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I. I L PANORAMA FOTOGRAFICO NELLA BRD TRA IL 1959 E IL

5. La critica militante: Klaus Honnef e il concetto di Autorenfotografie

La personalità di Klaus Honnef, come già abbiamo avuto modo di constatare, gioca un ruolo decisivo in quel fenomeno di generale riconoscimento della fotografia come forma d‟arte indipendente nella Germania degli anni Settanta, in particolare grazie al suo coinvolgimento, in qualità di curatore insieme a Evelyn Weiss, della sezione fotografica allestita a Documenta 6 nel 1977. Non è tuttavia soltanto la sua partecipazione alla sesta edizione della manifestazione d‟arte di Kassel a segnare profondamente il panorama fotografico tedesco dell‟epoca: Honnef prende inoltre parte al dibattito intorno alle questioni teoriche della fotografia, soprattutto quelle concernenti la tendenza fotografica documentaria, divenendone, per così dire, il critico militante per antonomasia224.

Alla fine degli anni Sessanta, dopo gli esordi come giornalista e critico cinematografico225, Honnef inizia a occuparsi dell‟organizzazione di mostre d‟arte nel Zentrum für aktuelle Kunst ad Aaachen226, per poi passare, nel 1970, alla

224 Bernd Becher avrebbe giocato un ruolo chiave, in qualità di mentore, per Klaus Honnef, come ricorda il critico stesso nell‟intervista pubblicata in “Kunstforum International” nel 2004: “Bernd Becher mi ha introdotto nei contesti della fotografia. Devo a lui le mie prime conoscenze e visioni. Mi ha fatto conoscere sia l‟opera di August Sander che quella di Renger-Patzsch”. K. Honnef, Die Intensität der Malerei wider die Glitzerhafte Fotografie. Ein Gespräch mit Heinz-Norbert Jocks, “Kunstforum International”, n. 171, luglio- agosto 2004, p. 146.

225 Per un approfondimento sulla sua attività di giornalista, critico d‟arte e curatore, si veda anche W. Schürmann, Klaus Honnef, Reihe Energien/Synergien 9, cit.

226 Tra le mostre personali di artisti tedeschi organizzate da Honnef in quegli anni, si ricordano quelle di Gerhard Richter, Lawrence Weiner, Peter Brünning, Rupprecht Geiger, Winfred Gaul, Jan Dibbets, Günter

direzione della Westfälischer Kunstverein di Münster227, istituzione che, sotto la guida del critico tedesco, si delinea in quegli anni come una della più importanti piattaforme per l‟esposizione dell‟arte più all‟avanguardia. Nel 1972 Honnef, come si è poco sopra accennato, riceve da Harald Szeemann l‟incarico di organizzare insieme all‟artista e gallerista Konrad Fischer228 la sezione Idee + Idee/Licht a Documenta 5, sezione nella quale saranno esposti anche alcuni lavori dei fotografi Bernd e Hilla Becher. Di estrema rilevanza ai fini del nostro studio è la chiamata di Honnef nel 1974 al Rheinisches Landesmuseum di Bonn (l‟allora capitale della Bundesrepublik Deutschland), dove sarà dapprima responsabile della sezione mostre temporanee e, dal 1994 al 1999, responsabile dell‟intera sezione fotografica.

Le mostre curate da Honnef nel corso della sua lunga carriera, in molteplici musei di differenti paesi, sono oggi ormai difficilmente quantificabili229, ma sappiamo con certezza che tra le numerose mostre fotografiche organizzate al Rheinisches Landesmuseum di Bonn, molte erano finalizzate a esporre opere fotografiche (sia classiche che contemporanee), contribuendo a far diventare il critico tedesco “un‟autorità in materia di fotografia, […] dotato dell‟etichetta di specialista”230. Soltanto nell‟arco di tempo preso in esame da questa dissertazione, si ricordano, le grandi mostre dedicate a maestri della fotografia documentaria come Heinrich Zille231, Bernd e Hilla Becher232, Karl Blossfeldt233, Albert Renger- Patzsch234, Gisèle Freund235, Germaine Krull236, Werner Mantz237 e Eugène

Uecker, Adolf Luther e Daniel Spoerri. Cfr. Nichts als Kunst...Schriften zur Kunst und Fotografie, a c. di Honnef-Harling G., Thomas K., DuMont, Köln 1997, p. 8.

