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Gestione finanziaria della commessa

3 Processi di controllo in aziende che operano su più commesse pluriennali e il caso dell’azienda Alfa

3.3 Gestione finanziaria della commessa

In questo capitolo ci soffermeremo sulla dinamica finanziaria e della gestione dei flussi di cassa relativi alle commesse. Come premessa ricordiamo alcune cose. La gestione aziendale può dividersi astrattamente in gestione dei finanziamenti e gestione operativa. A fare da tramite tra le due gestioni abbiamo la liquidità, che entra in azienda sotto forma di finanziamenti per essere investita in immobilizzazioni e circolante, per poi andare a saldare i debiti contratti con i finanziatori una volta incassati i ricavi delle vendite.

Figura 12: Le relazioni tra gestione operativa e finanziaria in un impresa

Fonte: Manca, Fotzi, pag. 122, 2008.

Le due gestioni, seppur completamente differenti, sono integrate tra loro. In una gestione normale, i ricavi generati dalla gestione operativa devono essere in grado di coprire le spese per l’acquisto dei fattori produttivi utilizzati nel ciclo produttivo e almeno una parte delle spese generali dell’azienda, lasciando ciò che basta per il pagamento delle imposte e la remunerazione del capitale di rischio.

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Ciò per cui i soli incassi derivanti dalle vendite non riescono da soli a soddisfare, crea un fabbisogno finanziario da coprire con fonti alternative all’autofinanziamento. Si tratta di reperire risorse esterne all’azienda per fronteggiare le scadenze di pagamento in occasione delle quali si genera una carenza di liquidità.

Il fabbisogno finanziario può essere classificato secondo tre diverse grandezze:  Altezza del fabbisogno. Valore assoluto monetario del fabbisogno in

oggetto. Questa dimensione ovviamente è subordinata alle dimensioni dell’azienda, sia produttive e patrimoniali che organizzative. Dalle dimensioni aziendali dipende la struttura dei costi alla quale è associata la mole di risorse necessarie per il loro sostentamento e finanziamento.  La durata del fabbisogno, intesa come il tempo intercorrente tra

l’acquisto di un fattore produttivo e l’incasso della vendita, cioè la durata del ciclo operativo. Da essa dipende la tipologia del finanziamento. Merita a questo punto soffermarsi sul concetto di ciclo di cassa, ossia il tempo minimo intercorrente tra il primo pagamento ed il primo incasso: questo tempo medio è dato dalla somma dei tempi medi di giacenza delle scorte di magazzino, della durata media della produzione del bene e della giacenza media dei prodotti finiti in attesa della vendita; a questo si sottrae il tempo medio di pagamento dei debiti.

 La tipologia del finanziamento. Questa verrà decisa in funzione della tipologia del fabbisogno finanziario da soddisfare. Il fabbisogno potrà essere costante, variabile o fluttuante. Il fabbisogno costante riguarda il finanziamento di beni durevoli aziendali, cioè le immobilizzazioni; queste verranno finanziate da prestiti di lungo periodo che genereranno rate di rimborso costanti nel tempo. Il fabbisogno variabile riguarda gli investimenti in capitale circolante, variabili nel tempo, a cui far corrispondere coerenti fonti di finanziamento, come prestiti di breve/medio periodo. Infine abbiamo il fabbisogno fluttuante che si riferisce a variazioni occasionali ed improvvise degli acquisti e delle vendite che generano, di contro, improvvisi innalzamenti o ricadute del fabbisogno finanziario.

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Figura 13: La composizione del fabbisogno finanziario

Fonte: Manca, Fotzi, pag. 122, 2008.

Alcune variabili su cui poter agire per influenzare il livello di fabbisogno finanziario sono: aumentare la velocità del ciclo produttivo, ridurre i tempi di incasso dei crediti, incentivare lo sviluppo di condizioni di efficienza, per ridurre i volumi di costi e di efficacia, per incrementare i ricavi di vendita.

Il fabbisogno finanziario in aziende che operano su ordinazione può differire notevolmente sotto alcuni precisi aspetti rispetto ai caratteri generali che abbiamo fin qui riportato. Gli anticipi e gli acconti ricoprono un ruolo caratterizzante, nonché fondamentale, per questo genere di imprese. Da un lato sono strumenti indispensabili di cui le società appaltatrici devono disporre per affrontare i notevoli investimenti iniziali, come l’acquisizione di tutti i materiali, che sono tipici in occasione di grandi commesse; i vantaggi sono notevoli in quanto è possibile anticipare parte dell’incasso alle fasi iniziali dei lavori e, generalmente, in quote costanti spalmate lungo tutta la durata dei lavori. Di conseguenza i livelli di fabbisogno finanziario posso essere mediamente più bassi in questo tipo di produzioni rispetto ad altre.

