengua, literatura y cultura, ed. de Assumpta Camps, Barcelona, Universitat de Barcelona, pp. 55-74, a p. 59.

30 «luogo privilegiato di una pragmatica e di una strategia, di un’azione sul pub- blico, con il compito, più o meno ben compreso e realizzato, di far meglio ac- cogliere il testo e di sviluppare una lettura più pertinente, agli occhi, si intende, dell’autore e dei suoi alleati» (Gérard Genette, Soglie, Torino, Einaudi, 1989, p. 4). 31 Oreste Macrì, La traduzione poetica negli anni Trenta (e seguenti), cit., p. 57. 32 Nancy De Benedetto, Introduzione, in Vittorio Bodini. Traduzione, ritraduzione, cano-

ne, a cura di Nancy De Benedetto - Ines Ravasini, Lecce-Brescia, Pensa Multi- Media, 2015, pp. 7-16, a p. 8.

Per Bodini il carattere generazionale della lirica spagnola del No- vecento, o per meglio dire, di un preciso segmento di essa, che coin- cide con gli anni di sperimentazione propri degli autori del ’27, non solo non è messo in discussione, ma diventa assioma ontologico da cui scaturiscono e su cui si mettono a verifica le sue teorie.

In un passaggio centrale dell’Introduzione all’Antologia dei sur-

realisti spagnoli, pubblicata, com’è noto, per l’editore Einaudi nel

1963, lo schema generazionale è rivendicato come ‘paradossale’ garanzia dell’esistenza dell’atomizzato surrealismo di stampo ibe- rico: la sua presenza ingombrante costituisce infatti il principale limite alla stessa istituzione del movimento:

Ora col surrealismo spagnolo ci troviamo di fronte a una posizione rovesciata: c’è un pugno di poeti surrealisti ma non c’è un movimento, poiché l’asse attorno a cui gravi- tano è quello generazionale; c’è la loro opera poetica ma non è possibile estrarne non diciamo una unità d’intenti ma neanche il più piccolo carattere comune33.

Per Bodini la generazione letteraria si definisce come struttu- rato e «coordinato sistema culturale»34che sovrasta le coscienze e

domina gli inconsci, al punto da impedire ai poeti che ne fanno parte di dar vita a nuove correnti o movimenti culturali:

Si capisce che fra il surrealismo europeo e la Generación il richiamo di quest’ultima sia stato molto più forte e ab- bia impedito ai surrealisti di far gruppo a sé. Tanto più che non erano affatto convinti d’avere un ruolo europeo, ed erano, come vedremo, assolutamente sprovvisti d’ogni vo- cazione teorica e ideologica35.

È possibile ricavare nella vasta opera di Bodini traduttore e di divulgatore non pochi momenti di riflessione e di analisi dedica-

33 Vittorio Bodini, La Generación e il surrealismo, in I poeti surrealisti spagnoli, To- rino, Einaudi, 1963, pp. VII- XCVII, a p. XXVIII.

34 Ivi, p. XIII. 35 Ibidem.

ti alla questione generazionale, di certo uno dei nodi centrali del suo pensiero critico. Quando, nelle prime battute che introduco- no alla sua edizione delle Poesie di Salinas (pubblicate nel 1958 per l’editore Lerici), il critico è chiamato a presentare il poeta madri- leno al pubblico italiano (che può finalmente leggerlo per la pri- ma volta in traduzione), non solo, curiosamente, la sua presenta- zione avviene per confronto rispetto ad un altro poeta (Lorca), lontanissimo per scelte liriche e destino individuale, ma tale dato è funzionalmente impiegato per descrivere il carattere essenziale della Generazione di poeti alla quale Salinas va ascritto:

Se ciò che cerchiamo è un poeta che sia il contrario di Lorca, con un mondo poetico altrettanto assoluto ma di segno opposto, non potremmo che trovarlo in Spagna, ed è Pedro Salinas. È ancora un esempio per cui ci è dato di osservare come la generazione a cui entrambi appartenne- ro, la meravigliosa generazione del ’25, anziché confonde- re i tratti dei suoi esponenti in una koiné di ideali e di me- stiere poetico, agì al contrario, operando una precisa diffe- renziazione dei loro ingegni poetici e coltivandone come un sapiente giardiniere l’esemplarità. Eppure resta l’aiuo- la, il ritratto d’insieme della generazione. Nella quale voci così diverse che non si sospetterebbe nemmeno che ab- biano avuto una giovinezza, riviste e speranza (o rivalità) in comune, paiono metaforicamente integrarsi come se ciascuno, oltre a svolgere liberamente i temi e i modi del- la propria anima, assolvesse insieme a un compito fissato- gli da un misterioso disegno, in virtù del quale la Spagna ha potuto offrire dall’inizio del secolo fino alla Guerra Ci- vile la più straordinaria ricchezza non solo di poeti coeta- nei, ma di contemporanei modi dell’anima36.

