Scritto nel 1959, The Bed Book è il primo libro di Sylvia Plath dedicato ai bambini. Esso viene pubblicato postumo nel 1976 da Faber&Faber e le illustrazioni originali appartengono al famoso disegnatore Quentin Blake. Plath viene incoraggiata a comporre una poesia dal tema fantastico dal direttore dell’Antlantic Press Monthly, Emile Mc Leod, dopo un periodo di sterilità poetica.259 Alla data 3 maggio 1959, ella annota nel suo diario:
I wrote a book yesterday. Maybe I'll write a postscript on top of this in the next month and say I've sold it. Yes, after half a year of procrastinating, bad feeling and paralysis, I got to it yesterday morning, having lines in my head here and there, and Wide-Awake Will and Stay- Uppity Sue very real, and bang. I chose ten beds out of the long list of too fancy and ingenious
and abstract a list of beds, and once I'd begun I was away and didn't stop till I typed out and mailed it (8 double-spaced pages only!) to the Atlantic Press. The Bed Book, by Sylvia Plath. Funny how doing it freed me. It was a bat, a bad-conscience bat brooding in my head...A ready-
made good idea and an editor writing to say she couldn't get the idea of it out of her head. If I didn’t do it I would do nothing…Suddenly it frees me.260
Come si può notare dall’espressione “Funny how doing it freed me”, The Bed Book rappresenta per la poetessa un espediente per liberarsi dalla paralisi creativa che la affliggeva in quel periodo. Mc Leod è entusiasta del libro, sebbene consigli a Plath di rimuovere i piccoli protagonisti (Wide-Awake Will and Stay-Uppity Sue) che facevano da cornice alla narrazione. Nonostante l’ottimismo di Emile Mc Leod, Plath è incerta nei confronti della pubblicazione del volumetto poiché, come ella annota nel diario in data 1 novembre: “My Bed Book will probably fail because of no human, or child,
259 A.S.WINTER,We too were children, Mr. Barrie, 2013.
http://wetoowerechildren.blogspot.it/2013/04/sylvia-plath-bed-book.html. Ultimo accesso 22/02/2018.
104
interest-no plot”.261 All’epoca della stesura del libro, Plath non era ancora madre. Il periodo di sterilità poetica coincideva, quindi, con un periodo di apparente sterilità fisica e questo per la giovane poetessa era fonte di terribile angoscia poiché non si sentiva realizzata né come artista né come donna: “And no child, not even the beginnings or the hopes of one, to dedicate it to...My god. This is the one thing in the world I can't face. It is worse than a horrible disease”.262 A conferma delle proprie perplessità nei confronti di The Bed Book, nell’agosto di quell’anno il direttore dell’Antlantic Press Monthly rivela a Plath, con immenso dispiacere, che il libro non era stato accettato per la pubblicazione poiché “the book is not simple and basic enough, that some of the beds are too farfetched, and that it has more appeal to adults than to children”.263 Esso viene pubblicato tredici anni dopo la morte della poetessa ed incluso, successivamente, nella raccolta Collected Children’s Stories. Sebbene nel diario Plath riveli di aver scelto dieci diversi tipi di letto (“I chose ten beds out of the long list of too fancy and ingenious and abstract a list of beds”), ella ne nomina dodici.264 La versione di The Bed Book apparsa nella raccolta contiene alcuni versi che, per motivi ancora ignoti, vennero esclusi nella prima edizione stampata del libro.
La poesia ha come scopo quello di presentare al giovane lettore diversi letti, tutti non convenzionali ed estremamente bizzarri:
Most Beds are Beds For sleeping or resting But the best Beds are much More interesting!
Not just a white little Tucked-in-tight little Nighty-night little
261 T.HUGHES-F.MCCULLOUGH (eds), The Journals of Sylvia Plath, op. cit., p. 384. 262 Ibidem, p. 369.
263 A.S.WINTER,We too were children, Mr. Barrie, 2013.
http://wetoowerechildren.blogspot.it/2013/04/sylvia-plath-bed-book.html. Ultimo accesso 22/02/2018.
264 A Bed for Fishing, a Bed for Cats, a Bed for Acrobats, a Submarine Bed, a Jet-propelled Bed, a
Snack Bed, a Spottable Bed, a Tank Bed, a Bird-watchers Bed, a Pocket-size Bed, an Elephant Bed, and a North-Pole Bed.