227 Ibidem, p. 9.

228 Per un approfondimento sulla collezione di Konrad Fischer e la sua attività di gallerista, si veda Mit der Möglichkeit gesehen zu werden. Dorothee und Konrad Fischer: Archiv einer Haltung, a c. di Meschede F., De Werd G., catalogo della mostra, Museu d‟Art Contemporani de Barcelona, Barcelona, 15.05.–12.10.2010, Museum Kurhaus, Kleve, 14.11.2010–20.03.2011, Richter, Düsseldorf 2010.

229 “Quante mostre ha fatto, non lo sa, solo nel Rheinisches Landesmuseum di Bonn sono state 300”, Nichts als Kunst...Schriften zur Kunst und Fotografie, a c. di Honnef-Harling G., cit., p. 10.

230 Ibidem, p. 9.

231 Cfr. Heinrich Zille. Photographien Berlin 1890-1910, (Rheinisches Landesmuseum, Bonn, 30.09.– 02.11.1975), Schirmer/Mosel, München 1975.

232 Cfr. Bernd und Hilla Becher. Fotografien 1957-1975, a c. di Honnef K., catalogo della mostra, Rheinisches Landesmuseum, Bonn, 07.11.–07.12.1975, Rheinland-Verlag, Köln/Habelt, Bonn 1975.

233 Cfr. Karl Blossfeldt. Fotografien 1900–1932, a c. di Honnef K., catalogo della mostra, Rheinisches Landesmuseum, Bonn, 19.05.–20.06.1976, Rheinland-Verlag, Köln/Habelt, Bonn 1976.

234 Cfr. Albert Renger-Patzsch. Industrielandschaft, Industriearchitektur, Industrieprodukt. Fotografien 1925-1960, a c. di Honnef K., catalogo della mostra, Rheinisches Landesmuseum, Bonn, 14.01–13.02.1977, Rheinland-Verlag, Köln/Habelt, Bonn 1977.

Atget238, tutte accompagnate da un catalogo dal caratteristico formato quadrato contenente un saggio introduttivo redatto da Honnef. Sarà proprio la fama raggiunta in quegli anni a Bonn239 e la sua reputazione come uno dei maggiori esperti e conoscitori del medium fotografico (oltre che del panorama artistico contemporaneo) a far sì che egli venga designato curatore della sezione fotografica a Documenta 6 nel 1977.

Sarà due anni dopo, nel 1979, che Honnef organizzerà insieme a Wilhelm Schürmann al Rhenisches Landesmuseum di Bonn una delle mostre fotografiche che più hanno segnato più rilevanti ai fini di questo studio incentrato sulla fotografia documentaria tedesca degli anni Sessanta e Settanta, ovvero la mostra In

Deutschland – Aspekte gegewärtiger Dokumentarfotografie (In Germania – Aspetti

della fotografia documentaria contemporanea) che, come vedremo più avanti240, giocherà un ruolo di primo piano nel presentare e promuovere il lavoro dei Nuovi documentaristi tedeschi.

Il catalogo della mostra contiene il saggio introduttivo di Klaus Honnef, dal titolo

Es kommt der Autorenfotograf. Materialien und Gedanken zu einer Ansicht über die Fotografie (Arriva il fotografo-autore. Materiali e pensieri per una nuova idea sulla

fotografia), nel quale il critico formula per la prima volta il suo concetto di

Autorenfotografie (fotografia degli autori) per definire il lavoro dei documentaristi

presentati a Bonn. Il saggio sarà ripubblicato l‟anno successivo, nel 1980, nel

Landesmuseum, Bonn, 07.05.–19.06.1977, Rheinland Verlag, Köln/Habelt, Bonn 1977.

236 Cfr. Germaine Krull. Fotografien 1922-1966, a c. di Honnef K., catalogo della mostra, Rheinisches Landesmuseum, Bonn, 10.11.–04.12.1977, Rheinland Verlag, Köln/Habelt, Bonn 1977.

237 Cfr. Werner Mantz. Fotografien 1926-1938, a c. di Honnef K., catalogo della mostra, Rheinisches Landesmuseum, Bonn, 27.07.–27.08.1978, Rheinland Verlag, Köln/Habelt, Bonn 1978.

