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La Gestione di una Società Professionistica

2.2 Peculiarità Dei Rica

2.2.1 I Matchday Revenues

Sono chiamati in questo modo i ricavi che una società ottiene tramite lo svolgimento della sua attività principale, ossia la disputa delle partite. In particolare si indicano con questo nome tutti quegli incassi provenienti dall’indotto creato dalle persone che si recano allo stadio. I matchday revenues sono essenzialmente composti da tre tipologie di ricavi:

- biglietti e abbonamenti: sono le cosiddette entrate “classiche” da stadio; possono essere ottenute in anticipo con l’erogazione dell’evento (abbonamenti) oppure il giorno stesso tramite le vendite al botteghino (biglietti). All’interno dei bilanci delle varie società sono a loro volta suddivisi in base alle competizioni da cui si ottengono (nazionali ed internazionali);

- food and beverage: gestione di servizi per la vendita di cibi e bevande destinati al pubblico all’interno degli stadi;

- corporate hospitality: riguarda tutto l’insieme di spazi ed iniziative all’interno dello stadio che un club può sfruttare, fornendo ai propri tifosi o a delle aziende partner un servizio ricreativo ed enogastronomico di alto livello in occasione delle partite.23 Analizzando il settore matchday revenues si capisce quanto la bontà dello sfruttamento dello stadio sia oramai fondamentale per un club. Stadi più sicuri e accoglienti sono la base per convincere il proprio pubblico a venire a supportare i propri beniamini. Per fare ciò i club devono investire accuratamente nello stadio e nei suoi servizi. In Italia, purtroppo, per molto tempo si è ampiamente sottovalutata la situazione, con stadi oramai vetusti e spesso insicuri, con il dato delle presenze allo stadio diminuito in modo considerevole. Questi fatti sono confermati da recenti studi forniti dall’agenzia Arel, i quali denotano come l’Italia abbia un tasso di riempimento degli stadi (calcolato sulla base di posti occupati rispetto ai posti disponibili) pari al 61%; quindi di gran lunga inferiore rispetto alle tre migliori leghe: Premier League (Inghilterra) con il 92%, Bundesliga (Germania) con il tasso pari a 88% ed infine Liga (Spagna) con il 73%. Questo dato deve far riflettere soprattutto se collegato al fatto che l’Italia fino al termine del XX secolo era al comando della classifica delle varie leghe per flusso medio di spettatori. Questo immobilismo è dimostrato anche dal tasso di crescita dei ricavi da stadio calcolato tra la stagione 1997/1998 e quella 2010/2011: un tasso pari allo

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Cataliotti Jean-Christophe e Fabretti Tommaso, Il Business Nel Pallone – Analisi Dei Modelli Organizzativi e

Pagina | 25 0,3% è infatti un chiaro segnale della scarsa redditività degli impianti italiani.24 Fortunatamente nell’ultimo lustro sembra che qualcosa si stia muovendo, a seguito anche della bontà del progetto Juventus Stadium: stadio di ultima generazione terminato di costruire nel 2011 a Torino e di proprietà del club Juventus F.C., primo club della massima seria italiana a poter vantare uno stadio da inserire come proprio asset nel bilancio. Cinque anni dopo l’inaugurazione, infatti, le attese del club torinese sul possedere uno stadio polivalente da poter sfruttare anche in ottica strategica possono dirsi soddisfatte. Lo Juventus Stadium, difatti, è stato in grado di creare ricavi per circa 200 milioni in cinque anni, una media di circa quaranta all’anno contro i dieci garantiti dall’impianto precedente.25 In conclusione va però detto che la proprietà dello stadio, vista da molti come la grande pecca del calcio italiano, non è in realtà il punto focale su cui il rinnovamento degli impianti italiani deve puntare. Casi come:

- l’Amsterdam Arena in Olanda, dove l’AFC Ajax, il club che disputa le partite al suo interno, è riuscito ad incrementare i propri ricavi possedendo solo una quota (pari al 7,1%) e pagando un regolare affitto;

- oppure l’Allianz Arena in Germania, dove il TSV 1860 München (uno dei due club detentori della proprietà) ha dovuto cedere la propria quota poiché incapace di sostenere i costi;

dimostrano come la vera problematica sia creare un impianto in grado di essere sfruttato sette giorni su sette esulando dal semplice evento sportivo ed aumentando così le fonti di possibili ricavi: ad esempio attraverso tour guidati dello stadio, club store, musei tematici, ecc.26 Questo pensiero è ampiamente condivisibile anche in base a quanto sta accadendo in Italia e più specificatamente a Udine, dove la squadra locale Udinese Calcio ha da poco inaugurato il suo nuovo stadio di proprietà. Accuratamente ricostruito e reso più moderno e confortevole, il gioiellino architettonico della società friulana ha però messo a nudo delle pecche di gestione. Infatti, se nel match inaugurale (complice la presenza di un grande club) lo stadio si dimostrò colmo in ogni ordine di posto, nelle successive partite l’entusiasmo e le presenza sono presto

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De Martini Alfredo, Gli Stadi Polifunzionali In Italia: Dal Confronto Con l’Europa Spunti Di Riflessione, , Rivista di Diritto ed Economia Dello Sport, Vol. VIII, Fasc. 2, 2012, pag. 103

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Lo Juventus Stadium compie 5 anni: un confronto con i grandi impianti in Europa, www.calcioefinanza.it, 9/09/2016

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De Martini Alfredo, Gli Stadi Polifunzionali In Italia: Dal Confronto Con l’Europa Spunti Di Riflessione, Rivista di Diritto ed Economia Dello Sport, pag. 97-127

Pagina | 26 scemate mostrando così numerosi spazi vuoti tra i vari seggiolini variopinti del nuovo Stadio Friuli (Dacia Arena per ragione di naming rights). Questo dimostra come uno stadio nuovo e confortevole non basta ad attirare nuovo pubblico se dietro non c’è una tela di servizi atti a smuovere il tifoso dalla propria abitazione e allo stesso tempo non basta ad incrementare i ricavi se alle spalle non c’è la possibilità di utilizzo anche al di fuori delle partite di calcio.