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25 un grande parco lungo il bacino del fiume, da realizzare in un arco

temporale decennale. Per attuare la trasformazione, il sistema di progettazione è stato articolato in tre livelli: un primo livello sovracomunale, in cui un consorzio costituito dai diciassette Comuni della regione interessata dal progetto ha elaborato le linee guida; un secondo livello comunale, in cui gruppi di lavoro composti dai rappresentati dei comuni coinvolti hanno analizzato la situazione esistente e pianificato gli interventi da realizzare, anche affidando incarichi a consulenti esterni; un terzo livello locale, orientato all’attuazione diretta dei singoli interventi.

Adottando un approccio pianificatorio di tipo bottom-up e sulla base di un bando pubblicato nel 1988, tra gennaio e ottobre del 1989 l’IBA ha raccolto e selezionato le idee progettuali (circa 400) presentate da diversi soggetti, singoli cittadini, grandi imprese, private, Comuni ed aziende pubbliche.

Fig. 10: Veduta notturna degli ex stabilimenti

Per la scelta dei progetti da realizzare, dal punto di vista urbanistico sono stati privilegiati quei progetti che potevano essere ricondotti all’interno della strumentazione ordinaria, per evitare il ricorso ad interventi straordinari.

Molti dei progetti realizzati sono stati finanziati attraverso programmi di aiuti alla Regione, programmi statali di aiuti economici e fondi comunitari, e quindi facendo ricorso ai programmi ordinari per il rinnovo urbano ed alle sovvenzioni alle imprese e alla residenza, piuttosto che a fonti di finanziamento straordinarie.

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Complessivamente, il costo degli interventi è stato valutato intorno ai cinque miliardi di marchi, di cui due terzi provenienti da finanziamenti pubblici ed un terzo da finanziamenti privati.

Il progetto di riabilitazione dell’area in esame nel parco Emscher Landschaftspark è partito dall’elaborazione di una strategia di lungo periodo, finalizzata ad aumentare la competitività della regione ed a trasformarla in un luogo caratterizzato da un elevato tenore di vita e da un’elevata diversificazione delle imprese e dei servizi.

Per questo motivo, il progetto si è posto come obiettivo prioritario la qualità dello spazio insediativo, considerata motore dello sviluppo economico e sociale.

Una vasta operazione di bonifica è stata la premessa indispensabile per le successive operazioni ed azioni di rigenerazione, finalizzate a: ricostruire e riabilitare il paesaggio naturale, utilizzando anche le aree dismesse come opportunità per espandere a livello regionale il sistema dei corridoi verdi; migliorare, dal punto di vista ecologico e tecnologico, il sistema fluviale dell’Emscher; valorizzare e riconvertire gli elementi di archeologia industriale all’interno dei siti geograficamente privilegiati, attraverso interventi di restauro conservativo; realizzare aree integrate di commercio e produzione, inserite nell’ambito del sistema di Working in the park; realizzare nuovi spazi abitativi e forme innovative dell’abitare; promuovere attività sociali, culturali e sportive.

Per la realizzazione dell’esposizione internazionale e dell’Emscher Park, nel decennio 1990-2000 sono stati realizzati circa 120 progetti diversi, attraverso i quali è stata restituita una nuova immagine della regione.

Si è trattato di progetti che hanno spaziato da interventi più modesti di ristrutturazione degli ex alloggi dei minatori alla realizzazione di nuovi insediamenti residenziali e di attrezzature e servizi alla scala territoriale, fino alla creazione di parchi tematici di interesse internazionale.

In altri termini, i manufatti dismessi dai grandi complessi siderurgici e minerari sono stati recuperati e riconvertiti a nuovi usi; mentre, gli spazi aperti esistenti all’interno delle aree dismesse sono stati preservati dall’edificazione, nel rispetto di quella politica di ricostruzione del paesaggio e di tutela delle aree inedificate perseguita da tempo nel bacino della Ruhr. Il parco Emscher Landschaftspark è stato suddiviso in sette fasce verdi di collegamento regionale, le cosiddette Grünzüge, orientate in direzione nord-sud e collegate da una fascia est-ovest di 60 km che si estende a cavallo del fiume Emscher.

Il progetto di riabilitazione

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Fig.11: Parco Paesistico, pareti attrezzate Fig.12: Il Parco Paesistico per il climbing

La struttura interna del parco è stata organizzata intorno alle preesistenze industriali riabilitate e alle nuove opere artistiche (sculture ed installazioni) realizzate, messe in relazioni tramite piste ciclabili, corsi d’acqua, giardini pubblici e percorsi d’arte, ed utilizzate tra l’altro come sede per le manifestazioni organizzate dall’IBA.

