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giusto per non lasciare dubbi sulla provenienza di tali informazioni:

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Il giornale di destra la mette in politica:

E, giusto per non lasciare dubbi sulla provenienza di tali informazioni:

Lasciamo da parte il fatto che non dovrebbe essere consentito a un individuo socialmente pericoloso [corsivo mio] come certamente era il professor M., di acquistare un'arma con regolare permesso. Soprattutto

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La prima annotazione rilevata, relativa all'invio della documentazione sulla morale pubblica alla Se- zione IV, cioè all'Ufficio Affari Riservati, risale al 1968, ma l'abbinamento tra omosessualità e ideologia comuni- sta pervade tutto il secondo dopoguerra. Si veda quanto detto alla fine del secondo capitolo.

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ASBO, Questura, “Schedario sovversivi fino al 1981”. 40

ACS, Ministero dell‟Interno, Dipartimento Generale di Pubblica Sicurezza, Polizia Amministrativa e Sociale (1940-1975), busta 620, fasc 13600 “Prostituzione. Rassegna stampa”, l.d.c., Ore 9: lezione di vizio, in: “Momento Sera”, 31 marzo 1970.

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non avrebbe dovuto essergli consentito di montare in cattedra e turbare, con il suo esempio poco edificante, la coscienza dei giovani41

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In realtà, come abbiamo già avuto modo di dire, per essere schedati bastava molto meno, specie se si aveva l'abitudine di frequentare luoghi noti come ritrovo di omosessuali. Come abbiamo appreso dalle memorie del commissario Camilleri, l'obiettivo, in mancanza di una legge, era quello di vessare oltremodo gli omosessuali. Desiderio che non apparteneva esclusivamente al commissario, ma era esplicitato anche a mezzo stampa, con dichiarazioni che mettevano in chiaro che l'obiettivo della Pubblica Sicurezza non era la repressione dei reati in sé, quando commessi da omosessuali, ma la repressione dell'omosessualità nello specifico, magari insieme al fenomeno dei capelloni. Si esprime così, senza mezzi termini, una giornalista della Stampa:

Non è dunque questo travestito il tumore maligno della città, è l'altro, quello che va a gradazioni e per il quale spesso il limite tra la massima e la minima gradazione di omosessualità non è classificabile nell'abito. […] È arrivato forse il momento di dare un'attenta caccia agli “altri” travestiti. Quelli […] che invadono appartamenti, scale, atrii e quelli che denigrano il buon nome e la tradizione e la professione dei maestri di scuole e professori42 .

Pertanto a volte gli operatori di polizia e, insieme a loro la stampa, parevano fare a gara per individuare ipotesi di reato nel comportamento di prostitute e prostituti, ben sapendo che il loro obiettivo, prima ancora di perseguire un reato, era quello di perseguire un comportamento, nel quale erano inclusi anche i frequentatori omosessuali. Si parla del reato di travisamento per gli “omosessuali vestiti da donna”, in un periodo in cui la definizione di travestito o transgender era ben lungi dal venire; per combattere la prostituzione per le strade, quando non si ravvisava alcun reato in atto, si giunse, in base a regolamenti comunali pensati ad hoc, a presentare denuncia per accensione di fuochi in luogo pubblico a tutte le persone, si suppone prostitute, che si soffermavano davanti a un falò acceso per strada. Inutile dire che, a prescindere dalla sussistenza o meno di un reato, difficilmente accertabile, e di conseguenza non rilevato, in una tale attività repressiva finivano per rischiare una denuncia anche persone del tutto estranee. Il rischio era così concreto che, in occasione di una proposta di legge della senatrice Del Canton, che proponeva un inasprimento della legge per la

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Ibidem 42

ACS, Ministero dell‟Interno, Dipartimento Generale di Pubblica Sicurezza, Polizia Amministrativa e Sociale (1940-1975), busta 620, fasc 13600 “Prostituzione. Rassegna stampa”, O. di Robilant, Capelloni e travestiti di “classe” più pericolosi dei “passeggiatori”, in “Momento Sera”, 6 aprile 1970.

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repressione della prostituzione, vi fu una levata di scudi perché le modifiche proposte dalla Del Canton, che suggerivano la sussistenza di un reato in base ad abbigliamento e condotta, avrebbero di fatto consentito alle forze dell'ordine di porre in stato di fermo qualunque donna in minigonna ferma all'angolo di una strada. E, per estensione, gli omosessuali in abbigliamento eccentrico43.

4. Crimini tipici degli omosessuali

E qui entriamo nel merito della perseguibilità penale degli omosessuali. Va subito chiarito che, nell'applicazione di queste norme vi è, in filigrana, la concezione dell'omosessuale come soggetto predisposto, per sua natura, a commettere reati, e che la sua condotta va contrastata anche in assenza di illeciti al fine di prevenire il reato. Analogamente a quanto si compie per stupratori e prostitute. L'associazione tra stupro e omosessualità non è peregrina, ma è compiuta dalla legislazione ottocentesca sulla punibilità degli atti omosessuali44; l'associazione con la prostituzione, per quanto anch'essa di vecchia data, è messa chiaramente in evidenza solo dal 1958.

Proprio partendo dal presupposto di prevenire il crimine, spesso gli operatori impegnati nelle attività di controllo procedevano all'individuazione di reati che spesso poi il giudice in udienza non riconosceva, assolvendo l'imputato per non aver commesso il fatto o perché il reato non sussiste.

Vi è un'ampia casistica in merito, dalla quale estrapoliamo dei casi esemplari.

a. Galeotto fu il film (e il giardino, e il vespasiano). Atti osceni in luogo pubblico e altro.

La denuncia per atti osceni in luogo pubblico era il reato classico degli omosessuali fin dai controlli di fine Ottocento. Decaduta l'accusa di stupro, sempre implicita nell'atto omosessuale, ma dal Novecento generalmente relegata, insieme al reato di libidine violenta, ai casi di sesso con minori di anni 21, che si supponevano sempre non consenzienti in quanto privi dell'età del consenso (cosa che emerge dalla lettura dei mattinali della Questura di

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ACS, Ministero dell‟Interno, Polizia Amministrativa e Sociale, busta 620, fasc 13600 “Prostituzione. Rassegna stampa”.

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Modena45), gli atti osceni erano l'inevitabile punto di approdo per chi era costretto a