1. Pozzi, sorgenti e punti di presa:
Secondo le indicazioni del D.P.G.R. n. 2/R del 09/02/2007, ai fini della tutela e del risparmio della risorsa idrica sono riportate all’Art. 18 le seguenti prescrizioni:
- Risparmio idrico
I regolamenti edilizi comunali prescrivono l’utilizzo di impianti idonei ad assicurare il risparmio dell’acqua potabile, quali sistemi di riduzione e regolazione della pressione per garantire la disponibilità costante di acqua a tutti gli utenti della rete acquedottistica e la predisposizione di un contatore per ogni unità immobiliare.
a. Per il prelievo dal sottosuolo, per qualsiasi scopo, di acque da destinare a qualsiasi uso, mediante pozzi da costruire ex novo o da approfondire, sorgenti, scavi di qualsiasi natura e dimensione, dovranno essere rispettate le prescrizioni di cui ai seguenti comma.
b. Fermo restando quanto disposto dal D.Leg. n.152 del 10/02/2006 in materia di salvaguardia delle risorse idriche da destinare al consumo umano, sono istituite le seguenti fasce concentriche di salvaguardia:
a. zone di tutela assoluta b. zone di rispetto
c. zone di protezione
c. La zona di tutela assoluta è estesa a qualsiasi tipo di opera di captazione utilizzata per qualsiasi scopo per un raggio in ogni caso non inferiore a 5 ml.; in tale fascia, che potrà essere ampliata in relazione alla situazione di rischio della risorsa, sono vietate attività di qualsiasi genere ad esclusione dell’installazione di opere di presa e di costruzioni di servizio; entro tale fascia, che dovrà essere adeguatamente protetta allo scopo di garantire l’incolumità pubblica e la tutela igienico sanitaria dell’acquifero, si dovranno prevedere canalizzazioni per la regimazione e allontanamento delle acque meteoriche.
d. La zona di rispetto viene delimitata in relazione alle risorse idriche da tutelare, alle caratteristiche idrodinamiche degli acquiferi presenti ed alla situazione locale di vulnerabilità e rischio; tali distanze potranno essere aumentate o ridotte in relazione alla situazione locale di vulnerabilità e rischio delle risorse idriche.
e. Nelle zone di rispetto dovrà inoltre
:
- essere incoraggiata la realizzazione ed uso di pozzi condominiali (es. pozzi in comproprietà per zone con elevata densità di orti privati).
- essere redatta una dichiarazione di fine lavori che certifichi la correttezza
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dei lavori eseguiti, specialmente la cementazione del tratto superficiale.
f. La zona di protezione si riferisce al bacino imbrifero ed all’area di ricarica delle falde acquifere, secondo quanto disposto dall’art. 94 del D.Leg. n.152 del 10/02/2006
g. I pozzi dovranno essere ubicati possibilmente a monte delle abitazioni e posti a distanza non inferiore a:
- 5 ml. da abitazioni, pozzi neri, fosse biologiche e fognature a completa tenuta;
- 25 ml. da stalle, concimaie, depositi di immondizia, stoccaggio rifiuti, centri di raccolta e demolizione autoveicoli e da pozzi neri, fosse biologiche e fognature per le quali non è garantita la perfetta tenuta;
- 30 ml. da condotte disperdenti per sub – irrigazione - 50 ml. da discariche di tipo A, fognature e pozzi perdenti;
-
100 ml. dai cimiteri;-
200 ml. da pozzi del pubblico acquedotto e da discariche di tipo B.h. I pozzi non più utilizzati per l'approvvigionamento idrico, se non adeguatamente attrezzati come punti di controllo della falda (misura del livello e qualità delle acque) dovranno essere adeguatamente tombati.
i. Nel caso si renda necessario procedere all’approfondimento di opere di captazione esistenti, regolarmente autorizzate o denunciate, dovrà essere osservata la procedura relativa alle richieste di nuove captazioni, inserendo nella documentazione a corredo dell’istanza anche gli estremi relativi all’autorizzazione/denuncia del pozzo e delle sue caratteristiche costruttive ed idrogeologiche.
