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I. I L PANORAMA FOTOGRAFICO NELLA BRD TRA IL 1959 E IL

3. Le gallerie fotografiche 1 La Galerie Wilde di Köln

3.2. La Spectrum Photogalerie di Hannover

Accanto alla Galerie Wilde, una delle prime gallerie fotografiche in Europa è la

Spectrum Photogalerie, fondata nel 1972 (soltanto pochi mesi dopo la nascita della

galleria Wilde) a Hannover dai fotografi Peter Gauditz, Joachim Giesel e Heinrich Riebesehl. L‟inaugurazione della galleria, il 6 aprile 1972144, è accompagnata dalla mostra retrospettiva su Hein Horny, morto solo cinque anni prima, noto per le sue foto pubblicitarie della fine degli anni ‟20 commissionategli da ditte come la Bahlsen o la Pelikan e realizzate nello stile della Neue Sachlichkeit. Si avvicenderanno quindi le prime mostre145, tra le quali un posto a parte spetta all‟esposizione Photogalerien in Europa (1975), considerata uno dei progetti di maggior rilevanza realizzato dalla Spectrum Photogalerie, con lo scopo di offrire un panorama di 28 gallerie fotografiche di nove differenti paesi europei. La pubblicazione del catalogo – in cui si affrontavano questioni come il programma

della mostra, Pinakothek der Moderne, München, 26.03.–26.06.2011, Pinakothek der Moderne, München 2011.

144 La galleria inaugura negli spazi di Karmarstraße, 44 (1972-74 e 1975-79). Per un anno soltanto, nel 1975, la galleria si trasferisce nella via Holzmarkt, 6 a causa della ristrutturazione della metropolitana. Cfr. U. Schneider, Die Ausstellungstätigkeit der Spectrum Photogalerie 1972-1991. Ein Rückblick, in Spectrum Photogalerie 1972-1991. Ein Rückblick. Ausgewählte Fotografien, a c. di T. Weski, catalogo della mostra, Sprengel Museum, Hannover, 21.06.–03.09.1994, Sprengel Museum, Hannover, 1994.

145 Tra queste, si ricordano: Gesichter (1972), mostra collettiva di 17 fotografi e membri attivi della Spectrum Photogalerie sul tema del ritratto, Die Porträts aus der Düsseldorfer Kunstszene (1973), in cui si espongono i ritratti scattati dal fotogiornalista di Düsseldorf Bernd Jansen, Modelle und Menschen (1973), basata su lavori della fotografa di moda e ritrattista Charlotte March e del fotografo di moda giapponese Hideki Fujii, Zeugnisse der Armut (1974), in cui si presentano le fotografie documentarie degli appartamenti ridotti alla miseria nel centro storico di Hannover. Ibidem, pp. 9-10.

delle mostre, i finanziamenti, l‟affluenza dei visitatori e gli obiettivi di ciascuna galleria – richiama l‟interesse di associazioni fotografiche, gallerie e stampa del settore e contribuisce a rendere nota la Spectrum Photogalerie a livello internazionale.

Malgrado la fama acquisita, non era tuttavia semplice per una galleria in Germania riuscire a rimanere in vita, sia che fosse privata sia che beneficiasse di un sostegno pubblico, come ha osservato la studiosa tedesca Ulrike Schneider in occasione della mostra che, nel 1994 presso lo Sprengel Museum di Hannover, ha celebrato i venti anni di attività della galleria Spectrum:

Se Spectrum ha lavorato come istituzione sostenuta pubblicamente, non orientata al profitto, e intesa come impresa con finalità puramente ideali, gallerie commerciali come la Galerie Wilde, la Fotogalerie Lichttropfen fondata ad Aachen nel 1974 o la

PPS Galerie istituita dal fotografo di moda F.C. Gundlach si sono intenzionalmente

impegnate nel commercio della fotografia e hanno lavorato come gallerie d‟arte tradizionali. Attraverso la vendita di vintage prints (fotografie originali risalenti agli albori della fotografia) e portfolio pubblicati [dalle stesse gallerie], con fotografie firmate a mano in edizione limitata […], si sperava di indurre i visitatori al collezionismo e di poter così integrare, a lungo termine, la fotografia nel mercato generale dell‟arte. Nonostante gli esiti spettacolari delle vendite che le prime fotografie hanno raggiunto a partire dalla prima asta europea di fotografia da Sotheby‟s a Londra (1971), solo pochissime gallerie fotografiche tedesche potevano coprire le spese. Quando nel “New York Times” nella primavera del 1980 si è potuto leggere che “la scoperta della fotografia come oggetto da collezione e investimento […] ha rappresentato il più grande evento nel mercato dell‟arte degli anni Settanta”, questa constatazione valeva specialmente per l‟America e meno per la Germania, dove la cerchia dei collezionisti è rimasta relativamente limitata fino a oggi146.