238 Cfr. Eugène Atget. Das alte Paris, catalogo della mostra, Rheinisches Landesmuseum, Bonn, 30.08.– 01.10.1978, Rheinland Verlag, Köln/Habelt, Bonn 1978; Puttnies H.G, Die Atget-Legende. Die Surrealisten, Walter Benjamin und der zweifelhafte Nachruhm eines Altstadt-Fotografen. Zur Ausstellung in Bonn, “FAZ”, 29 settembre 1978, p. 23.

239 Proprio a Bonn, Klaus Honnef curerà nel 1997, insieme a Rolf Sachsse, una monumentale mostra che presentava la fotografia tedesca prodotta nell‟arco di un secolo (1870-1970). Cfr. Deutsche Fotografie. Macht eines Mediums 1870-1970, a c. di Honnef K., Sachsse R., catalogo della mostra, Kunst- und Ausstellungshalle der Bundesrepublik Deutschland, Bonn, 07.05.–24.08.1997, DuMont, Köln 1997. Altrettanto memorabile e di enorme proporzioni sarà la mostra curata da Honnef e dalla moglie Gabriele Honnef-Harling nel 2004, dedicata alla fotografia tedesca del XX secolo: Von Körpern und anderen Dingen. Deutsche Fotografie im 20. Jahrhundert, a c. di Honnef K., Honnef-Harling G., catalogo della mostra, Galerie der Hauptstadt, Prag, 18.06.–28.09.2003, Deutsches Historisches Museum, Berlin, 19.11.2003– 16.02.2004, Moskauer Haus der Fotografie, Moskow, 15.03.–15.04.2004, Museum Bochum, 08.05.– 24.06.2004, Edition Braus, Berlin 2003.

numero 41 della rivista “Kunstforum International” (dedicato al tema

Dokumentarfotografie) con un titolo leggermente modificato: Das subjektive Moment in der dokumentafotografie. Materialien und Gedanken zu einer neuen Ansicht über Fotografie (Il momento soggettivo nella fotografia documentaria.

Materiali e pensieri per una nuova idea sulla fotografia)241.

Il saggio di Honnef, sul quale attualmente non esistono studi bibliografici, si configura come uno dei maggiori contributi teorici al dibattito sulla fotografia documentaria della fine degli anni Settanta, pertanto si è qui deciso di prenderne in esame gli aspetti più rilevanti per il nostro discorso.

Prendendo le mosse dall‟articolo Naissance d‟une nouvelle avant-garde: la

Caméra-Stylo (1948) del critico francese Alexandre Astruc e dalla cosiddetta Teoria

o politica degli autori242 – promossa negli anni ‟50 dai giovani critici francesi Truffaut, Godard, Chabrol, Rivette, Rohmer –, Honnef estende anche al campo della fotografia l‟idea in base alla quale la produzione cinematografica di un regista sarebbe contrassegnata da uno stile personale e da una visione soggettiva, rintracciabili in tutti i suoi film. Con l‟espressione Autorenfotograf (fotografo- autore), Honnef intende quindi definire un fotografo incline all‟uso di una specifica e ricorrente estetica fotografica nel proprio lavoro. Mentre la teoria cinematografica aveva ormai da tempo riflettutto sulla ricorrenza di una visione soggettiva nei film di alcuni cineasti, considerati perciò alla stregua di veri e propri autori, “la questione delle qualità autoriali dei lavori fotografici non [era] ancora stata sollevata da nessuno”243.

È appunto Klaus Honnef che si fa carico, per la prima volta, di definire in termini di „autore‟ fotografi documentaristi come Lewis Hine, Eugène Atget, Heinrich Zille, Albert Renger-Patzsch, August Sander, Walker Evans, Michael Schmidt, Wilhelm Schürmann e Thomas Struth. Nonostante le differenze che intercorrono tra

241 Cfr. K. Honnef, Das subjektive Moment in der dokumentafotografie. Materialien und Gedanken zu einer neuen Ansicht über Fotografie, “Kunstforum International”, n. 41, 1980, pp. 210-229.

