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DE GENERIBUS CONTROVERSIARUM

Ora esaminerò i tipi di controversie, che sono solite essere indagate. Queste riguardano i depositi e le erosioni (dei fiumi), i confini, i luoghi, le aree, il diritto dei subseciva, il diritto del territorio.

Questa è la considerazione riguardo l’alluvione: che se (la disputa) è condotta per gli agri occupatorii, qualunque cosa la corrente dell’acqua abbia portato via, nessuno avrà diritto ad una richiesta di rimborso. Questo rende necessario munire le rive, di modo che tuttavia colui che rinforzi la riva non rechi nessun danno ad un altro. Ma se verrà trattata in una regione divisa ed assegnata, il possessore non perderà niente, poiché un’area precisa è stata registrata sulle mappe per ciascun assegnatario.

Quando c’è una disputa attorno al Po, poiché il fiume (è) come un torrente e a volte scorre tanto violento, che cambia alveo e lo sposta, per così dire, oltre gli argini nei campi di molte persone, in un ampio raggio, spesso crea anche delle isole, Cassio Longino, uomo molto competente, autore di diritto, stabilì questo, che qualunque cosa l’acqua lambendo erodesse, il possessore lo perdesse, poiché doveva prendersi cura della sua riva senza danneggiare un altro; ma se scorrendo con maggiore violenza avesse mutato alveo, ciascuno avrebbe potuto reclamare la sua area, poiché sarebbe chiaro che è stata spazzata via non per la negligenza del possessore, ma per la violenza della tempesta; se avesse creato un’isola, questa sarebbe di colui dal cui campo l’avesse formata. E se l’avesse creata da un terreno comune, ognuno riceverebbe la sua parte.

So che in alcune regioni, quando vengono assegnati i campi, attraverso le centurie viene attribuito qualcosa anche al fiume. Il responsabile dei campi da dividere ha provveduto anche a questo stesso, affinché ogni volta che una tempesta avesse agitato il fiume, che abbandonando il suo letto si diffondesse per i campi, defluisse senza danno per alcuno; quando poi fosse corso all’interno dei suoi argini, i proprietari dei campi vicini utilizzassero l’area attribuita al fiume. Ed era giusto poiché a volte tempeste più forti costringono l’acqua ad esondare oltre l’area riservata al fiume, e a inondare i campi immediatamente adiacenti di proprietà di ciascun vicino. Tuttavia l’amministrazione di una comunità tra alcune ha venduto questi campi, cioè tutta quell’area che era stata attribuita al fiume all’interno delle centurie: in questa regione se si disputerà per una alluvione, ci saranno grandi argomenti, di modo che secondo le mappe, qualunque cosa sia stata venduta venga restituita all’acquirente.

Nei territori questorii soggetti a tributo c’è quasi la stessa prassi che si segue in quelli assegnati, poiché la disputa è regolamentata secondo le formae.

Riguardo al confine ciò che è condotto entro cinque o sei piedi di estensione costituisce una disputa perché occupa questa estensione o un passaggio tra quelli che portano ai campi coltivati o lo spazio necessario ad un aratro per girare (lett. la rotazione di un aratro). Questo (spazio) non può essere sottoposto a

usucapione: il passaggio infatti non può essere assunto in usucapione, perché giunge alle colture [cioè ciò che fu in uso per un biennio]. Un confine è infatti conservato da molti documenti, e in questo occorre indagare, se mai da cippi terminali, o alberi segnati, o fossi, o strade, o fiumi, o gioghi dei monti, biforcazioni di acque, o, come è solito, cespugli, o rialzi, o linee rette e spesso ad angolo retto, o, come ho notato in alcuni luoghi, da alcuni margini come rialzamenti tra i campi , spesso anche da limites.

