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Nuovi Indicatori di Bilancio FIGC

Squadra Indice di Liquidità Indice di Indebitamento Indice Costo del Lavoro Allargato Rispetto indici Atalanta Bergamasca Calcio 0,379700544 1,141986417 0,800412057 2/3 A.C. ChievoVerona 0,399106585 1,642570531 0,729985011 2/3 A.C.F. Fiorentina 0,796804282 0,791029602 1,009959574 2/3 Genoa C.F.C 0,373420076 1,737732059 0,870259677 2/3 F.C. Internazionale Milano 0,664077141 1,709999682 1,07751834 2/3 Juventus F.C. 0,304158735 1,334096199 0,804090168 2/3 S.S. Lazio 0,403640384 1,566803238 0,761351516 3/3 A.C. Milan 0,242584674 1,787093226 0,796884762 2/3 S.S.C. Napoli 1,489471404 0,614692523 0,783664974 3/3 A.S. Roma 0,561359118 2,000243132 1,040558048 1/3 U.C. Sampdoria 0,722768827 1,32182748 1,269909917 2/3 U.S. Sassuolo Calcio 0,785994578 1,919588349 1,355678181 2/3 Torino F.C. 0,968729681 0,793524743 0,80070449 3/3 Udinese Calcio 0,57722477 1,198088893 0,573228117 3/3

Dalla tabella si può evincere come siano solo quattro (Lazio, Napoli, Torino e Udinese) le società che avrebbero rispettato tutti gli indicatori. Passando invece a quelle società che sarebbero risultate inadeguate al primo e più importante indicatore, due hanno un risultato piuttosto complicato, distaccate di un punto dalla soglia minima. Questo significa che per

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Pagina | 134 Juventus e soprattutto Milan la strada è in salita ed entrambe devono iniziare a pensare attentamente a come muoversi per risanare tale condizione. A livello di indebitamento, invece, seppur di poco è la Roma a essere in situazione mancante. Naturalmente il fatto che la distanza sia minima fa ben sperare che il club capitolino possa rapidamente recuperare una condizione accettabile. Infine, sul fronte del costo del lavoro sono cinque le società che non rispettano la soglia minima, di cui due, Sassuolo e Sampdoria, in modo più marcato. Come scritto in precedenza potrebbe essere buona cosa ripensare alla tipologia di contratti proposti ai propri tesserati: passare ad una metodologia basata su una parte più consistente variabile rispetto quella fissa potrebbe aiutare a legare maggiormente l’andamento degli stipendi a quello sportivo in modo da farlo variare in base alla presenza o meno di proventi maggiori.

In conclusione va però fatto notare come dei quattordici club considerati nessuno è mancante nel rispetto di tutti gli indicatori e solo la Roma risulta rispettarne solo uno, che è però quello più importante al fine dell’ammissione al campionato. Dunque sebbene la situazione non si presenti esaltante, la base di partenza verso una Serie A più attenta alla gestione dei conti è buona, e sicuramente le nuove norme introdotte dalla FIGC potranno aiutare i club in questo cammino.

5.8 Riepilogo

La situazione del calcio italiano tracciata in questo capitolo ha mostrato le luci ed ombre dello sport più amato dagli italiani. Durante il triennio 2013-15 è stata infatti confermata la potenza che questo settore ha all’interno del panorama sportivo nostrano con un giro d’affari da oltre due miliardi l’anno, più di venti volte quanto accade per le massime serie di altri sport (come ad esempio il basket). Ad ogni modo, però, se sul piano casalingo la situazione del fatturato può dirsi più o meno rosea, a livello europeo questi dati dimostrano come l’Italia sia l’ultima tra le top leghe. Inoltre, i dati globali sul risultato netto d’esercizio mostrano una divisione in costante perdita.

Per quanto riguarda la situazione dei ricavi è stato evidenziato come la loro composizione ricalchi quanto detto nei capitoli precedenti, coi proventi da diritti televisivi a farla da padrona. Infatti, la situazione che si è evinta dai dati raccolti è quella di una scarsa variegatura dei ricavi, troppo basati per l’appunto sui diritti tv e sui proventi da player trading (che risultano essere tra i più volubili di tutti). I ricavi da ticketing e quelli commerciali,

Pagina | 135 seppur ragguardevoli, risultano sfigurare rispetto a quanto accade nelle altre leghe, obbligando così i club italiani ad una forte riflessione sul proprio operato.

Anche per quanto riguarda i costi è confermato quanto è stato scritto nei capitoli antecedenti, con il costo per il personale che monopolizza la situazione. In questo ambito, però, la serie A è migliorata sensibilmente rispetto ai primi anni 2000, quando i costi per il personale coprivano da soli la quasi totalità dei ricavi. Nel triennio esaminato questo dato si è tenuto sotto la soglia critica del 60% per le prime due stagioni salvo scavalcarla di poco nella terza, lasciando quindi una porta aperta su un altro ambito su cui le società devono lavorare.

A livello finanziario, invece, si è evinto come le fonti siano principalmente composte da mezzi di terzi piuttosto che dal patrimonio netto, mentre per quanto riguarda gli impieghi la situazione vede l’attivo immobilizzato (data la presenza dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori) più corposi rispetto l’attivo corrente.

La relazione tra i risultati sportivi di bilancio ha inoltre mostrato come vi siano stati club profondamente deludenti ed altri notevolmente positivi. Tra i club che non hanno racimolato i risultati sportivi adeguati vanno annoverati sicuramente l’A.C. Milan e l’Internazionale Milano F.C., nobili club dal giro d’affari ancora ragguardevole ma decaduti in una situazione di profonda crisi sportiva. Ottimi sono stati invece i risultati di Juventus, Torino, Napoli e Fiorentina, capaci di unire risultati sportivi di qualità con buoni risultati economico-finanziari.

In conclusione, l’analisi effettuata sul rispetto del risultato di break-even richiesto dall’UEFA e dei nuovi indicatori inseriti dalla FIGC ha confermato una situazione del calcio italiano accettabile ma sicuramente migliorabile.

In definitiva dunque si può affermare come le norme UEFA sul Financial Fair Play abbiano sicuramente avuto un impatto positivo sulla mentalità delle società nostrane. Il cammino intrapreso, sebbene lento, è quello giusto e la dimostrazione è sicuramente data dal fatto che i due terzi dei club esaminati non ha avuto problemi nel rispettare i requisiti di break-even richiesti dal massimo organo europeo. Anche a livello federale l’ottica UEFA di pareggio di bilancio ha attecchito, sebbene un po’ in ritardo visto il Caso Parma. Il piano quadriennale proposto a riguardo unito al nuovo set di indicatori saranno infatti sicuramente alla base per la rinascita del calcio italiano.

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CAPITOLO 6