105 Turn-out-the-light little Bed.265
È presumibile che la scelta del letto, come oggetto intorno al quale ruota tutto il fulcro della narrazione, non sia casuale. Nell’ottica infantile, esso potrebbe evocare un luogo sicuro, un rifugio dove il bambino si sente protetto e meno vulnerabile ai pericoli esterni. Inoltre, esso alluderebbe al sonno ed al sogno, momenti che per eccellenza sono privi dalle costrizioni razionali, dando al bambino una libertà immaginativa inconscia senza pari. Dopo il “Bed for fishing”, il “Bed for Cats” ed il “Bed for a Troupe of Acrobats”, viene descritto il letto “submarine” che si immerge nell’acqua, “Clear and green,/Silver and glittery/ As a sardine”.266 All’interno della poetica plathiana, l’elemento marino è ricorrente ed è legato soprattutto, anche se non esclusivamente, alla sua infanzia (ella è cresciuta nella cittadina di Winthrop-by-the-Sea, Massachussets) come si può vedere, ad esempio, in “Ocean 1212-W”. Il racconto viene composto nel dicembre 1962 e pubblicato solamente due anni dopo nella raccolta Writers on
Themselves.267 Qui, Plath ricorda la sua infanzia ed i momenti passati presso la casa della nonna (il titolo della poesia rimanda al suo numero telefonico) sulla costa del Massachussets e quindi, affacciata sull’oceano:
My childhood landscape was not land but the end of the land–the cold, salt, running hills of the Atlantic. I sometimes think my vision of the sea is the clearest thing I own. I pick it up, exile that I am, like the purple “lucky stones” I used to collect with a white ring all the way round, or
the shell of a blue mussel with its rainbowy angel’s fingernail interior; and in one wash of memory the colors deepen and gleam, the early world draws breath.268
La presenza del mare e/o dell’oceano sembra essere una cifra stilistica delle sue poesie, a partire da quelle giovanili, come ad esempio “Dream with Clam-Diggers” (1956), “Point Shirley” (1959) fino ad arrivare a quelle più mature, ad esempio “Blackberrying” (1961).
265 S.PLATH,Collected Children’s Stories, London, Faber and Faber, 2001, p. 3. 266 Ibidem, p. 5.
267 K.KUKIL,Reviving the Journals of Sylvia Plath, 2000. https://www.bl.uk/collection-items/ocean-
1212-w-by-sylvia-plath. Ultimo accesso 22/02/2018.
106
Il “submarine Bed” è seguito dal “Jet-Propelled Bed”, che permette di esplorare Marte, dallo “Snack Bed”, dove si possono gustare squisiti spuntini e da un “sort of Bed/ that is Spottable/ with blankets all splotches/ Of black, blue and pink/ So nobody’ll notice/ If you spill ink”.269 Il riferimento all’inchiostro potrebbe simboleggiare la scrittura. Il fatto che “nobody’ll notice/ If you spill ink” potrebbe alludere però al fatto che essa non venga considerata e/o apprezzata; proprio in quel periodo, Plath stava attraversando, appunto, un periodo di scarsa produttività poetica e, come da lei previsto, il libro stesso non avrebbe avuto alcun riconoscimento da parte della critica.
Il seguente “Tank Bed” rimanda, sebbene in tono differente, all’elemento della guerra che sarà presente anche all’interno della poetica plathiana più matura:
A Tank Bed’s got cranks And wheels and cogs And levers to pull If you’re stuck in bogs. A Tank Bed Bed’s treads Go upstairs or down,
Through duck ponds or through A cobbledy town.270
Lo sfondo paludoso, collinare e quello agreste tipico delle “cobbledy town” all’interno del quale il “Tank Bed” si muove, alluderebbe, appunto, ad un tipico scenario di guerra, ostile e impervio. Inoltre, nella poesia “Daddy” (1962), Plath sembra riprendere l’elemento del “tank”:
I have always been scared of you, With your Luftwaffe, your gobbledygoo. And your neat mustache
And your Aryan eye, bright blue. Panzer-man, panzer-man, O You.271
269 S.PLATH,Collected Children’s Stories, cit., p. 6. 270 Ibidem, p. 7.
107
In quest’ultimo verso, “daddy” viene paragonato ad un “panzer-man”: il Panzer nient’altro sarebbe che uno dei più famosi carri armati pesanti prodotti dalla Germania durante la Seconda Guerra Mondiale, ed il padre di Sylvia è associato, nel suo immaginario, ad una figura autoritaria ed opressiva, un nazista.
