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II. D OCUMENTARE IL PAESAGGIO , IL R UHRGEBIET , I MONUMENTI INDUSTRIAL

3. Heinrich Riebesehl: Agrarlandschaften

Heinrich Riebesehl nasce nel 1938 a Lathen an der Ems, nella regione Niedersachesen, nella Germania Ovest. Le prime fotografie di Riebesehl risalgono alla fine del periodo scolastico, all‟età di 17 anni, quando viene incoraggiato dal rettore della scuola di Lathen, a sua volta fotografo amatoriale, ad assisterlo, insieme agli altri compagni, durante le sue frequenti escursioni fotografiche628. Riebesehl inizia così a maturare il desiderio di fare della fotografia il proprio mestiere: nel 1955 egli inizia perciò un apprendistato in una drogheria a Lathen629, convinto che il mestiere del droghista fosse molto vicino a quello del fotografo, in quanto negli anni Cinquanta la maggior parte delle drogherie possedeva un laboratorio fotografico e spesso anche un proprio atelier. Anche nel contesto della sua formazione alla scuola professionale dei droghisti, frequentata da Riebesehl una volta alla settimana, il confronto con gli aspetti tecnici del medium occupava una parte rilevante. Riebesehl inizia inoltre a leggere riviste specializzate come “Foto- Magazin” per informarsi sui differenti tipi di macchine fotografiche disponibili sul mercato e, una volta scelta quella più adatta alle proprie esigenze, inizia a fotografare regolarmente il paesaggio della sua regione, lavorando anche per la

627 La formula introdotta nel 1977, entrerà a far parte, talvolta con lievi variazioni, del vocabolario artistico- fotografico degli anni a venire. Rolf Sachsse, per esempio, ha parlato di “visione comparativa” in riferimento ai Becher. Sachsse R., Hilla und Bernhard Becher. Silo für Kokskohle, Zeche Hannibal, Bochum-Hofstede, 1967. Das Anonyme und das Plastische der Industriephotographie, cit., p. 45.

628 U. Schneider, Heinrich Riebesehls Anfänge als Fotograf, in Heinrich Riebesehl. Fotografische Serien 1963-2001, a c. di Schneider U., catalogo della mostra, Sprengel Museum, Hannover 06.06–03.10.2004, Cantz, Ostfildern 2004, p. 12.

rivista locale “Emsland Nachrichten”, con la quale collabora regolarmente a partire dal 1956630.

Sin dalle sue prime fotografie, in rigoroso bianco e nero, risulta evidente come l‟interesse di Riebesehl non si rivolgesse all‟uomo631, bensì all‟architettura, alla città e al paesaggio. Una volta terminata la sua formazione, Riebesehl si trasferisce ad Hannover, dove dall‟aprile del 1958 è impiegato come commesso specializzato nel rinomato negozio Photo-Günter632. In quello stesso anno, Riebesehl rimane colpito dalla mostra The Family of Man, che tra le numerose tappe previste dal tour internazionale includeva anche l‟Orangerie di Hannover, dove Riebesehl ha potuto visitarla. Il desiderio di approfondire lo studio della fotografia lo porta, nel 1963, a fare domanda d‟iscrizione alla Folkwangschule a Essen per frequentare il corso di fotografia tenuto dall‟allora già stimato professore Otto Steinert. Quest‟ultimo, la cui fama ha contribuito a fare della Folkwangschule di Essen un istituto all‟epoca molto rinomato, aveva rivoluzionato il panorama fotografico internazionale degli anni Cinquanta – dopo quello che è stato definito il “vuoto creativo degli anni Quaranta”633 – con le sue mostre sulla Subjektive Fotografie634. Grazie alla nuova concezione fotografica di Steinert e al confronto con la fotografia sperimentale della fine degli anni Venti e inizio anni Trenta, promossa da Steinert dopo il lungo silenzio dovuto alla censura nazista, Riebesehl ha modo di misurarsi con forme fotografiche che concepiscono il medium fotografico in direzione artistica, soggettiva, creativa. Le scelte estetiche di Otto Steinert influenzeranno dunque molto, da questo momento sino alla seconda metà degli anni Settanta, il lavoro di Heinrich Riebesehl, che condivideva con il maestro635 soluzioni espressive come la

630 Ibidem, p. 13.

631 Tra il 1967 e il 1971, tuttavia, Riebesehl si confronta assiduamente con il tema del ritratto. Si ricordano le serie: Gesichter (1967-69), Gruppen (1968-1974), Sabine (1969-70), Mädchen (1970-71), e i lavori concettuali Menschen im Fahrstuhl (20.11.1969) e Selbstdarstellungen (31.07.1971).

