Barral riuscì quindi a stampare sia Il Pasticciaccio sia la Cognizione, anche se con un notevole ritardo rispetto alle sue intenzioni. For- se anche per questo, secondo Camps, Gadda perse in Spagna una parte della propria potenzialità rivoluzionaria, visto che era già considerato alla stregua di un classico e quindi «se le priva en gran medida de su carácter de escritor de actualidad y con propuesta innovadora en cuanto a la novela»65.
63 «Nacía para apoyar al realismo social y descongestionar de política y com- promiso la Biblioteca Breve, protegida de esa forma de las contingencias his- tórico-políticas» (Jordi Gracia, Domingo Ródenas, Derrota y restitución de la modernidad, 1939-2010, in Historia de la literatura española, ed. José Carlos Mainer, Barcelona, Crítica, 2011, vol. VII, p. 132).
64 Secondo Masoliver l’apporto di Petit nell’incremento del catalogo di Seix Barral fu addirittura superiore a quello di Barral (Laureano Bonet, Joan Pe- tit, el maestro oculto de la escuela de Barcelona (unos papeles inéditos), «Salina», XXI, noviembre 2007, pp. 187-210, p. 205, nota 1). Si veda questo studio anche per informazioni più precise sulla figura di Petit. Ricordiamo solo che tradusse diversi altri autori italiani, come Quarantotti-Gambini, Natali- no Sapegno e Bassani (Il Giardino dei Finzi Contini uscì nel 1963 sempre per la «Biblioteca Formentor»).
65 Assumpta Camps, Para un estudio crítico de la fortuna de Carlo Emilio Gadda en España, in Eadem, Traducción y recepción de la literatura italiana en España, Bar- celona, Publicacions i Edicions, Universitat de Barcelona, 2014, pp. 151-156 (p. 153). La studiosa (che sviluppa il precedente Per uno studio critico della for-
tuna di Gadda in Spagna, «The Edinburgh Journal of Gadda Studies», Regu- lar Issue 2, 2002) offre l’elenco delle traduzioni e relative ristampe di Gad- da sia in spagnolo sia in catalano con l’analisi della loro diffusione. 66 Jean-Paul Manganaro, La fortuna europea, cit., p. 37.
67 María de las Nieves Muñiz e Muñiz, Il canone del Novecento, cit., p. 81. 68 Manuel Fraga Iribarne fu al vertice del Ministerio de Información y Turis-
mo dal 1962 al 1969. La legge venne pubblicata nel Boletín Oficial del Es- tado 67, 19-III-1966, pp. 3310-3315. Sulle sue ripercussioni nel mondo edi-
All’inizio degli anni Settanta uscirono altre traduzioni: Dos re-
latos y un ensayo (Barcelona, Tusquets, 1970) e La mecánica (Barce-
lona, Barral, 1971). In misura ancora maggiore, nel nuovo decen- nio le due pubblicazioni rispondevano ad esigenze notevolmente diverse da quelle dei primi grandi romanzi: divulgare alcune ope- re «minori» di un autore consacrato. Secondo Manganaro – che si riferisce in particolare a Dos relatos y un ensayo – fu un fenomeno generalizzato in Europa:
un po’ dappertutto d’altra parte, esistono tentativi, a volte anche timidi, di andare al di là di una richiesta sia del pub- blico, sia della critica, da parte degli editori. Così, la Spa- gna si è avventata in una traduzione degli Accoppiamenti
giudiziosi fin dal 1971 [sic]. […] Ma l’operazione editoria-
le in questo caso riveste un senso preciso, quello cioè di pubblicare lavori brevi di Gadda, affinché l’approccio ne sia agevolato66.
Era notevolmente cambiato anche il clima culturale. L’auspica- ta caduta del franchismo non si era realizzata, e nemmeno il rin- novamento culturale aveva avuto gli effetti sperati. Con la fine de- gli incontri formentoriani nel 1968 era, infine, svanito il «proget- to di un’alleanza editoriale d’avanguardia promosso da Barral»67.
C’era anche un’altra novità che riguardava il mercato librario in senso lato. Il regime aveva modificato il meccanismo della censura, anche se certamente in misura molto minore rispetto a quanto in- vocato da scrittori, editori e lettori. Nel 1966 entrò infatti in vigo- re la Ley 14/1966 de Prensa e Imprenta, conosciuta come legge Fraga, dal ministro che la promosse68. Più che l’apertura tanto pro-
clamata dalle fonti governative, la nuova legge si ridusse a leggeri cambiamenti, lasciando però inalterato l’organismo (che ora diven- tava, eufemisticamente, Servicio di Orientación Bibliográfica) e l’arbitrarietà dei suoi giudizi. Il cambiamento più rilevante era che la casa editrice poteva consegnare direttamente a deposito il libro. Tuttavia, questo non impediva che il Dipartimento potesse dispor- re di confiscare l’intera tiratura del libro. Spesso, allora, era consi- gliabile passare per la cosiddetta «consulta voluntaria», l’altra via che la legge concedeva e che non si differenziava dalla precedente nor- mativa se non in dettagli quasi solo terminologici.