Il “Tank Bed” viene seguito dall’“Hammock Bed”, ossia un letto-amaca allacciato a due alberi, dove “you can […] count all the birds/ Wren, robin and rook/ And write their names/ In a Naming Book”.272 In questo caso, l’io invita il giovane lettore a trascrivere il nome di diversi volatili all’interno del “naming book” (un supporto tramite il quale i bambini possono imparare ad individuare e scrivere il nome di ciò che li circonda), sottolineando l’importanza del processo che porta il bambino ad apprendere il linguaggio. La presenza, tra gli altri uccelli, del “great macaw”, è importante poiché il pappagallo tende a ripetere, per imitazione, ciò che gli altri dicono, proprio come i bambini durante i primi anni di vita. Questo motivo riguardante il processo di apprendimento linguistico negli infanti verrà ripreso da Plath in “Morning Song” (1961), che descrive le prime parole pronunciate dalla figlia Frieda: “And now you try/ Your handful of notes;/ The clear vowels rise like ballons”.273
Gli ultimi tre “beds” della poesia sono rispettivamente il “Pocket-size Bed”, l’“Elephant Bed” (l’elefante è presente anche nella poesia “Metaphors”, del 1960) e il “North-Pole Bed” (ricorda il setting glaciale che Hughes utilizzerà successivamente per la sua raccolta Under the North Star).
Sebbene sia un libro dedicato ai bambini, The Bed Book può essere apprezzato anche da un pubblico adulto, dati i motivi trattati. Nonostante alcuni elementi rimandino alla poetica plathiana più tarda e più nota, esso non è stato trattato approfonditamente dalla critica.
272 S.PLATH,Collected Children’s Stories, cit., p. 8.
108
Vent’anni dopo l’uscita di The Bed Book, viene pubblicato il secondo libro per bambini di Plath, The It-Doesn’t-Matter Suit, scritto nel 1959. Nel 1996, un editore tedesco immerso nelle carte della poetessa trova, all’interno della biblioteca dell’Indiana University, il manoscritto del testo.274 Nello stesso anno, Faber&Faber accetta di pubblicarlo e la prima edizione viene illustrata da Rotraut Susanne Berner.275
Il racconto narra la storia di Max Nix, bambino di sette anni e del suo grande desiderio di possedere un abito tutto per sé. Max e la sua grande famiglia vivono a Winkelburg, paesino di montagna e tutti, eccetto lui, hanno un abito: “Now Max did not want a suit
just for work (that would be too plain) or just for weddings (that would be too fancy) or just for skiing (that would be too hot) or just for summer (that would be too cool). He
wanted a suit for All-Year-Round. He wanted a suit for doing Everything”.276 Essendo l’ultimo di sette fratelli, Max è l’ultimo a ricevere i vestiti che passano prima ai fratelli più grandi. Un giorno, il postino consegna un grosso pacco: il destinatario è “Nix” però il nome è illeggibile. Nessuno sa di chi possa essere e nessuno immagina cosa possa contenere. Una volta aperto, “there in the grey box with a wreath of white tissue paper around it lay a wooly whiskery brand-new mustard-yellow suit with three brass buttons".277 Il padre è il primo a provare lo strano abito: “He thought how it would be to wear the woolly, whiskery, brand-new, mustard-yellow suit to work. Such a suit had never been seen before in all Winkelburg. What would the people say?”.278
Pensando che i suoi colleghi lo avrebbero deriso per quel vestito giallo senape, egli conclude: “I am too big to wear a mustard-yellow suit […] I will give the suit to
274 A.S.WINTER,We too were children, Mr. Barrie, 2013.
http://wetoowerechildren.blogspot.it/2013/04/sylvia-plath-it-doesnt-matter-suit.html. Ultimo accesso 23/02/2018.
275 M.POPOVA,“The It-Doesn’t-Matter-Suit: Sylvia Plath’s Little-Known, Lovely Children’s Book”,
in Brainpickings, 2012. https://www.brainpickings.org/2013/03/27/the-it-doesnt-matter-suit-sylvia-plath/. Ultimo accesso 20/03/2018.