Se pare ovvio che Bodini, trovandosi a presentare un autore ancora ignoto al pubblico italiano, facendo leva sulle conoscenze

36 Vittorio Bodini, Introduzione, in Pedro Salinas, Poesie, traduzione, introdu- zione e nota bio-bibliografica di Vittorio Bodini, Milano, Lerici, (1958), 19642, pp. XI-XXXVII, a p. XI.

previe di un suo ipotetico lettore medio gli ammicca confiden- zialmente, «fornendogli la bussola di un termine di paragone a lui noto»37, – sono trascorsi già più dieci anni dalla prima antologia

lorchiana a cura di Bo – non è altrettanto scontato che la moda- lità argomentativa ch’egli impiega coincida con una precisa po- stura ermeneutica, consistente nell’individuazione di un articola- to fenomeno storico-letterario per assunzione di dati di natura stilistica. L’icastica immagine dell’aiuola, adoperata dal critico per alludere, al contempo, alla coesione e all’inevitabile divergenza in- terna delle tecniche e degli ingegni poetici della generazione del ‘25, raffinata modulazione dell’altrettanto incisiva immagine della

bandada de pájaros di Alonso, rilancia sul versante collettivo, ap-

punto, quello generazionale, la tensione dei mondi poetici oppo- sti, sancita nelle battute iniziali dell’Introduzione nel confronto tra la poetica di Salinas e quella di Lorca.

La simultanea compresenza di stili e di poetiche divergenti, ca- ratteristica essenziale della Generazione è ribadita anche ad anni dopo, quando introduce al pubblico italiano la raccolta Sobre los

ángeles di Alberti nella sua traduzione per l’editore Einaudi (1966): Rafael Alberti fu il più giovane acquisto di una genera- zione di poeti che è l’unica al mondo, nella storia della poesia, per il numero e l’altezza delle voci, nonché per un altro aspetto che non cessa di colpire chiunque abbia fa- miliarità con essa, e cioè la complementarietà (nell’assolu- ta autonomia dei singoli) delle loro voci, cosicché oltre il messaggio che ciascuno di essi ha recato, e senza alcun pregiudizio per esso, si direbbe che esista un’armonia, un’unità d’intenti conseguita proprio attraverso l’esplora- zione di vie distinte compiute da ciascuno per conto pro- prio e nel modo più indipendente38.

37 Francesco Fava, «Tu stranamente viva sulle mie labbra»: la voce di Pedro Salinas nelle traduzioni di Vittorio Bodini, in Vittorio Bodini. Traduzione, ritraduzione, ca- none, cit., pp. 241-263, a p. 246.

38 Vittorio Bodini, Introduzione, in Rafael Alberti, Degli angeli, traduzione di Vittorio Bodini, Torino, Einaudi, 1966, pp. 5-12, a p. 5.

Alberti, come Salinas, è poeta inscindibile dalla generazione in cui è cresciuto e in cui si è formato, nella quale, ancora una vol- ta, il critico riconosce un principio di «armonia» e di «unità d’in- tenti», fondate su un paradigma di ricerca continua, a cui ciascun autore giunge «per conto proprio e nel modo più indipendente». Tale principio di libertà sperimentale e di originale «esplorazione di vie distinte» rafforza il gruppo dei poeti del ‘27 senza mai in- taccarne la pura essenza: nonostante le molteplici direzioni inter- ne di poetiche e di traiettorie esistenziali, la generazione lettera- ria «resta» come in virtù di un piano ontologico nel quale ciascun autore è chiamato ad assolvere un «misterioso disegno». Ma, pre- scindendo dal «dato aprioristico»39, e tenendo conto della can-

giante poliedricità delle poetiche del ‘27, come si definisce pro- priamente il modello generazionale per Bodini?