Se vedi stabilire un confine con dei cippi confinari (termini), occorre considerare che tipo di termini siano. La maggior parte di solito è in pietra. Ma nota di quale tipo di pietra, perché ciascuno ha consuetudini diverse quasi per ogni regione (lett. per la propria regione). Alcuni pongono cippi di selce, altri di pietra tiburtina, altri di pietra locale, altri straniere (cioè importate), altri ornate e scritte, altri o di quercia o di un determinato tipo di legno, alcuni (pongono) quelli che (chiamano) sacrificali. Ogni regione, come ho detto, osserva la sua consuetudine, affinché la tradizione concordi. E così pure sono soliti anche scrivere con lettere singole. Alcuni scrivono anche numeri in successione (lett.: per ordine), alcuni piantano signa al posto dei cippi. Qualunque signum sia (utilizzato) al posto di un cippo e sia considerato (tale), deve essere preservato affinché sia allineato (l’uno con l’altro). E se ci sono contrassegni distintivi, da contrassegno a contrassegno: spesso infatti la maggior parte sono in un’unica fila. Qualunque cosa sia (stata) osservata e in qualunque modo sia solita essere osservata, (questa) dovrà essere segnalato così. Poiché, come ho detto, il confine esterno compreso in cinque o sei piedi determina una lite: infatti nessuno può ottenere in usucapione un possedimento compreso entro sei piedi. I passaggi per chi si reca alle colture spesso occupano uno spazio tanto esteso (nel senso di “di stessa estensione”), o nei campi arati in tot piedi l’aratro gira.

Se i confini sono messi in evidenza da alberi contrassegnati, bisogna osservare quali parti degli alberi siano contrassegnate. I contrassegni su alberi privati infatti sono disposti da fori, di modo che il segno lasci gli alberi liberi nella parte verso il possessore (lett.:”verso la sua parte”). Se gli alberi in mezzo sono in comune

(fra due proprietà), sono annotati doppiamente, di modo che i contrassegni siano pertinenti ad entrambi e sia evidente che sono in comune. E in questo genere di confini bisogna dirigere (i confini) in modo simile. A volte ci sono questi alberi al posto del confine, che sono detti “piantati precedentemente”. Bisognerà prendere in esame anche tutti i tipi di confini che sono presenti, come se ad esempio fossero tutti nello stesso campo.

Infatti se un fossato farà da confine, bisognerà osservare se appartenga alla parte di uno solo o di entrambi, o se è stato posto su un confine esterno.

Allo stesso modo una strada, se è pubblica o vicinale, o se è in comune a due (persone) o privata di uno solo.

Parimenti se un confine è riconoscibile dai ruscelli, bisogna stabilire se il ruscello è naturale o se è creato da acqua tirata a forza dai fossi, e se è privato o pubblico. (Un confine è riconoscibile) dai gioghi dei monti (ossia i crinali), che assumono questo nome, poiché sono congiunti dalla stessa continuazione.

E (se i confini sono evidenziati) anche da quegli spartiacque che sono posti a notevoli altezze in cima ai monti (lett. “anche da questi che sono altissimi spartiacque alla sommità dei monti”), da questo luogo assai sopraelevato l’acqua si separa scendendo più in basso.

Se (i confini sono evidenziati) da cespugli, (occorre stabilire) di che tipo, se privati o comuni.

(I confini sono stabiliti anche) da alture, che sono luoghi incavata in un breve clivo, compreso tra 30 piedi di altitudine. Un colle è diverso. Queste (le alture) vanno osservate in questo modo): il proprietario del possedimento più alto tutte le volte discenda da queste in pianura e rivendichi tutto il luogo in salita per sé. Se (i confini sono costituiti) da linee diritte, si verifica di chi (siano) e se organizzati secondo angoli retti. Questo spesso si ritrova nei campi assegnati: e a volte una sola linea determina il confine fra molti vicini.

Se (i confini sono costituiti) da margini, questa è una questione di osservazione (cioè di ispezione), affinché niente sia scavato in mala fede, e similmente affinché nulla sia reclamato dai vicini (ai loro possedimenti), o affinché i luoghi

che sono delimitati dall’inizio alla fine (lett.: che sono iniziati e finiti) da margini possano essere trovati (cioè riconosciuti).

Se (i confini sono determinati) da limiti, bisognerà riconoscere e stabilire il confine retto dal mezzo di quell’area che sarà (delimitata) da confini comuni, o (bisognerà farlo) dai confini esterni, in quell’area delimitata da confini privati. Occorre che noi consideriamo sempre attentamente le consuetudini delle regioni, affinché non sembri che facciamo qualcosa di nuovo: così perdurerà la fiducia della (meglio “nella”) professione, se anche noi avremo trattato le questioni secondo la consuetudine (il costume) della regione.