632 U. Schneider, Heinrich Riebesehls Anfänge als Fotograf, in Heinrich Riebesehl. Fotografische Serien 1963-2001, cit., p. 14.

633 J. Krichbaum, Heinrich Riebesehl. Situationen und Objekte, Schulz Verlag, Riesweiler 1978, p. 10. 634 Cfr. supra, Parte prima, I.

635 Come molti altri studenti di Steinert, Riebesehl approfitta dell‟impegno di Steinert come editore di volumi illustrati e annuari. Alcuni lavori di Riebesehl sono così pubblicati nell‟annuario Das Deutsche Lichtbild, come le serie fotografiche Lokomotiven (1963-65) e Happenings (1964-65). U. Schneider, Heinrich Riebesehls Anfänge als Fotograf, in Heinrich Riebesehl. Fotografische Serien 1963-2001, cit., pp. 17-18.

presenza drammatica e spesso metaforica dei motivi prescelti e i forti contrasti chiaro-scurali.

Nella seconda metà degli anni Sessanta, in concomitanza con il periodo d‟interruzione degli studi alla Folkwangschule di Essen, durato circa sette anni, Riebesehl è attivo su più fronti: lavora come reporter e fotogiornalista per molteplici riviste; è impiegato come fotografo nella casa editrice Käthe Schröder; è docente di fotografia alla Fachhochschule di Hannover (dove insegnerà dal 1968 al 1997); organizza mostre per la Galerie Clarissa di Hannover; e definisce alcuni progetti con il fotografo Joachim Giesel, tra i quali la fondazione della Spectrum

Photogalerie636 nel 1972, integrata a partire dal 1979 nello Sprengel Museum di Hannover.

Alla fine degli anni Settanta risalgono due delle più importanti serie fotografiche realizzate da Riebesehl nel corso della sua carriera: Situationen und Objekte (1978) e Agrarlandschaften637 (1979). Seppur pubblicate a soli quindici mesi di distanza l‟una dall‟altra 638 , esse si situano agli antipodi della pratica fotografica riebesehliana, in quanto testimoniano un radicale cambiamento stilistico, il passaggio cioè, nell‟opera di Riebesehl, da una fotografia connotata artisticamente (sulla scia dell‟influenza subita dal maestro Otto Steinert), a una fotografia in „stile documentario‟ che risente del debito nei confronti di grandi maestri della tradizione documentaria come Walker Evans e August Sander. Situationen und Objekte era intesa come opera monografica, come specifica il sottotitolo Eine Monographie von

Jörg Krichbaum e come recitano le parole stesse di Krichbaum, che definisce tale

pubblicazione in termini di “prima monografia tedesca su un fotografo creativo vivente”639. Le fotografie qui raccolte, pur partendo da un pretesto concreto, da un motivo reale, trascendono la realtà e danno vita a immagini dal tono surreale,

636 Cfr. supra, Parte prima, I.3.2.

637 P. Sager, Heinrich Riebesehl. Agrarlandschaften, Schmalfeldt, Bremen 1979.

638 La veste grafica dei due libri è stata realizzata dallo stesso grafico, Hartmut Brückner di Bremen, all‟epoca molto criticato per questo lavoro. Uno era il rimprovero principale: “troppo bianco e troppe poche immagini”. R. Sachsse, Der Wanderer. Heinrich Riebesehl und die Fotoszene der 1970er Jahre, in Heinrich Riebesehl. Fotografische Serien 1963-2001, a c. di Schneider U., catalogo della mostra, cit., p. 31.

metafisico640, ricco di associazioni letterarie: non a caso, tali fotografie sono state spesso messe in relazione con le opere di pittori come René Magritte, Giorgio De Chirico, e con quel Realismo magico di Franz Radziwill o Carel Willink641.

