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gennaio 1961 l‟ennesimo colpo di scena: tutti gli imputati nella vicenda dei balletti verdi vengono scarcerati.

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Il 10 gennaio 1961 l‟ennesimo colpo di scena: tutti gli imputati nella vicenda dei balletti verdi vengono scarcerati.

Ciononostante una seconda inchiesta incomincia, con sedici arresti, il 25 novembre 1961. Gli articoli sul Giornale di Brescia si fanno sempre più rarefatti e brevi, e nulla ci è più dato sapere fino al 29 gennaio 1964, giorno della sentenza: “Impossibile sarebbe riferire della sentenza davvero chilometrica… il tribunale di Brescia è stato assai clemente“.

Dei sedici imputati, quindici furono assolti oppure chiamati a fruire dell‟amnistia, un solo colpevole dovet- te scontare la pena: quattro anni per favoreggiamento della prostituzione. [...]

Da duecento inquisiti al nulla; il “pus da estirpare” dov‟era finito?

La psicosi da balletto verde comunque era scattata, e gli echi di scandali di quel tipo arrivarono da Reggio Emilia, da Salerno e da molte altre cittadine italiane. Un esempio: due giovani vengono “pizzicati” da una vec- chietta ad entrare nello stesso bagno in una stazione ferroviaria? Immediatamente denunciati: gli inquirenti pro- cedono al sequestro dell‟automobile di uno dei due. La domanda sorge spontanea: ma che centra l‟auto?12

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Ibidem 12

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Probabilmente l'auto era stata ritenuta il mezzo con il quale veniva commesso il “reato”. Bolognini continua:

Gianna Preda del [...] Borghese offre pronta risposta alla lettera di mamma Maria bresciana, invitando le madri a distribuire fotografie con “vere” donne per casa per portare sulla retta via l‟attrazione dei propri figlio- li. Aggiungendo che in una società che definisce “allo sbando”, è consigliabile controllare le preferenze sessuali di tutti coloro che vengono a contatto con i propri figli, e di assoldare una “domestica, giovane, sana ed allegra” con compiti lontani dalle pulizie domestiche, nonché di controllare le letture dei propri figlioli senza esitare a “bru- ciare quelle che trattano del vizio”. […] Secondo “il Borghese”, il turpe vizio era protetto dalla tessera marxista [...].

I consigli di Preda suscitarono un mare di polemiche tra i cattolici, che accusarono la giornalista di invita- re alla prostituzione le domestiche, e di caldeggiare la distribuzione per casa di pornografia, e che sottolinearono quanto i cattolici con i loro Oratori non avessero nulla a che vedere con “l‟abominio sodomitico”. Un comunista le scrisse difendendo il proprio partito, e affermando che la genialità di Visconti e Pasolini erano una scusante al vizio.

[...]

Il danno subìto dagli omosessuali sbattuti in prima pagina fu forte. Tutti persero il lavoro, e cosa ancora più grave molti finirono in carcere senza colpa alcuna. Un materassaio di sessantasette anni morì in carcere dopo un mese dall‟arresto, ma la notizia, a distanza di quarant‟anni, è pubblica solo ora.

“Avevo diciannove anni e mi piacevano gli uomini. Fui arrestato alle cinque di mattina, i carabinieri dis- sero a mia madre che ero omosessuale. Lei, stordita, non capiva nemmeno bene cosa ciò potesse significare”: queste le parole di un inquisito da me intervistato. Un altro inquisito, “Il Valentini”, tentò il suicidio: essere omo- sessuale corrispondeva alla morte sociale.

Il Tempo intitolò un suo articolo: “Peccatori a Brescia“. In esso si legge: “C’è chi dice che lo scandalo sia stato fatto artatamente scoppiare per coprirne un altro”. L‟articolo prosegue chiedendosi, a ragione, che articoli del codice penale avrebbe potuto utilizzare la Corte: la legge Merlin, infatti, non prende in considerazione la pro- stituzione maschile: “I ballerini indossavano seni finti, come si dovrebbe comportare il giudice in questo caso?“. […]

Anche gli psicologi non si esimono dall‟esprimere il loro parere sul tema, forse ispirati dalla Preda. Nel Dizionario Medico Scientifico Divulgativo si sostiene un progetto di legge che vorrebbe la detenzione di sei mesi per chi ha rapporti sessuali con persone dello stesso Sesso, “per la tutela del pudore e del buon costume, ma soprat- tutto per la salvaguardia della salute morale dei tanti nostri giovinetti, che con denaro e astute lusinghe, vengono attirati nelle spire di così immondo vizio, c’è da augurarsi che il progetto di legge venga approvato“.