L’expediente di Dos relatos y un ensayo non è presente nel cata- logo dell’AGA; probabilmente è andato perduto o è stato mal col- locato e risulta attualmente disperso. Il volume, tuttavia, reca nel- la pagina delle informazioni legali il numero del deposito (B.36233-1970) che indica che venne consegnato agli uffici del- l’Amministrazione. La versione spagnola è del catalano Francesc Serra i Cantarell, traduttore più versato alla saggistica e meno im- merso di Masoliver nel movimento letterario del tempo69.
Barral, intanto, era uscito dalla casa editrice di famiglia e aveva fondato la Barral Editores. Con la nuova società continuò a vol- gere lo sguardo verso l’Italia, stampando autori come Ripellino, Vittorini, Bassani, Basaglia, Fubini e appunto, come si diceva, La
mecánica di Gadda70. Ancora una volta si dimostrò interessato alle
toriale esiste una vasta bibliografía; ricordiamo, tra gli altri, Javier Muñoz So- ro, «Vigilar y censurar. La censura editorial tras la ley de prensa e imprenta, 1966-1976», en Tiempo de censura. La represión editorial durante el franquismo, a cura di Eduardo Ruiz Bautista, Cenero-Gijón-Asturias, Trea, 2008, pp. 111- 142 e Georgina Cisquella, José Luis Erviti, José A. Sorolla, La represión cultu- ral en el franquismo: diez años de censura de libros durante la Ley de prensa (1966- 1976), Barcelona, Anagrama, 2002, soprattutto pp. 25-29.
69 Tra le sue traduzioni dall’italiano ricordiamo Conversaciones con Lévi-Strauss, Foucault y Lacan di Paolo Caruso (1969), Arquitectura como «mass médium» di Renato De Fusco (1970), il fortunato La estructura ausente di Umberto Eco (1972), Diseño y comunicación visual di Bruno Munari (1978) e El arte y la ciu- dad antigua di Leonardo Benevolo (1982).
71 AGA, Sección de Cultura, expediente 401-71, caja 73/00514.
novità editoriali: la richiesta per la traduzione spagnola è infatti molto vicina alla data di uscita del romanzo, pubblicato nel feb- braio del 1970 da Garzanti. Il 15 gennaio dell’anno successivo, Barral fece la richiesta di deposito, nonostante allegasse solo l’edi- zione italiana e non la traduzione come richiesto71. Il romanzo
venne autorizzato senza problemi dal lector don 11. La calligrafia lascia intendere senza possibili dubbi che è lo stesso censore che nel 1961 proibì il Pasticciaccio. Nel suo informe, firmato il 21 gen- naio, si legge:
[…] el autor describe en forma de narración, la vida social en Italia, en víspera de la primera guerra mundial. Pasa re- vista, –con muchas apreciaciones personales, – la neutrali- dad de la burguesía en el norte de país, la vida de la clase trabajadora, y el comportamiento de los potentados. En la obra, no hay ningún personaje principal, –y el títu- lo que no tiene relación con el contenido, se debe al he- cho que un joven de la burguesía entra como mecánico en una fábrica para no ir a la guerra. Es el típico embos- cado de la clase acaudalada.
Todo el contenido se reduce en describir el ambiente que reinaba en la [sic] clases sociales, en la ciudad de Milán, en- tre los años 1909 y 1918, –
– PUEDE AUTORIZARSE. –
Nonostante il disprezzo per il personaggio di Franco Velaschi, («el típico emboscado de la clase acaudalada»), qualche sospetto sul pensiero dell’autore riguardo ai fatti narrati («con muchas apreciaciones personales») e un giudizio critico sull’opera («todo el contenido se reduce en describir el ambiente»), il lettore pro- pose l’autorizzazione del romanzo. Il giorno dopo la decisione venne ufficializzata; il 13 settembre Barral consegnò la traduzio- ne, eseguita nuovamente da Serra i Cantarell.