Non stupirà scoprire che le pagine introduttive all’antologia di liriche di Salinas siano in realtà incentrate sul tentativo di descri- vere, nel modo più preciso possibile, l’oggetto mobile e sfuggen- te della Generación. Compresa tra due termini cronologici emble- matici, il 1898 e il 1939, date «di due sciagure nazionali», essa vi- ve in continuità e comunione spirituale con quella che l’ha pre- ceduta («nessuna rottura ne incrina la continuità, e nonostante ta- lune differenze»)40, rispetto alla quale si determina per la grande

capacità di rimodulare in modo nuovo, e mediante «una straordi- naria sicurezza e quasi spavalderia poetica»41, la carica soggettiva e

intimista:

L’opera, il risultato assume dunque nei neoteroi un’im- portanza enorme, determinando i loro rapporti con la vi- ta in base a un miscuglio di gioco e di serietà morale non certo inferiore a quella dei padri, ma che a questi giovani piace configurare come pura coscienza tecnica42.

39 Vittorio Bodini, Introduzione, in Pedro Salinas, Poesie, cit., p. XIX. 40 Ivi, p. XII.

41 Ivi, p. XIII. 42 Ivi, p. XIII.

Da un lato il «ripiegamento interiore»43, perseguito sull’esem-

pio dei padri del ‘98, dall’altro «un atto di fede estetica», costitui- scono per Bodini i «dominatori comuni della Generazione»44: un

doppio principio di natura stilistica, riassumibile in due soli nomi, «J.R. Jiménez e Góngora – la sensibilità e la tecnica –». All’inter- no di questo solco comune, praticato in nome di una medesima prospettiva lirica, è inoltre possibile per il critico «constatare l’esi- stenza di due ali, in cui può ora distinguersi, più che dividersi, il gruppo»45; due micro-generazioni, se si vuole, che «in piena fra-

ternità letteraria perseguono distinti anzi opposti ideali poetici»46:

A queste ali daremo per comodità il nome di destra e di si- nistra letteraria, che nulla hanno a che fare con la parallela nomenclatura poetica […] vediamo come il cammino del- l’interiorità si biforchi: da una parte verso l’assoluto, la pu- rezza della parola, la commossa osservazione del paesaggio interiore; dall’altra verso il reale, le terrestri radici del san- gue scoperte nei colori e il popolo delle regioni iberiche. Vediamo, sempre a posteriori, le due diramazioni articolar- si in due distinti (e confusi) sistemi di attrazioni culturali47.

Come dominato da un’ossessione di rigore geometrico, Bodi- ni spinge ancora oltre la sua analisi, e convinto che alla fine «i con- ti tornano sempre»48, passa a caratterizzare minuziosamente il ge-

nos di ciascun gruppo. Ecco allora che casualità anagrafiche e geo-

grafiche sono lette e interpretate in un sistema in cui tout se tient: ai poeti della Vecchia e Nuova Castiglia (Guillén, Salinas, Alonso) spetta il dominio dell’ala destra della Generazione; agli andalusi (Lorca e Alberti) va, invece, il ‘controllo’ di quella sinistra. E anco- ra: sono della prima i «poeti professori» che si distinguono per «la

43 Ivi, p. XIII. 44 Ivi, p. XVII. 45 Ivi, p. XIV. 46 Ivi, p. XVII. 47 Ivi, pp. XIV-XV. 48 Ivi, p. XVIII.

serietà della formazione e della carriera universitaria»49; della se-

conda gli ‘scompigliati’, fautori della contaminazione della lirica con le altre arti («dal teatro alla musica e alla pittura (Alberti e Lorca dipingono tutt’e due)»)50. Agli uni spetta l’incontro con «le

suggestioni europee», che favorito dalla loro condizione di do- centi, favorirà a sua volta «la piena adesione a quegli ideali di poe- sia pura che affascinarono nei primi trent’anni del secolo i più de- licati ingegni d’Europa»; agli altri, quelli della «linea andalusa», toccherà l’incontro incendiario con un’altra poetica europea, quella del surrealismo.

Le numerose «specificazioni» fornite dal critico vanno inter- pretate non come lance volte a «spezzare il fronte generazionale», ma come tasselli di un «complesso profilo d’insieme»; da questo si distacca la poetica di Salinas, per confermare, nella singolarità del- la sua voce lirica, il «vivo quadrante» di cui la sua lirica è espres- sione diretta:

come tutti gli altri poeti del gruppo ci suggerisce un’im- magine bifronte: da una parte il volto generazionale, dal- l’altra il fragile solitario cammino verso un assoluto poeti- co dove gli echi delle voci compagne non possono giun- gere più51.

