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L’analisi del contenuto e la costruzione degli strument

Nel documento Dibattiti, politiche e normative (pagine 46-48)

senza voce

Grafico 11 Se nella notizia si parla di “immigrazione”, questa è trattata come

II.1.3 L’analisi del contenuto e la costruzione degli strument

Generalmente, per analisi del contenuto (contentanalysis) si intende un insieme di tecniche d’analisi delle comunicazioni che mira, con proce- dure sistematiche ed obiettive di descrizione del contenuto dei messag- gi, ad ottenere indicatori (quantitativi e non) che permettano deduzioni e inferenze relative al contenuto veicolato dai testi analizzati3. Quindi,

rispetto alla più semplice e immediata classificazione del processo co- municativo, quella sintetizzata da Lasswell nella nota formulazione delle 5W, tutte le tecniche riconducibili all’analisi del contenuto si riferi- scono al solo elemento del “messaggio” veicolato dal processo comuni- cativo, “che cosa”si comunica. Naturalmente, in un momento successi- vo, tali deduzioni possono servire per ulteriori inferenze circa gli altri livelli del processo comunicativo, dalle condizioni di produzione dei messaggi, agli effetti, alle più generali considerazioni circa il ruolo della comunicazione nella formazione delle rappresentazioni sociali, etc. Dal punto di vista operativo il metodo dell’analisi del contenuto consi- ste nella scomposizione dell’unità comunicativa (ad esempio, nel nostro caso, un quotidiano o un telegiornale) in elementi più semplici, le unità

di classificazione (gli articoli e i servizi che hanno come oggetto

l’immigrazione), e nell’analisi di tali testi attraverso la classificazione in variabili categoriali. I dati raccolti andranno a formare delle griglie che potranno poi essere analizzate statisticamente; il requisito fondamenta- le rimane la meticolosità delle operazioni di classificazione che devono poter avvenire correttamente, in qualsiasi momento e nello stesso mo- do da chiunque le esegua. Essenziale è, quindi, la costruzione di una griglia di analisi, di una scheda di rilevazione che − al pari di un que- stionario strutturato – tenda a minimizzare se non ad annullare le pos- sibili letture ambigue dei testi sottoposti ad indagine da parte dei rile- vatori.

Ovviamente la scheda d’analisi è costruita sulla base delle ipotesi di partenza, del carattere più o meno esplicativo oppure descrittivo della lettura che si intende fare, della possibilità di trattamenti statistici real- mente utili ai fini dell’indagine; e naturalmente di quello che potremmo definire un calcolo dei costi (in termini di tempo ma anche di informa- zioni consapevolmente perse o omesse) e dei benefici (la raccolta di dati utili, di indicatori) della ricerca. Calcolo che ha ovviamente a che fare con la complessità dell’oggetto di indagine ma anche con la constata- zione che analizzare un testo comporta necessariamente un’operazione di riduzione dell’oggetto stesso, se non altro nel senso della ricerca di indici, di sintesi. D’altronde la descrizione di un fenomeno o di un og- getto è qualcosa di molto diverso della sua mera riproposizione, seppur ottenuta attraverso operazioni di scomposizione e ricomposizione.

Si tratta, in pratica, di fornire ai rilevatori uno strumento che permetta di isolare determinati elementi del testo, di classificare tali elementi in modalità a partire da variabili appositamente individuate. Riprenden- do l’analogia con il questionario, ad ogni variabile corrisponde una domanda con cui interrogare il testo, prevedendo le possibili risposte- modalità. Sulla base delle informazioni raccolte è possibile così costrui- re una matrice dati che racchiuda l’insieme delle risposte ottenute sulle

singole variabili nei differenti ar- ticoli selezionati (la classica ma- trice casi per va- riabili), punto di partenza per

un’elaborazione statistica dei da- ti. Le schede di

rilevazione, quindi, fungono da griglie di let- tura dei testi se- lezionati, al fine di isolare gli elementi ritenuti più significativi

ai fini dell’analisi e di permettere nella fase successiva un’elaborazione ed

un’analisi a partire dalla classificazione di questi elementi nelle rispet- tive variabili.

La costruzione di una scheda d’analisi del contenuto comporta un rife- rimento continuo a quelli che sono gli scopi sia generali che specifici della ricerca; in particolare gli strumenti da noi costruiti mirano a met- tere a frutto il carattere essenzialmente descrittivo dell’analisi e a facili- tare la “quantificazione” delle caratteristiche dei testi analizzati, ten- tando di mediare lo sforzo della raccolta dei dati, azione che per sua natura opera nel senso di una selezione e di una riduzione della comples- sità dell’oggetto indagato, con la salva guardia del maggior numero di informazioni deducibili dal testo. È necessario, quindi, coniugare uno sforzo selettivo e riduttivo con la capacità dei dati ottenuti e poi elabo- rati di “parlare” ancora, di offrire al ricercatore spunti di interpretazio- ne ad essi riconducibili.

Un altro fattore che è stato presente nella costruzione delle schede è stata la necessità di uno strumento molto standardizzato e capace di

Metodologia, campione e corpus dell’indagine

L’indagine, basata sulla metodologia dell’analisi del contenuto e con un focus anche sulla dimensione lessico- testuale della titolazione, ha riguardato i sette telegiornali nazionali (le edizioni serali di Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5,

Studio Aperto, TgLa7) e un campione di sei quotidiani (il Corriere della Sera, La Repubblica, L’Unità, il Giornale, Avvenire, Metro) scelti sulla base dei criteri di diffusione e

del differente orientamento politico-culturale, più un free

press, monitorati in un periodo campione nei primi sei mesi

del 2008.

In totale sono stati selezionati, schedati e analizzati 1101 servizi di telegiornale e 1540 articoli di quotidiano con l’ausilio di strumenti di rilevazione (schede di analisi del contenuto) con lo scopo di raccogliere dati – per poi fornire le relative elaborazioni ed analisi − sulle caratteristiche, i contenuti, i protagonisti e i soggetti interpellati, le modalità di tematizzazione, le scelte narrative e testuali, etc.

minimizzare le letture ambigue da parte di un numero non basso di ri- levatori, quindi che “costringesse” i rilevatori a prendere posizione ri- guardo la classificazione degli elementi del testo orientando, possibil- mente, tutte le scelte potenzialmente analoghe nella medesima direzio- ne (Nobile, 1997).

II.1.4 Gli strumenti di rilevazione, le schede

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