Conclusioni
Questo percorso ha mostrato innanzitutto come la fortuna di Gadda in Spagna sia legata esclusivamente al movimento editoria- le e letterario barcellonese72. Tutti i volumi vennero stampati nel-
la ciudad condal, e tre su quattro ad opera della casa editrice di Car- los Barral. Non pare eccessivo, allora, affermare che la penetrazio- ne del romanziere si debba quasi esclusivamente all’interessamen- to personale dell’editore catalano e del suo gruppo. Si tratta però di un corpus ridotto da tutti i punti di vista, a partire dalla quanti- tà (quattro libri) e l’arco temporale, che copre solo sei anni, dal 1965 al 197173. La fine della dittatura, tra l’altro, non ha modifica-
to la situazione, se escludiamo l’aggiunta di due capitoli all’edizio- ne del 1989 di El aprendizaje del dolor. Limitato è anche il numero dei traduttori, solo due: Juan Ramón Masoliver (in un caso con la collaborazione di Joan Petit) e Francesc Serra Cantarell.
Possono essere varie le ragioni di questa circoscritta diffusione. Innanzitutto, va considerato il problema – comune ad ogni lingua – che comporta uno scrittore considerato per eccellenza «intra- ducibile». La prosa «espressionista» di Gadda accoglie, infatti, va- rietà diatopiche e diastratiche dell’italiano, e mescola arcaismi, la- tinismi e forestierismi, configurando un caos linguistico che aspi- ra a riflettere un mondo privo di ordine. Tale pastiche non può es- sere riprodotto in una lingua diversa da quella italiana mantenen- do inalterati effetti e connotazioni. Inoltre, proprio in virtù di queste peculiarità, Gadda rappresentava un unicum non incasella- bile all’interno di una corrente letteraria, e per questo difficil- mente poteva acclimatarsi in un nuovo sistema culturale, per un
72 Il ruolo dell’editoria catalana per le traduzioni letterarie italiane novecente- sche è stato sottolineato più volte da Assumpta Camps, che oltre a Gadda ha studiato, per esempio, la ricezione di Buzzati (Traducción y recepción, cit., pp. 156-164) o Sciascia (Una fortuna contrastata: Leonardo Sciacia in Spagna, «RSEL», I, 2003, pp. 23-28).
73 Una conclusione già avanzata da Assumpta Camps, Para un estudio crítico, cit., pp. 154-158.
pubblico con canoni ed abitudini letterarie distinte. Per quanto ri- guarda la Spagna c’era un ulteriore ostacolo. Negli anni Sessanta la letteratura italiana contemporanea era quasi esclusivamente identificata con il neorealismo, un’etichetta che poteva garantire immediata riconoscibilità e la conseguente buona accoglienza commerciale. L’estraneità di Gadda a tale prolifica corrente ne im- pediva, al contrario, una precisa collocazione nel mercato74. Se-
condo Camps, infine, un romanziere sperimentale italiano era an- cora visto come un’eccezione, perché per la narrativa di avan- guardia l’editoria spagnola (escludendo, ovviamente, Barral) guar- dava soprattutto agli autori di lingua francese e inglese75.
Viste queste premesse, comprendiamo meglio perché il Pastic-
ciaccio uscì per la «Biblioteca Breve» e la Cognizione per la «Biblio-
teca Formentor»: due collezioni volontariamente indirizzate ad una minoranza scelta. Entrambi i romanzi, come si legge nelle richieste inviate al Servicio, ebbero una tiratura standard per l’epoca (4000 copie), ma un prezzo notevolmente alto: «cien pesetas aproximada- mente». Edizioni che nascevano, quindi, senza l’ambizione di rag- giungere un pubblico di massa. Lo stesso vale per la Mecánica, di cui vennero stampati 4000 esemplari da vendere ad una cifra ancora più elevata di 130 pesetas. Infine, anche Dos relatos y un ensayo si ri- volgeva ad una piccola nicchia di lettori selezionali, come confer- ma il nome della collana in cui il volume venne incluso: «Cuader- nos marginales»76. Per queste ragioni, secondo Muñiz, Gadda rien-
tra nella schiera di quegli autori italiani (al pari di altri «classici» co- me Leopardi, Manzoni, Verga, Pascoli o Svevo) tradotti in Spagna «ma poco letti, poco pensati e quasi mai citati»77.
74 In proposito si veda María de las Nieves Muñiz Muñiz, La ricezione della let- teratura italiana nella Spagna odierna (Alcune riflessioni critiche), «Anuario de Estu- dios Filológicos», XIII, 1990, pp. 245-254. A suo giudizio dopo «il silenzio perplesso intorno alla letteratura post dannunziana» furono due grandi movi- menti italiani «dai tratti molto marcati» a riscuotere l’attenzione di pubblico ed editori spagnoli: «l’Ermetismo prima ed il Neorealismo poi» (p. 249). 75 Assumpta Camps, Para un estudio crítico, cit., p. 151.
76 Ibidem, p. 153.
La sua ricezione fu legata, in definitiva, ad una dimensione eli- taria, e i romanzi gaddiani vennero salutati con entusiasmo quasi esclusivamente dai circoli intellettuali e dalla critica settoriale78.