276 S.PLATH,Collected Children’s Stories, cit., pp. 21-22. 277 Ibidem, p. 23.
109
Paul”.279 Mamma Nix apporta delle modifiche all’abito e invita Paul, il primogenito, a provarlo. Egli vorrebbe utilizzarlo per sciare insieme agli amici: “He thought how it would be to wear the woolly, whiskery, brand-new, mustard-yellow suit skiing. Such a suit had never been seen before in all Winkelburg. What would his friends say?”.280 I suoi amici possedevano abiti da sci rossi o blu, nessuno aveva un vestito giallo senape così anche Paul arriva alla conclusione che “I, also, am too big to wear a mustard- yellow suit […] Let Emil try on the suit”.281 Mamma Nix accorcia il vestito per Emil, il secondo dei sette fratelli: egli potrebbe gareggiare nella gara di slitte con il vestito giallo senape. Al pari di Papà Nix e del fratello maggiore, egli si accorge che nessuno dei suoi compagni di squadra indossa un vestito simile ed arriva alla medesima conclusione: “I, also, am too big to wear a mustard-yellow suit […] Maybe the suit will be right for Otto”.282 Anche i fratelli Otto, Walter, Hugo e Johan rifiutano il vestito poiché, secondo loro, non adatto per andare in bicicletta, pescare, cacciare la volpe e mungere le mucche. Alla fine, tocca a Max provare l’abito giallo senape. Il giorno dopo, il più piccolo dei fratelli si reca a scuola con lo strambo vestito, non gli importa che nessuno degli abitanti del paese ne abbia uno simile: “IT DIDN’T MATTER”.283 Max indossa il “woolly, whiskery, brand-new, mustard-yellow suit” per fare tutto quello a cui gli altri membri della famiglia si erano sottratti poiché “IT DIDN’T MATTER”. Al termine del racconto, tutti i cittadini e tutti gli animali di Winkelburg ammirano estasiati il meraviglioso vestito giallo senape del piccolo Max:
When he went by, the butcher and the baker, the blacksmith and the goldsmith, the tinker and the tailor, the innerkeeper and the schoolteacher, the grocer and the goodwives, the minister and
the mayor all leaned out of their doors and windows.
279 S.PLATH,Collected Children’s Stories, cit., p. 27. 280 Ibidem, p. 28.
281 Ibidem. 282 Ibidem, p. 29. 283 Ibidem, p. 35.
110
“Look!” they murmured to one another. “There goes Maximilian in his marvelous suit”. And the cats in the alleys and the dogs on the cobbles of Winkelburg followed at his heels, purring
and grrring with admiration for Max Nix and his wonderful wolly whiskery brand-new mustard-yellow IT-DOESN’T-MATTER SUIT.284
Max, il componente più piccolo della famiglia Nix, è l’unico ad accettare con entusiasmo l’abito giallo senape poiché è il solo a non essere in imbarazzo ad indossare un indumento dal colore così sgargiante. Egli, noncurante dell’opinione di coloro che lo circondano, vive la sua vita senza preconcetti e senza il pudore convenzionalista e perbenista tipico degli adulti. Presumibilmente, l’intento di Plath in The It-Doesn’t-
Matter Suit è proprio quello di mostrare come l’infanzia sia per eccellenza l’unico
momento della vita umana genuinamente privo di inibizioni e di costrizioni dettate dalle convenzioni. Max rappresenta il true self, la libertà senza le limitazioni del logos, la spensieratezza edenica priva di vergogna, ossia lo stato a cui tutti gli uomini guardano con nostalgia e a cui vorrebbero far ritorno. Inoltre, all’interno di The It-Doesn’t-Matter
Suit sono riscontrabili alcuni elementi che rimandano, apparentemente, alla vita della
poetessa. Lo stesso setting del racconto, ossia il villaggio montano di Winkelburg, potrebbe alludere alle origini tedesche di parte della famiglia di Sylvia: “Max lived with Mama and Papa Nix and his six brothers in a little village called Winkelburg, halfway up a steep mountain”.285 I nomi “Otto” ed “Emil” (del secondo e del terzo fratello) fanno riferimento al nome del padre della poetessa: Otto Emil Plath.