2. Le disposizioni di cui al presente Titolo sono integrate dalle limitazioni e/o prescrizioni di seguito elencate:
2.1 Disposizioni generali
La realizzazione di opere atte alla captazione delle acque sotterrane da destinarsi a vari usi (domestico, irriguo, industriale, idropotabile ecc..) è soggetta ad autorizzazione comunale; l’autorizzazione è prevista anche nel caso di rifacimento del pozzo in sostituzione di quello esistente.
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Sono ammesse alla procedura autorizzativa semplificata (D.I.A.) gli interventi localizzati all’esterno delle aree a maggiore vulnerabilità o che manifestano problematiche di natura idrogeologica, come individuate nel quadro conoscitivo del P.S.
2.2 Disposizioni specifiche
Sono comunque sempre da rispettare le seguenti disposizioni:
- E’ vietata la captazione simultanea con la stessa opera di acquiferi non comunicanti fra loro; gli attraversamenti praticati fra più acquiferi dovranno essere accuratamente sigillati con materiali idonei ed indicati negli allegati tecnici, lasciando libero solo l’acquifero che si intende sfruttare.
- Nel caso di acquifero multistrato, dove livelli acquiferi diversi sono in collegamento fra loro, negli allegati tecnici deve essere documentata la loro struttura idrogeologica. L’emungimento da più livelli deve essere giustificato dalla potenzialità dell’acquifero in funzione dei reali fabbisogni del richiedente.
- I pozzi dovranno essere realizzati secondo le tecniche più adatte in relazione alla litologia da attraversare e l’emungimento dovrà avvenire secondo pompe adeguatamente dimensionate e posizionate onde evitare fenomeni di cavitazione e perdita di efficienza del pozzo.
- Per salvaguardare l’acquifero che si intende sfruttare, l’intercapedine tra il perforo ed i tubi di rivestimento definitivo dovrà essere cementata con materiali idonei in base alla litologia del terreno attraversato. La cementazione dovrà partire al di sopra dei filtri, ed eseguita dopo la fase di spurgo per evitare fenomeni di assestamento del drenaggio nel perforo che potrebbero compromettere l’efficienza della cementazione. La cementazione dovrà comunque continuare in superficie con la realizzazione di una piazzola in cls con raggio di mt. 1,00.
La condotta premente dovrà essere dotata di valvola di ritegno onde evitare travasi o ritorni di alcun genere nell’acquifero, e dotata di un rubinetto per poter eseguire prelievi.
- Il boccapozzo dovrà essere sempre di tipo stagno con flangia e controflangia per evitare l’accesso ad estranei o cadute in pozzo di materiale di qualunque tipoe dovrà essere contenuto in un pozzetto in muratura, o portato sopra la quota altimetrica del piano di campagna
.
Domanda di autorizzazione alla ricerca e allo sfruttamento della risorsa idrica
La domanda di autorizzazione e la dichiarazione d’inizio di attività è presentata al Comune dal proprietario del fondo in cui si realizzerà l’opera, o dal possessore, purché sia specificato il titolo che legittima il possesso.
Nelle stesse sono indicati la località, il quantitativo massimo di acqua che si intende prelevare (l/sec o mc/g) e suo utilizzo, nonché il soggetto esecutore dell’intervento, se diverso dal richiedente, e l’eventuale direttore dei lavori.
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Alla domanda dovranno essere allegati i seguenti documenti ed elaborati:
a) corografia generale 1:25.000
b) planimetria catastale 1:2.000 con indicazione dell’ubicazione della ricerca c) ripresa fotografica dell’area
d) il progetto dell’opera di captazione
e) relazione idrogeologica preliminare con elaborato cartografico 1:5.000 estesa per un contorno significativo in relazione alle presunte caratteristiche dell’acquifero
In particolare il progetto sarà composto da una relazione tecnica generale comprendente la descrizione di attività potenzialmente inquinanti entro un raggio significativo, non inferiore a mt. 200 di raggio, specificando la presenza di cave, discariche, abitazioni, stalle, altre opere di captazione e di tutto quanto indicato nell’art. 6 del D.P.R. n° 236/88, oltre al tipo di coltivazione e pratiche agricole svolte nell’area interessata dalla captazione.