Possiamo inoltre affermare che un fabbisogno finanziario totale per una commessa è una cosa a se stante rispetto al fabbisogno giornaliero che si ha nel

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corso dei lavori. Una società può essere in grado in termini assoluti di affrontare gli esborsi totali necessari per una commessa ma il problema è risultare liquidi in qualsiasi momento dei lavori, quando può sorgere un picco di fabbisogno, senza che l’azienda sia preparata. Obbiettivo di non scarsa importanza sarebbe quello di riuscire a mantenere il fabbisogno finanziario costante nel tempo, riducendo al minimo le concentrazioni sia dei costi, quindi degli esborsi, sia dei ricavi, quindi degli incassi con cui saldare i debiti con i fornitori. Al più, se non fosse possibile incidere sui tempi e sui livelli delle vendite e delle spese, è importante riuscire almeno a prevederli e a gestirli per tempo, senza farsi trovare impreparati. Il fabbisogno finanziario quindi non è altro che l’ammontare totale delle risorse utili a finanziare la gestione. Queste risorse possono essere interne, garantite dalla gestione corrente e quindi dalle vendite, oppure garantite da finanziamenti di terzi, i quali dovranno essere rimborsati in rate comprendenti un carico di interessi. Le prime sono senz’altro le più importanti e, in situazioni normali di salute aziendale consentono di soddisfare le pretese dei fornitori e ciò che resta potrà trasformarsi in mezzi a fecondità ripetuta, copertura delle imposte e remunerazione del capitale di rischio. Non sempre è possibile però, anche in aziende dal buon rendimento, coprire in qualsiasi momento le pendenze con i fornitori attraverso gli incassi della gestione corrente. Capita spesso che non ci sia coincidenza tra incassi ed esborsi, così come capitano momenti di difficoltà temporanei che possono portare al così detto imbarazzo finanziario, cioè momenti di disequilibrio finanziario. Equilibrio economico e finanziario vanno trattati separatamente, in quanto l’andamento positivo del primo non comporta in modo consequenziale l’equilibrio dell’altro. E per questo che tutte le società fanno, chi più chi meno, affidamento a capitali di terzi a titolo oneroso, come i finanziamenti. Questi avranno caratteristiche diverse in funzione dell’esigenza per cui vengono accesi. Si avranno finanziamenti di breve periodo, scoperto di conto corrente, contratti di leasing, debiti di fornitura e ogni altro strumento utile per finanziare impellenze immediate e velocemente esauribili. Si utilizzano strumenti di finanziamento di lungo periodo quando il fabbisogno si protrae nel tempo, in modo costante: si ricorre in questi casi ad incrementi del capitale sociale oppure a finanziamenti di lungo termine, per cui l’azienda col tempo riuscirà, in modo graduale, a

74 remunerarli o rimborsarli.

È importante ricordare sempre che il processo di finanziamento deve avvenire in modo unitario e globale per tutta l’azienda. Non è accettabile una gestione separata di questa materia lasciandola in mano ai singoli responsabili di commessa, in quanto i PM sono indotti a ragionare in termini di opportunità circoscritta al proprio progetto piuttosto che all’utilità generale. Per questo motivo dovrà essere incaricato un responsabile finanziario o un alto dirigente che superari le autonomie dei singoli responsabili di commessa: un soggetto che goda di poteri accentrati in termini di gestione del fabbisogno finanziario e in possesso di una visione d’insieme della realtà aziendale.