I percorsi rappresentano un elemento unificatore del parco, lo attraversano per una lunghezza di 230 km e collegano tra di loro i singoli interventi. L’accesso all’area è garantito da due itinerari, uno a nord e l’altro a sud del parco.

Buona parte delle aree del bacino della Ruhr sono di proprietà di pochi gruppi industriali, che non essendo interessati a vendere le aree in disuso, non hanno favorito il loro processo di riabilitazione.

In Germania, infatti, l’onere fiscale derivante da superfici inutilizzate è più basso dei costi di risanamento delle superfici inquinate, costi che sono fino a tre volte superiori al valore di mercato delle superfici stesse.

Per superare questo ostacolo, dunque, il Governo regionale è intervenuto con forza fin dalle prime fasi del processo di trasformazione, supportandolo anche dal punto di vista tecnico ed economico.

Un ruolo fondamentale per la riqabilitazione dell’area è stato, inoltre, svolto dall’IBA Emscher Park, l’agenzia di pianificazione pensata come ente intermediario che ha coordinato e promosso il progetto.

Organizzazione più snella e flessibile di un’Amministrazione pubblica, l’IBA ha potuto indirizzare il processo di governo delle trasformazioni urbane superando i normali ostacoli gerarchici amministrativi e fissando dei tempi certi di attuazione.

Inoltre, la costante pubblicizzazione delle iniziative promossa dall’IBA ha favorito il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei cittadini sia nella costruzione delle proposte progettuali sia nei dibattiti di presentazione dei progetti, ma soprattutto nei processi di autocostruzione di residenze in proprietà.

Attori coinvolti

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In particolare, lo scopo di questi ultimi interventi è stato quello di fornire abitazioni a basso costo alle classi sociali più sfavorite, garantendo la qualità urbana ed architettonica dei nuovi insediamenti.

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2.4 IL PARQUE EXPO DI LISBONA

L’area interessata dall’Esposizione Internazionale di Lisbona del 1998 si estende su una superficie di 340 ha con un fronte di 5 km sul fiume Tago, ed è localizzata nella zona di Cabo Ruivo nella periferia orientale di Lisbona, al confine tra la capitale portoghese e la città di Loures. L’area è ubicata a pochi chilometri di distanza dal centro nevralgico e simbolico della città, il Terreiro do Paço, da cui è separata dagli impianti portuali, ed è in posizione strategica rispetto alle principali vie di accesso all’area metropolitana.

Fig. 13: L’area dell’Esposizione Internazionale di Lisbona

Lo sviluppo della città verso oriente è cominciato nel XVI secolo, quando le caratteristiche agricole dei suoli del lungo fiume, costituiti da terreni alluvionali, hanno favorito l’insediamento di fattorie e case signorili, ed il trasporto fluviale ha reso più facile ed economico il commercio dei prodotti agricoli. Nel XIX secolo la costruzione della prima ferrovia tra Lisbona e Carregado ha determinato una cesura tra l’hinterland ed il fiume;

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contestualmente, molti degli edifici esistenti sono stati progressivamente abbandonati e riutilizzati dalle prime attività industriali impiantate nella zona.

Tra il XI secolo e la metà del XX secolo, si sono, dunque, insediate numerose industrie e fabbriche, operanti nei settori più vari. In particolare, a Cabo Ruivo dal 1940 si è insediata la raffineria di petroli della Sacor, delimitata a sud dagli impianti di gas di Matinha e da una fabbrica di materiale da guerra, ad ovest dalla ferrovia e dal quartiere degli Olivais, ed a nord dal vecchio deposito di materiale bellico di Beirolas.

Fig.14: Parque Expò, panoramica

Dalla seconda metà del XX secolo, la crisi del settore industriale, la quasi scomparsa del trasporto fluviale ed il declino dei trasporti marittimi di merci hanno condotto al progressivo decadimento del porto di Lisbona ed alla graduale perdita di importanza di tutta la zona periferica sul fiume.

Negli anni Novanta, in particolare, il settore orientale della città di Lisbona è apparso come una periferia abbandonata ed in uno stato di avanzato degrado, caratterizzata dalla presenza di attività industriali in parte dismesse (la raffineria) ed in parte ancora attive.

Attualmente, la città di Lisbona si presenta come un luogo in cui le diverse epoche e forme urbane si sono stratificate, come una città con una cultura dell’espansione ma anche con una certa difficoltà ad assorbire le zone periferiche all’interno del perimetro storico, quindi, un’area urbana con pochi episodi urbanistici strutturanti che avverte tutti i disagi ed i problemi derivanti dalla rapida crescita degli ultimi anni: modernizzazione, globalizzazione, competitività nazionale ed internazionale.

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