Previsione della profondità massima da raggiungere, la tecnica di perforazione più idonea, i diametri di perforazione, il diametro ed il materiale della tubazione di rivestimento definitivo, il materiale da utilizzarsi per il drenaggio, l’eventuale utilizzo di fanghi di perforazione, le metodologie previste per le operazioni di spurgo e prove di portata. Il materiale da utilizzarsi per le cementazioni o l’impermeabilizzazione di falde attraversate da escludersi.
Per quanto attiene lo studio idrogeologico dovrà contenere l’inquadramento geologico, geomorfologico ed idrogeologico dell’area, la struttura idrogeologica presumibile dell’acquifero interessato alla captazione, l’eventuale studio di effetti che potrebbero derivare dall’abbassamento della falda in caso di emungimento intensivo (subsidenza ecc.)
Lo stesso dovrà specificare le condizioni di fattibilità dell’opera di captazione in relazione all’analisi dello stato della risorsa idrica sotterranea nell’area interessata (geometria degli acquiferi, potenzialità e caratteristiche, aree di rispetto e di salvaguardia per usi idropotabili, vulnerabilità, sfruttamento ecc.) facendo riferimento al quadro conoscitivo di P.S. ed agli approfondimenti effettuati per il caso specifico.
Disposizioni per il rilascio dell’autorizzazione
Il Comune rilascia l’autorizzazione dopo avere effettuato le verifiche circa la compatibilità ed il rispetto delle norme di tutela della risorsa idrica contenute nel Piano Strutturale e nel Regolamento Urbanistico comunale. La stessa è subordinata anche al rispetto delle disposizioni di cui al vigente Piano Regionale di Tutela delle Acque.
L’autorizzazione contiene le prescrizioni relative a:
- modalità e termini temporali per la comunicazione di inizio e termine dei lavori autorizzati.
- Obbligo di installazione e relative modalità di controllo, a cura e spese del concessionario, di strumenti di misurazione di portata
- Obblighi relativi alla trasmissione, a cura del soggetto titolare dell’autorizzazione, di una relazione tecnica finale ed i seguenti allegati esplicativi, entro 30 giorni dalla data di conclusione dei lavori
a) ubicazione catastale dell’opera
b) stratigrafia dei terreni attraversati dalla perforazione
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c) schema pozzo con indicazione del metodo di perforazione utilizzato,dei diametri di perforazione, del tipo di tubazione definitiva utilizzato e sue dimensioni, del posizionamento dei filtri e loro tipo (a ponte, fresati, Johnson), dei tratti cementati o impermeabilizzati, del risultato delle prove di portata (portata, livello statico, livello dinamico)
d) si dovrà indicare la portata di utilizzo della captazione realizzata con indicazione dell’abbassamento del livello statico in tale regime di utilizzo e livello dinamico.
In casi di acque destinate al consumo umano, nella relazione tecnica finale dovrà essere indicata il tipo di area di salvaguardia che si prevede di realizzare (tutela assoluta, rispetto, protezione). Il geologo incaricato dovrà entrare nel merito dettagliatamente, nella sua relazione, ai criteri che hanno portato al dimensionamento delle zone di salvaguardia, indicando, su una carta con scala appropriata le potenziali fonti di inquinamento e gli eventuali punti di captazione presenti nell’intorno.
- Eventuali ed ulteriori condizioni di fattibilità dell’opera nonché l’indicazione della validità dell’autorizzazione (indicativamente anni tre)
Per un corretto utilizzo della risorsa che consenta la rigenerazione o rinnovazione il Comune all’atto del rilascio dell’autorizzazione, almeno per gli interventi che ricadranno nelle aree a maggiore vulnerabilità o che manifestano problematiche di natura idrogeologica, prescrive l’esecuzione di monitoraggi circa la variazione del livello piezometrico e la qualità delle acque (analisi chimiche e/o batteriologiche), indicandone le modalità ed i termini temporali per l’effettuazione e la comunicazione delle risultanze.
3. Costruzioni interrate