In questa casa, progettata da Takeshi Hosaka14, in cui
i residenti sono immersi in un ambiente avvolto dalla luce naturale del cielo.
Il sito si trova a cinque minuti a piedi dalla stazione ferroviaria ed è circondato da una miscela di abitazio- ni unifamiliari e condomini di 10 piani e altri edifici per uffici. In questa posizione, annidata in una valle tra gli edifici, la luce zenitale che cade dal cielo è stata considerata un elemento prezioso.
La planimetria è stata impostata in modo che la luce distribuita dalla copertura potesse essere sentita da qualsiasi stanza.
L’illuminazione è filtrata attraverso 29 lucernari (circa 700 millimetri quadrati) installati nel tetto che determinano un luce morbida diffusa attraverso delle piastre acriliche curvilinee.
Dopo aver studiato modelli e prototipi per ottenere l’effetto desiderato, l’intero soffitto acrilico illumina uniformemente con luce bianca gli spazi, grazie alla 6.4.1 Takeshi Hosaka - Daylight House
distanza tra i lucernari e il soffitto acrilico curvo, le di- mensioni, il colore dell’acrilico e il colore dei pannelli interni. Vi è un’intercapedine d’aria tra la superficie del filtro traslucido e il tetto, e, attraversata dalla ven- tilazione, è utilizzata per espellere l’aria riscaldata dal sole estivo fuori dal volume, mentre d’inverno l’in- tercapedine viene chiusa per utilizzare lo strato d’aria come isolamento termico.
L’idea alla base dell’ Inujima Seirensho Art Museum di Hiroshi Sambuichi è stata quella di “usare ciò che esiste per creare ciò che deve essere”15. Il museo è stato
costruito sui resti di una raffineria di rame del 1900 abbandonata dopo che le risorse dell’isola erano state esaurite.
Il progetto abbraccia il concetto di una società basata sul riciclo attraverso la sua attenzione sul patrimonio industriale. Le ciminiere esistenti della raffineria, in mattoni karami, sono state utilizzate come canale di ventilazione naturale. L’edificio utilizza anche un so- fisticato sistema di purificazione dell’acqua, filtrata in loco con un sistema vegetale, poi utilizzata per irrigare aranci e ulivi.
Il museo si compone di quattro spazi: la Galleria-Ter- ra, un corridoio di raffreddamento di 80 metri che utilizza la temperatura del suolo, la copertura in vetro della Galleria-Sole che raccoglie il calore mediante l’energia solare, la Sala-Energia dove un effetto serra 6.4.2 Hiroshi Sambuichi - Inujima Art Project
funge da cuscinetto termico, e la Sala-Camino che controlla la circolazione dell’aria.
Questi quattro spazi e il loro funzionamento assi- curano un flusso costante di aria durante nell’intero museo, rendendo possibile mantenere la stessa tempe- ratura interna media durante l’anno.
Il KAIT, spazio di lavoro dove gli studenti dell’I- stituto Kanagawa di Tecnologia possono esercitarsi nella progettazione ha il principale obiettivo di dare la sensazione di lavorare in un ambiente esterno pur essendo al chiuso. Il vetro, utilizzato dal pavimento al soffitto, rende l’edificio senza peso ed elegante e il piano aperto conserva la sensazione di trasparenza nel modo in cui l’occhio dello spettatore può lanciarsi attraverso lo spazio senza interruzioni. 305 colonne di varie dimensioni sostengono il tetto disseminato di lucernari. Le colonne, anche se apparentemente sem- brano disposte casualmente, hanno lo scopo di creare un layout flessibile per soddisfare le mutevoli esigenze degli studenti.
6.4.3 Junya Ishigami - KAIT
Le biblioteche in Giappone si stanno muovendo verso un modello teso a incoraggiare i lettori a rimanere e soffermarsi, invece della loro funzione comune di spazi per la raccolta e prestito dei libri.
I libri sono disposti su blocchi, entro i quali si crea- no spazi che favoriscono lo scambio sociale tra i suoi utenti.
Per una biblioteca pubblica come questa, i progetti- sti16 hanno pensato che la cosa più importante sareb-
be stata avere una sala lettura in grado di offrire ai visitatori uno spazio piacevole, comodo per leggere. L’ambiente è approssimabile ad un cubo con base di 45m e un’altezza di circa 12 m, circondata da un “muro di punzonatura” e sostenuto da 25 pilastri paragonabile a un magazzino per i libri e un hub per la comunicazione umana. Il perimetro esterno dispo- ne di circa 6.000 piccole aperture (misura 200, 250 e 300 mm) che si distribuiscono su tutta la superficie, determinando una luce morbida, uniforme. L’obiet-
tivo è quello di ricreare un ambiente pieno di luce morbida e una sensazione che ricordi la vita all’aria aperta. Il principale riferimento di questo spazio è la vecchia Bibliotheque Nationale a Parigi, progettato da Henri Labrouste.
Coelecanth Architects, Kanazawa Umimirai Library, Tokyo, 2011.
Henri Labrouste, Biblioteca Nazionale, Parigi, 1868.
Tra i temi cari di Riken Yamamoto17 c’è quello di di-
segnare nuovi spazi di architettura con una particolare attenzione al rapporto tra gli edifici e alla specificità della dimensione sociale dove vengono costruiti. Invece di creare edifici pubblici auto-soddisfacenti con design appariscenti, egli è determinato a pro- gettare un’architettura che favorisca la sollecitazione di un senso civico nella comunità locale. Per questo Yamamoto raccoglie costantemente idee dai residenti locali e dalla storia del luogo. La stazione dei pom- pieri di Yamamoto è volume trasparente rivestito con feritoie di vetro, in modo che la gente possa vedere le varie attività dall’esterno, e viceversa. Le aperture corrispondenti garantiscono la ventilazione naturale a ciascun livello interno. Ogni impianto interno si trova intorno ad un atrio dove si allenano i vigili del fuoco. L’intero edificio, a parte un paio di scatole opache, si compone di spazi separati esclusivamente in vetro. 6.4.5 Riken Yamamoto - Hiroshima Fire Station
Riken Yamamoto, Hiroshima Fire station, Hiroshima, 2001