La serie fotografica Agrarlandschaften (fig. 37), invece, che è oggetto d‟indagine del nostro studio, segna il punto di partenza del confronto pluriennale da parte dell‟artista con il „paesaggio culturale‟ della Germania del Nord, registrato con uno stile diretto, sobrio, oggettivo. Si tratta di immagini che l‟autore stesso ha definito “un documento di questo tipico paesaggio rurale”642. Riebesehl inizia a confrontarsi con il tema del paesaggio rurale a partire dal 1976, dando vita a una vasta serie fotografica comprendente circa 3000 negativi, da cui saranno tratte 78 immagini per essere pubblicate nel libro Agrarlandschaften643, uscito nel 1979, anno in cui la serie viene portata a compimento. Alla pubblicazione fanno seguito numerose recensioni positive nelle riviste di settore dell‟epoca: “Foto-Magazin” la descrive come “un‟opera modello del nuovo Documentarismo”644, la rivista svizzera “Camera” la definisce “eccellente” 645, mentre in “European Photography” si recita quanto segue:

A Riebesehl è riuscito ciò che altri fotografi tedeschi contemporanei hanno cercato di raggiungere ma senza riuscirci; queste fotografie, complessivamente – tuttavia anche, in molti casi, ognuna per conto proprio –, attraversando le epoche, fanno parte del meglio della storia della fotografia tedesca.646

Sempre nel 1979 una selezione della serie dei paesaggi rurali viene esposta, insieme alle opere dei protagonisti della scena fotografica tedesca documentaria di quegli anni, all‟ormai storica mostra In Deutschland, curata da Klaus Honnef e da

640 Cfr. Krichbaum J., Heinrich Riebesehl. Die Metaphiskik der Dinge. Einige Gedanken anläßlich der Fotos Heinrich Riebesehls, “Fotografie. Zeitschrift Internationaler Fotokunst”, n. 6, 1978, p. 24, 42.

641 Ibidem, p. 37, 46.

642 In Deutschland – Aspekte gegenwärtiger Dokumentarfotografie, a c. di Honnef K., Schürmann W., catalogo della mostra, cit., p. 64.

643 Il libro viene presentato alla fiera del libro di Frankfurt nella primavera del 1979 e gli viene conferito il premio “Die fünfzig Bücher 1979 Bundesrepublik Deutschland” dalla Stiftung Buchkunst (fondazione dei libri d‟arte). Heinrich Riebesehl. Agrarlandschaften, a c. di Schneider U., catalogo della mostra, Sprengel Museum Hannover, Schaden, Köln 2002, p. 104.

644 “Foto-Magazin”, n. 4, aprile 1980, p. 92. 645 “Camera”, n. 7, luglio 1980, p. 47.

Wilhelm Schürmann al Rheinisches Landesmusem di Bonn647. Nel 1980 i paesaggi rurali di Riebesehl sono nuovamente esibiti in occasione della mostra Norddeutsche

Agrarlandschaften presso la Kunsthalle di Bremen648: in questo contesto, le immagini sono presentate a gruppi di 9, secondo un criterio espositivo tipologico che ricorda molto le griglie d‟immagini di Bernd e Hilla Becher. La curatrice della mostra, Annette Meyer zu Eissen, ravvisa nelle fotografie di paesaggi di Riebesehl una singolare combinazione di stile neutro, impassibile, finalizzato a celare la presenza dell‟autore, da un lato, e visione personale dell‟artista, presa di posizione nei confronti del brano di realtà immortalato, dall‟altro; la stessa contraddittoria commistione di ricerca di anonimato e individualità che un anno prima Honnef aveva riconosciuto come tratto distintivo della cosiddetta Autorenfotografie649:

Egli presenta […] un‟estetica estremamente ridotta, povera. Nelle sue fotografie, egli trasmette all‟osservatore il proprio turbamento davanti al paesaggio. Il valore documentario è, di conseguenza, solo una parte del desiderio fotografico. Oltre a ciò, appare nella scelta soggettiva del motivo e nella conduzione dello sguardo una presa di posizione del tutto personale nei confronti della realtà.650

