3.5 Partecipanti
3.5.2 I non-interpreti: considerazioni generali
3.5.2.4 I moderatori
Resta appunto da esaminare il ruolo del moderatore, presidente di sessione o chair. Si tratta di una figura preposta alla gestione dei tempi di parola stabiliti nel programma e all’assegnazione della facoltà di parola a chi spetta e a chi la richiede. Come abbiamo anticipato prima, tale ruolo può
essere svolto dalle stesse persone che in altri momenti dello stesso convegno ricoprono un ruolo diverso, ad esempio come relatore o conferenziere. In altre circostanze il ruolo di moderatore potrebbe anche coincidere con il ruolo di discussant. Tutto dipende da come gli organizzatori impostano l’andamento dei lavori. In uno dei rari contributi sulle caratteristiche comunicative e funzionali di questa figura, il moderatore o chair è definito un «discourse manager who takes marked responsibility for the interactive plane of discourse and whose participation on the autonomous plane involved in constructing the propositional text is minimal» (Shalom 1995, p. 60). Il riferimento ai cosiddetti interactive plane e autonomous plane della comunicazione è tratto dal modello proposto da Sinclair (1981, citato in Shalom 1995, p. 50), secondo cui quando una persona comunica attraverso il linguaggio si dedica in parte alla gestione della comunicazione stessa (la sua natura interazionale) e in parte alla produzione dei contenuti scambiati nell’interazione. Proprio in virtù delle sue funzioni nel contesto della conferenza, il moderatore si occuperebbe prevalentemente della parte interazionale, consentendo agli altri partecipanti (soprattutto i conferenzieri, presenter e lecturer) di contribuire maggiormente alla progressione dei contenuti. Analizzando due sessioni (una paper presentation session e una plenary presentation session) di due diversi convegni (linguistica ed economia), Shalom mostra chiaramente come la figura del moderatore prenda più volte la parola lungo tutti i momenti in cui si struttura ogni singola sessione, cioè tra un evento linguistico e l’altro, dividendo le risultanti mosse comunicative in due tipologie, ovvero procedurali e sociali (procedural discourse moves e social discourse moves) (Shalom 1995, p. 54). La prima comprenderebbe tutte le mosse legate alla gestione vera e propria del tempo (per aprire e chiudere i lavori, assegnare la facoltà di parola, ecc.), mentre la seconda riguarda tutto ciò che contribuisce alla coesione sociale contingente e al «social oiling of the event» (ibid., p. 54) e quindi vi rientrano i saluti, i ringraziamenti e così via.
3.5.3 Sintesi dei parametri individuati
Al termine di questa descrizione generale dei ruoli comunicativi assunti dai partecipanti al convegno, è possibile formulare un prospetto riassuntivo, anche sulla base dei tipi di ruoli emersi dall’analisi dei materiali raccolti nel corpus DIRSI. Questa operazione, così come è valso per le precedenti scelte terminologiche effettuate nel presente studio, è stata svolta sia tenendo conto delle indicazioni presenti nei programmi di ogni singolo convegno, sia facendo riferimento a quanto riscontrato in letteratura. I ruoli individuati per i partecipanti ai convegni sono presentati nella seguente Tabella 3.8. L’elenco deve essere in alcun modo considerato esaustivo, in quanto si potrebbero aggiungere altre categorie non rilevate nei materiali in DIRSI ma emerse nel corso della trattazione (il tecnico di sala, le hostess, gli addetti alla segreteria, il custode del luogo in cui si svolge il convegno e molti altri):
Tabella 3.8 Sintesi dei ruoli comunicativi dei partecipanti al convegno con eventi linguistici ratificati. iniziatore
initiator
Il soggetto (o i soggetti) da cui muove l’intenzione iniziale perché abbia luogo il convegno. Può coincidere o meno con l’organizzatore
organizzatore
organizer
Chi ha organizzato concretamente il convegno; in alcuni casi coincide con il committente (iniziatore) patrocinatore o sponsor
sponsor
Soggetti “esterni” al contesto di provenienza dell’iniziatore e dell’organizzatore, ma che contribuiscono alla realizzazione dell’evento con il loro sostegno concreto (fondi, spazi, ecc.) e morale presidente di sessione o
moderatore
chair
Chi modera una sessione e si occupa dell’assegnazione della facoltà di parola a tutti i partecipanti
discussant o commentatore
discussant o respondent
Partecipante chiamato a intervenire subito dopo l’intervento di un relatore o conferenziere per commentare i contenuti e preparare il terreno per l’eventuale sessione di discussione successiva relatore
presenter
Chi tiene una relazione (paper presentation) all’interno di un momento in cui ha facoltà di parola, solitamente per un periodo di tempo più lungo rispetto a quello concesso agli altri partecipanti per altri tipi di eventi linguistici, ma di durata inferiore rispetto al conferenziere
conferenziere
lecturer
Chi tiene una conferenza-intervento (lecture o
plenary presentation) all’interno di un momento in
cui ha facoltà di parola, solitamente per un periodo di tempo più lungo rispetto a quello concesso agli altri partecipanti per altri tipi di eventi linguistici e di durata superiore rispetto al relatore
pubblico
audience
A seconda della prospettiva adottata, il pubblico è composto da tutti coloro che ascoltano mentre un altro partecipante produce un evento linguistico ratificato, oppure, nello specifico, si tratta di tutti i partecipanti che siedono nello spazio dedicato a coloro che partecipano alla situazione comunicativa, e i cui eventuali eventi linguistici non sono specificatamente indicati nel programma
interprete
interpreter
Chi si occupa del servizio di interpretazione simultanea per consentire la comunicazione tra tutti i partecipanti alla conferenza
Tutti questi ruoli sono presenti a livello comunicativo nei materiali raccolti in DIRSI, tuttavia solo alcuni di essi sono indicati a chiare lettere nei programmi dei convegni (§3.5.1). In particolare, il pubblico non ha quasi mai uno spazio dedicato nel programma con riferimenti diretti, ma vi si allude per esempio nelle parti in cui appare la segnalazione delle sessioni di discussione. Inoltre, gli interpreti non sono mai menzionati direttamente nel programma; l’unica eventuale traccia della loro presenza è data, talvolta, dal riferimento neutro e impersonale al “servizio di interpretazione” (spesso si trova la dicitura “traduzione”). È possibile a questo punto introdurre i materiali che
abbiamo raccolto nell’archivio DIRSI-MA, presentando un’analisi dei singoli programmi di ciascun convegno, in modo da verificare in che modo trovano espressione tutti gli elementi costitutivi della conferenza-convegno illustrati finora.