Nella Psicologia dell’Attualità di Emilio Servadio del 1961, oltre a dipingere gli omosessuali come “uomini dalla personalità piuttosto ristretta, del tutto incapaci di esporsi apertamente a valutazioni psicologico-cliniche, ad anatemi ed ostracismi sociali” si rincara la dose definendo i gay “bambini camuffati, che cercano di risolvere un conflitto interno che li tortura. La pseudo aggressività (omo), è una difesa contro il masochismo latente, e la ricerca di alleati è una crociata intesa a diminuire il senso di colpa. Ci sembra che queste penetranti definizioni si applichi- no assai bene al fenomeno dei balletti verdi… Essi mostrano che c’è da modificare e sanare in profondità“.

[…]

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Anche le notizie di costume non manca[ro]no. Giò Stajano, [...] omosessuale dichiarato dell‟epoca, nel gennaio del 1961 fu interrogato a Brescia [...] come “competente in materia”. Aveva pubblicato un romanzo omosessuale due anni prima e secondo i giudici conosceva come andavano le cose nello squallido mondo degli in- vertiti. Di fatto non sapeva nulla dei balletti verdi.

[...]

Lo scandalo fu una grandiosa montatura. Ci si ritrovava tra omosessuali in una cascina di Castel Mella, che però non era una casa di appuntamenti: era una cascinale in grande stile con stalla e mucche e i genitori an- ziani del proprietario che dormivano in una stanza.

Questa dichiarazione trova riscontro nell‟articolo del Giornale di Brescia del 7 Ottobre 1960: “Si è detto di una sfarzosa villa di Castel Mella, sede di convegni maschili, quando invece non si tratta che di una rustica abitazione“13

. [...]

b. La strategia della perversione: il caso Ermanno Lavorini

Il 1969, a Viareggio, si apre con vicende inquietanti. La notte di Capodanno, alla discoteca “La Bussola”, vi sono dei disordini dovuti a motivazioni politiche; alcuni giorni dopo scompare un adolescente, che viene ritrovato morto in una spiaggia frequentata da omosessuali; ma questi ultimi, per quanto ritenuti responsabili e vittime di una vera e propria caccia alle streghe attuata attraverso la stampa, sono del tutto estranei all'omicidio, commesso da esponenti di destra, come affermerà una sentenza della Cassazione nel 1977.

Intorno al caso Lavorini, come già accennato nel primo capitolo, vi è chi ha sostenuto che si sia trattato delle prove generali della “strategia della tensione”, che di lì a poco avrebbe pervaso la storia italiana degli anni Settanta. Una vicenda che meriterebbe un approfondimento specifico, e che è stata di recente oggetto di tesi di laurea14. La vicenda è narrata in sintesi nella citazione che segue:

La sparizione del piccolo Ermanno prima, le lunghe ricerche del suo cadavere e il ritrovamento del suo corpo senza vita poi, fecero discutere per molti mesi i mezzi d'informazione italiani, destando orrore, scandalo e polemiche. Come emerse solo dopo molti mesi, si trattò di un delitto del quale fu fatto un largo uso strumentale, sulla scia di quanto era accaduto con il caso dei Balletti verdi e con quello di Aldo Braibanti. [...]

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Ibidem 14

La tesi di laurea è quella di L. Iacona, Gli anni '70. Caso Lavorini: una narrazione tra storia e cronaca giudiziaria. Tesi di laurea, anno accademico 2003-2004, relatore Giovanni De Luna, Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Torino, corso di laurea in Storia. Il testo citato, sintesi della tesi di laurea, è invece tratto da <www.wikipedia.it/ermanno-lavorini>.

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Il 31 gennaio 1969 scompare a Viareggio il dodicenne Ermanno Lavorini. La famiglia, di condizione mo-