Al fine di elaborare un piano finanziario di commessa si dovrà studiare la distribuzione temporale dei flussi di cassa lungo tutto il periodo di vita della commessa, quindi individuare quando si manifestano sia i flussi in entrata che in uscita. Questo perché, come abbiamo già accennato sopra, la liquidità aziendale deve essere tale da soddisfare i propri creditori nel preciso momento in cui si manifesta il loro diritto a vedere soddisfatte le proprie pretese a fronte degli obblighi sottoscritti dalle parti. La liquidità dovrà essere disponibile in quantità e tempi precisi, senza essere in difetto, ma neanche in eccesso, non è utile disporre di liquidità in eccesso, in quanto queste risorse, non essendo investite, non generano alcun valore nel rispetto del principio di costo opportunità. I flussi di cassa seguono di fatto l’andamento delle scadenze di incasso e di esborso che possono senz’altro non essere costanti nel tempo ma seguire andamenti scostanti e poco prevedibili nel medio periodo. Esistono delle logiche dietro andamenti tipici di questi flussi, che tendono a concentrarsi in periodi precisi dell’anno. Si tratta di fenomeni come la stagionalità, che influisce enormemente settori come alimentari, turistico, trasporti, edilizia e agricoltura. La stagionalità che influisce su diversi settori può riguardare le condizioni climatiche, quindi il susseguirsi delle stagioni; oppure stagionalità operativa, legata cioè alle peculiarità dello svolgimento dei lavori di ogni singola azienda. Quindi un’azienda che realizza una commessa vedrà insieme al cliente come ripartire il pagamento nell’arco di tempo previsto per la fornitura di un bene. La politica finanziaria aziendale si deve occupare di prevedere i momenti in cui le uscite previste non saranno controbilanciate da

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incassi operativi corrispondenti, con il maggior anticipo possibile in modo da essere in grado di attuare le dovute contromisure. Esistono settori in cui si manifestano gli andamenti tipici delle stagionalità per ciò che riguarda le entrate e le uscite di cassa: parliamo delle società che commerciano prodotti legati a speciali ricorrenze, i panettoni e le uova di pasqua ad esempio. In questi casi i costi sono diluiti nel tempo per la produzione di scorte in attesa della ricorrenza, in corrispondenza delle quali assistiamo alla concentrazione delle vendite in poco tempo. Un caso opposto è quello delle aziende vinicole in cui si ha una concentrazione dei costi nei brevi periodi di raccolta e spremitura dell’uva, mentre dal lato dei ricavi non si interrompe mai la vendita del vino che si protrae lungo tutto il corso dell’anno. Per finire, un caso che si pone nel mezzo a questi ultimi riguarda le imprese turistiche, dove l’attività esercitata, quindi i costi, sono contemporanei ai periodi turistici in cui si manifestano i ricavi, una concentrazione sia di entrate che di uscite nei medesimi periodi. Le concentrazioni di cui stiamo parlando sono inevitabilmente un rischio, in quanto non è mai agevole gestire incrementi repentini ed elevati delle uscite, ma anche degli incassi venendo questi meno durante tutto il resto del tempo. L’obiettivo che ci poniamo è la diluizione di questi due flussi nel tempo in modo da poterli meglio gestire e prevedere. I metodi possono riguardare interventi esterni, volti a modificare gli accordi con le parti in modo da regolarle a questo fine; oppure interni, andando ad aggiustare i tempi di produzione e vendita delle merci. Quest’ultimo caso, serve sottolineare, è il più stressante per l’azienda che è costretta a rivedere seriamente i propri processi e la propria struttura. Se tutto ciò fosse inattuabile, occorrerebbe affidarsi alla programmazione e al controllo. A questo scopo diventa necessaria la redazione di un piano di tesoreria, cioè un prospetto che espliciti la distribuzione temporale dei flussi finanziari nel tempo.

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Figura 14: Le fasi del passaggio dal preventivo economico al piano di cassa

Fonte: Manca, Fotzi, pag. 245, 2008.

Non si potrà avere la pretesa di prevedere con certezza le future manifestazioni, in quanto gli aspetti finanziari per loro natura sono più imprevedibili rispetto a quelli operativi poiché cambiano in maniera più repentina. Questa dinamica accentuata dipende, ad esempio, dalla solvibilità dei debitori, dalle politiche di dilazione pattuite con i propri creditori e clienti, dalla difficoltà di accesso al credito, tutti aspetti senz’altro mutevoli nel tempo e quindi poco preventivabili. Ci si potrà accontentare di redigere il dettaglio dei flussi attesi riguardanti le sole commesse e non l’intera azienda, limitandoci ad un periodo di tempo di alcuni mesi in cui sarà più probabile l’avverarsi degli eventi, senza quindi spingersi troppo in avanti con la pretesa che le manifestazioni finanziarie si avverino secondo le previsioni a distanza di molto tempo, per vedere poi dissipati tutti gli sforzi a causa delle variazioni repentine di cui abbiamo parlato pocanzi. L’analisi

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sarà continua di modo che, con il passare del tempo, sposteremo il nostro sguardo sempre più oltre, mantenendo sotto osservazione sempre uno stesso periodo di tempo dinanzi a noi, la così detta tecnica del budget scorrevole o, rolling budget26.