Gli Agrarlandschaften di Heinrich Riebesehl sono immagini di campi arati, prati, distese di grano, in cui talvolta affiora la presenza isolata di un trattore, una trebbiatrice, un gregge di pecore al pascolo, un piccolo gruppo di case o una strada che conduce in città. Il paesaggio rurale di Riebesehl è un paesaggio nel quale l‟uomo non compare, ma di cui spuntano ovunque le tracce, i manufatti. La definizione forse più efficace per descrivere queste immagini sobrie ed essenziali è quella formulata dal critico Peter Sager nel testo introduttivo alla prima edizione degli Agrarlandschaften pubblicata nel 1979: “fotografie laconiche di un paesaggio laconico […]; fotografie secche, monosillabiche” 651 . Non sono fotografie nostalgiche, malinconiche, nemmeno coinvolgenti. Non trapela, da queste foto,

647 Cfr. supra, Parte prima, I.6.1.

648 Heinrich Riebesehl. Norddeutsche Agrarlandschften, a c. di Meyer zu Eissen A., catalogo della mostra, Kunsthalle, Bremen, 19.10.–07.12.1980, Kunsthalle, Bremen 1980.

649 Cfr. supra, Parte prima, I.5.

650 Heinrich Riebesehl. Norddeutsche Agrarlandschften, a c. di Meyer zu Eissen A., catalogo della mostra, cit., p. 1.

alcuna intenzione narrativa – del resto non succede nulla che possa essere raccontato –, semplicemente si vuole documentare in modo preciso, diretto, fedele, il paesaggio tedesco coltivato, sfruttato dall‟uomo. Tra i modelli a cui Riebesehl fa appello per mettere a punto questa visione gelida e oggettiva dell‟ambiente che lo circonda figurano, come lui stesso ha confessato in diverse occasioni, artisti come Eugène Atget, Bernd e Hilla Becher, Walker Evans, e le fotografie di paesaggi di Albert Renger-Patzsch e August Sander. Walker Evans, in particolare, sembra aver fortemente influenzato Riebesehl652, il cui stile documentario653, alla luce di quella sintesi tra coinvolgimento nei confronti dell‟oggetto fotografato e ricerca di un linguaggio neutro per descrivere tale oggetto, è stato paragonato a quello del fotografo americano, in particolare a quella sua “tender cruelty”654, così come l‟ha definita il critico Lincoln Kirstein negli anni Trenta.

Le immagini di Riebesehl sono semplici, banali, quotidiane, completamente disadorne 655 , e immortalano luoghi che non si distinguono per bellezza, eccezionalità, o per una qualche rilevanza storica, sociale o politica, ma sono spazi

652 Come Riebesehl stesso avrebbe confessato in una lettera al critico Rudolf Jüdes. Cfr. R. Jüdes, Heinrich Riebesehl, cit., p. 21.

653 Lo „stile documentario‟ di Riebesehl viene spesso associato al concetto di documentary style elaborato da Walker Evans, particolarmente ammirato dal fotografo tedesco, come osserva Thomas Weski: “Sopra la scrivania di Heinrich Riebesehl è appesa un‟immagine di Walker Evans che mostra una visione d‟insieme di un paesaggio ferroviario degli anni ‟30. Questa fotografia è così importante per Riebesehl […] che l‟ha incorniciata e posizionata centralmente nel suo posto di lavoro. Quanto Riebesehl si senta vincolato all‟atteggiamento di questo fotografo americano, lo dimostra anche la sua predilezione per la seguente dichiarazione di John Gossage su Walker Evans: „le immagini stesse di Walker Evans offrono fatti alla fugace osservazione. Non viene gravata con alcuna evidente simbologia o metaforismo, non c‟è alcun artificioso effetto drammatico o artistico – e tuttavia rievoca tutto questo. Queste straordinarie fotografie non è che ci costringano ad assumere un punto di vista, bensì alla ferma convinzione che ciò che è raffigurato sia di fatto esistito, che sia apparso davvero nel suddetto giorno, in questo modo e non altrimenti…tuttavia non dobbiamo lasciarci ingannare: nell‟immediatezza dell‟immagine non c‟è niente di semplice, nella normalità delle scene niente di arbitrario, e la sua silenziosa intensità non ha anzitutto a che fare né con la distanza né con il sentimentalismo. Non appena esaminiamo più dettagliatamente in quale modo le immagini ci ingannano –– facendoci infatti credere che la fotografia raffiguri la scena tanto precisamente quanto essa è stata reale e veritiera –, allora viene alla luce un equilibrio certamente complesso: fredda riflessione, ma soprattutto l‟intensità, lasciano alle immagini esattamente lo spazio di cui esse necessitano per creare l‟illusione, mentre allo stesso tempo la loro forza espressiva è tale che una paternità resta riconoscibile. Una cosa simile riesce a farla solo un fotografo che domina i suoi mezzi artistici in una misura che gli permetta di lasciare semplicemente essere qualcosa e, nello stesso momento, fondare in modo rinnovato la propria partecipazione, il proprio legame”. Heinrich Riebesehl. Bahnlandschaften, a c. di Weski T., catalogo della mostra, Sprengel Museum, Hannover, 23.09.–30.11.1997, Sprengel Museum, Hannover 1997, pp. 5-6. 654 Cit. in E. Dexter, Photography Itself, in Cruel and Tender: the Real in the Twentieth-Century Photograph, a c. di T. Weski, E. Dexter, catalogo della mostra, cit., p. 15.