Raccolse maggiori consensi tra i romanzieri che cercavano una via di rinnovamento formale, come, appunto, i membri della Escuela
de Barcelona. In questo senso, probabilmente, vanno intese le paro-
le di un altro autore barraliano e innovativo come Juan Marsé, che in un’intervista dichiarò:
Yo recuerdo otras novelas italianas de la época que tuvie- ron mucha más repercusión. Recuerdo sobre todo la no- vela de Carlo Emilio Gadda, […] Quer pasticciaccio brutto de
via Merulana, que tuvo mucha audiencia y difusión. No, yo
creo que no se le llegó a mitificar. Se le respetó y admiró mucho, pero como una cosa singular79.
In conclusione, Barral ritenne fondamentale la divulgazione di Gadda nonostante fosse conscio che i romanzi del «lombardo di Roma» non avrebbero garantito un successo commerciale. Le dif- ficoltà erano enormi da tutti i punti di vista. Erano romanzi ati- pici e complicati e, inoltre, «problematici» per ragioni traduttive, di difficile inserimento nel panorama editoriale nazionale e osteg- giati dalla censura, sia per la presenza di passaggi «amorali» sia per il vincolo con Einaudi.
Nonostante tutto ciò, le date di uscita dei due romanzi mag- giori dimostrano che Barral cercò di competere con gli altri gran-
78 Così, per esempio, Antonio Blanch scriveva in una recensione all’indomani dell’uscita dell’Aprendizaje: «La reciente traducción castellana de esta obra merece señalarse como un acontecimiento» («Reseña de literatura, arte y es- pectáculos», II, 1965, pp. 105-107).
79 Citato in Eugenio Asensio Solaz, La presencia de Pavese en los narradores del medio siglo. Tesis doctoral, Barcelona, Publicacions Universitat de Barcelona, 1997, p. 304. Marsé aveva pubblicato un romanzo di rottura come Últimas tardes con Teresa, per «Biblioteca Breve», proprio nel 1965. Anche Montalbán fu affascinato da Gadda, tanto che lo lesse in italiano ancora prima che ve- nisse tradotto (Manuel Vázquez Montalbán, El escriba sentado, Barcelona, Mondadori, 2001, p. 146).
80 Per dati più approfonditi cfr. Jean-Paul Manganaro, La fortuna europea, cit. Il critico afferma che né in Francia né in Germania il romanzo ebbe un suc- cesso di pubblico. Nel primo caso, in particolare, «benché notato da buona parte della stampa letteraria, il Pasticcaccio non riceve quel consenso esterio- rizzato da parte di personalità letterarie di spicco che avrebbe pur merita- to» (p. 33). Sulle vicissitudini della traduzione francese – che Gadda con- trollò di persona, rimanendone soddisfatto – si veda anche Carlo Emilio Gadda, Goffredo Parise, Se mi vede Cecchi, cit., pp. 121-124).
di editori europei, evitando quell’arretratezza che troppo spesso aveva caratterizzato le sorti della letteratura straniera in Spagna. Il
Pasticciaccio era stato tradotto nel 1961 in tedesco (la prima tradu-
zione in assoluto di Gadda), quindi in serbo croato (1962) e fran- cese (1963)80. La versione spagnola uscì immediatamente dopo
queste, precedendo, per esempio, quella inglese del 1966. Della
Cognizione del dolore solo le traduzioni olandese e tedesca (1964)
videro la luce prima di quella spagnola, mentre furono successive sia l’inglese (1969) sia la francese (1974), probabilmente effetto anche dell’opposizione delle due delegazioni durante gli incontri formentoriani del 1963. Le traduzioni di Seix Barral assumono un valore ancora maggiore se si pensa che furono notevolmente ri- tardate del sistema censorio. I documenti conservati all’AGA di- mostrano, infatti, che la richiesta di stampa della traduzione del
Pasticciaccio è datata 1961, e quella della Cognizione 1963.
La tenacia e l’urgenza dell’editore catalano si spiegano perché, ai suoi occhi, Gadda si inquadrava in un progetto di vasta porta- ta, in quella ricerca dell’eccellenza che avrebbe condotto alla co- struzione di una cultura democratica nel proprio paese. I suoi ro- manzi facevano parte di una lotta al franchismo che non poteva essere combattuta con un attacco frontale, con opere marcata- mente politiche, ma che mirava a sgretolare i tabù della cultura uf- ficiale e la regressione estetica e linguistica della Spagna postbel- lica. Per questa battaglia era necessario un soffio di aria nuova nel panorama letterario spagnolo, e spesso fu Einaudi a fornirgli le ar- mi. Una di queste fu, appunto, Gadda.