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I lanci dei telegiornali: il clamore della cronaca

Nel documento Dibattiti, politiche e normative (pagine 156-161)

Parte IV – Analisi 1 Titoli e lanc

IV.1.2 I lanci dei telegiornali: il clamore della cronaca

Nella figura 1 è già evidente come si caratterizzi la rappresentazione della presenza straniera in Italia nei telegiornali: un problema, anzitut- to, che ha a che fare principalmente con lo stato di clandestinità degli immigrati, con la sicurezza dei cittadini “italiani” e con le politiche di regolazione dei flussi messe in atto dal governo per contrastare feno-

meni emergenti di criminalità, che minacciano direttamente i cittadini perché prevalentemente legati alla perpetrazione di reati violenti e a specifiche appartenenze nazionali ed etniche: in primo luogo a cittadini romeni e ad appartenenti all’etnia Rom.

Sembrerebbe un ritratto assai impressionistico e persino “ideologizza- to”, ma è un risultato che si precisa analiticamente attraverso l’analisi delle frequenze con cui è possibile rilevare le parole nel corpus consi- derato. Malgrado i criteri di selezione degli articoli inclusi nel campio- ne, volti ad individuare quelli in cui si parlava di immigrazione come tema o di immigrati come protagonisti di fatti, la rappresentazione ap- pare inequivocabilmente schiacciata sulle pagine più truci della crona- ca nera.

Figura 2 – La TagCloud ottenuta dal corpus dei lanci dei telegiornali4

Elaborazione: wordle.net

Al primo posto nella classifica delle parole più frequenti nei titoli vi è, infatti, “clandestin*”, con 43 occorrenze, seguito da “sicurezza” con 32 e da “romen*” con 30. Al quarto posto, invece, troviamo “Governo” (27 occorrenze), seguito da “Italia” (26) e “Roma” (25 occorrenze)

I risultati relative alle prime 6 posizioni legano eloquentemente la pre- senza degli immigrati in Italia alla condizione giuridica della clandesti-

nità, che ha di per sé una connotazione negativa, e la tematizza con un

riferimento estremamente preciso alla sicurezza e alla “minaccia” po- tenziale costituita dagli stranieri, e più in particolare agli stranieri di una particolare nazionalità, quella dei “temibili” romeni. Gli altri riferi- menti riguardano invece l’azione del Governo, e due scenari geografici in cui si volgono i fatti, il generico e quasi scontato Italia e, soprattutto,

la città di Roma. Oltre ad essere la principale sede del dibattito politico, la capitale è stata, infatti al centro di una infiammata campagna eletto- rale e, allo stesso tempo, una metropoli in cui si sono verificati diversi e rilevanti fatti di cronaca nera.

Al settimo posto troviamo “città” e “donn*” con 24 occorrenze ciascu- na, e all’ottavo “immigrazione” (23 occorrenze), che sottolineano e spe- cificano la collocazione spaziale dell’ accresciuto allarme sociale, indi- viduando nelle donne le vittime effettive o potenziali di reati violenti. La parola “immigrazione”, con 23 occorrenze si colloca dunque solo all’ottavo posto: non è scontato notare come questa etichetta, che sul piano semantico non è connotata in senso nettamente negativo come “clandestino”, sia ormai superata da quest’ultima nella sua vincolante capacità di definire i migranti in base ad un reale (o più spesso presun- to) status giuridico.

Tabella 69 – Forme grafiche più frequenti nel corpus dei lanci dei Tg

Forma grafica Frequenza Posizione

clandestin* 43 1 Sicurezza 32 2 romen* 30 3 Governo 27 4 Italia 26 5 Roma 25 6 Città 24 7 donn* 24 immigrazione 23 8 ragazz* 22 9 giovan* 21 10 oggi 21 anni 20 11 uccis* 19 12 omicid* 19 rom 17 13 Milano 16 14 immigrat* 16 mort* 16 arrestat* 15 15 ministr* 15 italian* 14 16 nostr* 13 17 violenz* 13 aggression* 12 18 Contro 12 Pacchett 12

Reato 12 Uomo 12 prostitut* 11 19 Tragedia 11 Giorni 10 20 Ora 10 Persone 10 Totale: 247 casi

Al nono e decimo posto troviamo rispettivamente “ragazz*” con 22 oc- correnze, e ancora “giovan*” e “oggi” con 21. Si tratta di riferimenti as- sai interessanti dal punto di vista interpretativo, perché caratterizzano in modo estremamente preciso la giovane età dei protagonisti di queste notizie – spesso appiattiti sulla contrapposizione tra aggressori e vitti- me - e l’orizzonte temporale in cui, quasi per definizione, si colloca il racconto del telegiornale.