Se inoltre la maggior parte delle gallerie fotografiche commerciali si è orientata su nomi affermati o su lavori risalenti agli albori del mezzo fotografico, per le gallerie finanziate pubblicamente come la Spectrum Photogalerie si è delineata la possibilità di emanciparsi dalle esigenze di vendita e di presentare anche autori

contemporanei emergenti147. La stessa mostra Photogalerien in Europa è stata concepita proprio in questa direzione: un progetto slegato da fini commerciali e mosso dal desiderio di esibire lavori inediti, principalmente fotografie sperimentali di artisti tedeschi.

Particolarmente interessanti per la nostra indagine sono specialmente due mostre allestite presso la galleria Spectrum nel 1977 e dedicate a due famosi fotografi tedeschi: Werner Mantz e Wilhelm Schürmann148. Con la retrospettiva su Werner Mantz, fotografo di architettura degli anni ‟20 e ‟30 a Köln, la galleria di Hannover contribuisce alla riscoperta del lavoro del maestro tedesco, il cui stile è contrassegnato da un linguaggio chiaro e rigorosamente sachlich tratto dalle forme dell‟architettura moderna. Il lascito di Mantz sarà acquistato soltanto due anni dopo dalla sua città natale e sarà pubblicamente apprezzato nel 1982 in occasione della grande esibizione presso il Museum Ludwig di Köln. In linea di continuità con gli intenti documentari di Werner Mantz è la serie fotografica di Wilhelm Schürmann che, a partire dal 1974, oltre a condurre una propria galleria fotografica ad Aachen insieme al collega Rudolf Kicken, si è dedicato in prima persona al mezzo fotografico, immortalando le forme stravaganti dell‟edilizia residenziale belga e olandese con uno stile oggettivo e spersonalizzato.

Nel 1979, proprio in un momento in cui numerose gallerie sorte intorno alla metà degli anni ‟70 si vedevano costrette alla chiusura per motivi economici e alcuni musei tedeschi iniziavano a istituire una sezione fotografica al proprio interno149, la

Spectrum Photogalerie viene incorporata nello Sprengel Museum di Hannover.

Quest‟ultimo, non potendosi permettere, né dal punto di vista finanziario né da quello delle risorse umane, di integrare la fotografia nel proprio programma di mostre accanto a pittura, scultura e arti grafiche, decide di optare per una soluzione inedita in Germania: una collaborazione tra museo e galleria. La cooperazione

147 Tra i fotografi contemporanei presentati nel corso degli anni Settanta in mostre monografiche alla Spectrum Photogalerie, si ricordano Timm Rautert (1973), André Gelpke (1975), Fritz Kempe (1975), Michael Ruetz (1975), Floris M. Neusüss (1977), Loni Liebermann (1978).

148 Cfr. infra, Parte seconda, III.4.

149 Innanzitutto il Museum Ludwid di Köln, il Museum Folkwang di Essen e lo Stadtmuseum di München. Se si pensa agli Stati Uniti, dove questo processo è già in corso negli anni Trenta del ‟900, “la fotografia in Germania entra relativamente tardi e soltanto in maniera tentennante nel mondo dell‟arte”, U. Schneider, Die Ausstellungstätigkeit der Spectrum Photogalerie 1972-1991. Ein Rückblick, cit., p. 16.

prevedeva un accordo in base al quale il museo Sprengel metteva a disposizione della galleria Spectrum uno spazio espositivo di due piani di circa 60 m² situato nello scantinato dell‟edificio museale; mentre i galleristi, previa consultazione del museo, organizzavano, grazie ai finanziamenti messi a disposizione dall‟ufficio della cultura di Hannover, mostre temporanee destinate a promuovere la fotografia come forma d‟arte presso un vasto pubblico150. Questa forma d‟interazione tra museo e galleria rappresenta dunque una tappa imprescindibile in quel processo di riconoscimento, apprezzamento e definitivo ingresso della fotografia nel mondo dell‟arte.

Nella nuova sede espositiva, la galleria Spectrum pianifica un fitto programma di mostre in cui si alternano autori tedeschi e stranieri; non si tratta soltanto di esponenti della fotografia contemporanea (si pensi alla mostra itinerante organizzata da Spectrum nel 1979, Deutsche Fotografie nach 1945, che includeva, tra gli altri, lavori di Bernd e Hilla Becher)151, bensì anche i classici della fotografia. Il generale processo di rivalutazione culturale del medium fotografico, innescatosi a partire dalla metà degli anni Settanta, aveva infatti alimentato anche in Germania un crescente interesse per la storia della fotografia e aveva sollecitato la realizzazione, nella Spectrum Photogalerie (ma non solo)152, di mostre retrospettive consacrate ai maggiori rappresentanti della fotografia tedesca degli anni Venti e Trenta, contribuendo così alla loro riscoperta. Proprio in questa direzione sono state concepite numerose esposizioni dalla galleria Spectrum, tra le quali quelle dedicate a Werner Mantz (1977), a Umbo – studente del Bauhaus (1979) –, al dadaista Raoul Hausmann (1980), ad Albert Renger-Patzsch (1981) e ad Aenne Biermann (1988). Per quanto concerne invece l‟impegno della galleria di Hannover nel promuovere le attuali tendenze fotografiche, principalmente tedesche, è senz‟altro necessario menzionare la grande mostra Bilder aus der Bundesrepublik. 21 deutsche

Photographen sehen ihr Land153 (dicembre 1982 – gennaio 1983), alla quale i tre

150 Ibidem, p. 17.

151 La mostra è organizzata in occasione dei 30 anni dalla fondazione della Bundesrepublik Deutschland (BRD) e presenta tre fotografie per ognuno dei 50 fotografi selezionati come i più rappresentativi della fotografia tedesca del Secondo dopoguerra. Cfr. Deutsche Fotografie nach 1945, a c. di P. Benteler, F. M. Neusüss, cit.