655 Nel testo del critico tedesco Rudolf Jüdes volto ad approfondire l‟opera di Heinrich Riebesel vengono elencati 92 aggettivi (tratti da circa 50 differenti testi), impiegati per descrivere le immagini di Riebesehl realizzate entro il 1984. Si nota una nette preponderanza di aggettivi come autentica, diretta, documentaria, banale, quotidiana, precisa, informativa, misera, chiara, laconica, minimale, sobria, oggettiva, nitida, rigorosa, scientifica. Cfr. R. Jüdes, Heinrich Riebesehl, libri artis, Hannover 1986, p. 19.

anonimi ai margini della città. I paesaggi rurali di Riebesehl, così come ha notato Sager, si lasciano ricondurre alla tradizione della cosiddetta “„Heimatfotografie‟ [„fotografia del paese d‟origine‟], sulla scia dei paesaggi della Renania di August Sander o dei paesaggi industriali di Albert Renger-Patzsch”656. Questo rimando, da parte di Sager, ai maestri della Nuova Oggettività risulta particolarmente interessante ai fini della nostra analisi sull‟influenza esercitata dalla fotografia della

Neue Sachlichkeit sulla fotografia tedesca degli anni Sessanta e Settanta e non è

affatto isolato nel testo:

Ciò che si manifesta nel procedimento di Riebesehl, la sistematicità dello studioso di scienze naturali, la furia collezionistica, caratterizza proprio anche un fotografo come August Sander e la sua galleria di ritratti Menschen des 20. Jahrhunderts o Bernd e Hilla Becher e le loro tipologie di monumenti industriali.657

E ancora:

La fotografia di Riebesehl […] porta il discorso sull‟oggetto e sulla sua struttura. Questo atteggiamento del fotografo documentario è stato denominato da uno dei suoi maggiori rappresentanti, Albert Renger-Patzsch, “il mio atteggiamento che si pone al servizio del motivo”658.

Domina nei paesaggi rurali di Riebesehl un senso di assoluta ordinarietà, quella che potremmo definire un‟„estetica del quotidiano‟, una „Ästhetik des Alltags‟, a cui contribuiscono i soggetti banali, la ricerca di uno stile che sia il più possibile anonimo e neutrale, la predilezione per condizioni metereologiche odinarie659, scelte stilistiche che prevedono inquadrature all‟altezza degli occhi ed escludono prospettive dal basso o a volo d‟uccello. I motivi sono generalmente inquadrati frontalmente, a grande distanza, e grazie al formato orizzontale delle immagini si

656 P. Sager, Heinrich Riebesehl. Agrarlandschaften, cit., p. 7. 657 Ibidem, p. 8.

658 Ibidem, pp. 8-9.

659 Generalmente Riebesehl predilige un cielo sereno oppure completamente coperto, evita un cielo con nuvole sparse qua e là dalle quali filtrano raggi di luce che evocano effetti drammatici, lirici, misteriosi, e che hanno giocato un ruolo di primo piano in una certa fotografia di paesaggio americana. Gli “espressivi paesaggi d‟atmosfera [Stimmungslandschaften] di Ansel Adams sono esattamente il contrario dei paesaggi rurali oggettivi di Riebesehl”. Ibidem, p. 9.

genera un effetto panoramico che lascia apparire il paesaggio vasto, spazioso, sconfinato. Ogni singolo elemento presente nell‟immagine è reso con assolutà fedeltà e nitidezza, tutto risulta a fuoco, a prescindere dalla sua distanza rispetto all‟obbiettivo fotografico.

