• Non ci sono risultati.

L’impegno per rendere le proprie istituzioni politiche più inclusive dovrebbe essere al primo posto nella tabella di marcia di ogni governo. Nel porsi in questa prospettiva, trovo sia importante che le istituzioni possano fare riferimento e possano essere guidate da un organismo internazionale posto al di sopra di esse. I lavori dell’Undp, lo United Nations Development Programme, organizzazione internazionale creata nel 1965 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sono estremamente validi in questo contesto. L’Undp ha la sede centrale a New York, una sede minore a Ginevra e uffici sparsi in 166 paesi in via di sviluppo399.

Come già detto nel primo capitolo, l’ultimo report dell’IMF ha testimoniato come ci sia stato per tutti i Bric un calo della crescita Pil nel 2013 e come le proiezioni per l’anno a venire non siano incoraggianti. Tuttavia, non è stato solo il Pil a scendere. Lo Human Development Report 2014

Sustaining Human Progress: Reducing Vulnerabilities and Building Resilience, pubblicato

recentemente dall’UNDP, dimostra come ci sia stata una diminuzione del tasso di crescita dell’HDI dal 2008 al 2013 in tutti e 187 i paesi considerati, sia quelli che hanno un HDI molto alto, quelli che ce l’hanno alto, quelli che ce l’hanno medio e, infine, quelli che ce l’hanno basso400. Nella prima categoria, che raggruppa i paesi con un HDI molto alto, c’è al primo posto la Norvegia, seguita dall’Australia, la Svizzera, i Paesi Bassi e gli Stati Uniti. Anche l’Italia fa parte di questo gruppo, ma si trova al ventiseiesimo posto. Nella seconda categoria, cioè quella delle nazioni con un HDI alto, c’è il Brasile, al settantanovesimo posto, e la Cina, al novantunesimo posto. L’India rientra nel gruppo dei paesi con un HDI medio e si trova alla centotrentacinquesima posizione. È il Niger, che fa parte della categoria dei paesi con un HDI basso, ad occupare l’ultima posizione. Il report mette in rilievo anche che, se includiamo questi paesi in sei regioni, ovvero gli Stati Arabi, l’Est asiatico e il Pacifico, l’Europa e l’Asia Centrale, l’America Latina e i Caraibi, l’Asia meridionale e, infine, l’Africa sub-sahariana, sono i paesi che fanno parte dell’America Latina e dei Caraibi ad aver registrato l’HDI più alto nel 2013, pari a 0.740401. Certamente, non si può negare che l’HDI dal 2000 al 2013 è aumentato. La figura 4.1 sottostante riporta i dati dell’Undp e dimostra questa crescita.

399 www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it 400 www.undp.org 401 Ibid.

0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 2000 2011 2013

HDI dei Bric (2000-2011-2013)

Brasile Russia India Cina

Figura 4.1 Human Development Index dei Bric negli anni 2000, 2011 e 2013.

Fonte: www.undp.org

Nonostante ciò, il fatto che ci sia attualmente un rallentamento di questa crescita fa riflettere. Secondo quanto analizzato dallo Human Development Report 2014, ciò è dovuto all’aumento delle disparità di reddito e di istruzione; del resto, il progresso fatto in ambito sanitario non è sufficiente a compensare tali disuguaglianze. La riduzione delle disuguaglianze in ognuna delle dimensioni dello sviluppo umano è cruciale per far perdurare i risultati già ottenuti.

È fondamentale sottolineare che l’Undp abbia tra i suoi principali obiettivi quello di costruire società democratiche. Ciò prevede lo sviluppo di istituzioni che rispondano maggiormente alle esigenze dei cittadini, il rafforzamento del sistema elettorale, il miglioramento dell’accesso alla giustizia e all’amministrazione pubblica, oltre che il soddisfacimento dei bisogni essenziali dei più poveri. In ognuno dei Bric ci sono moltissimi programmi attivi con diversi focus di intervento; può essere interessante quindi, in questo contesto, considerare gli interventi dell’Undp che si concentrano sul rafforzamento della governance democratica.

In Brasile e nella Federazione Russa non sono stati e non sono attualmente implementati progetti per il miglioramento delle istituzioni democratiche. In Brasile i progetti si concentrano soprattutto sulla riduzione della povertà, mentre in Russia sull’ambiente e sulla promozione di uno sviluppo sostenibile.

In Cina, al contrario, ci sono attualmente centotredici progetti dell’Undp, di cui tredici si trovano sotto la voce “democratic governance”402. I fondi provengono principalmente dall’Undp, dal governo cinese, dal settore privato cinese e, infine, dalla China’s Women Development Foundation. Per i progetti di rafforzamento delle istituzioni democratiche, i fondi stanziati ammontano complessivamente a 4,249,848 $403. I progetti che hanno ottenuto più fondi e su cui si è investito maggiormente sono sei e sono i seguenti: l’uguale accesso ai servizi sociali per le donne; una governance per uno sviluppo egualitario; riduzione della povertà delle minoranze etniche cinesi; il rinnovamento del settore pubblico per una governance democratica; volontariato per lo sviluppo e, infine, la partecipazione alla valutazione della performance del paese. Le maggiori spese si sono avute per il terzo programma, ovvero quello della riduzione della povertà dei gruppi etnici.