Nonostante Bodini sia stato, in ambito italianistico, uno dei più fieri avversari della teoria delle generazioni avanzata da Macrì52, è

quasi superfluo segnalare quanto questo modello sembri apparen- tarsi a quanto esposto dal critico di Maglie nella sua antologia del- la poesia spagnola novecentesca. Se quest’ultimo individuava nel nesso sentimentale (All’insegna dell’amicizia titola non a caso il ter- zo paragrafo del Diorama) e nella «tacita e solidale colleganza nel-

49 Ivi, p. XVIII. 50 Ivi, p. XVIII. 51 Ivi, pp. XIX-XX.

52 Per un’accurata ricostruzione della polemica letteraria cfr. Anna Dolfi, La Teoria letteraria delle generazioni, cit., p. 45, nota 1.

la poesia»53il midollo della Generazione «degli uomini di mezzo»54,

Bodini rilancia in questa direzione ponendo l’accento sulle coinci- denze relative agli incontri tra i poeti. La casualità degli incroci e dei destini biografici, indizio più smaccato del proteico volto genera- zionale, legittima facili accostamenti e paragoni, come quello tra i segni poetici opposti di Salinas e di Lorca (posto a incipit dell’In- troduzione delle Poesie). Quest’ultimo è assunto nuovamente come contraltare per definire, in un rapida battuta, lo stile di Alberti, nel- le pagine che introducono Degli angeli: se Federico «accentua gli elementi irrazionali, ottenendo da tali intensificazioni dei chiaro- scuri drammatici», il poeta di Marinero en tierra sembra attraversato al contrario da una tensione gioiosa e divertita che gli consente di ri- plasmare la materia ‘ombrosa’ in «pura plasticità del segno, in una fe- stosa combinazione che salda l’impeto della giovinezza e della gra- zia popolare con la raffinatezza di un classico»55.

Questa pratica di analisi binaria, a coppie di poeti, non rara in Bodini, ritorna quasi assunta a metodologia critica anche in un passaggio dell’Introduzione alle Poesie di Alberti (Milano, Monda- dori, 1964), dove citando Moreno Villa, quasi a volersi legittima- re per mezzo di un parere ‘interno’, Bodini afferma:

Tutti i poeti della Generazione del 27 […] si presentano a coppie nel ricordo di chi li evoca. Jorge Guillén e Pedro Salinas, Vicente Aleixandre e Luis Cernuda, Emilio Prados e Manuel Altolaguirre… Ma la coppie più coppia di tut- te, nonostante le rivalità sia poetiche che personali, all’in- terno del gruppo, del quale erano i più giovani e i benia- mini, era quella costituita da Lorca e Alberti56.

È evidente che nello sforzo di tenere tutto insieme – perfino autori come Larrea e Moreno Villa che hanno sempre militato

53 Oreste Macrì, Diorama della poesia spagnola del Novecento, cit., p. 12. 54 Ibidem.

55 Vittorio Bodini, Introduzione, in Rafael Alberti, Degli angeli, cit., pp. 5-6. 56 Vittorio Bodini, Introduzione, in Rafael Alberti, Poesie, Milano, Mondadori,

nella schiera degli indipendenti – Bodini è costretto a sacrificare nella sua ricostruzione storico-letteraria la valutazione oggettiva: addirittura, in un’ottica di pacifismo universale delle lettere parle- rà, sempre a proposito della tensione degli stili tra Lorca e Alber- ti, di «salomonico concordato»57, in nome del quale sarebbe avve-

nuta per i due poeti la spartizione dell’acceso e inquieto territo- rio andaluso natale, la cui componente «tragica» e tellurica spet- terebbe al primo, mentre del secondo sarebbe quella «fresca» e vi- tale della costa e delle correnti del mare.

Nel modello generazionale del critico, che come si è detto, molto condivide con l’impostazione macriniana, la forte spinta al- l’indagine stilistica va di pari passo con l’analisi dei fenomeni di quella che potremmo definire la micro-storia dei poeti, fatta tal- volta di curiosi dettagli, che se di certo sono utili a Bodini per in- tendere le coincidenze letterarie e gli snodi decisivi dentro il de- stino della Generazione, meno sembrano incidere sul piano del- l’altra Storia, quella che tra il secondo e il terzo decennio del se- colo decide in Spagna il destino di un’intera nazione. La Genera-

ción per Bodini si conferma dunque nel suo valore letterario di

unità di poetiche e di stili, restando, ci pare, vagamente scollata dal piano storico, silenzioso fondale sul quale si proiettano le inquie- te ombre degli anni di guerra.

3. I poeti di fronte alla Storia: il modello generazionale di

Nel documento Silenzi contigui e lezione di Spagna (pagine 148-156)