Se viene provocata una lite sul luogo, che ha questa inchiesta (meglio “una tale”), che non sia riconducibile né ad una forma né ad altro esempio di documento scritto (lett. : “di scrittura”), ma solamente “io affermo che questo luogo è da qui” (cioè: “comincia da qui”), e l’altro (contendente) (dice) allo stesso modo ma all’incontrario (cioè espone la medesima affermazione, ma al contrario rispetto all’avversario), questa situazione riceve (meglio “è soggetta a”) una comparazione di coltivazioni: se fosse incolto, cioè se c’è una foresta, (occorre capire) di che età (è). E se l’età è vicina al taglio (cioè se è ora di tagliarli) e non sono stati lasciati alberi, come è solito, che chiamano “alberi precedentemente piantati” e anche se l’età delle foreste sono simili. E se sono vigne, (vengono poste) allo stesso modo in paragone: se le file sono equidistanti, se di condizioni simili e se dello stesso tipo di viti.

Sarà assodato che la questione è più pertinente al diritto che alla nostra opera, poiché i luoghi che furono posseduti per due anni spesso sono sottoposti a uso capione. Tuttavia bisognerà osservare questa ricorrenza, come siamo soliti vedere in alcune regioni piccole parti in mezzo ai campi di altri, affinché nessuna piccola parte di questo tipo si trovi in mezzo. Questo non può accadere in un campo diviso poiché i possedimenti sono assegnati e restituiti continui (senza interruzioni). E se per caso qualche tale possesso viene ad interrompere, si scambia luogo con luogo, affinché il possedimento sia continuo. Così, come ho detto, non può accadere nei campi assegnati. La materia è propria della

(giuris)prudenza quanto della (nostra) professione. Inoltre i padroni di parecchi fondi continui, come capita generalmente, sono soliti aggiungere due o tre campi ad un’unica villa e abbandonare i confini che delimitavano i singoli campi. Essendo abbandonate tutte le altre ville a causa di questa, a cui vengono annessi (i campi), i vicini non contenti dei loro confini levano i cippi confinari, da cui il loro possesso è delimitato, e questi rivendicano per sè, da cui i confini tra i fondi di un unico padrone sono definiti. Bisogna esaminare queste cose.

E inoltre alcuni hanno cura di porre ai confini estremi dei loro fondi, per tutto il perimetro, un qualche tipo di alberi, così alcuni (piantano) pini o frassini, altri olmi, altri cipressi, mentre altri sono soliti lasciare alberi di qualunque genere intatti nel confine esterno, da cui non taglino né le fronde né il legno né la legna secca. Così anche questo va osservato.

E inoltre, essendo state esaminate le consuetudini dei confini, la novità crea sospetto. Se per esempio un terminus determina il confine per un altro tratto è sospetto il motivo per cui all’improvviso si sia passati ad un altro genere di divisione, o a un canale o a un cespuglio o a una strada o a un genere che chiamiamo altura o ad alberi precedentemente piantati. Così tuttavia la fiducia consisterà….

Sul modo sorgono generalmente questioni nei campi divisi e assegnati , e parimenti nei questorii, e soggetti a imposte, poiché naturalmente la misurazione è compresa nel bronzo e nella scrittura (nelle mappe di bronzo e nella redazione scritta). Questa disputa sarà sempre riferito alla mappa.

Bisogna osservare anche questo, se a due possessori conviene qualcosa (di diverso) riguardo a quel modo (in cui i loro campi sono stati divisi e assegnati) (cioè: se a due possessori conviene accordarsi circa qualcosa riguardo al modo dell’assegnazione), che è fissato dal bronzo e dalla scrittura della mappa (ossia: dalla redazione bronzea e scritta, cioè nelle note delle mappe), sebbene un proprietario abbia venduto qualcosa. E infatti ho notato questo nel Sannio, che quei campi che il divino Vespasiano aveva assegnato ai veterani, questi erano occupati già dagli stessi a cui erano stati assegnati ma in modo diverso (da come

erano stati loro assegnati). Alcuni comprarono alcuni luoghi e aggiunsero ai loro confini anche questo (territorio), utilizzando come confine o una strada, o un fiume, o qualsivoglia genere (di confine): ma né coloro che avevano venduto dai loro possedimenti o gli acquirenti e coloro che aggiunsero ai loro lotti valutarono l’area precisa, ma come ogni area, come ho detto, potè essere definita o da una strada, o da un fiume, o da un (qualsiasi) genere (di confine), così vendettero e comprarono”. Quindi in che modo ci si può riferire alla mappa se, come ho detto, i due, tra cui c’è la disputa, si sono accordati circa i possedimenti?