Questa insistenza sulla clandestinità, sui romeni, sulla città di Roma e sui presunti o reali pericoli per le donne possono essere stati influenzati tra gli altri fatti e almeno in parte dall’enfasi del dibattito giornalistico sull’iter investigativo e processuale dell’efferato delitto della stazione di Tor di Quinto, e dalla notizia dello stupro di una ragazza del Leso- tho alla stazione di Ottavia. Ma la loro consistenza numerica e la loro persistenza temporale consentono comunque di “fotografare” il clima e le paure che hanno caratterizzato il dibattito nell’ampio periodo di rife- rimento considerato.

Lo scenario inizia a farsi più preciso e definito considerando le occor- renze successive, e aiuta a comprendere l’entità e la qualità dello schiacciamento sulla cronaca delle notizie che trattano il tema dell’immigrazione o la condizione degli immigrati.

All’undicesimo posto troviamo infatti “anni” (con 20 occorrenze), spes- so utilizzato come unico elemento dell’identità del soggetto narrato in- sieme a quello dello status giuridico o della nazionalità, mentre le for- me grafiche “omicid*” e “uccis*”, con ben 19 occorrenze ciascuno sotto- lineano il legame strettissimo che i telegiornali costruiscono tra il tema generale dell’immigrazione e il pervasivo frame della violenza efferata. La posizione successiva è occupata da “Rom” (17 occorrenze), un’etichetta etnica prima ancora che nazionale che tende ad accreditare l’idea che l’appartenenza a questa minoranza, insieme alla cittadinanza romena spieghino le responsabilità del clima di crescente violenza e degrado che caratterizza la rappresentazione dell’immigrazione e delle etnicità nei telegiornali.

Al quattordicesimo posto troviamo le forme grafiche “Milano”, immi- grat*” e “mort*”, con 16 occorrenze, seguite da “arrestat*” e “ministr*” con 15 e da “italian* con 14. Infine, le ultime quattro posizioni sono oc-

cupate da alcuni cluster assai interessanti: “nostr*” e “violenz*” con 13 occorrenze; “aggression*, “contro”, “pacchett*, “reato” e “uomo” con 12; “prostitut*” e “tragedia” con 11; in ultimo “giorni”, “ora” e “perso- ne” con 10.

Da questo lungo e dettagliato elenco di parole emergono alcuni fatti: anzitutto, sono assolutamente minoritarie le parole “neutre” utilizzate cioè per circoscrivere un tema senza implicare un qualche tipo di giu- dizio di valore. Se alcune di queste etichette sembrano assolutamente scontate rispetto ai criteri di selezione degli articoli / servizi utilizzati per circoscrivere l’ambito di pertinenza delle notizie analizzate, le tre principali tendenze che si riscontrano sono quelle di un forte etichetta- mento e stigmatizzazione dell’immigrato, che si accompagna ad una pervasiva retorica dell’allarmismo ed ad un esplicito riferimento alla violenza nei contesti urbani e metropolitani.

L’immigrato - in quanto tale - è spesso rappresentato come minaccia o come deviante rispetto alle leggi e alle presunte “norme” culturali del

nostro paese e della nostra identità. E’ una profezia che si autoadempie

nella selezione delle notizie, che esprime un nesso quanto mai esplicito tra immigrati e crimine, che non solo sembrerebbe trascendere le esi- genze narrative della cronaca, ma tende ad imporsi a come frame domi- nante nella narrazione giornalistica, suggerendo così al pubblico una chiave di lettura ed una struttura pre-interpretativa estremamente vin- colanti. Questa sintetica analisi ha il merito di individuare la struttura di questo frame complessivamente utilizzata dai telegiornali per inqua- drare l’immigrazione come “problema sociale”, legandolo in particola- re alla criminalità “etnica”, all’obbligo della devianza ed ad una pretesa minaccia nei confronti degli “italiani”, in particolare nelle grandi città del Centro e del Nord Italia. L’analisi lessicometrica sui lanci dei tele- giornali, dimostra come questo frame diventa empiricamente rilevabile attraverso i particolari attributi utilizzati dai media per “inquadrare” ed elaborare cognitivamente un determinato problema: “Il frame di un te- ma è la chiave di lettura che si dà al tema stesso, è il suo inquadramen- to interpretativo” (Marini 2006: 69).

Questi dati rappresentano una più che solida conferma che, nel periodo di riferimento, la rappresentazione dello straniero immigrato nei tele- giornali è stata assolutamente schiacciata sugli stilemi narrativi che ca- ratterizzano la cronaca nera, rendendo drammaticamente evidente l’equazione dell’immigrato come criminale o aggressore e, in qualche caso più raro, come vittima.

IV.1.3 I titoli dei quotidiani: clandestini a

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