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Le direttrici d’analisi e l’impianto della ricerca

Nel documento Dibattiti, politiche e normative (pagine 43-46)

senza voce

Grafico 11 Se nella notizia si parla di “immigrazione”, questa è trattata come

II.1.2 Le direttrici d’analisi e l’impianto della ricerca

Per analizzare la normalità del trattamento informativo, la ricerca si è focalizzata sui quotidiani selezionati e sui telegiornali scelti nel cam- pione in un arco di tempo in cui non erano presenti fatti particolarmen- te eclatanti o dibattiti di natura politico-normativa. L’obiettivo di que- sta scelta è stato, appunto, monitorare il comportamento quotidiano dei mezzi di informazione in una “si-

tuazione di normalità” informativa, per poter individuare la presenza di una tendenza ad enfatizzare alcuni fatti di cronaca, alcune modalità narrative o ad abbinare la criminali- tà a particolari gruppi sociali (gli immigrati in primis). Attraverso una scheda d’analisi del contenuto (si vedano i paragrafi II.1.3 e II.1.4), l’attenzione si è focalizzata sugli i) articoli/servizi concentrati sulle po- litiche e il dibattito politico sulla si-

Dimensioni dell’indagine

Le principali direttrici di indagine fanno riferimento all’analisi della normalità del trattamento informativo, indagata senza far riferimento a particolari eventi ma, appunto, alla routine della

rappresentazione giornalistica, e allo studio di alcuni casi emblematici, per caratteristiche della trattazione e scelte argomentative, del racconto mediale dell’immigrazione.

curezza, ii) articoli/servizi che presentano l’immigrazione come tema,

iii) articoli/servizi che illustrano specifici fatti di cronaca nera e giudi-

ziaria, iv) articoli/servizi che hanno come protagonisti i migranti. Una volta effettuata questa selezione1, l’attenzione si è concentrata sulla

qualità delle singole notizie individuate; sul frame tematico e gli sti- lemi narrativi.

Parallelamente, la ricerca ha seguito un’altra direttrice d’analisi, foca- lizzandosi su alcuni casi di studio. Infatti l’attenzione mediale si carat- terizza per l’alternarsi di casi o dibattiti che occupano le prime pagine dell’informazione nazionale per alcuni giorni o settimane, spesso sca- tenati da un singolo fatto di cronaca. Tale momento “eccezionale”, da un lato, vede accentuarsi le caratteristiche linguistiche e di esposizione della normale trattazione del tema − che può essere paragonata a un

rumore di fondo − dall’altro, costituisce un preciso schema di interpreta- zione dei fatti. Proprio su questi momenti di attenzione straordinaria, il tema può essere approfondito e la sua rappresentazione articolarsi su diverse testate sia quotidiane che di approfondimento. Gli ambiti al cui interno si sarebbero potuti individuare i casi di studio riguardano: i) il dibattito pubblico e l’attenzione nata intorno ad un fatto di cronaca ne- ra o giudiziaria; ii) un momento eccezionale di arrivo sulle coste italia- ne di migranti, rifugiati o richiedenti asilo o ad un incidente; iii) la pub- blica discussione nata intorno ad una soluzione normativa o ad un provvedimento amministrativo o giudiziario; iv) la pubblica discussio- ne nata intorno ad una proposta politica locale, nazionale o internazio- nale; v) il dibattito pubblico e l’attenzione nata intorno ad una iniziativa legata al mondo della cultura o dello spettacolo nazionale o internazio- nale. Nell’approfondimento di questi casi di studio si è mirato a studia- re le tipizzazioni dell’Altro, le caratteristiche della tematizzazione, i

percorsi della notizia e le “schizofrenie” nei criteri di notiziabilità (cap. IV2Contenuti e discorsi).

Infine, la ricerca ha previsto un’analisi lessico testuale dei titoli degli articoli e dei servizi, dei lanci dei servizi e degli incipit degli articoli. Nella consapevolezza che la dimensione terminologica gioca un ruolo fondamentale nell’indirizzare le modalità rappresentative dei fenomeni sociali nei media, l’obiettivo è stato quello di analizzare il linguaggio

utilizzato nella rappresentazione dell’Altro, individuando la presenza

di “tic” terminologici e narrativi e le relative strategie di labelling uti- lizzate (cap. IV1Titoli e lanci).

In questo senso, molti dei risultati qui evidenziati saranno messi in re- lazione con quello che è lo stilema principale della trattazione giornali- stica dell’immigrazione, vale a dire la dimensione della cronaca e della sicurezza che, quindi, verrà essa stessa indagata in modo da costituire il principale metro di paragone: anche in riferimento alla possibilità che − sempre all’interno della medesima tipologia di notizia, quella ripor- tante il fatto di cronaca − possano essere rilevate differenze significative tra le notizie con protagonisti immigrati e le altre, in termini di modali- tà di trattamento (accenti, enfatizzazioni, tic narrativi, etc.). Questa scel- ta strategica di impianto, la rilevazione delle notizie di immigrazione

insieme e in confronto a quelle di cronaca e/o relative alla sicurezza, è

stata giustificata sia dall’analisi della letteratura, sia dalle precedenti esperienze di ricerca in cui il gruppo è stato coinvolto2; ma la scelta è

stata anche confermata nella sua validità al momento dell’elaborazione e dell’analisi dei dati, le quali hanno mostrato in tutta la loro evidenza lo schiacciamento dell’immagine di immigrati e richiedenti asilo su quella della sicurezza, della criminalità e di una visione invariabilmen- te patologica ed emergenziale dei fenomeni in questione.

La costruzione del nemico e del deviante

Nel 1972, Stanley Cohen pubblica Folk devils and moral panic, una ricerca sulla rappresentazione mediale di due subculture giovanili, etichettate come devianti, i Mod e i Rockers. Talvolta, specifici eventi o gruppi di individui vengono definiti come una reale minaccia ai valori e all’identità collettiva: si crea una situazione di panico morale, aumenta il senso di ostilità nei confronti del gruppo “ostile” che viene spesso etichettato (labelling) come nemico interno o esterno (folk devil), moralmente identificato come “cattivo”. I media spesso costituiscono un potente volano del panico morale: il ricorso a rappresentazioni stereotipate ed enfatiche delle reali minacce crea un clima di forte mobilitazione emotiva nell’opinione pubblica. I media forniscono la scena entro la quale esperti, politici, e altre autorità definiscono la condotta dei “folk devils” come antisociale, proponendo analisi e soluzioni possibili.

II.1.3 L’analisi del contenuto e la

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