Mrs. Cherry’s Kitchen, pubblicato nel 2001 in Collected Children’s Stories
(Faber&Faber) è il libro per bambini meno conosciuto di Sylvia Plath. Nel 1958, ella presenta il racconto alla rivista Jack and Jill, che tratta di narrativa per l’infanzia,
284 S.PLATH,Collected Children’s Stories, cit., p. 37. 285 Ibidem, p. 18.
111
sebbene sia consapevole del probabile rifiuto dell’editore. Il suo presentimento viene confermato, come si può notare nell’ annotazione nel diario datata 26 gennaio dello stesso anno: “Jack and Jill rejection came. How I intuit ahead. No reason, but all my pink-potted dreams gone kaput”.286
La storia narrata in Mrs. Cherry’s Kitchen si svolge interamente nella cucina di Mrs. Myrtle May Cherry. La vicenda si snoda in un ambiente domestico e quindi, al pari di numerose poesie della poetessa, in una sfera casalinga tipicamente femminile. Nei componimenti di Ariel, l’io poetico, infatti, si trova spesso ad agire in contesti strettamente legati alla maternità ed al matrimonio, primo fra tutti la cucina, la nursery, il boudoir e il giardino.287 Mrs. Cherry incarna perfettamente la figura femminile dedita all’arte culinaria, paziente e passiva mentre svolge con estasiato zelo le faccende domestiche: “Mrs. Cherry hummed to herself, sitting at the sunny kitchen table and paring carrots for Mr. Cherry’s favourite supper of beef stew […] ‘What a fortunate woman I am!’ Mrs. Cherry said aloud to no one in particular”.288 La Plath giovanile sembra abbracciare l’idea di femminilità incarnata nella figura di Mrs. Cherry, ossia quella passiva, votata ad accudire il proprio marito con reverenza ed inconscia sottomissione, come si può vedere in diverse annotazioni presenti nelle lettere che corrispondono cronologicamente al periodo della stesura del suddetto racconto (1958): “I can appreciate the legend of Eve coming from Adam’s rib as I never did before. That’s where I belong. […] Everything I do with and for Ted has a celestial radiance, be it only ironing and cooking”.289 Nell’estate del 1962, sebbene il suo matrimonio si stia lentamentamente sgretolando, Plath è ancora nell’ottica di Mrs. Cherry, sentendosi
286 A.S.WINTER,We too were children, Mr. Barrie, 2013.
http://wetoowerechildren.blogspot.it/2013/05/sylvia-plath-mrs-cherrys-kitchen.html. Ultimo accesso 25/02/2018.
287 L.K.BUNDTZEN,Plath’s Incarnations, cit., p. 161. 288 S.PLATH,Collected Children’s Stories, cit., pp. 43-44.
112
realizzata e felice per l’adempimento di faccende che pertengono alla donna e, anzitutto, alla moglie: “I weeded all our onions and spinach and lettuce, out in the garden from sunrise to sunset, immensely happy […] This is the richest and happiest time of my life”.290 Solamente dopo la separazione da Hughes, il tono di Plath cambierà radicalmente.
In Mrs. Cherry’s Kitchen gli elettrodomestici e le suppellettili (“Toaster”, “Coffee Percolator”, “Egg-Beater”, “Icebox” ecc.) impersonano la figura femminile e possono essere considerati dei veri e propri alter ego di Mrs. Cherry. Ad esempio, questo è il caso di Toaster, l’efficiente tostapane: “‘Thanks to our fine, shiny toaster’, Mrs. Cherry said. ‘It’s made us golden-brown toast each day without fail all these years’. And at these words, Toaster fairly glistened with pride”.291 Il tostapane incarna, appunto, la figura della casalinga: entrambi sono orgogliosi di avere lavorato instancabilmente ed alacremente per un obbiettivo condiviso, “without fail all these years”. All’interno della cucina abitano anche due piccoli folletti che hanno preso dimora nella saliera e nella pepiera di Mrs. Cherry e si chiamano, appunto, “Salt” e “Pepper”: “One pixie wore a white suit and slept in Mrs. Cherry’s silver salt-shaker, while the other pixie wore a speckled brown suit and slept in Mrs. Cherry’s silver pepper-shaker”.292 Essi si ergono a consiglieri di tutti gli elettrodomestici e dirigono la cucina con diligenza e precisione: “It was their job to see all the kitchen folk did their daily work and lived in harmony and content”.293 Un giorno come tanti altri, mentre Mrs. Cherry è intenta nelle faccende, i primi malumori iniziano a turbare l’armonia domestica: “Now on this particular