La redazione del piano di tesoreria può essere diviso in fasi. Iniziamo dal preventivo economico di commessa a cui applicheremo una serie di operazioni in modo da pervenire al preventivo monetario di commessa, prospetto contenente i soli movimenti che generano variazioni di cassa:

 vanno eliminate tutte le voci economiche che non corrispondono a variazioni monetarie, come gli ammortamenti e gli accantonamenti a fondi.

 Vanno aggiunti tutti i valori puramente monetari legati alle operazioni di scambio commerciale, come ad esempio l’IVA.

 Vanno aggiunti anche tutti i movimenti monetari non legati ad alcuna operazione con rilevanza economica, quindi che non inficiano sul conto economico.

 Vanno aggiunti tutti i movimenti monetari che hanno competenza economica negli esercizi passati e manifestazione finanziaria in questo esercizio.

 Si calcolano i tempi medi di dilazione dei crediti e dei debiti.

Dall’analisi dei flussi è possibile capire alcune tipicità dell’andamento dei flussi finanziari rispetto a quelli economici. Se confrontiamo in un grafico costi e pagamenti / tempo delle curve di entrate e ricavi, ci accorgiamo come le curve delle entrate sono tendenzialmente spostate sempre avanti nel tempo rispetto alle curve dei ricavi, in quanto influiscono i tempi di dilazione concessi ai debitori, inoltre sono anche più alti nei valori perché ricomprendono anche l’applicazione dell’IVA. Anche nel confronto tra le uscite rispetto alle spese, la curva delle uscite

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Budget scorrevole è un budget che scorre temporalmente avanti di un mese (o trimestre) quando il mese (o trimestre in corso) è terminato, richiede alla direzione di impresa attenzione costante alla previsione dei risultati economico-finanziari futuri relativi all’anno successivo.

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risulta sempre spostata più in avanti nel tempo per lo stesso motivo, le dilazioni, in questo caso quelle ottenute dai fornitori.

Figura 15: Le varie fasi attraversate dal budget scorrevole dei flussi monetari

Fonte: Manca, Fotzi, pag. 247, 2008.

Lo scopo del piano di cassa è quello di evidenziare qual è l’effetto di ogni commessa sul piano dei flussi finanziari, misurandone il contributo alla produzione di flussi finanziari utili all’azienda.

Una volta studiato l’andamento dei flussi di cassa di ogni commessa si potrà realizzare un piano globale di gestione finanziaria che sia volto a mantenere un equilibrio finanziario costante nel tempo, privilegiando l’auto finanziamento e rivolgendosi, in caso di necessità, alle fonti esterne più economiche e coerenti possibile rispetto alla natura delle esigenze aziendali, sempre viste nel loro complesso. Verranno fatte valutazioni, in questo caso, rispetto ai tempi, ai costi e ai modi di accensione e rimborso del credito eventualmente richiesto.

Nel momento in cui si rendesse necessario accedere al capitale di credito per sopperire ad esigenze di liquidità in uno o più momenti diversi, grazie ai risultati scaturiti dall’analisi del piano di tesoreria, l’azienda dovrà far valere il proprio

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merito creditizio nei confronti dei diversi istituti finanziari.

La facilità di accesso al credito dipende da diversi fattori quantitativi e, grazie anche alle novità introdotte dopo Basilea 227, da fattori qualitativi. Gli istituti di credito, questo non è un segreto, devono fare molta attenzione nel giudicare chi sta facendo loro richiesta di finanziamento, in modo da poter giudicare il soggetto e decidere se risponda o meno a caratteristiche e requisiti necessari a garantire la corretta restituzione delle somme prestate. A questo scopo esistono sistemi detti di scoring, sistemi finalizzati ad attribuire un punteggio al soggetto richiedente, ottenuto attraverso la misurazione e l’applicazione di particolari formule ad alcuni indici di bilancio. Alcuni di quelli più usati dagli istituiti li possiamo riassumere brevemente:

 Debiti di finanziamento / Patrimonio netto: mette in evidenza il peso del capitale di finanziamento, già presente nel patrimonio aziendale, sul capitale proprio; quest’ultimo funge da garanzia per i creditori. Se questo indice è molto alto significa che in caso di insolvenza le garanzie del debitore saranno probabilmente insufficienti a soddisfare tutti i suoi creditori.