In quei (possedimenti), che sono soggetti a imposte, quasi ogni vicino ha aggiunto al suo possedimento (qualcosa). Così da questo genere di campi grandi dispute….(sono sorte)….di acquisto o affitto potrebbero provare che li riguardano, come generalmente accade. Se nessuna parte lo fa, resterà nelle mani del possessore. Alcuni sono soliti comprendere una misura nella disposizione dei campi, e così dispongono IL CAMPO X, TOT IUGERI, TANTO PER I SINGOLI IUGERI. Così se si prendono provvedimenti in quella regione, in cui c’è questa la consuetudine, naturalmente bisognerà esaminare le clausole dell’accordo. Tra questi si disputerà la misura rilevata di ciascuno: se niente si accorda con la clausola, cioè se il possesso di nessuno (dei due) occupa l’area (definita) dalla clausola d’accordo, grande sarà la confusione della situazione, e occorrerà investigare se nell’intera regione non siano soliti considerare (lett. “abbracciare”) l’area più con l’opinione che con la misurazione. Allo stesso modo alcuni che vendono o comprano campi sono soliti comprendere un’area con una clausola d’accordo. Questo stesso va osservato, che (non) valutino nessuna area, come ho detto sopra, con l’opinione e non con la misurazione.

Frequentemente si verificano dispute sul diritto dei subseciva. Subseciva sono dette quelle terre che non poterono essere assegnate, cioè, essendo stato centuriato un campo, alcuni luoghi incolti che erano tra le centurie, non sono stati assegnati. A volte dunque l’autore della divisione a riservato a sé questi subseciva, o le ha concesse ad alcuni o alle comunità o a privati. Alcuni vendettero questi subseciva, alcuni li danno in affitto per un certo tempo (cioè

per un periodo di tempo stabilito). Dunque considerate e esaminate tutte le condizioni si potrà trovare ciò che dobbiamo perseguire.

Ma ricordiamo anche questo. Mentre il divino Vespasiano rivendicò per sé tutti i subseciva che non avevano venduto o non erano stati concessi ad alcuna persona, e allo stesso modo il divino Tito mantenne questa prassi ereditata dal padre, Domiziano per tutta l’Italia donò i subseciva ai possidenti, e con questo editto lo rese noto a tutti quanti, abbiamo raccolto in un libello le parole di questo editto, e similmente alcune costituzioni di altri imperatori e anche del divino Nerva.

Sul diritto del territorio abbiamo trattato ogni (possibile) domanda.

Per quanto riguarda il diritto territoriale ho trattato quasi tutta l’indagine quando ho scritto distintamente sulle categorie (dei campi). Riguardo a ciò cos’altro possiamo consigliare se non, come abbiamo detto sopra, di esaminare a fondo le leggi e di interpretarle secondo le singole circostanze? (Occorre verificare) se i confini osservati dagli antichi rimangano nelle stesse condizioni, o se qualcosa è stato aggiunto o tolto. E in che modo i terreni sono marcati, a volte dalle cime dei monti, dai crinali, dagli spartiacque, a volte dai limites estesi, a volte dalla direzione della medesima divisione. Così, come abbiamo detto, le leggi dovranno sempre essere lette a fondo e interpretare con cura parola per parola. E così consiglio di investigare la forza delle leggi, e se, per così dire, i corpi sono soliti essere esaminati dalle articolazioni delle membra.

Spesso sorgono liti sulle strade, sul passaggio dei veicoli, sul diritto di passaggio, sul passaggio attorno a edifici, sul diritto di accesso, sui torrenti, sulle valli, sui fossi, sulle fonti. Tutte queste parti richiedono l’opera non nostra ma dell’ufficio forense, cioè il diritto civile; noi interveniamo allora in queste (questioni) quando qualcosa deve essere tracciato con indagini o ripreso, se in qualche forma si è trovato scritto qualcosa.

CAPITOLO V