Benché si tratti di fotografie precise, basate su una meticolosa resa del dettaglio, è tuttavia arduo riuscire a collocare i paesaggi di Riebesehl da un punto di vista geografico660, perché si tratta di paesaggi assolutamente comuni, ordinari. Per questo motivo, essi assumono un valore esemplare: il fotografo, infatti, non intende indicare un luogo preciso, bensì richiamarsi al paesaggio tedesco tout court e alla sua alterazione da parte dell‟uomo, avvalendosi di oggetti tipici – macchinari agricoli, edifici abitativi dei contadini, silos, balle di fieno – che fanno del paesaggio vergine un paesaggio rurale, plasmato dall‟uomo. Proprio in virtù di questa nuova sensibilità nei confronti del paesaggio alterato dall‟uomo, i paesaggi rurali di Heinrich Riebesehl si situano in netta continuità con le opere della New

Topographics americana e con il lavoro di alcuni dei suoi colleghi tedeschi di

quegli anni. Ciò che il fotografo tedesco rileva nel paesaggio rurale e nei piccoli paesi di campagna della Germania settentrionale, lo si può riferire a centinaia di luoghi tedeschi del tutto simili, fotografati anche da altri documentaristi tedeschi di quegli anni, interessati a descrivere ciò che Riebesehl, parlando del suo paese d‟origine, Lathen, definisce con le seguenti parole:

Il posto non ha assolutamente più un volto, una capacità storica. Il paese è cambiato negli ultimi vent‟anni. Quasi ogni casa è stata sostituita una volta, perlomeno talmente rinnovata che non è più riconoscibile.661

Riebesehl intende dunque documentare questo graduale ma irreversibile processo di cambiamento. Per far ciò, egli non posa il proprio sguardo su località turistiche, bensì su quei luoghi dai quali spesso si passa, ma nei quali non si sosta mai, e che tantomeno vengono fotografati. Le immagini di Riebesehl trasmettono il volto di un

660 Ogni immagine è tuttavia accompagnata da dettagliate informazioni circa il luogo e il periodo in cui sono state scattate.

paesaggio profondamente modificato dall‟industria agricola, cosparso di silos: a differenza dei Becher che mostrano tali strutture come sculture anonime isolate, Riebesehl li presenta completamente integrati nell‟ambiente circostante, come un elemento ormai inscindibile dal paesaggio, di cui ne sono diventati parte integrante. Ovunque, in queste fotografie, si ravvisano le tracce del lavoro dell‟uomo, curiosamente assente662: si vedono fattorie e cascine disabitate, campi deserti, strade vuote, paesi che sembrano abbandonati663. La sensazione che si percepisce di fronte a queste immagini private della presenza umana è di trovarsi fronte a “un palcoscenico che attende i protagonisti, le cui successive azioni sembrano già essere iscritte negl[i] oggett[i]”664. Quest‟assenza, oltre a essere frutto di un preciso concetto estetico, ci parla della realtà economica di quegli anni: nelle fotografie, infatti, si vedono più macchine che uomini, perché all‟epoca parte del lavoro nei campi inizia a essere assolta da macchinari sempre più sofisticati che sgravano l‟uomo dai lavori fisici più pesanti, consentendo di sfruttare superfici di terreno maggiori e aumentando la produzione. Tutto ciò lascia un‟impronta indelebile, segna il volto del paesaggio. Gli Agrarlandschaften di Riebesehl diventano perciò, recuperando ancora una volta le eloquenti parole di Sager, “una sorta di autorappresentazione [Selbstdarstellung] del paesaggio senza gli uomini”665.

L‟assenza dell‟uomo dalle immagini, la scelta di uno stile neutrale per documentare il volto anonimo del paesaggio, della città e dell‟uomo tedesco, la predilezione per soggetti banali e quotidiani e la sensibilità per il fenomeno della