 Oneri finanziari / Fatturato: determina il peso che ha il costo del debito rispetto al fatturato generato dalle vendite. Il fatturato è la prima voce di liquidità di una impresa, attraverso cui remunerare tutte le fonti di capitale intervenute nel corso dell’esercizio, tra le forme di remunerazione abbiamo le rate del finanziamento. Un indice alto potrebbe indicare una difficoltà nel corso dell’esercizio a generare liquidità sufficiente per onorare tutti i propri debiti.

 (Reddito + Ammortamenti) / Capitale investito: dimostra con quale

27 Il Nuovo Accordo sui requisiti minimi di capitale firmato a Basilea, meglio noto come Basilea

II, è un accordo internazionale di vigilanza prudenziale, maturato nell'ambito del Comitato di Basilea, riguardante i requisiti patrimoniali delle banche. In base a esso, le banche dei Paesi aderenti devono accantonare quote di capitale proporzionate al rischio assunto, valutato attraverso lo strumento del rating. Il testo dell'accordo nella versione definitiva nel giugno del 2004, è entrato in vigore nel gennaio 2007. A seguito della crisi finanziaria che ha colpito gran parte del mondo finanziario tra cui alcuni importanti istituti di credito, una nuova versione dell'accordo è stata emanata con il nome di Basilea III.

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velocità l’azienda riesce a trasformare i capitali investiti in prodotti venduti.

 Variazione del Fatturato / Fatturato: risponde alla domanda “quanto è variato il fatturato” ad indicare l’evoluzione in corso dell’attività di impresa.

 Margine operativo lordo / Oneri finanziari: indice molto importante perché misura la capacità di ripianare i debiti con la ricchezza generata dal ciclo operativo, considerando quindi ciò che rimane dopo il sostenimento dei costi operativi.

Da questo sistema di giudizio sul merito creditizio basato molto sui numeri, stiamo passando lentamente a sistemi di tipo più qualitativo, in grado di mettere a fuoco aspetti importanti di una azienda che altrimenti finirebbero inevitabilmente tralasciati. Alcuni tra i principali aspetti quantitativi rilevanti ai fini del giudizio sul merito creditizio sono: l’equilibrio finanziario ed economico, misurabile attraverso il rapporto di indebitamento, il livello di capitale circolante netto e la correlazione esistente tra fonti ed impieghi. Le garanzie offerte sono un altro aspetto fondamentale, la cui presenza o meno senz’altro è elemento rilevante, poiché le garanzie su cui un istituto di credito può rivalersi in caso di inadempimento riducono le perdite possibili in caso di insolvenza e contemporaneamente riducono le incertezze dell’istituto a concedere un credito. Lo sviluppo del reddito di impresa è altresì un attestato di efficacia del ciclo operativo, a dimostrazione di essere perfettamente in grado con la propria forza comprovata a collocare i propri prodotti sul mercato generando reddito sufficiente a rimborsare eventuali finanziamenti così come trasparenza dei progetti con chiara evidenziazione dei tempi, dei modi e delle entità delle somme da rimborsare. Finiamo questo approfondimento esponendo brevemente anche gli aspetti di tipo qualitativo introdotti più recentemente su impulso di Basilea 2: le capacità personali e gestionali dell’imprenditore; i vantaggi di natura strategica dell’impresa; le capacità professionali dei dipendenti dell’impresa; il valore del progetto; i rapporti con la banca dal passato ad oggi; la trasparenza dell’azienda nel fornire le informazioni richieste dalla banca; caratteristiche più generali dell’azienda, che ne denotano l’immagine, la solidità, la grandezza, etc.

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Una azienda che opera su commessa ha di per sé l’esigenza di creare una struttura di controllo e programmazione efficace per la sua sopravvivenza nel tempo. Questo è senz’altro un punto a favore per ciò che riguarda i rapporti con gli istituti di credito i quali vedono, in una azienda ben organizzata, un interlocutore maggiormente affidabile. Questo ovviamente rimane molto spesso solo nella teoria. Nella pratica sono numerose le aziende prive di strumenti di