152 Si pensi anche alla già citata Galerie Wilde.

fondatori di Spectrum hanno invitato a partecipare circa 200 fotografi, quasi esclusivamente rappresentanti della tendenza documentaria, come Wilhelm Schürmann, Barbara Klemm e Dirk Reinartz. Quest‟ultimo, in particolare, si è confrontato con la documentazione del paesaggio. Nato nel 1947 ad Aachen e, proprio come Riebesehl, formatosi alla Folkwangschule di Essen da Otto Steinert, inizia nel 1978 a lavorare al cosiddetto Deutschlandbilder-Projekt, progetto al quale si dedicherà dal 1978 al 1987 e che confluirà in una pubblicazione (uscita soltanto poche settimane prima della caduta del muro di Berlino), Kein Schöner Land154 (Nessun bel paese), un‟aspra critica alla realtà della Germania Ovest di fine anni Settanta, dominata dal processo di cementificazione e sregolata pianificazione edilizia. Le foto di Reinartz risentono molto della sua apertura e del suo interesse nei confronti della fotografia americana di quegli anni, in particolare degli autori della New Topographics.

Un‟ultima, ma non meno rilevante, area d‟interesse della galleria Spectrum concerne la fotografia americana che, come vedremo più avanti, avrà un peso significativo nel lavoro dei Nuovi Documentaristi tedeschi155. La mostra sui tre fotografi Larry Fink, Lee Friedlander e Grant Mudford nel luglio del 1980 inaugura infatti una serie di esibizioni presso la Spectrum Photogalerie incentrate sugli attuali sviluppi della fotografia americana (come la presentazione di opere di Nicholas Nixon, esponente della cosiddetta New Topographics), perlopiù in collaborazione con la PPS Galerie e la Galerie Schürmann & Kicken che all‟epoca vantavano buoni contatti con fotografi e galleristi d‟Oltreoceano. Esemplare, in tal senso, è senza dubbio anche la mostra Aspekte amerikanischer Farbfotografie156 (1980), in cui sono esposte le opere di 15 rappresentanti della fotografia americana contemporanea a colori – in tedesco la cosiddetta Farbfotografie –, che sin dalla metà degli anni Settanta era divenuta in area statunitense un mezzo espressivo molto diffuso nella pratica fotografica. Tra gli autori selezionati, insieme a William

della mostra, Spectrum Photogalerie, Sprengel Museum, Hannover, 19.12.1982–23.01.1983, Spectrum Photogalerie, Hannover 1982.

154 Cfr. Dirk Reinartz. Kein schöner Land, Steidl, Göttingen 1989. 155 Cfr. infra, Parte seconda, II.1.

156 Aspekte amerikanischer Farbfotografie, a c. di J. Burchfield, catalogo della mostra, Spectrum Photogalerie im Kunstmuseum, Hannover, 09.12.1980–12.01.1981, Spectrum Photogalerie, Hannover 1980.

Eggleston che fotografa banali motivi quotidiani, un posto particolare è riservato a Stephen Shore157 (artista molto ammirato in Germania, soprattutto da Bernd e Hilla Becher), che dal 1973 immortalava, nel corso dei suoi viaggi negli Stati Uniti, strade, edifici e scorci cittadini disseminati di cartelli segnaletici, insegne pubblicitarie e automobili, talvolta privi di qualsiasi presenza umana, e con un linguaggio diretto, oggettivo.

Il 3 febbraio del 1991, con la conclusione della mostra dedicata al tedesco André Gelpke, la Spectrum Photogalerie chiude i battenti, dopo quasi un ventennio di attività158. Con la riapertura nel 1992 dello Sprengel Museum – dopo la chiusura di un anno per rinnovo dei locali –, viene predisposta all‟interno del museo la creazione di una sezione appositamente dedicata alla fotografia, inaugurata nel 1993 e sotto la direzione di Thomas Weski, attivo, dagli anni Ottanta, in qualità di docente, giornalista, fotografo e curatore. È dunque grazie alla galleria Spectrum e all‟impegno costante di Peter Gauditz, Joachim Giesel e Heinrich Riebesehl, se il medium fotografico ha potuto essere definitivamente integrato nel museo di Hannover, contribuendo a farne una delle maggiori istituzioni tedesche votate a presentare la fotografia come forma d‟arte autonoma.

4. Le manifestazioni d’arte internazionali