Più precisamente, il primo programma consiste nel finanziamento delle organizzazioni e delle istituzioni per la parità di accesso ai servizi delle donne. Il programma è stato avviato nel 2011 e giunge a termine il 31 dicembre 2014; dai dati dell’Undp emerge un dato positivo, cioè che in questi tre anni le spese del governo cinese per sostenere questo progetto sono aumentate.

Il secondo progetto si è tradotto in un rafforzamento dello stato di diritto e in un aumento della partecipazione della società civile cinese attraverso progetto denominato “GED” (Governance for Equitable Development)404.

Il terzo, invece, si è concretizzato nella promozione delle tradizioni radicate nella cultura cinese in tre modi diversi: una partnership con Jala Group, la più grande azienda di cosmetici della Cina; uno specifico progetto atto a ridurre la povertà delle cinquantasei minoranze etniche in Cina; la formazione dei leaders delle minoranze etniche delle città e delle province cinesi mirata alla diffusione del concetto di sviluppo umano raggiungibile tramite il canale della riduzione della povertà di queste zone. Tale progetto vuole anche incoraggiare uno sviluppo che parte dalle singole comunità e che può servire alle minoranze per migliorare le loro condizioni di vita; inoltre,

402Ibid. 403

Ibid.

fondamentale è la promozione di una forma di turismo che aiuti economicamente i più poveri e la promozione di un artigianato locale che coinvolga sempre di più le minoranze etniche.

Per quanto concerne il quarto progetto, si tratta di strategie per il rinnovamento del settore pubblico, affinché diventi più trasparente, efficiente e innovativo; l’iniziativa è cominciata nel gennaio 2012 e terminerà nel 2017. Purtroppo, dai dati forniti dall’Undp si può constatare come dal 2012 al 2014 c’è stata una diminuzione di più della metà405 dei contributi per questo progetto. Ciò ci fa supporre che il governo cinese abbia dovuto o abbia voluto tagliare le spese fatte fin’ora per il programma in questione, canalizzando le risorse in altre direzioni. Trovo tuttavia che sia proprio il settore pubblico cinese a richiedere un cambiamento significativo soprattutto per quanto riguarda la lotta alla corruzione.

Il quinto progetto è finalizzato a sostenere lo sviluppo della rete di volontari locali e nazionali per incrementare la partecipazione pubblica nella gestione delle attività comunitarie e raccogliere consensi per i nuovi progetti di sviluppo della Cina.

L’ultimo progetto, che è giunto a termine nel 2013, aveva come scopo quello di incoraggiare la partecipazione pubblica nella valutazione della performance del governo.

In India l’Undp interviene con cinque programmi. Il budjet complessivo ammonta a 22,641,997 $406e i principali contribuenti sono i governi delle regioni del Bengala occidentale e di Haryana e ovviamente l’Undp. La maggior parte dei fondi è stata convogliata per il finanziamento di programmi per l’incremento dell’efficienza del sistema sanitario; a seguire, ci sono gli interventi per rendere l’amministrazione pubblica più salda e quelli per aumentare il reddito delle donne; ci sono poi i fondi destinati ad incrementare l’accesso alla giustizia degli strati sociali più emarginati. Per fare un paragone, in India il 33% del budjet totale è finalizzato al consolidamento delle istituzioni democratiche, mentre in Cina solo l’8%407. I fondi che il governo cinese ha a disposizione vengono impiegati piuttosto nei programmi di salvaguardia dell’ambiente.

La figura 4.2 sottostante mostra come l’ufficio dell’Undp in Cina impieghi le proprie risorse finanziare. Come già detto, il 71% del totale è destinato a progetti per la salvaguardia dell’ambiente; il 17% ad interventi per contrastare la povertà ed accelerare il conseguimento del Millennium Development Goal; l’8% per programmi di sostegno alla democrazia e, infine, il 4% a programmi che prevedono la cooperazione con paesi del Sud del mondo.

405 Ibid. 406 Ibid. 407 Ibid.

Cina: ambiti di intervento e relativa quota di investimenti (%)

71%

17%

8%

4%

Ambiente e sviluppo sostenibile

Riduzione della povertà Governance democratica Cooperazione Sud-Sud

Figura 4.2 Cina: ambiti di intervento e relativa quota di investimenti sul totale (%).

Fonte: www.undp.org

Come evidenziato in figura 4.3, l’ufficio dell’Undp in India impiega diversamente le proprie risorse. Il 33% dei fondi è convogliato verso programmi per il rafforzamento di una governance più democratica; il 31% del budjet totale è impiegato in programmi per la tutela del patrimonio ambientale, il 25% nella lotta contro la povertà e, per finire, l’11% finanzia collaborazioni con paesi del Sud del mondo.

Tali differenze tra questi due paesi fanno capire come ogni governo abbia priorità diverse. Sorprende anche il fatto che Brasile e Russia non abbiano avviato progetti in questo ambito.

India: aree di intervento e relativa quota di investimenti (%) 31% 25% 33% 11% Ambiente e sviluppo sostenibile

Riduzione della povertà Governance democratica Cooperazione Sud-Sud

Figura 4.3 India: aree di intervento e relativa quota di investimenti sul totale (%).

Fonte: www.undp.org

Gran parte dei programmi riguardanti la democratic governance, comunque, si concentrano sulle pari opportunità e sull’uguaglianza di diritti delle etnie, ma anche tra uomo e donna.