242 Klaus Honnef era ben informato sulla teoria cinematografica, in quanto nei primi anni della propria carriera era stato attivo, oltre che come critico d‟arte, anche come giornalista e critico cinematografico e teatrale per riviste come “Aachener Nachrichten”, “Kölnische Rundschau”, “Düsseldorfer Nachrichten”, “Reiterrevue”, “Pferd und Reiter”. Cfr. la dettaglia bibliografia presente sul sito personale di Honnef: http://www.klaushonnef.de

243 K. Honnef, Das subjektive Moment in der dokumentafotografie. Materialien und Gedanken zu einer neuen Ansicht über Fotografie, cit., p. 221.

questi autori – i cui intenti oscillano tra la protesta, la descrizione della realtà e i propositi enciclopedici –, ad accomunarli sarebbe, secondo Honnef, la volontà di restituire nelle loro opere una visione stilisticamentre connotata, strettamente riconoscibile: le loro immagini rivelerebbero “una chiara presa di posizione nei confronti della realtà e, talvolta, come nell‟opera di Atget o di Sander, una persistente visione della realtà”244.

Ecco dunque emergere la complessità e l‟ambiguità di quella peculiare tendenza documentaria che è oggetto di questo nostro studio; ambiguità che Honnef non ha esitato a mettere in luce. I fotografi-autori di cui parla il critico tedesco immortalano infatti una realtà che, se da un lato “è autentica perché si regge saldamente ai principi documentari della fotografia”245 (oggettività, autenticità, fedeltà alla realtà), dall‟altro, essa è subordinata a una chiara presa di posizione da parte di questi autori che filtrano, selezionano, rielaborano, commentano la realtà circostante alla luce di punto di vista strettamente singolare. La fotografia degli autori (Autorenfotografie) troverebbe, secondo Honnef, il suo definitivo successo dopo la Seconda guerra mondiale, come dimostra il lavoro dei documentaristi tedeschi degli anni Settanta presentati nella mostra In Deutschland e successivamente selezionati per il numero 41 di “Kunstforum International”.

Nella lettera che Honnef scrive a uno di questi giovani documentaristi, Martin Manz, il critico tedesco insiste proprio sull‟aspetto apparentemente contraddittorio delle fotografie di Manz, su quella spiazzante coesistenza di registrazione oggettiva del proprio ambiente, da un lato, e presa di posizione nei confronti di quel brano di realtà che egli intende di documentare:

All‟inizio ho creduto che le tue foto fossero „documentarie‟. In realtà, esse lo sono solo in un senso del tutto specifico. Ancora meno documentano le circostanze fenomeniche di una realtà storica. Il loro punto fondamentale risiede piuttosto nella tua relazione personale con questa realtà. Tu documenti il tuo dolore individuale, in modo che diventi riconoscibile il fatto che in esso non sia affatto questione di un problema individuale. Si nota nelle tue foto la soggettività e l‟emozionalità con le

244 Ibidem, p. 224. 245 Ibidem.

quali percepisci i tuoi oggetti – ed è bene così, proprio in un medium che, secondo l‟opinione corrente, è una riproduzione „oggettiva‟ dell‟evento”.246

Si deduce dalle riflessioni di Honnef sulla fotografia documentaria „d‟autore‟ un concetto non molto dissimile, come si è accennato in precedenza, da quello di „stile documentario‟ introdotto da Walker Evans negli anni ‟30; l‟idea, cioè, di una riproduzione precisa, diretta, oggettiva della realtà, priva di orpelli e di qualsiasi artificio, ma che tuttavia è frutto di scelte stilistiche da parte del suo autore. Proprio come nelle fotografie di Martin Manz, la compresenza di questi due fattori diametralmente opposti si lascia ravvisare anche nel lavoro di altri fotografi-autori che documentano l‟ambiente con il quale si trovano quotidianamente a contatto, come Wilhelm Schürmann, Wilmar Koenig, Michael Schmidt, Thomas Struth, Hans Martin-Künsters, Heinrich Riebesehl e Candida Höfer. L‟aspetto che contrassegna il loro lavoro consisterebbe, secondo Klaus Honnef, oltre che nell‟evidente riconoscibilità stilistica, proprio in questa commistione, in questo singolare incontro tra la fedele documentazione di fatti, ambienti, individui, circostanze, da un lato, e quello che Honnef definisce “un momento soggettivo”, una visione e un‟espressione del tutto personali che il fotografo infonde alle sue immagini: “proprio di questo si tratta nella fotografia documentaria contemporanea, che nel contempo può essere una fotografia d‟autore per antonomasia”247.